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Autore: ChiaraLilianWinter    20/08/2013    4 recensioni
Camilla Herstood ha quindici anni, un'amica fantastica che cambia fidanzato con la stessa velocità con cui si fa zapping in tv, una madre depressa che, dopo la fine di un matrimonio sbagliato, tenta di rifarsi con il primo che le capita sotto mano.
Camilla ama scrivere, ma, a forza di essere circondata da persone superficiali, ne ha assunto il carattere: non riesce a completare una storia, che già sta lavorando ad un'altra, e così di continuo.
Camilla ha un segreto, un segreto terribile che è costretta a trattenere all'interno del suo cuore.
Camilla incontra William, e da allora cambia tutto. Il ragazzo gli propone di esaudire dieci desideri, per superare la sua superficialità, e Camilla accetta. Tra i due nasce qualcosa che diventa sempre più profondo, ma il tempo a loro disposizione è poco, e ogni secondo che passa diminuisce.
Perchè anche William nasconde un segreto. E non solo lui.
I segreti, le bugie, i tradimenti, sono fili insidiosi che avvolgono tutto, in un intreccio terribile che Camilla dovrà districare. Ma ciò che rimarrà alla fine potrebbe non essere quello che lei e William hanno sperato.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Ah, ma certo.
Adesso inizia a comparirmi davanti così? Dopo solo... Tre giorni? Stiamo scherzando?
William è davanti a me. Come stamattina, come ieri, come la prima volta che ci siamo incontrati. È davanti a me, comparso senza nessun preavviso.
Ma si può sapere chi ti ha dato il permesso? Io no, non ti ho acconsentito di entrare nella mia vita e di scombussolarla completamente!
Ha sul viso un'espressione parecchio imbarazzata, e le sue guancie si sono dipinte di quel rosso che mi piace tanto. Ma in questo momento, proprio non riesco a concentrarmi sul fatto che è arrossito, tante sono la rabbia e la confusione che sento e che stanno lentamente crescendo dentro di me.
<< Avevi detto di avere un concorso. >>
<< Infatti è così. Ma è finito presto e il posto era qui dietro... Non ti stavo seguendo! >>
Lo osservo attentamente, per capire se sta mentendo, ma alla fine ci rinuncio: mi è ancora impossibile capirlo, e non ci riesco tramite i suoi occhi. Mi confondono con la loro bellezza.
Mi limito ad alzare le spalle e a ricominciare a rovistare nella borsa. Lui si ferma dietro di me e si sporge per vedere.
<< Che fai? >>
<< Cerco il cellulare. Io e Alex ci siamo separati nella folla e devo sentire dov'è. >>
Lui non dice nulla, ma sento che il suo viso si gira. Mi posa una mano sul braccio e mi strattona leggermente.
<< Che c'è? >>
Il mio tono di voce è parecchio infastidito, ma spero che non si sia offeso. Lui deglutisce e mi strattona di nuovo. Allora, con un sospiro, mi volto e rimango basita: il mio cellulare è a terra e lo schermo è attraversato da una lunga crepa. Tombola.
<< Credo... Ti sia caduto prima... >>
Quando tu mi hai spaventata.
Non lo dice, ma lo sappiamo entrambi. Se in questo momento i sensi di colpa lo stanno divorando, ne sono crudelmente felice.
Mi chino per prendere il telefonino. Lo schermo è scuro, e provo ad accenderlo o a schiacciare qualsiasi tasto, ma non succede nulla.
Si è rotto.
Oh, ma andiamo! C'è qualcuno, lassù, che ce l'ha con me! Che ho fatto di male per meritarmi questo?!
Ovviamente non sono preoccupata per il cellulare di per sè - era vecchissimo - ma per il fatto che adesso non potrò chiamare nè Alex nè Lilian. Beh, Lilian forse, perchè il suo numero lo ricordo, ma Alex?
Furiosa, butto il cellulare nella borsa e mi volto verso William. Lui indietreggia velocemente, alzando le mani in segno di resa.
Lo fulmino con lo sguardo, e d'istinto stringo i pugni. Mi andrebbe proprio di fargli un occhio nero. Se solo non fosse così alto...
<< Mi dispiace... >>
<< La prossima volta, evita di poggiarmi una mano sul braccio e tapparmi la bocca in un vicolo deserto. Così magari non mi spavento e non ci rimetto un telefonino. >>
Sul suo volto passa un'espressione ferita, e io ne sono felice.
Che ci devo fare? Essenzialmente, io sono una persona crudele ed egoista, così come tutte le persone di questo mondo.
