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Autore: SilviAngel    20/08/2013    9 recensioni
“Sono un angelo del Signore”
“Sì, certo e io sono l’Abominevole Uomo delle Nevi. Sul serio, cosa diavolo sei?”
Piccolo esperimento.
Mio primo crossover
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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E anche questa piccola pazzia è terminata.
Ringrazio chi ha letto, commentato e infilato la storia in una delle categorie di EFP.
Ecco a voi l’ultimo capitolo.
Buona lettura.

 
Quarta e ultima parte
 
Bella domanda.
Derek lo voleva?
Di per sé, era una domanda semplice: sì o no.
Non vi erano altre possibili risposte, ma il lupo sgranò gli occhi, incapace di controllare ogni singolo muscolo del proprio viso e intontito dal battito galoppante del cuore di Stiles troppo vicino, pericolosamente troppo vicino.
 
Riprendendo fiato, il moro si divincolò con facilità dalla presa del ragazzino e scelse una poco coraggiosa terza via, tra un sì e un no, scelse la fuga e con un balzo sparì aldilà del davanzale.
Stiles sbuffò frustrato, era infatti consapevole di essere stato a tanto così dall’ottenere quanto desiderava e che sognava ogni notte: un bacio mozzafiato dal lupo più sexy di Beacon Hills.
Affacciandosi arrabbiato alla finestra urlò alla notte “Fifone di un dannato lupo. Tanto prima o poi dovrai darmi una risposta”
Imitando un ridicolo ringhio, si gettò di schiena al letto e rimase a fissare il soffitto fino a quando il sonno lo prese con sé.
 
Intanto un mannaro di nostra conoscenza stava vagabondando per le strade del quartiere.
Non voleva e non poteva tornare a casa propria.
Non poteva perché non sarebbe stato in grado di riposare senza sapere se la notte di Stiles sarebbe stata sicura e non voleva perché ogni passo avanti che compiva aveva il desiderio di compierne due nella direzione opposta, infilarsi di nuovo in quella stanzetta da tipico adolescente e scaraventarlo sul letto e baciarlo.
Baciarlo fino a non avere più fiato.
Baciarlo fino allo sfinimento.
Il tempo passava e cedendo almeno all’esigenza di sincerarsi che tutto fosse tranquillo, tornò sotto casa dello sceriffo e osservando la finestra vide che la luce era ancora accesa.
Chiuse gli occhi un solo istante e scuotendo il capo, comprese che il suo cuore aveva deciso il da farsi ancora prima che le sue gambe si piegassero per darsi lo slancio necessario e le mani corressero ad afferrare la grondaia.
Un balzo perfettamente calibrato e il lupo era di nuovo accanto al liceale che dormiva placido al centro del letto, sulle coperte.
Derek in silenzio si sedette sul bordo del materasso, poggiando una mano sulle coltri aldilà del fianco del castano, chinandosi fino a sfiorare con il naso i capelli più lunghi del normale e che profumavano di shampoo al mandarino.
Posò un piccolo e leggero bacio – così diverso da quello che avrebbe voluto donargli – al centro della fronte e sulla sua pelle sussurrò “Ti voglio. Dio solo sa quanto ti voglio”
 
