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Autore: Bertu    21/08/2013    7 recensioni
Lui: Giacomo Jack Zanni, 19 anni, capitano e unica punta della squadra di calcetto della scuola, rappresentante di classe, presidente del consiglio di istituto e sogno erotico di tutte le studentesse del Leonardo. Migliore amico di Giorgia e perdutamente innamorato di lei da sempre.
Lei: Giorgia Marton, ragazza semplice a cui piace giocare a pallavolo, cantare, ballare e spettegolare con Alessandra. Anche se lo nega è alla ricerca del grande amore, ma intanto si consola con la compagnia di Jack.
L’altro: Gianluca Tinti, 28 anni, architetto sexy con quel qualcosa in più che affascina ogni essere di sesso femminile. Conosce Giorgia per caso e non riesce più a fare a meno di lei.
La sua caratteristica: ottiene sempre quello che vuole.
Chi sceglierà Giorgia?
Il ragazzo o l’uomo?
Il migliore amico o l’ignoto?
Pronte a scegliere con lei?
Trailer : http://www.youtube.com/watch?v=7Zzeh2dmMA4
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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GRAZIE AD ANEROL EFP PER IL BANNER :)

Capitolo 7


Inutile dire che Giorgia non fece che pensarci durante tutta la lezione di religione.
I tentativi del prof di rendere più accattivante la Bibbia raccontandola come un racconto cazzuto di Beautiful erano futili e la mente della ragazza continuava a vagare.
- Ragazzi, ricordatevi che Dio vi assiste in ogni vostra decisione, in ogni vostro passo. Abbiate fede e troverete le risposte alle vostre domande – disse il prof, lanciando uno sguardo ispirato fuori dalla finestra.
 
Flavio imitò il gesto, scatenando le risate generali, soprattutto quelle di Laura.
Anche Giorgia guardò fuori dalla finestra.
 
Perché Dio non le mandava un’illuminazione?
Perché non riusciva a ricevere nessun aiuto?
 
Forse sperava di vedere un messaggio nelle nuvole e nei piccioni?
Non era mai stata così credente. Credeva di più nel karma e nella provvidenza, anche se non era neancora riuscita a definire il colore della sua aurea, e cercare adesso un aiuto divino le sembrava una cosa veramente stupida.
 
Giorgia non voleva ammettere di non voler perdere il suo Jack.
Sapeva di storie tra migliori amici che erano finiti nel migliore dei modi, ma la maggior parte non aveva avuto questo privilegio.
 
Jack significava il porto sicuro della sua vita.
Era lui che chiamava se c’erano problemi a casa, era lui che avvisava per primo quando prendeva un bel voto, era per colpa sua che stava iniziando a sentire l’ansia della maturità. Era un’ancora, anzi… qualcosa di più di un’ancora.
 
Giorgia aveva paura di una sua possibile dichiarazione perché avrebbe potuto significare la possibilità di perderlo… per sempre.
Non era una che giocava d’azzardo. Cercava di stare sempre con i piedi per terra, di desiderare solamente cose concrete.
 
La chiave della felicità è avere sogni realizzabili.
Una relazione con Jack valeva la candela?
E poi c’era Gian…
Perché aveva detto quella frase? L’aveva detto solo per fare lo scemo o la pensava davvero?
 
Uff… la vita era così difficile.
 
Arrivata alla fine dell’ora, con i nervi a fior di pelle, decise di fare qualcosa che poco si addiceva al comportamento di Giorgia Marton.
Sarebbe stata al gioco.
Con entrambi (contava anche Gian, sempre che soddisfacesse i suoi gusti e che non la stesse prendendo in giro).
 
Solo dopo aver valutato la situazione sotto ogni punto di vista, sentimentale e non, e avrebbe deciso il da farsi.
Ok, neancora non sapeva cosa avrebbe fatto se Jack avrebbe provato a baciarla, ma… erano stati da soli tante volte e non era mai successo nulla.
Perché preoccuparsi solamente ora?
 
Le cose dovevano fare il loro corso e, in un modo o nell’altro, ci sarebbe stato un segnale che le avrebbe indicato la via da prendere.
Forse non sarebbe stato oggi.
E forse neanche domani o tra una settimana. O tra un mese.
Ma ci sarebbe stato.
Giorgi avrebbe capito quello che era meglio fare.
 
Piena di positività uscì subito dalla classe quando la campanella suonò, ignorando Ale che, impegnata a sistemare il diario, le diceva di divertirsi come se non esistesse un domani.
In cortile indossò subito il casco e si diede un’occhiata nello specchietto del motorino.
 
