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Autore: wilderthanthewind    21/08/2013    0 recensioni
Kyoto, 2006.
Zikutateka e Nochi-Chan sono due amiche strette, a cui piacciono i giri in bici. Un giorno, durante una delle loro "avventure" tra le stradine della cittadina di Kyoto, s'imbattono in una strana conoscenza, piuttosto inaspettata: il fantasma di Roger. Zikutateka è impaurita, a differenza di Roger, che è semplicemente incuriosito dalla buffa ragazza. In realtà nessuno dei due sa che da quel momento la loro vita non sarà più la stessa...
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

Le due amiche montarono in sella e si avviarono spedite verso la via centrale, inizialmente barcollando, in seguito acquisendo sempre più velocità. Giunte a destinazione, parcheggiarono nuovamente la bicicletta e iniziarono a passeggiare, guardando le vetrine luccicanti e colorate, allegre e allettanti. Superarono il rinomato Holly’s Café, che tutti i diciassettenni come Zikutateka e Nochi-Chan frequentavano. A dire il vero, Zikutateka e Nochi-Chan non erano affatto come tutti gli altri diciassettenni, infatti non ricordavano di aver mai messo piede nel grande bar: preferivano di gran lunga sedersi ai tavolini dei piccoli locali, quelli che erano soliti frequentare gli anziani. Mica scemi, gli anziani, pensavano sempre.

Entrarono nel negozio della signora Karinka, una cartoleria per cui le due amiche avevano un debole; non che gli articoli di cancelleria le interessassero, ma quel luogo aveva qualcosa di speciale, che le attraeva. «Buongiorno, signora Karinka!», gridarono una volta aperta la porta. «Ziku, Nochi! Che piacere vedervi! Cosa ci fate da queste parti?», rispose la signora sorridente, una donna sulla cinquantina, gli occhi sempre ridenti, i capelli raccolti in uno chignon un po’ scombinato. «Niente di che, siamo passate a guardare le vetrine», fece Nochi-Chan. «E lei, cosa ci racconta?», chiese allegramente Zikutateka. «Si vende, come sempre. Meno male che ci siete voi a spezzare la monotonia!», sospirò Karinka. Le due ragazze sorrisero, e si avviarono verso l’uscita. «Tornate presto!», gridò la donna agitando la mano per salutarle.

Continuarono la loro passeggiata, ridendo e chiacchierando del più e del meno, commentando la simpatia dei cittadini di Kyoto. «Cos’è quello?», chiese Ziku curiosa, indicando un negozio in fondo alla strada. «Non so, andiamo a vedere», disse Nochi perplessa.

Il negozietto aveva una piccola insegna bianca e blu all’angolo, e una tenda da sole a strisce bianche e rosse come tettoia per la merce esposta fuori: delle riviste e dei fumetti colorati, dei dischi e capi d’abbigliamento di vario tipo. Al centro della vetrina erano posizionati dei manichini, e accanto un grande cartello magenta con su scritto “Saldi! 30%”. «Entriamo, magari troviamo qualcosa di carino!» esclamò Nochi-Chan, trascinandosi l’amica. Osservavano la merce ordinatamente disposta sugli scaffali, quando improvvisamente Zikutateka notò una porta aperta che conduceva ad un sotterraneo. «Andiamo a vedere, chissà cosa c’è», sussurrò a Nochi. Di soppiatto scesero le scale, facendo attenzione a non far gracchiare i vecchi gradini. Si addentrarono con cautela in una piccola stanza buia, in cui aleggiava quel familiare odore di chiuso, facendosi strada tra alcuni scatoloni impolverati.

Notarono qualcosa, che le fece rimanere pietrificate; impiegarono qualche minuto per capire di cosa si trattasse: un’ombra s’ingrandiva sempre più, invadendo la parete. Ziku sentiva il suo cuore battere a mille, credeva che le sarebbe uscito dal petto; si sentiva svenire. Si chiedeva come potesse esserci un’ombra in una stanza buia, eppure la sentiva. Si voltò lentamente, nella speranza di trovare un punto di luce, o l’oggetto che dava vita a quell’ombra inquietante, ma non fu così. Improvvisamente sentì il cuore stringersi, un enorme peso, come se qualcuno le fosse caduto addosso e le impedisse di respirare. La testa le girava, voleva piangere, gridare, ma non ci riusciva, non sapeva cosa glielo impedisse, ma non ne era in grado. Nochi-Chan si precipitò su di lei, gridando.

«Ziku, Ziku! Cosa è successo? Rispondi! Stai bene?»

Era senza fiato, era terrorizzata.

Guardò nuovamente la parete: le lacrime agli occhi, gli affanni, la speranza che non le accadesse più niente di brutto.

L’ombra era sparita.

 

  
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