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Autore: rauhlshine    20/08/2013    4 recensioni
"È la mamma?" Chiese lei infine. La sua voce era simile al sussurro del vento tra i rami.
Justin sentì un nodo in gola. Nel silenzio della notte sembrava che non ci fosse nessun altro al mondo. Fece un profondo respiro, ricordando Niki, convinto che lei fosse lì con loro, e che stesse sorridendo felice nel vedere che la sua bambina e suo marito stavano bene insieme.
"Si tesoro." Rispose, tenendola stretta. "Probabilmente voleva conoscerti."
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Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stanca di rigirarmi nel letto, apro gli occhi senza aver la minima voglia di alzarmi. La poca luce che penetra della tende mi toglie la vista. Sbuffo. Allungando la mano verso il comodino afferro il mio cellulare, ovvero quello di Justin, e accendendolo, controllo l’ora. Alle 10 devo incontrare Justin, quindi ho ancora un ora e trenta minuti per prepararmi. Alla fine ieri sera me la sono cavata con solo quattro domande da parte di mia madre. Mi ha solo chiesto con chi uscivo e a che ora tornavo, e dato che non posso mentire alla mia amata mamma, le ho detto la verità. In fin dei conti mi è andata molto meglio di quanto immaginavo. Menomale.

Mi alzo dal letto controvoglia e con passo lento vado verso il bagno. Aprendo il rubinetto aspetto l’arrivo dell’acqua calda. Poso il mio sguardo sullo specchio di fronte a me. Osservo i miei capelli arruffati, le mie occhiaie nere e profonde sotto gli occhi. Tocco con un dito l’acqua e mi accorgo che è ancora molto fredda, lascio il rubinetto aperto e torno nella mia stanza. Andando verso l’armadio, apro le ante e comincio ad osservare i miei vestiti, cosa metto? Dopo aver buttato alcuni abiti sul mio letto, opto per una gonna alta color verde acqua, una canotta bianca e delle schiave dello stesso colore della canotta. Fa caldo e non ho intenzione di mettermi un paio di trampoli ai piedi con magari un vestitino attillato e corto, anche perché voglio essere semplice.

Vado di nuovo verso la porta del bagno, toccando ancora una volta l’acqua con un dito. È calda. Apro la doccia e dopo essermi spogliata, metto prima un piede e poi l’altro, per poi essere definitivamente sotto il getto dell’acqua calda. Insapono i capelli con lo shampoo alla pesca, passandoli diverse volte sotto l’acqua per lavarli per bene. Prendo il bagnoschiuma alla fragola e delicatamente lo passo per tutto il mio corpo, massaggiandolo un po’ ovunque. Finito di insaponarmi, passo velocemente sotto l’acqua lavando via il sapone. Chiudo la doccia. Afferro due asciugamani ed esco, avvolgendone uno intorno al mio corpo e l’altro ai miei capelli. Ritorno in camera e lentamente comincio a vestirmi. Finisco di infilare le scarpe e vado in bagno dove prendendo il Phon, comincio ad asciugare i miei lunghi capelli biondi. Finendo di mettere del mascara alle mie ciglia, annuisco a me stessa, soddisfatta del mio lavoro.

Dieci minuti dopo sono già di fronte Harry’s in attesa di Justin e il mio cellulare. Okey, se devo essere sincera, non vedo l’ora di vedere Justin. Non mi importa del mio cellulare. Ho solo voglia di rivedere quegli occhi color caramello puntati nei miei. Non desidero altro. Non so, quel ragazzo ha qualcosa di magico, credo. Ha quegli occhi che Dio solo sa quanto siano belli e quel sorriso, dio quel sorriso. Sembra che Dio abbia dato la bellezza di un sorriso solo a lui.