Sbuffo e mi volto, uscendo dal vicolo e immergendomi nella folla. William mi segue quasi correndo - non che ne abbia bisogno, visto che un passo dei suoi è tre dei miei - e mi si avvicina. La gente intorno a noi spinge e ci separa, per poi farci ritornare vicini. E ancora, ci separa e ci unisce, ci separa e ci unisce. Ad un certo punto William sbuffa irritato, e capisco che si è stancato di stare in balia delle altre persone. E fa una cosa che non pensavo sarebbe mai stato in grado di fare. O perlomeno, che io non avrei mai e poi mai fatto.
Mi prende per mano.
Sento il suo palmo morbido contro il mio, le sue dita lunghe che si intrecciano, il calore che parte da quel punto e mi invade completamente, facendomi arrossire come mai prima d'ora.
Per un attimo sono talmente sbigottita che mi fermo, mi inchiodo a terra, incapace di fare anche un solo passo, e lo sento irrigidirsi. Siamo in mezzo al marciapiede, immobili, la gente che continua a camminare intorno a noi, inconscia di cosa quel gesto abbia provocato nel mio petto. Mi sembra che il cuore sia per balzare via, squarciandomi il petto e uscendone fuori, tanto è forte il suo battito.
Sento che William deglutisce e capisco che si è pentito di quello che ha fatto. Alzo lo sguardo verso di lui, ma a quanto pare ha scoperto di essere particolarmente interessato al marciapiede. Beh, almeno ha un minimo di decenza ad essere imbarazzato.
Non so bene che fare, a questo punto. La cosa migliore - o meglio, la più giusta - sarebbe scivolare via dalla sua stretta, ma mi rendo conto che non ne ho la minima voglia. La sua presa è così salda, i suoi polpastrelli ruvidi mi solleticano la mano... Arrossisco terribilmente al pensiero di quello che sto per fare, ma lo faccio lo stesso.
Faccio un passo. E poi un altro. Tenendo i nostri palmi uno contro l'altro.
William sussulta, alza il viso, i nostri sguardi si sfiorano per un attimo...
E mi immobilizzo. Non guardo più William, adesso, ma qualcuno dietro di lui.
Alex è alle nostre spalle, distante solo pochi metri. Mi osserva e sorride, non sembra aver notato le nostre mani intrecciate. D'istinto faccio scivolare via la mia e mi dirigo verso di lui, lasciando William dietro di me. E un attimo dopo mi sento orribile. Ma ormai è fatta.
<< Alex. >>
<< Camilla! Menomale, ti ho cercato, ma non ti trovavo... >>
<< La folla mi aveva spinta dall'altro lato della strada. Volevo chiamarti, ma il mio cellulare... >>
<< Non preoccuparti. Adesso sono qui. E... Per evitare di perderci di nuovo... >>
Manco a farlo apposta, mi prende per mano. Oh, bene. Mi viene da ridere e da piangere allo stesso tempo, mentre mi giro, aspettandomi di vedere William dietro di me.
Ma lui non c'è.
Scruto tra la folla, ma non riesco a individuarlo. È impossibile, fino a un attimo fa...
<< Cerchi qualcuno? >>
Alex si è chinato verso di me, con un'aria confusa. Io gli sorrido di sbieco.
<< No.. È solo... >>
Evidentemente non ha notato William, anche se non capisco come. Beh, in fondo è meglio così. Mentre un dolore incredibile mi invade il petto, mi volto verso Alex e gli sorrido.
<< Andiamo? >>
Lui mi osserva e per un attimo non dice nulla, poi sorride, e il suo viso si illumina.
<< Certo. >>

Sono stanchissima, quando varco il portone del mio condominio. Sono riuscita a comprare quello che volevo, ma a caro prezzo: non avevo mai visto una calca simile, accidenti! Mi sento le gambe a pezzi e ho un mal di testa incredibile, mentre mi trascino su per le scale, diretta all'interno 24. Un ascensore no, eh?
Alex è stato gentilissimo. Si è offerto di accompagnarmi dove volevo, nonostante l'abbia trascinato in diecimila negozi differenti. È un ragazzo molto paziente e disponibile, un punto a suo favore.
Ho trovato quello che cercavo dopo tre ore, sembrava che tutta la gente di New York si fosse riversata nel quartiere commerciale, c'era un caldo bestiale, e Alex non ha detto nulla. Nulla.
Mi ha accompagnata fino a casa e mi ha salutata con un bacio sulla guancia - uffa - e ricordandomi il nostro appuntamento. A quel punto credo di essere arrossita cento volte di più di quando William mi ha preso per mano.
Sono talmente persa tra i miei pensieri che nemmeno mi accorgo di aver raggiunto il mio piano, e che davanti a me c'è qualcuno.
Alzo lo sguardo pensando che sia il mio bel vicino, ma mi sbaglio.
È una donna sulla quarantina, non molto alta, con boccoli biondi e occhi azzurri. È bella, ma eccessivamente truccata, e i vestiti che indossa sono decisamente troppo corti.
Ecco a voi Paulette, mia madre.
