Serie TV > Castle
Ricorda la storia  |      
Autore: francy091    21/08/2013    5 recensioni
“Il telefono squillò una volta, due, tre, prima che qualcuno rispondesse.
«Metropolitan Police Service, parla il Detective Ispettore Lestrade.»
«Detective Ispettore Lestrade, qui è Kate Beckett dell’Unità Omicidi del Dipartimento di Polizia della città di New York. Mi dispiace disturbarla, ma il suo nome è spuntato in correlazione con uno dei nostri casi attivi, e mi chiedevo se potessi avere qualche istante del vostro tempo per chiarire alcuni… punti di interesse».”
Cosa succederebbe se Sherlock Holmes andasse a fare una visita agli Stati Uniti. E se incontrasse una certa Detective?
Traduzione dalla omonima storia di Palgrave Goldenrod su Fanfiction.net, che mi ha gentilmente concesso di tradurla.
Da collocare dove meglio si crede tra la 2 e l’inizio della 5 stagione di Castle.
Genere: Comico, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Cross-over, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Special relationship
 
Il telefono squillò una volta, due, tre, prima che qualcuno rispondesse. La linea crepitò leggermente a causa dei problemi di comunicazione dovuti alla lunga distanza intercontinentale, cosa che nemmeno le nuove tecnologie avevano sistemato.

«Metropolitan Police Service, parla il Detective Ispettore Lestrade.»

«Detective Ispettore Lestrade, qui è Kate Beckett dell’Unità Omicidi del Dipartimento di Polizia della città di New York. Numero di matricola 4-1-3-1-9. Mi dispiace disturbarla, ma il suo nome è spuntato in correlazione con uno dei nostri casi attivi, e mi chiedevo se potessi avere qualche istante del vostro tempo per chiarire alcuni… punti di interesse».

«Sempre felice di aiutare un collega poliziotto, Detective Beckett. Di cosa ha bisogno?»

«Beh, abbiamo trovato questo uomo che interferiva con una delle nostre scene del crimine e quando l’abbiamo arrestato, ci ha dato un portadocumenti con il suo numero di identificazione. Si è identificato come... Sherlock Holmes?»

Non c'è mai stato silenzio più significativo di quello, nella storia delle pause telefoniche, e fu seguita dal sospiro più rumoroso nella storia dei sospiri.
«Oh. Lui.»

«Detective Ispettore Lestrade?»

«Mi chiami Greg. Giusto, è tempo di scoprire le carte. Si, lui è uno strambo totale ed è una spina nel fianco, ma non è un serial killer».

«Come fa a…?»

«Mi creda, non sarebbe la prima persona e non sarà l’ultima. Mi faccia tirare ad indovinare; alto, capelli scuri, indossa un lungo cappotto nero, ha una faccia che vorresti prendere a pugni. È spuntato fuori come uno di quegli insetti appiccicosi di Hannibal Lecter?»

«Umm… qualcosa del genere, si».

«E l’ha trovato a rovistare sulla scena del crimine, giusto? E a meno di sbagliarmi, in questo momento è impegnato a smantellare tutti i difetti di personalità suoi e dei suoi colleghi.»

«Io lo uccido quel figlio di…» urlò una voce attraverso il bullpen.
Beckett vide come uno del suo team cercava di trascinare l’altro decisamente più arrabbiato membro lungo il corridoio verso l’ascensore per provare a calmarlo.

«Vacci piano, bro…»

«Quando scopro chi gli ha detto quella cosa…»

«Intendi la cosa riguardo la tua ex ragazza e la collezione di orsetti di pezza?»

«Ryan, giuro su Dio…»

«Era solo per dire, bro…»

La detective Kate Beckett si morse le labbra mentre i due scomparivano dentro l’ascensore, il Detective Esposito che ancora inveiva furiosamente.
«Lui, um, potrebbe aver tirato fuori delle cose, si».

«Si, è lui decisamente. Mi sembrava se ne fosse stato fin troppo tranquillo ultimamente, non pensavo volesse dare una chance all’America».

«Okay, allora – devo presumere che il Sig. Holmes abbia degli agganci nella Metropolitan Police?»

Questa potrebbe essere stato un silenzio persino più significativo dell’ultimo.
«Ufficialmente, sono tenuto a dire di no».

«…Okay…»

«Detta fuori dai denti? Da poliziotto a poliziotto?»

«Mi dica.»

«Torna utile. Noi lo usiamo di tanto in tanto».

«Mi scusi, lo usate?»

«I suoi servigi hanno portato alla soddisfacente chiusura di numerosi casi difficili che erano interesse del Metropolitan Police Service di Sua Maestà».

«Quindi è un consulente?»

«Potrebbe essere un modo per vederla sì. Un altro, leggermente più accurato modo di definirlo sarebbe dire che è un fastidioso antisociale so-tutto-io che è sfortunatamente fantastico nel risolvere crimini. Non ha mai dovuto rivolgersi a qualcuno che sa già che la farà impazzire, ma si ritrova a doverlo chiamare comunque?»

