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Autore: oOPoisonGatebOo    20/08/2013    3 recensioni
-Domani andiamo al mare?-
-Al mare?- chiese Usagi, ma non ricevette alcuna risposta. Misaki era già partito per il mondo dei sogni.
Genere: Comico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akihiko Usami, Misaki Takahashi
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta
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Vagò con la mano sul letto per dieci minuti buoni alla ricerca di Akihiko e quando realizzò la sua assenza si alzò a sedere. Si strofinò gli occhi osservando in seguito l'orologio. 
Le sette e un quarto? Cioè..come mai quello scribacchino da due soldi è già in piedi?!
Prese dei vestiti e decise di andare in bagno a farsi una doccia.
Si tolse la maglia, guardandosi allo specchio e ripercorrendo con un dito la strada che aveva fatto la lingua di Akihiko la notte precedente. Strano a dirsi, ma gli era dispiaciuto averlo rifiutato, dopotutto non si erano sentiti per circa sei ore e anche a lui era mancato il contatto con lo scrittore.
Fece scivolare lungo le sue gambe pantaloni e boxer, sistemando poi tutta la roba in una cesta. Entrò in doccia con un sospiro e chiuse la tenda, con quell'odioso rumorino di anelli che scorrevano lungo la sbarra.
Aprì l'acqua sentendola scendere veloce sul viso, andando infine a bagnare il resto del suo corpo. Fu un attimo, che quelle gocce gli ricordarono un bambino. Era affacciato sul balcone e guardava insistentemente la strada, sperando di veder arrivare i suoi genitori.
 
-Misaki, non stare fuori, rischi di prenderti un malanno!- disse Takahiro, incitandolo ad entrare in casa.
Il bimbo fece "no" con la testa, continuando ad alternare lo sguardo tra parcheggio e strada, imbronciato.
-Mamma e papà dovevano già essere qui, perché non li vedo?- chiese, sentendo una brutta sensazione all'altezza dello stomaco.
-Non ti preoccupare, vedrai che ora arrivano-
-Sicuro, onii-chan?-
Takahiro lo prese in braccio e rientrò in casa.
-Sicuro- disse sorridendogli.
Misaki ricambiò e fece qualche strana e buffa smorfia, per poi starnutire.
-Vedi? Te l'avevo detto. Ora prendiamo il signor Duffy e andiamo a farci un bagnetto caldo! Sei d'accordo?- chiese al piccolo.
Di tutta risposta lui annuì convinto, con un sorriso che riusciva a illuminare la giornata anche delle persone più tristi.
Takahiro non poteva fare a meno di trovarlo dolcissimo.
Prese dai giocattoli una paperella di gomma e si diresse in bagno con Misaki appolipato al suo petto. Appoggiò Duffy su un bordo della vasca e, mentre quest'ultima si riempiva d'acqua calda, Misaki si faceva aiutare dal suo onii-chan a spogliarsi.
Takahiro lo fece entrare in vasca e iniziò ad insaponarlo.
-Attento! Duffy affondaaa!- disse prendendo la paperella e mettendola sott'acqua.
-No! Fy-chan!- urlacchiò Misaki recuperandola.
-Signori e signore, ecco a voi il nuovo eroe del giappone!-
Il bimbo rise, continuando poi a farsi fare il bagnetto.
Dopo che Takahiro lo ebbe asciugato per bene e vestito, lo fece sedere sul divano.
-Se vuoi accendi la televisione, io vado a preparare una cioccolata calda, ti va?- 
Gli occhioni di Misaki si fecero ulteriormente enormi e sbrilluccicosi, annuendo a più non posso, al settimo cielo.
Takahiro gli scompigliò i capelli ridendo, ma non fece in tempo ad entrare in cucina che squillò il telefono di casa, situato vicino all'entrata.
Corse a prenderlo, aggrottando le sopracciglia vedendo un numero sconosciuto.
-Pronto?- disse accostandosi l'apparecchiatura all'orecchio.
-Lei è il signor Takahashi Takahiro?- chiese una voce maschile e profonda dall'altro capo del telefono.
-S-si perché?-
-Ecco..volevo dirle che i suoi genitori sono stati coinvolti in un incidente stradale..l'uomo è morto sul colpo, la donna invece durante il tragitto ambulanza-ospedale..mi dispiace-
A Takahiro per poco non cedettero le gambe.
Non poteva essere vero.
Cercò di auto-convincersi che fosse solo un brutto sogno, ma fu tutto inutile.
Chiuse la chiamata, gli occhi colmi di lacrime.
Diede una sbirciata in salotto e ciò che vide gli fece stringere il cuore.
Come glielo avrebbe detto? Come avrebbe detto a quel fragile bimbo, che dondolava le gambe intonando la sigla di Doraemon, che i loro genitori non c'erano più? 
Guardò il suo sorriso e i suoi occhi verdi, così profondi e carichi di gioia..
Come avrebbe potuto dirglielo in modo da non rovinare la sua felicità?
 
