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Autore: CathLan    20/08/2013    6 recensioni
Niall Horan/Zayn Malik per il prompt! “Scusami Zayn! Non volevo rompere il vaso, è stata la coda e io- scusami”.
Avrebbe così tante cose da dire, talmente tante da riempire silenzi infiniti, ma non ha abbastanza coraggio per aprire la bocca e parlare. Zayn è riservato e chiuso nel suo guscio, ha sempre trovato troppo doloroso ammettere i suoi sentimenti, e anche la prima volta che Niall gli ha detto ti amo facendo le fusa si è sentito morire dentro, non sapendo come fare per rispondergli “anche io, forse un po’ troppo”.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: One direction
Pairing: Niall Horan/Zayn Malik (Ziall Holik)
Prompt: “Scusami Zayn! Non volevo rompere il vaso, è stata la coda e io- scusami” lanciato dalla dolcissima Valigie per restare.
Rating: Giallo
BetaFINNtastic
Banner: Valigie per restare
Genere: Sentimentale, fluff, introspettivo.
Warning: Slash, One Shot, Kitten!Niall
Words: 1.676
Note: Meow! Ed ecco a voi un’altra One Shot nata da una richiesta di Valigie per restare e che quindi è un regalino regaluccio (◕‿◕✿)
Da dire non ho praticamente nulla, se non che questa è una fan fiction incentrata sul rapporto tra Kitten!Niall (ovvero Niall con coda e orecchie da micio) e Human!Zayn.  
Come l’altra volta, probabilmente questa cosa qui doveva essere molto più fluff, ma io e il fluff non andiamo molto d’accordo e quindi niente, siamo finiti in un boh- non so nemmeno io che genere sia.
Ringrazio in anticipo chiunque deciderà di lasciarmi un commentino e buona lettura!
Disclaimer: Il duo moeppuch qui non mi appartiene, non ci guadagno nulla e ogni cosa è inventata da me. Questa giunga mi devasta.



|| Per chi il rumore della pioggia non lo sente ||


Qualche volta i suoi amici gli chiedono com’è essere fidanzato con un gatto e lui, col suo tono strascicato, ci tiene a precisare che Niall non è un gatto, ma che ha semplicemente una bellissima coda lunga e delle graziose orecchie bianche che sbucano tremanti tra i capelli biondissimi. Per il resto, dall’aspetto fisico a molti tratti del carattere, è umano quanto loro, e quindi non c’è nulla di diverso.
In realtà, ad essere del tutto sincero, Zayn deve ammettere che la relazione con Niall è molto più complicata di qualsiasi altro rapporto che abbia mai avuto in precedenza.
E questo non dipende certamente dal fatto che lo abbia trovato acciambellato in un parco, sotto la pioggia, e che abbia deciso senza rifletterci mezzo secondo di troppo di portarselo a casa, innamorandosene praticamente il giorno stesso. Non è quello, davvero. Probabilmente sarebbero finiti così anche se l’avesse incontrato un pomeriggio d’agosto al supermercato, come succede alle coppie normali.
Il loro fidanzamento, perché a questo punto sì, è anche ufficiale, è difficile perché Niall è un universo a sé. Un universo a cui Zayn si è abituato. A cui si è fuso completamente. E questo non significa che non faccia mai male.
La notte è ormai divenuta un’abitudine fare l’amore nella penombra della stanza e poi addormentarsi uno addosso all’altro, così vicini che nel buio potrebbero apparire come un’unica entità. La mattina tardi il primo a svegliarsi è Niall, che dopo aver miagolato ed essersi stiracchiato facendo traballare tutto il materasso, corre subito in cucina alla ricerca della colazione. Zayn non si alza mai, perché il più piccolo ama portargli la brioche e il succo all’ananas in camera e guardarlo mentre mangia. Si fa anche imboccare, mordicchiandogli giocosamente le dita di tanto in tanto. A cena, invece, è consuetudine mangiare cucina giapponese e guardare qualche bel film sui supereroi che, per qualche assurda ragione, Niall adora da quando sono andati al cinema a vedere Iron Man. La doccia è d’obbligo farla insieme, perché l’acqua è fastidiosa e Niall la odia. Lo stesso vale per la pioggia, se piove è difficile che Zayn riesca a convincerlo ad uscire di casa. Così, il più delle volte rimangono semplicemente sul divano a farsi le coccole arrotolati dentro una coperta di flanella. Ridono sempre, per ogni cosa, e questo al maggiore piace perché nessuno mai è riuscito a spaccare il suo guscio a mani nude senza ferirsi. Senza ferirlo. Niall ce l’ha fatta e di questo gli è grato, e anche per questo lo ama.