Il trucco leggero, matita e mascara, non si era sbavato, e aveva ancora un’aria presentabile. Si allacciò il casco e accese il motorino dirigendosi all’uscita, salutando chi conosceva e augurando loro un buon pomeriggio.
 
Buono come il suo?
Se non fosse stata alla guida, Giorgia avrebbe incrociato volentieri le dita.
 
***
 
Giacomo non abitava lontano dalla scuola. Giusto una quindicina di minuti e si era già arrivati a casa Zanni.
I suoi avevano una macelleria e quindi il ragazzo pranzava spesso da solo, per poi andare a dare una mano ai suoi in negozio.
Diceva sempre di aver spellato più ali di pollo lui che le donne della sua famiglia (cosa improbabile, ma Giorgi gli dava sempre ragione).
Inoltre quel fisico che faceva sbavare il mondo femminile non era assolutamente merito di ore passate in palestra, ma nella cella frigorifera a spostare mezzene e altri tagli di carne.
Non era mai stato mingherlino ma, passo dopo passo, mezzena dopo mezzena, il suo fisico si era trasformato in quello di adesso.
 
Non lo faceva assolutamente per vanità.
A Giacomo piaceva sentirsi utile e mai e poi mai avrebbe preferito rimanere a casa a guardare la TV piuttosto che andare ad aiutare i suoi in negozio.
 
Quel giorno, però, non era andata così.
Quel giorno era… speciale.
 
Giorgia arrivò a casa Zanni, una magnifica villetta con un bellissimo giardino, e trovò il cancello aperto.
- Trottola! Parcheggia dentro! – le urlò Jack dal davanzale. Si era cambiato e indossava una maglietta con dei pantaloncini da calcio. – Vieni su quando hai finito! È quasi pronto! -
 
Parcheggiato il motorino, la ragazza entrò in casa e si levò le scarpe all’ingresso, come da regola.
In cima alle scale Jack lanciò un fischio d’ammirazione.
- Ma Giorgi! Ma quanto sono tenere le tue calze? -
La ragazza, non ricordando che calze avesse tirato fuori dal cassetto, si guardò i piedi per poi sorridere.
Erano quelle che il suo Jack le aveva regalato per il compleanno: quelle con i cuccioli di pinguino imperatore.
 
Secondo Jack erano i cuccioli più teneri del mondo animale.
- Ѐ impossibile arrabbiarsi con loro, anche se ti fanno incazzare. Un po’ come per te, trottola – le aveva detto quando aveva aperto il regalo.
- Se vuoi puoi chiamarmi pinguina – gli aveva risposto abbracciandolo e ringraziandolo per il regalo.
Jack aveva risposto che lei era una trottola.
Una trottola pinguinosa, ma sempre una trottola.
- La mia trottola pinguinosa -.
 
Scuotendo la testa Giorgia salì le scale e diede un bacio sulla guancia a Jack.
- Grazie Giacomino -
- Per cosa? –
- Per le calze… e per il pranzo –
Il ragazzo fece uno dei suoi sorrisi disarmanti, quelli che di solito riservava solo a lei, la prese per mano e la accompagnò in cucina.
 
- Cosa mi hai cucinato di buono, chef? -
- Per la signorina… Hamburger con contorno di carotine e insalata, arrivata direttamente dall’orto di nonno Zanni. Per dessert si può scegliere tra Pangocciolo o gelato alla fragola –
- Allora andiamo, va! –
- Ti avverto Jack… se la tua cucina mi gusta credo che mi autoinviterò spesso a casa tua –
 
Jack le prese il piatto e cercò di sistemare in modo artistico l’hamburger e il contorno.
Poi prese della coca dal frigo e riempì il bicchiere di entrambi.
- Trottola, credimi. Non aspetto che quello. Adesso mangiamo che ho più fame dei tipi della Fiesta -
 
***
 
Più tardi quel pomeriggio, nella fascia oraria che il fantastico Dr. Sheldon Lee Cooper aveva battezzato “presera” per essere più precisi, Giorgia stava facendo un bagno rilassante.
Aveva riempito la vasca di bagnoschiuma alla lavanda e si divertiva a soffiar le bolle qua e là, come se fosse una bambina.
Quell’attività infantile l’aiutava a rilassarsi… e a pensare.
 