«…Sarebbe sorpreso in realtà».

«Hmm. Provo ad indovinare di nuovo. Il caso in cui l’avete trovato a ficcare il naso è un po’… inusuale? Fuori dagli schemi?»

«Ha… alcune irregolarità, si».

«Già. Gli piacciono quelli con delle irregolarità. Un consiglio, Detective Beckett…  non è il mio posto, lo so, e non vorrei mai dirle come fare il suo lavoro. Ma se lui ha qualcosa da dire, lo ascolti. Quando dico che è fantastico, intendo Fantastico. Lui vede delle cose. Cose che le altre persone non vedono. Faccio questo lavoro da oltre 20 anni, e se avessi anche solo un decimo della sua acutezza nell’osservazione…»

«Ispettore?»

«Greg. La prego. Lei è un poliziotto ed ha appena incrociato la sua strada con Sherlock Holmes, mi creda, se l’è guadagnato».

«Okay, Greg…»

«Non so quale sia la vostra politica sui consulenti laggiù, ma se siete simili a noi, probabilmente avrete un sacco di strambi che cercano di ficcanasare. La maggior parte delle volte, gli dice di togliersi di torno, nessun danno. Ma mi creda, lo ascolti. Può sembrare strano, o improbabile, o ancora più impossibile da credere. O che se lo sia inventato al momento. Ma ascolti. Sa quello che dice. Capita anche che a volte sia un insopportabile egocentrico riguardo ciò. Capisce quello che dico?»

«Veramente Detec.- Greg, so esattamente ciò di cui sta parlando».

Un uomo alto e ben vestito, corse verso la Detective Beckett con uno sguardo simile a quello di un bambino di 5 anni che ha appena ricevuto un dinosauro per Natale. Un dinosauro vero.
«Beckett, quest’uomo è grandioso! Sapeva di mia madre! E di mia figlia! Il che, ammetto, è un po’ inquietante e strano, ma è così forte!»

«Castle», sospirò Beckett. «Sono al telefono».

«Sapeva che ero uno scrittore!»

«Castle, sei sulle pagine di gossip ogni settimana. La tua faccia è su ogni singolo libro. Tutti sanno che sei uno scrittore».

«… È comunque forte. Possiamo tenerlo?» Castle chiese ardentemente.

«No». Disse il Detective Beckett enfaticamente.

«Si». disse il Detective Ispettore Lestrade con la stessa enfasi, nello stesso momento.
Questa pausa fu leggermente più imbarazzante delle precedenti.

«Castle, siedi e zitto».

Richard Castle si sedette, leggermente imbronciato.

«Mi scusi, chi era?»

«Oh, solo… il nostro consulente spina-nel-fianco».

«Hey!»

«Ho detto zitto».

«Ne avete uno anche voi, quindi? Lui indugia aspettando che lei lo chiami, e poi spende tutto il tempo costruendo teorie che lei sa essere stupide, eccetto il fatto che ha ragione troppe volte? E si pavoneggia compiaciuto per questo?»

«Sfortunatamente si. Eccetto il fatto che il nostro è anche uno scrittore di gialli».

«Oh, poveri voi. Qualcosa che potrei aver letto?»

«Possibile, ma non glie lo dirò. È seduto giusto qui e il suo ego è già abbastanza grande… Castle! Metti giù quell’elefante!»

«Stavo solo guardando». Castle mormorò mentre rimetteva il piccolo elefantino al suo posto sulla scrivania di Beckett.
«Beh, guarda con i tuoi occhi».

«Mi scusi, elefante?»

«Stavo solo parlando con il mio consulente. A lui… piace giocare con le cose».

«Così anche Holmes. Oh cielo, non lo fate iniziare con i suoi esperimenti. Ho trovato un cervello umano nel suo frigo un giorno».

«… Mi scusi, ha detto che questo tizio Holmes non è un serial killer?»

«… Sono ragionevolmente certo che non sia un serial killer. In ogni caso, l’abbiamo incastrato così tante volte che sono sicuro avremmo già trovato qualcosa».

«L’avete incastrato?» Beckett non poté fare a meno di ghignare.

Lestrade fece una risata di qualcuno con così tanti dolci ricordi di vendetta.
«Ricerche per droga a random. Un sacco divertenti. L’hanno persino zittito per mezzo minuto».

«Hmm. Forse dovrei provarci con il mio. Sono sicura di riuscire a trovare qualche scusa plausibile per hey, ma che diamine…»

La cornetta del telefono le fu improvvisamente strappata da un uomo alto, serioso, in completo nero, che era appena apparso dal nulla (credeva che fosse sotto osservazione nella sala interrogatori; Beckett avrebbe scambiato due parole con qualcuno riguardo ciò), che ignorò le sue proteste e abbaiò dentro al telefono. «Lestrade».

Un altro sospiro a lunga distanza. «Ciao Sherlock».

«Questi americani non vogliono credere a quanto brillante io sia».

«Si, ho notato Sherlock. Sono anche sicuro che avrai usato tutto il tuo charme e tatto per dire questa cosa».