Derek non aveva la forza di staccarsi dalla pelle del ragazzo e volle prendersi tutto ciò che poteva, permettendo alle sue labbra di sfiorare e indugiare sulle palpebre che tremarono leggermente per il solletico, sul naso, sulle guance e lasciandole cadere leggere sulle labbra a malapena dischiuse, per poi proseguire giù, avvolgendosi sul mento e risalendo lungo il profilo della mandibola.
Stiles si godeva quelle coccole inaspettate, muovendosi pochissimo e solamente quando il tocco di quella bocca si tramutava in ali di farfalla che solleticavano insistenti alcuni punti sensibili.
Chissà cosa poteva immaginare la sua mente persa nel sonno? Forse di essere finito in un mezzo a una cucciolata di gattini affamati di carezze.
Solo quando le labbra si chiusero attorno al lobo dell’orecchio, il contatto divenne più reale e il castano venne strappato al dormiveglia.
Appena aprì gli occhi e i sensi presero a funzionare nel mondo reale, avverti prepotente la presenza di un corpo accanto al suo, anzi sopra il suo.
Avrebbe riconosciuto quel dopobarba forte e speziato anche in mezzo a una tempesta.
Derek Hale era tornato indietro ed ora era esattamente nel suo letto o meglio tra le sue braccia che per paura che fuggisse di nuovo erano andate a cingergli istintivamente le spalle.
“De-Derek” biascicò nell’attimo in cui alle morbide labbra si unirono i denti che graffiarono la sua carne.
“Ti voglio” soffiò sul collo del liceale mentre le mani di questo andavano a circondargli il volto per portarlo in linea con il proprio, inclinandolo quanto necessario per permettergli finalmente di baciarlo.
Stiles forzò la bocca del moro, andando alla ricerca della sua lingua e ingegnandosi in mille modi diversi per evitare che il maggiore potesse razionalizzare ciò che stava accadendo.
Prendendo il licantropo alla sprovvista, il padrone di casa ribaltò le loro posizioni, portandosi a cavallo del suo bacino quasi senza interrompere il bacio e iniziando ad ondeggiare sul corpo steso sotto il suo.
“Stiles rallenta”
“Non ci penso neanche. Hai idea da quanto tempo, oddio, da quanto” e senza terminare la frase si avventò di nuovo sulla bocca bagnata del lupo.
Quando fu costretto a separare le loro labbra, il padrone di casa raddrizzò il busto e rapido getto via la sua T-shirt rimanendo a petto nudo prima di iniziare ad armeggiare con gli abiti di Derek, trovando più difficoltà di quante ne avrebbe immaginate.
“Ma per la miseria, quanta roba hai addosso? È quasi estate sai? Dovresti vestirti più leggero per, per”
“Per renderti più semplice spogliarmi?” lo provocò il lupo facendo forza sugli addominali e mettendosi seduto.
“Assolutamente sì” e scoprendo che con il ragazzo in quella posizione tutto era più facile, sfilò il giubbotto dalle braccia e lo mandò a fare compagnia alla propria maglietta e lo stesso fece con quella di Derek.
Stiles si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo e soddisfazione quando finalmente riuscì ad avere sotto le dita la pelle calda e i muscoli sodi del moro.
 
Le mani del ragazzo correvano su e giù per il busto di Derek senza stancarsi mai, desiderose di impararne a memoria ogni centimetro e ogni avvallamento e gli occhi non riuscivano a staccarsi dal loro movimento.
Fu il moro a distrare il padrone di casa dal suo nuovo hobby, riportando la sua attenzione su aspetti più interessanti per entrambi e quando gli sollevò il mento per costringerlo a guardarlo in volto, si stupì di quanti sentimenti fossero racchiusi in quegli occhi dolci e liquidi come non mai.
Il braccio dell’Alfa cinse con possesso la vita del ragazzino stringendolo a sé e portando i loro bacini a scontrarsi in modo vigoroso.
Le labbra di Stiles si aprirono disegnando una O quasi perfetta e godendosi quell’inaspettato sfregamento annullò qualunque distanza vi fosse ancora tra loro e riprese a baciarlo con smania ancora maggiore.
Con lentezza e sfruttando la propria forza, il moro ridistese entrambi portando le spalle del minore ad adagiarsi piano sulle coperte.
Staccandosi con un sonoro schiocco, Derek si dedicò a vezzeggiare e ricoprire di baci il collo e il petto di Stiles ripetendo ogni paio di tocchi “Mio” fino a che le labbra si chiusero su un capezzolo, facendo inarcare la schiena al padrone di casa che non riuscì ad impedire a un sottile grido di permeare l’aria.
 
“S-sai una cosa?” balbettò con voce incoerente il liceale “Siamo ancora troppo vestiti per i miei gusti” e approfittando del fatto di indossare i morbidi pantaloni di una vecchia tuta, li strattono verso il basso più che poté portando giù anche l’intimo e rimanendo completamente nudo fino a metà coscia.
L’odore dell’eccitazione di Stiles colpì l’olfatto del lupo come un treno lanciato a tutta velocità e facendo leva sulle braccia di sollevò sulle ginocchia e senza staccare gli occhi dal corpo completamente esposto del piccolo, con gesti lenti sfilò la cintura e aprì i bottoni dei pantaloni.
Le mani del moro si allontanarono subito dopo dal proprio bacino, con enorme disappunto del castano che le vide però avvicinarsi a sé.
Con una gentilezza dimenticata, gli indumenti che ancora vestivano le gambe di Stiles vennero tirati via e subito dopo la stessa strada venne intrapresa da quelli del licantropo.
 