La tendina si aprì di colpo.
-Insomma, è da tre ore che ti chia..qualcosa non va Misaki?- chiese preoccupato lo scrittore.
Le lacrime del ragazzo si confondevano con il getto della doccia, ma era impossibile non notare il modo in cui tirava su col naso e le sue spalle che sussultavano in continuazione.
-Papà..m-mamma..- riuscì a sussurrare Misaki, con lo sguardo vuoto.
Akihiko lo prese tra le braccia senza perdere tempo, fregandosene dei vestiti che inevitabilmente si inzuppavano.
Gli baciò la fronte e, dopo aver spento l'acqua, lo aiutò ad asciugarsi e a vestirsi, come fece Takahiro quella sera.
Successivamente lo prese in braccio, cullandolo dolcemente.
Misaki strinse le gambe intorno ai suoi fianchi e le braccia intorno al suo collo, cercando di tranquillizzarsi.
Usagi scese in salotto e si sedette sul divano, accarezzandogli la schiena e lasciandogli dolci baci sulla fronte e le guance. Era preoccupato. Si era alzato presto per preparare la colazione a entrambi, in modo da poter pranzare al mare. Vedendolo non arrivare aveva iniziato a chiamarlo, andando poi a controllare nelle varie stanze. Quando era entrato in bagno il suo intento era di prenderlo in giro per la sua sordità, ma non appena aveva spostato la tenda la prima cosa che gli era passata per la mente era: devo abbracciarlo.
Era stato straziante sentirlo singhiozzare tra le sue braccia, con quel corpo così minuto e fragile, quel modo in cui cercava di chiamare i suoi genitori..
Akihiko lo osservò: era la prima volta che lo vedeva scomporsi davanti ai suoi occhi per ciò che era accaduto a sua madre e a suo padre.
Misaki alzò lo sguardo, sorridendogli in mezzo alle lacrime: -grazie-
-Di cosa?-
-Di starmi accanto per confortarmi, di amarmi..di tutto- rispose a voce bassa, quasi non udibile, ma che arrivò come un urlo alle orecchie dello scrittore. Il minore poi lo guardò con quei due occhi che avrebbero potuto conquistare chiunque.
Akihiko lo prese per il mento, tra indice e pollice, appoggiando con dolcezza le proprie labbra sulle sue.
Misaki arrossì, giocando con la lingua di quello stupido scrittore che sapeva farlo sentire come in una favola, mentre le sue lacrime si fermavano, come successe durante il loro primo bacio. Si sentiva decisamente meglio..che strano effetto che aveva su di lui quell'uomo.
Si staccarono dopo attimi che sembrarono infiniti, guardandosi negli occhi, mettendo a nudo l'uno le emozioni dell'altro.
-Ti senti meglio?- chiese il maggiore.
In tutta risposta Misaki gli regalò un sorriso smagliante, annuendo.
-Allora che ne dici se andiamo in spiaggia?-
-E lo chiedi pure?!- disse il minore scattando in piedi.
Usagi lo osservò salire le scale, pensando tra se e se che quel ragazzo era davvero forte..dentro, per intenderci. 
"Fuori rimane una mammoletta che si farebbe sottomettere anche da una mosca" pensò lo scrittore ridacchiando.



Note dell'autrice: Cieeo..umh..ecco il secondo capitolo, come sempre spero sia stata una lettura gradita. Ringrazio tutte le persone che leggono, se volete lasciate una recensione OuO Al prossimo mercoledì! 
  
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