Alternando il peso da un piede all’altro, continuo a guardare avanti in attesa dell’arrivo di Justin. Dopo un po’ di minuti lo vedo arrivare in tutto il suo splendore. Indossa un paio di jeans chiari, una t-shirt rosso chiaro, delle bellissime supra rosse e un paio di occhiali neri della Ray-Ban. Bellissimo è dir poco, è meraviglioso. A passo lento si avvicina a me con quel suo sorriso stupendo.
“Hei dolcezza.” Si ferma di fronte a me togliendosi gli occhiali. I suoi occhi ora sono in vista, più belli che mai. Quelle sue iridi caramello oggi hanno una sfumatura d’oro e sono ancora più belli del solito.
“Ciao Justin.” Sorrido. Comincia a squadrarmi dalla testa fino ai piedi, poi passa la lingua in mezzo alle labbra sorridendo.
“Sei bellissima.” Abbasso lo sguardo arrossendo come non mai. Guardo i miei piedi, muovendo gli alluci colorati di verde. Schiarisco la voce riportando lo sguardo sugli occhi di Justin, che continua a sorridere e a fissarmi. “Grazie, sei gentile.” Justin si schiarisce la voce per attirare la mia intenzione, ri-alzo il viso guardandolo negli occhi.
“Vogliamo entrare?” Mi guarda e fa segno verso la porta. Annuisco, cominciando a camminare alla destra di Justin. Mi apre la porta e cercando un tavolo in fondo, ci sediamo.
Arriva una cameriera pompata con un block notes in mano. Capelli rossicci e labbra carnose e rosee.
“Posso prendere le vostre ordinazioni?” Io e Justin alziamo lo sguardo sulla cameriera che sorridendo apre la penna. Annuiamo all’uniscono. Justin comincia a parlare.
“Io vorrei dei pancake con sciroppo d’acero e un bicchiere di succo all’ACE.” Posa il menù sul tavolo e guarda verso di me che sorridendo dico la mia ordinazione alla cameriera.
“Per me dei waffles con crema pasticcera e frutti di bosco e da bere.. anche per me un succo all’ACE.” La cameriera finisce di scrivere e sorridendoci, va via.

“Allora Niki, raccontami un po’ di te.” Sorridendo Justin mi guarda negli occhi, prendo un respiro profondo e comincio a parlare.
“Bene, allora. Mi chiamo Niki, ma questo penso che già lo sai.” Risi di gusto. “Ho 17 anni e vivo a Stratford con mia madre Sophie. Mio madre e mia madre hanno divorziato quando io avevo solo 10 anni ed ora lui è risposato con una donna meravigliosa di nome Caitlin. Ecco tutto, la mia vita non è così interessante.” Sorrido annuendo alla mia stessa affermazione. “Parlami di te ora.”
“Allora, mi chiamo Justin ho 18 anni e vivo a Stratford con mia madre Pattie. Anche i miei genitori hanno divorziato, cioè non sono mai stati insieme. Mia madre mi ha avuto quando aveva solo 18 anni e mio padre ci ha abbandonato da lì. Ma ho ottimi rapporti con lui, è pur sempre mio padre.” Mi guarda sorridendo.
“Abbiamo qualcosa in comune almeno.” Mi sistemo meglio sulla sedia ricordandomi solo ora del cellulare. Apro la mia borsetta estraendo il cellulare di Justin da essa. “Quasi dimenticavo, tieni e scusa ancora la mia sbadataggine.” Anche Justin fa lo stesso, ridandomi il mio telefono.
“Non ti preoccupare, ti ho segnato il mio numero nella rubrica, così possiamo tenerci in contatto.” La nostra conversazione viene interrotta dalla cameriera che dopo averci lasciato i nostri piatti, da un occhiata veloce a me e poi a Justin. “Oh grazie, l’ho fatto anch’io. Ora mangiamo, sembra così buono.” Prendo coltello e forchetta e comincio a tagliare il mio waffles alla crema, Justin mi imita.
“Sei affamata vedo.” Ride e mi guarda, interessato a qualcosa sul mio viso, smetto di mangiare e lo guardo.
“Cosa succede?” Lo guardo mentre mi osserva. Prende un tovagliolo e lentamente si avvicina a me. “Hai qualcosa sul labbro.” Ride e delicatamente posa il tovagliolo sulla mia bocca, pulendomi il labbro dalla crema rimasta lì. Arrossisco subito.
“Grazie.” Mi sorrise e si allontana, rimettendosi a sedere comodo sulla sua sedia.