Vestito solo di un accattivante e sfrontato ghigno, Derek si abbassò, affondando il viso nella piega del collo del piccolo e rimase lì, immobile, a coprire con il proprio corpo quello di Stiles e aderendo completamente ad esso.
Dopo attimi eterni il lupo si mosse andando a cogliere un nuovo bacio dalle labbra generose di Stiles e iniziando a toccare, carezzare e sfregare senza tregua sulle membra tese del figlio dello sceriffo.
Indistinti e quasi inscindibili mugolii e gemiti salivano dall’intreccio di corpi che reciprocamente si davano piacere, quando una voce roca e del tutto fuori luogo si fece udire dal fondo della camera.
“Dean tu avevi mai visto un licantropo così, così”
“Smettila di guardare Cass! E voi due copritevi dannazione!” sbottò il cacciatore, mentre tentava di coprire gli occhi blu dell’angelo che pareva essere molto interessato all’anatomia del lupo.
Stiles urlò spaventato, sollevandosi a sedere e costringendo Derek a fare lo stesso, scivolando di lato e mostrandosi in tutta la sua sfolgorante prestanza.
“Dean! Per tutti i demoni dell’Inferno guarda quanto è” la voce meravigliata dell’angelo colpì tutti i presenti.
Il biondo cacciatore con un movimento rapido si spostò in modo da essere esattamente in mezzo ai due non umani “Puoi guardare così solo me. Hai capito pennuto?”
Castiel si aprì in un sorriso furbo, che mai Dean avrebbe pensato di vedere sul suo viso “Sei geloso?”
“Non cambiare discorso. Sei venuto qui per un motivo, fai quello che devi fare e così poi possiamo andarcene”
“Va bene, ma se vuoi che parli con loro, ti devi spostare”
“Lo farò solo quando si saranno vestiti” acconsentì il cacciatore.
Alcuni rumori si stoffa provennero dal letto alle sue spalle e poco dopo la voce del ragazzo più giovane si fece sentire “Premettendo che questa è casa mia e se voglio stare nudo con il mio, il mio, beh con lui, ho tutto il diritto di farlo, come mai siete piombati qui?”
“Siete coperti?” chiese Dean voltandosi lentamente e a occhi chiusi.
“Siamo presentabili” gli fece sapere Stiles.
Dean socchiuse cauto un occhio e vide che il liceale si era semplicemente infilato sotto le coperte, mentre il mannaro aveva indossato un paio di boxer.
Certo, era ancora parecchio nudo, ma compreso che non poteva ottenere di meglio, si accontentò e spostandosi a lato fece cenno a Castiel di parlare.
“Io e Dean abbiamo, abbiamo”
“Sorvola Cass, non credo che interessi loro”
“Abbiamo fatto l’amore ed è stato bellissimo” continuò incurante e il sorriso sornione di Dean arrivò ad illuminargli gli occhi verdi “e quindi sono qui per ringraziarvi, se voi non mi aveste rassicurato io non avrei mai avuto il coraggio di tornare da lui e prenderlo di peso e sbatterlo sul”
“Forza Cass, lasciamoli in pace, così anche loro potranno” lo invitò a levare le tende il biondo, sperando che non continuasse il suo racconto.
“Stiles, Derek, è stato un piacere conoscervi e ancora grazie. A presto”
“A presto” rispose il castano sventolando una mano verso il nulla, dato che i due visitatori erano già scomparsi.
 
“Sai che quel tipo è ancora più strano di te” disse d’improvviso l’Alfa prendendo a mordicchiargli un lato del collo e la spalla, costringendolo ad arretrare fino a distendersi nuovamente sotto di lui.
“Mi stai paragonando a un angelo? Non ti facevo così dolce e romantico”
“Ti farò vedere io quanto so essere dolce e romantico, ragazzino fastidioso” ringhiò il moro strappandogli un bacio rude e bagnato.
“Intanto che ne dici di venire a farmi compagnia sotto le coperte?”
“Con piacere” rispose sulle labbra umide e rosse di morsi, scostando un lembo del copriletto.
“Ah, quelli non sono ammessi qui sotto” lo bloccò indicandogli i boxer che in un baleno volarono sopra il lume, attenuando così la luce che avvolgeva calda e morbida i loro corpi nuovamente nudi e vicini.
 
   
 
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