Purtroppo non si sarebbe sentita con Ale quella sera, era impegnata fino a tardi con gli allenamenti, e quindi avrebbe dovuto aspettare l’indomani per l’interrogatorio.
Quindi aveva tutto il tempo per pensare e riflettere su quello che era successo quel pomeriggio.
 
Dio, non c’erano state né avances né proposte e neanche baci, ma…
Ma c’era stato il film sul divano
E c’erano tutti quei gesti gentili che Giacomo le aveva riservato. Non che di solito fosse sgarbato, anzi, ma questa volta era stato più premuroso, come se si trattasse davvero di uno di quei appuntamenti dove era il ragazzo a cucinare e a servire la ragazza come se fosse una principessa.
Non l’aveva lasciata alzare un minuto: aveva pensato lui a tenerle sempre pieno il bicchiere e non le aveva nemmeno chiesto aiuto per sparecchiare o per asciugare le posate.
 
O qualcuno gli aveva fatto un incantesimo o le cose stavano decisamente cambiando.
 
- Non devi andare in macelleria? – gli aveva chiesto quando aveva finito di sistemare la cucina.
- D’ora in poi ho deciso che mi prendo il lunedì libero; naturalmente anche i miei sono d’accordo. Ho pensato che potremmo dedicarlo… a noi –
Giorgia gli aveva lanciato uno sguardo confuso, con tanto di sopraciglio alzato.
- A noi? -
- Sì, a me e a te. Se vengo ammesso a ingegneria edile l’anno prossimo, non credo che avremmo più così tanto tempo per vederci – disse passandosi una mano tra i capelli, come se spiegare questa cosa lo mettesse tremendamente in imbarazzo. – Stavo pensando che potevamo pranzare qui, poi cercare di rendere produttiva la giornata studiacchiando per un’oretta e poi potevamo vedere un film o andare a fare un giro… o prendere il sole in giardino. Sempre se ti va, naturalmente! Altrimenti puoi far finta di non aver sentito niente e… -
 
Jack non fece in tempo a finire la frase che Giorgia, d’istinto, lo abbracciò con slancio.
- Spiegami come farò io l’anno prossimo senza di te! – disse con il viso affondato nel collo di lui. – Spiegamelo perché io proprio non riesco a immaginarlo! -
 
Le braccia di Jack l’avvolsero come una coperta profumata e l’abbracciarono forte.
Posò il mento sopra la sua testa e poi le schioccò un bacio tra i capelli.
Rimasero così per un bel po’, senza dire nulla.
Nessuno dei due voleva rovinare il momento anche perché a volte, per non dire la maggior parte delle volte, un silenzio vale più di mille discorsi.
 
Fu proprio Jack a interrompere quel momento magico schiarendosi la voce e sollevando il mento di Giorgia con l’indice.
Con uno sguardo intenso il ragazzo suggerì che era meglio iniziare a “rendere produttivo il pomeriggio” e andò a prendere dei quaderni nella sua camera.
- Andiamo nello studio! – le urlò poi. – Fa più fresco e puoi tirare fuori dall’astuccio tutti i tuoi duemila evidenziatori! -
- Io non ho duemila evidenziatori! E ne uso solo due! – replicò Giorgia, anche se sapeva di essere nel torto.
- Sarà, ma quando studio con te, il tavolo diventa un campo da battaglia –
Giorgia alzò gli occhi al cielo.
 
Dio, Jack la conosceva proprio bene.
 
Studiarono per un’oretta e mezza.
Giorgia doveva solamente leggere e sottolineare gli appunti di Ale e sistemare quelli di inglese; era Jack ad avere un carico di lavoro maggiore.
Quando ebbe finito, ne approfittò per osservare di sottecchi Jack.
 
I capelli corti castani scompigliati
Gli occhi azzurri velati dalle lunghe ciglia nere.
La fronte corrugata.
L’espressione concentrata.
 
Aveva dei lineamenti normali.
Era l’insieme che lo rendeva straordinario.
 
Jack poi alzò lo sguardo e le fece una linguaccia.
- Trottola, ma hai già finito? -
era stata sorpresa a fissarlo. Giorgia scosse la testa imbarazzata, cercando di nascondere il lieve rossore nascondendosi tra le pagine del diario.
- Nono… Magari! Adesso mi rimetto subito all’opera… - disse ricominciando a leggere, per l’ennesima volta, gli appunti di Ale.
 
Erano perfetti ma…
Ma non aveva mai trovato così difficile concentrarsi come quel pomeriggio.
Le era capitato altre di volte di passare un pomeriggio di studi con lui, ma mai come quel pomeriggio il suo corpo sembrava avvertire la sua presenza.
Sentiva il suo respiro.
Sentiva il suo profumo.
 