I momenti più brutti però arrivano quando Niall ha paura. E capita sempre quando c’è il temporale, allora si siedono in cucina e bevono latte coi cereali, finché non torna il sereno e allora Niall smette di tremare e possono fare l’amore in santa pace. Ancora più spesso succede quando Niall fa qualcosa per cui poi si sente irrimediabilmente in colpa e tutte le parole dolci di Zayn non bastano a calmarlo, a fermare l’attacco di panico e i singhiozzi.
Zayn non l’ha mai sgridato, non davvero, e tanto meno hanno mai litigato, ma Niall è insicuro ed è costantemente terrorizzato dalle conseguenze, quindi poco importa se Zayn non sarebbe in grado di odiarlo neanche se Niall un giorno decidesse di andarsene mollandolo da solo. Zayn crede dipenda dal fatto che nella sua vecchia famiglia lo maltrattavano e lo picchiavano per qualsiasi ragione, pure per la più stupida e futile. Il minore ha anche delle cicatrici, ma non ne hanno mai parlato e a lui va bene così, gli dà il suo tempo. E’ sicuro che prima o poi tutti i nodi verranno al pettine e che perfino l’insicurezza di Niall si scioglierà lasciandoli finalmente liberi. E’ speranzoso riguardo a questo.
Quella sera, mentre Zayn è al telefono e sta ordinando del cibo giapponese take-away, un rumore come di qualcosa che si infrange con prepotenza contro il pavimento lo fa sobbalzare. Saluta rapidamente il tizio dall’altra parte del cellulare e mette giù, correndo in salotto.
Trova Niall piegato su dei cocci di vetro, trema lievemente e ha la coda e le orecchie basse e Zayn capisce subito cosa succederà.
Gli si avvicina lentamente, sondando il terreno, e le orecchie bianche del minore hanno un leggero spasmo. Lo ha sentito, ma non alza il viso. Con le dita candide e affusolate sta raggruppando tutti i frammenti del vaso che avevano comprato insieme qualche mese prima.
«Ti sei fatto male?» chiede Zayn, piegandosi sulle ginocchia per arrivare alla sua stessa altezza. Cerca di guardarlo negli occhi, ma quello svia lo sguardo e prende a tremare ancora più forte. Allora il maggiore gli afferra delicatamente il mento e fa incontrare i loro occhi così diversi. «Stai bene?» domanda ancora, con tono leggero.
Niall si morde il labbro e arrossisce fino alla punta delle orecchie. «Scusami Zayn! Non volevo rompere il vaso, è stata la coda e io- scusami» sputa fuori, talmente dispiaciuto che le iridi diventano acqua pura e cominciano a sgorgargli sulle guance bordeaux.
Zayn è arrabbiato, ma non con Niall. O almeno, non per quel motivo idiota. Insomma, quel vaso è costato venti sterline ad una fiera vintage, non vale niente! Ciò che lo infastidisce e gli fa ribollire il sangue nelle vene è il semplice fatto che Niall non abbia abbastanza fiducia in lui. Odia con tutto se stesso che abbia paura di lui. Lui che lo ama come non ha mai amato nessuno, lo ferisce.  
«Come puoi avere paura di me?» si ritrova a chiedergli, con un filo di voce e le tempie che bruciano.
Niall sbatte le ciglia bionde e, straordinariamente, smette di piangere. Lo fissa assorto e aggrotta le sopracciglia, prendendo a sbattere la coda contro il parquet.
«Non ti farei mai niente di brutto, non ti ho mai trattato male e davvero, non capisco come puoi avere ancora paura di me» soffia Zayn, raccogliendo tra le mani qualche pezzo affilato.
In quel momento il campanello suona e Niall sussulta, sorpreso.