«I loro metodi sono atroci, peggio dei tuoi».

«Grazie. Brinderò a queste lodi stasera».

«Ho bisogno di gente migliore. Questi due vanno chiaramente a letto insieme e sono ovviamente distratti».

«Hey!»

«Ci baserò certamente un intero personaggio su questo qui!» Castle urlò felice. L’occhiataccia che ricevette da Beckett poteva fondere il piombo.

«Giusto».

«Lo tengono segreto, ma francamente la finzione è debole. Puoi praticamente annusare gli ormoni. È alquanto patetico, in realtà. Comunque, puoi trovarmene di diversi? Non posso lavorare con questi due».

«Sherlock io… che dormano insieme o no, non sono responsabile per come il Dipartimento di Polizia Di New York sceglie di assegnare i suoi agenti. Non è nemmeno il mio paese, figurarsi la mia divisione. Ora ridai il telefono alla signorina gentile e fammi sistemare questa cosa. L’ultima cosa che voglio è che tuo fratello sia coinvolto».

Sherlock Holmes spinse il telefono di nuovo in mano a Beckett che lo accettò con una certa mancanza di fiducia. Lui cominciò a vagare per il bullpen, guardandosi intorno come se tutto fosse terribilmente tedioso, prima di crollare con malumore sulla poltrona del Detective Kevin Ryan. Non era a casa sua, ma francamente non sembrava importagliene granché. Castle lo guardava ansiosamente come se potesse tirare fuori un coniglio da un cappello in qualsiasi minuto.

«Sono qui».

«Giusto, mi dispiace. Come può vedere si fa un po’ trascinare».

«É sicuro che non posso arrestarlo per niente?»

«Lei lo può arrestare per qualsiasi cosa voglia, davvero. Non sono sicuro che resterebbe. Lui ha… agganci. Che a loro volta hanno agganci».

«Peccato».

«Gà, lo so».

«E per la cronaca, voglio che sia completamente chiaro che non vado a letto con il mio consulente».

Dall’altra parte della stanza, Holmes grugnì sonoramente.
Castle sembrò deluso.

Beckett chiaramente non sapeva a chi dei due lanciare uno sguardo fulminante per primo, e quindi decise per entrambi.

«Non è un mio affare Detective Beckett. Ma riguardo Sherlock. Lo so che è dura, ma ascolti cosa ha da dire. Dio mi aiuti, ma garantisco io per lui».

«Ricevuto».

«Inoltre, conti all’indietro da venti. L’aiuterà  con il bisogno urgente di spaccargli i denti. Almeno con me funziona».

«Di solito devo iniziare da trenta». Beckett sottolineò distrattamente, prima di realizzare cosa avesse detto.

«Wow, dev’essere davvero irritante».

«Greg, non immagini quanto». *

«Quindi, è tutto o c’è qualcos’altro, Detective Beckett?»
Beckett alzò lo sguardo per un momento. Holmes sembrava essersi finalmente stancato dello sguardo aquilino di Castle.

«Cosa?»

«Fallo di nuovo». Castle supplicò.

«Fare cosa di nuovo?»

«Quella cosa dell’osservazione. Cos’altro puoi dirmi di me?»

«A parte che sei terribilmente fastidioso?»

Castle agitò una mano. «Devi solo imparare a conoscermi meglio».

«Ti assicuro di no».

«Detective Beckett?» Lestrade chiese di nuovo.
Beckett sospirò.

«Ti prego Greg, chiamami Kate…»
 
 

 
*Qui, nella versione originale dice “you’ve no idea.”. Avrei potuto tradurlo letteralmente, visto che anche in italiano è possibile dire “Non ne hai idea”. Ma, visto che nella versione italiana della puntata è così che hanno deciso di tradurre la battuta di Becks, (seriously? Non hai capito di quale puntata sto parlando?) ho preferito lasciare la versione telefilmica.




Salve! È da davvero tanto che non mi faccio più viva in questa sezione! (lo so, shame on me!)
Io torno quando meno uno se l’aspetta… e con storie che tantomeno ci si aspetta.

Avevo letto questa ff un po’ di tempo fa e me ne sono innamorata subito, e quindi da anglista come sono, ho dovuto tradurla subito. Solo che era rimasta un po’ indietro per colpa della vita reale che si mette sempre in mezzo a tutto, e quindi eccola con un po’ di ritardo, ma sempre attuale.

Grazie a LaAngol che continua a sopportare le mie richieste folli e che ormai è diventata la mia beta ufficiale di tutto.
Un grazie ancora più particolare a Palgrave Goldenrod, che scrive in maniera splendida e mi perdo sempre nelle sue storie, per avermi permesso di poter condividere con voi questo piccolo gioiello. Se volete leggere la storia originale, ecco il link: http://www.fanfiction.net/s/7903147/1/Special-Relationship

Commenti e recensioni sono ben accetti, passerò tutti i vostri messaggi entusiasti al legittimo proprietario.

Alla prossima.

  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Castle / Vai alla pagina dell'autore: francy091