Doveva sforzarsi per non continuare a guardarlo o seguire con gli occhi la linea della mascella.
Per non fargli piedino e stuzzicarlo.
 
Per la prima volta in tutta la sua vita aveva voglia di saltare addosso a un ragazzo.
E se quel ragazzo era Giacomo Zanni…
Uff… tutto sembrava così confuso.
 
Le cose si erano aggravate ulteriormente quando avevano deciso di guardare un film in salotto e lui, con fare totalmente noncurante, gli aveva messo un braccio sulle spalle e aveva iniziato ad accarezzarle il braccio.
 
Giorgia aveva resistito i primi dieci minuti, ma poi si era accoccolata contro di lui e finalmente, sentendo il calore della sua pelle e trovandosi straordinariamente comoda in quella posizione, finalmente dopo ore e ore riuscì a rilassarsi.
- Adesso devo proprio andare a casa – aveva detto quando sullo schermo iniziavano a scorrere i titoli di coda.
Ma non aveva accennato a muoversi.
Anzi, si era accoccolata ancora di più arrivando ad accarezzargli il petto con l’indice della mano destra.
 
In risposta Jack le aveva preso la mano e l’aveva intrecciata alla sua.
- Non andartene, Giorgia. Resta qui con me -
 
Stava succedendo qualcosa, lo sentivano entrambi.
Si guardavano negli occhi e Jack la strinse ancora di più.
Ma poi il fato, il destino, il karma, la provvidenza o Dio (magari tutti insieme, Giorgia doveva ancora stabilirlo) decise che quello era il momento adatto per interrompere l’idillio.
 
Mamma e papà Zanni fecero il loro ingresso.
- Giacomo… ! Guarda che domani devi spellare almeno cinque chili di ali di pollo. E non accetterò un no come risposta, capito sign… Ciao Giorgia! Ma che sorpresa! -
Giorgia balzò subito in piedi, salutò i genitori di Jack, raccolse la borsa e dopo averli salutati si precipitò fuori dalla porta.
 
Jack la inseguì con il minimo sforzo, dato il suo allenamento.
La abbracciò forte forte e poi la guardò negli occhi.
Di nuovo.
 
Mio Dio… Giacomo aveva degli occhi bellissimi.
 
- Grazie per questo pomeriggio, trottola – le sussurrò all’orecchio e le diede un bacio sulla punta del naso… non l’aveva mai fatto prima d’ora. – Ci vediamo domani fuori da scuola. E ci sentiamo più tardi -
 
Considerando che l’ipotesi di uccidersi annegando nella vasca non le sarebbe stata di nessun aiuto, visto che ora ci voleva vedere chiaro in quella faccenda, uscì dalla vasca e indossò il suo accappatoio di spugna rosa, regalo della nonna.
 
Considerato che non c’era nessuno a casa iniziò a parlare a voce altra, stile flusso di coscienza di Joyce.
- Mi piace? Non lo so… Su Giorgia! O è un si o è un no… allora se la metto su questo piano… Mi potrebbe piacere. E se poi dovessi perderlo? Io come cavolo faccio senza di lui? Dove lo trovo uno come lui? Ma le cose potrebbero anche andare per il verso giusto! Ma non lo so con certezza… CHEPPALLEEEEEEEEEE!!! Ok, però adesso mi mangio una mela che tutto questo pensare mi sta facendo diventare matta! -
 
Mangiando aprì FB e decise di curiosare tra le foto di Gianluca.
- O. Mio. Dio. -
Il profilo era vero perché c’erano molte foto sia al lavoro (in cantiere in camicia oppure con una semplice maglietta e l’immancabile caschetto giallo di protezione) che fuori dal lavoro, con gli amici per un drink o per un’occasione informale, come poteva esserlo una grigliata in giardino.
 
Ed era…
Sexy.
Molto sexy.
Estremamente sexy.
 
Alto.
Capelli castano scuro leggermente corti ai lati.
Occhi marroni con delle folte sopraciglia.
Carnagione olivastra
Un velo di barba che lo rendeva ancora più affascinante.
Fisico per niente male con delle spalle da capogiro.
 
Senza pensarci mise “mi piace” ad alcune delle sue foto e si allontanò dal pc per asciugarsi i capelli. Quando ritornò noto che lui le aveva mandato un messaggio.
 