 
Justin’s Poinf of View.

“Ti va se andiamo al cinema a vedere un film?” Chiesi a Niki appena uscimmo dalla caffetteria, pochi minuti fa. Annuisce e si gira verso di me.
“Che film andiamo a guardare?” Mi chiede ritornando a guardare la strada di fronte a lei.
“Prima pensiamo ad arrivare lì e poi decidiamo, va bene? Prendiamo la mia macchina, vieni.” Le presi la mano. Un ondata di onde magnetiche e brividi mi invasero la schiene e la stessa cosa penso sia successa a lei dato che mi guarda con una faccia incomprensibile. Decido di non lasciarle la mano e comincio a camminare verso la mia macchina.
Le apro lo sportello e piano sale in macchina aggiustandosi sul sedile e allacciarsi la cintura di sicurezza. Faccio il giro dell’auto e anch’io dopo essere entrato nella macchina allaccio la cintura di sicurezza. Inserisco le chiavi nel nottolino e parto a tutta velocità per il cinema più vicino.

Durante il viaggio nessuno dei due apre bocca, anche perché io non avevo niente da dire e poi non volevo disturbare Niki. Dopo meno di venti minuti ci trovavamo mano nella mano, di nuovo, di fronte il cinema a scegliere un film abbastanza guardabile.
“Film d’amore e strappalacrime te li puoi scordare.” Mi voltai verso Niki guardandola con uno sguardo da ‘ti prego risparmiami’.
“Okey, allora cosa guardiamo?” Chiese lei un po’ scocciata di questa situazione.
“Un horror.”
“No Justin, ho paura.” Un ghigno si formò sulle mie labbra, bene allora avremmo visto un horror. Lei aveva paura e questo significava più abbracci per Justin. Yup.
“Ci sono io, non dovrai aver paura.” Sorrisi a me stesso quando Niki annuì ancora incerta se assecondarmi o no. Alla fine mi assecondò e dopo aver preso Coca-Cola e PopCorn entrammo in sala, aspettando l’inizio del film.
La prima parte del film non era poi così paurosa ma avrei giurato di sentire Niki fare dei piccoli urletti quando alcune facce paurose si presentavano ai nostri occhi. “Hai paura?” Dissi girandomi verso di lei che era rannicchiata con le gambe al petto e le mani sulle ginocchia.
“No.” Mi rispose con la voce che gli tremava, mentre continuava a guardare lo schermo terrorizzata. Risi senza farmi sentire e piano mi avvicinai a lei. “Vieni qui.” Dissi indicando il mio braccio allungato verso di lei. Senza farselo ripetere due volte si avvicinò a me, alzando il bracciolo della poltrona e poggiando la testa al mio petto. In meno di un minuto si calmò e riprese a respirare regolarmente. Il film andò avanti per un’altra mezz’ora fino a quando la sala diventò buia all’improvviso.
“Cosa succede?” Disse Niki in preda al panico, sobbalzando dal mio petto.
“Niente Niki, è finito il film. Ecco guarda, si stanno accendendo le luci.” Infatti, poco dopo, tutte le luci della sala ci illuminavano.
“Oh.” Disse lei imbarazzata dalla situazione. “Quindi possiamo uscire di qui ora?”
“Si, possiamo uscire. Vieni.” Ci alzammo dalle poltrone e dopo aver preso la mano di Niki, ci dirigemmo all’uscita.