Appena mi vede fa un sorriso a trentadue denti e mi abbraccia, stampandomi un bacio umido sulla guancia.
<< Camilla! Oh cara, sei uscita a fare shopping? >>
Si stacca da me e mi fa l'occhiolino.
<< Ti ha accompagnata un ragazzo? Magari fosse il vicino... È un così bel giovanotto... >>
Sento il cuore balzarmi in petto. William ha visto mia madre? Le ha parlato?
Oh, no. Nonononono.
Intanto lei è ferma davanti a me e mi osserva con un'espressione interrogativa.
Io le sorrido e le passo accanto per raggiungere la porta di casa, trattenendo a stento una smorfia disgustata quando sento quanto profumo ha addosso.
<< Stasera... >>
<< Non torno a casa. Robert mi ha invitato a cena. Non è dolcissimo? >>
No, non lo è. È solo un lurido bastardo che mira ad una notte di piacere per poi lasciarti malamente dandoti della puttana, mamma. Come tutti gli altri.
Lo penso, ma non lo dico. Lo sappiamo entrambe. Solo che mia madre fa finta che non sia vero. Non è cattiva, è solo una donna che vuole giocare a fare l'adolescente romantica.
In realtà prima non era così. Paulette Reece, giovane e rispettabile avvocatessa.
Dopo che mio padre ci ha abbandonate, lei non si è più ripresa. Ha passato due mesi terribili, ha avuto guai con la legge ed è stata costretta a lasciare il suo ruolo. Adesso lavora in un bar. O almeno così mi dice.
<< E tu che fai stasera? >>
Stavo per entrare in casa, ma mi blocco e spalanco gli occhi per la sorpresa, girandomi verso mia madre. Lei è ferma sul pianerottolo e mi sorride, ma non c'è allegria sul suo volto. Curiosità e... Malinconia. Rimpianto. Che si stia finalmente riprendendo, dopo sette anni?
Le devo rispondere, non posso ignorarla anche stavolta.
<< Volevo... Andare a trovare Melìne. >>
Lei spalanca leggermente gli occhi, poi distoglie lo sguardo da me, ma non prima che io riesca a notare che la tristezza si è impossessata di lei.
<< ...Capisco. Falle... Falle gli auguri anche da parte mia. >>
Io annuisco e riesco anche a sorriderle. Ci scambiamo due parole di saluto e ci separiamo. Quando finalmente metto piede in casa, crollo sul pavimento. Io e mia madre abbiamo parlato. Lei mi ha sorriso. Ma allora... Allora c'è speranza. Forse possiamo ritornare a essere come prima. Come sette anni fa. Forse...
Mi viene in mente una cosa. Mamma ha accennato a William. Sarà stato lui a farla cambiare...?
Anche lui ha problemi familiari, per quanto ho capito.
E io, che l'ho trattato in modo orribile... Devo assolutamente chiedergli scusa.
Animata di buona volontà e, inaspettatamente, di speranza, spalanco la porta di casa e faccio per dirigermi verso l'Interno 23... Quando proprio la porta dell'appartamento di William si apre, e ne esce fuori una giovane donna. La riconosco subito, anche se non dovrei. La cameriera del bar. Quella per cui avevo pensato male di William. Indossa una minigonna e una camicetta bianca. Questa ha i primi bottoni slacciati, si intravede il reggiseno di pizzo. La ragazza ha le guancie e le labbra arrossate, i capelli arruffati.
E dietro di lei c'è William, a petto nudo. In una situazione normale mi perderei a venerare il suo petto perfetto, muscoloso, ma questa non è situazione normale.
Perchè quando entrambi mi vedono, si bloccano. La donna mi osserva confusa, alzando un sopracciglio. Forse è la mia espressione rabbiosa e allo stesso tempo delusa che la intimidisce. William mi guarda con gli occhi e la bocca spalancati, indietreggia, e sul suo viso si legge una frase decisamente adatta:
Adesso sono nei guai.

Nell'antro della strega <3
Ciao a tutti!
Muahahaahah.... Nell'ultima parte di questo capitolo avete avuto un assaggio della mia indole essenzialmente crudele. Un assaggino, ma piccolo piccolo.
Più andiamo avanti, più mi divertirò.
A vostro discapito u.u
Comunque, passando alle cose serie (?), chiedo scusa per questo terribile ritardo. È che... Non ho molta voglia di scrivere, e devo dire che voi, cari lettori, non mi aiutate granchè. Cioè, grazie mille per chi mi ha lasciato le dieci recensioni (vi voglio taaaanto bene), ma un pò mi deprimo quando vedo fanfiction con 20,30,40 recensioni. Boh, forse devo aspettare che la storia si sviluppi?
Vedremo.
Per adesso, vi ringrazio tutti e vi do appuntamento al prossimo capitolo! ;)
  
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