Ciao bellissima! Com’è andata la giornata?
Mi dispiace per averti abbandonato…
 
Non ti preoccupare, tanto l’ora era quasi finita :)
Allora, cosa mi dici del tuo progetto?
Accettato?
 
Il mio capo è uno stronzo.
Mi ha fatto un casino di storie perché voleva delle decorazioni particolari che poi non gli sono piaciute -.-’’
Ma poi ha detto che nel complesso non è niente male! :D
 
Sono contenta :D
 
Beh, anche io xD
Cosa hai fatto questo pomeriggio?
 
Pensandoci, Giorgia sorrise.
Era stato un pomeriggio fantastico.
Ma non voleva condividerlo con nessuno, a parte Ale.
 
Niente di che…
 
Ti sei vista con il ragazzo dalla camicia fucsia?
 
Oltre ad avere una bellezza fuori da questo mondo, doveva anche avere un sesto senso.
Si :))
 
Ma siamo davvero sicuri che non sia il tuo ragazzo?
 
“Boh. Non adesso, almeno” pensò.
No.
 
:)
Perfetto :) allora non si incazzerà se parlo un po’ con te… sai, le tue mail mi hanno… come dire… conquistato xD
 
Iniziarono così a parlare del più e del meno.
Di musica, cinema, libri.
Era davvero piacevole parlare con lui…
 
Scoprirono di avere molto in comune e quando Gian ammise che gli piaceva la serie de “L’ultimo dominatore dell’aria” Giorgia quasi bacio il computer.
 
Cadde definitivamente ai suoi piedi quando le disse che il suo film preferito era “The hunger games”.
 
Naturalmente ho letto anche tutti e tre i libri e non vedo l’ora che Catching fire esca al cinema :D
 
Tu che team sei?
 
Cioè?
 
Preferisci Peeta o Gail?
 
Gail… Gail tutta la vita. Cioè, sarebbero stati benissimo insieme. Hanno passato anni e anni a cacciare e poi lei l’abbandona per il ragazzo del pane? Dai, non è credibile!
 
Peeta l’ha aiutata a venire fuori da una situazione bruttissima!
Io mi sono messa a piangere quando nel terzo libro gli hanno fatto il lavaggio del cervello… è stata una delle cose più tristi che abbia mai letto.
 
Quindi vuoi dire che preferisci il dente di leone che fiorisce in primavera?
 
Ho abbastanza fuoco di mio.
 
Non avevo mai fatto un discorso di questo genere con una ragazza…
 
Forse è perché frequenti delle ragazze troppo sofisticate… Datti alle fangirls, loro sapranno soddisfare ogni tuo bisogno xD Se saprai appagare la loro fame di spoilers poi… sarai l’uomo della loro vita xD
 
Hahahahahahahahahah xD
Hai ragione :) vorresti fare da cavia?
 
Mi stai chiedendo un appuntamento?
 
Può darsi ;)
Se fosse… cosa risponderesti?
 
Che dobbiamo conoscerci ancora un po’….
Sai, per aver la certezza che tu non sia un maniaco xD
 
Dimmi cosa devo fare perché non vedo l’ora di uscire con te :)
 
Oh Jesus…
Qualcosa le suggeriva che si era ficcata in un guaio.
Piacevole, vero.
Ma pur sempre un guaio.
 
 
Hi girls :)
Allora... da dove iniziare? Direi che in questo capitolo tutti hanno messo le carte in tavola e se i genitori di Jack non fossero entrati… cosa sarebbe successo? Beh, questa è una bella domanda alla quale rispondere  :D Quindi, se volete farmela, individuate la citazione del capitolo (che è PALESE xD ) mandatemela nella vostra recensione o in un messaggio privato qui o su FB (cercate Bertu efp che vi aspetto) e vi dirò tutto :) Naturalmente la citazione NON APPARTIENE A ME, ma all’autore e al traduttore :)
Detto questo non vedo l’ora di sapere di che team fate parte :)
Peeta o Gail?
Jack o Gian?
A voi la scelta :) fatemelo sapere e ditemi cosa ne pensate del capitolo o della storia in generale :) le critiche sono sempre ben accette :D
Spero di aver spiegato bene cosa sta pensando Giorgia e come mai si senta così confusa… il comportamento di Jack si spiegherà con il passare dei capitoli.
Abbiate pazienza e state con me :D
Un bacione :*
Robi
 
P.s: un ringraziamento speciale a Cimmucimmu, Chiarakalove e I_love_Selena_Gomez per aver recensito lo scorso capitolo :) <3 <3

   
 
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