“Non mi fiderò mai più di te.” Risi di gusto mentre mi affrettavo a mettere in moto l’auto.
“Ma dai, non è stato poi così male, sei stata nelle mie braccia per tutto il tempo. Non ti sei divertita?” Continuai a sghignazzare vedendola arrossire ancora di più. È così bella quando arrossisce per qualsiasi cosa. Non risponde e si gira dalla parte del finestrino, torturandosi le unghie con i denti.
“Piccola, hei?” Rallento di poco, svoltando in una rotatoria. “Te la sei presa? Perdonami, non volevo ferirti.” Che stupido che sono, ho rovinato tutto. Si gira verso di me sorridendo. Uuh che sollievo, ride.
“Si.” Comincia a parlare dopo un po’. La confusione regna sul mio viso, cosa vuole dire con quel si? Come se mi avesse letto nel pensiero, risponde alla mia domanda. “Sono stata bene nelle tue braccia.” Arrossisce leggermente e mi sorride. Ricambio il sorriso e riporto lo sguardo sulla strada.
 

Niki’s Poinf of View.

“Si.” Risposi dopo un po’ sorridendo. La faccia di Justin si trasforma, ora è la confusione che regna sul suo viso, sicuramente non avrà capito. “Sono stata bene nelle tue braccia.” Gli chiarisco le idee e arrossisco leggermente, sorridendo al biondino accanto a me. Ricambia il sorriso e poi riporta lo sguardo sulla strada.
Comincio a frugare nella mia borsa in cerca del mio iPhone bianco. Dopo averlo trovato, premo il pulsante del centro e guardo l’ora. Spalanco gli occhi e guardo Justin, si gira verso di me.
“Justin, portami a casa, subito.” Dico in preda al panico.
“Okey, okey. In che via abiti?”
“21st Street a Sud.” Accelera di poco dopo che la mia bocca ha finito di dargli le indicazioni.
Dopo nemmeno dieci minuti, la macchina si ferma di fronte casa mia. Tiro un sospiro di sollievo vedendo che la macchina di mia madre ancora non c’è. Faccio per scendere ma Justin mi blocca per il braccio. Mi volto verso di lui. Comincia a parlare.
“Ci rivediamo, giusto?” Mi rivolge un sorriso che ricambio volentieri. Annuisco slacciandomi la cintura. “Aspetta.” Mi giro verso di lui. Si avvicina e mi schiocca un bacio casto sulla guancia, sorrido diventando rossa, ancora una volta.
“Ciao Justin.” Apro lo sportello ed esco dalla sua auto, comincio a camminare lungo il vialetto di casa. Mi fermo sull’uscio della porta e mi giro. Sventolo la mano in segno di saluto a Justin, che ricambia con un sorriso. Lo vedo sparire dietro la curva con la sua macchina nera. Inserisco le chiavi nella serratura della porta e lentamente la apro. Salgo le scale e mi dirigo nella mia camera chiudendomi la porta alle spalle, mi butto sul letto a peso morto, con lo sguardo rivolto al soffitto.

Mi ha tenuta per mano.







spazio autrice.
Salve dolciumi.
Ecco a voi il terzo capitolo. Spero vi piaccia, perché ho messo tre giorni a scriverlo.
L'ho scritto e poi modificato perché non mi piaceva, ma alla fine sono soddisfatta di quello che è venuto.
Spero che anche a voi piaccia.
Bene, vediamo una Niki bellissima dentro la sua gonna alta verde (adoro le gonne alte) che fa la sbadata, come al solito, e si sporca tutta. Così il gentilissimo Justin, che approfitta di tutte le situazioni, prende un tovagliolo e le pulisce il labbro. La dolcezza fatta a persona mjnhbgfvghyj.
Uhm, poi vediamo un Justin coccoloso al cinema, che ancora una volta approfitta della situazione e abbraccia Niki per quasi tutto il film. Sono così dolciosi questi due che fanno venire il diabete lol
Okey, basta.
Allora, cosa ne pensate di questo capitolo? Spero che qualche donzella si faccia avanti e mi scriva una recensione, anche solo per sapere se devo o non devo contiuare la mia storia.
Bene, vi lascio. Al prossimo capitolo bellisssime. Un bacio.
Martina.
  
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