«E’ il fattorino, va’ ad aprire. I soldi sono nella mia giacca» dice atono Zayn.
Continua a raccattare con la testa piegata e gli occhi in fiamme anche quando Niall si allontana per andare a prendere la cena, e non si alza nemmeno quando da raccogliere non c’è più niente. Rimane lì, con il pianto in gola e la delusione che preme ovunque in cerca d’uscita.
«Zayn!» lo richiama l’accento nordico del minore, dopo minuti che sembrano essere passati con la lentezza di anni. Gli corre vicino e lascia per terra i contenitori bianchi fumanti. C’è odore di yaki soba e udon. «Ti sei tagliato» conviene, preoccupato.
Zayn nemmeno se n’era accorto, ma ora che Niall glielo fa notare sì, il sangue che c’è sul pavimento proviene dal taglio che si è procurato al dito. Fa per portarselo alla bocca, ma il minore è più veloce. Gli agguanta il polso e lo direziona verso il suo volto. Spalanca la bocca e lo inghiotte, racchiudendo la falange nel suo antro caldo. Lo lecca con la lingua e lo succhia qualche momento, tutto concentrato.
I loro cipigli si scontrano uno contro l’altro, assorti. Zayn trattiene il fiato finché Niall non lo lascia andare, tenendo comunque nella mano chiusa a pugno il suo dito. Avrebbe così tante cose da dire, talmente tante da riempire silenzi infiniti, ma non ha abbastanza coraggio per aprire la bocca e parlare. Zayn è riservato e chiuso nel suo guscio, ha sempre trovato troppo doloroso ammettere i suoi sentimenti, e anche la prima volta che Niall gli ha detto ti amo facendo le fusa si è sentito morire dentro, non sapendo come fare per rispondergli “anche io, forse un po’ troppo”. Non gliel’ha mai rivelato, non è bravo in queste cose.
«Mi dispiace Niall» mormora soltanto, cercando di rimediare in qualche modo. Non voleva farlo sentire in colpa, non è nel suo stile. Lui si tiene tutto dentro e non esplode mai. Implode, semmai, e così il dolore schiaccia solo lui. E gli va bene, sul serio, è molto meglio per tutti.
Niall scuote la testa e gattonando si fa più vicino. Si sfiorano il naso, i loro respiri collidono. «Io lo so che tu la pioggia la ami, ma che stai in casa soltanto perché io la detesto. So che i cereali ti si incastrano tra i denti e tu lo odi, ma li mangi lo stesso. So che sotto la doccia ti piace stare da solo e cantare, ma continui comunque a farla con me. E so che non dirmi ti amo ti è costato tantissimo; va bene così. Ma tu devi sapere che io non ho paura di te. Insomma, come potrei? E’ solo.. come un riflesso condizionato» il più piccolo prende fiato e inclinando di lato la testa lascia un bacio a fior di labbra sulla sua guancia. Zayn non l’ha mai sentito parlare così tanto e trova la sua voce melodica e assuefacente. «Ma davvero, non ho paura di te perché io so che mi ami. E chi ama non prende a calci e pugni. Non lo fa e tu non lo farai» conclude convinto, avvolgendo il suo collo con le braccia.
Zayn sospira, libero da un peso grosso come una casa. Non credeva che Niall sapesse così tanto di lui e non si sarebbe mai immaginato che udire quelle parole lo avrebbe fatto sentire così bene. Sorride, con la lingua tra i denti e preme il viso sulla spalla del minore, inspirando il suo profumo dolce. «Non lo farò perché ti amo» concorda, abbracciando la vita stretta del compagno.
«Zay?»
«Mh?»
«Ho voglia di sushi».
Zayn ride mentre si alza e segue il suo ragazzo a letto, con il profumo di cucina giapponese che lo investe ad ogni spostamento d’aria. «Ti amo» dice ancora, a voce alta, stringendogli la mano libera.
«Anche io, ma ora smettila di ripeterlo».
«E perché?»
«Noi gatti abbiamo un ego smisurato, in questo modo non fai altro che accrescerlo».
E Zayn vorrebbe davvero ribattere che non è un gatto, ma lascia perdere perché non ha proprio la minima importanza.  

 
  
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