21/08/2013
2 recensioni
Fratellastri.. per (s)fortuna.
Introduzione: è arrivato.
Si ehm, piacere. Sto per
raccontare la mia storia ai quattro venti.
Saranno anche di più, poi.
Va be', dicevamo: vi racconterò la mia storia perchè.. be', perchè io può, mi sembra ovvio.
Comunque, vivo a Doncastah con mia madre Debborah, io la chiamo Debby. Ha i capelli biondi e gli occhi azzurri.
E' veramente bellissima.
Io, invece, ho i capelli castani e gli occhi del medesimo colore.
Non sono una ragazza tutta casa e chiesa, mi piace divertirmi ma non sono una troietta.
Data la richezza di mia madre, indosso sempre abiti firmati e alla moda: per quanto possa essere maschiaccio nel modo in cui parlo, ricompenso nel mio abbigliamento e nella cura della persona.
Mia madre, si frequenta da un po' di tempo con questo Jhonny Tomlinson.
Dice che è bellissimo e perfettissimo e stupendissimo e simpaticissimo.. eccettera, eccettera.
Dice che la loro storia sta funzionando.
Oggi si trasferirà qua, nel mio territorio.
Eh va be', se serve per tenere quella psicopatica calma...
Sono impegnata a scegliere cosa metto.
Mi ha detto che da oggi fino alla mia morte - o la sua, molto più probabile - avrò un fratello.
Ma, se è fratellino, chi minchia se ne frega. Se è un fratello.. mi devo vestire bene.
In ogni evenienza, indosso dei semplici jeans con dei tacchi vertiginosi, più un giacchetto del medesimo colore delle scarpe: beige.
Mi trucco e sorrido soddisfatta.
«Debby, porca minchiiiiiiiaa.» Urlo, cadendo dalle scale.
Mi fa un male terribile il culo.
Bussano.
«Alzati in piedi, carciofo.» Sbotta mia madre, per poi aprire la porta. Mi metto a gattonare e faccio finta di cercare qualcosa.
«Trovato! Orecchino di merd.» Borbotto, per poi far finta di infilarmelo e salutare all'uomo.
«Ma.. lo sa che è bellissimo?» Chiedo, sorridendo.
«Grazie, anche tu, figliastra.» Scherza.
Mia madre sbuffa e lo porta in cucina.
«Accomodati. Ma tuo figlio?» Chiede, Debby Curiosona.
«Oh, sta arrivando. L'ho lasciato a prendere le valigie.» Spiega, sorridendo.
«Vicky, vai ad aiutarlo.» Sbotta, mandandomi via.
«Va' a cagare.» Borbotto, per poi scendere.
Noi abitiamo all'attico, quindi ho preso l'ascensore.
«Tomlinson. Tomlinson. Tomlison.» Chiedo, a tutti i bambini che passano.
Alcuni mi guardano male, alcuni piangono, alcuni mi fanno il ghino.
Ah, la gioventù d'oggi.
Un ragazzo mi picchietta la spalla.
«Ehm, ciao.» Dice, sorridendo divertito.
«Scusa, non ora, sto cercando il mio possibile fratellino. Tomlinson?» Chiedo, girandomi da un bambino cicciottello.
Mi da un calcio nel ginocchio.
«Brutto bagasso troio! Tanto ti incula un cavallo, guarda alle tue spalle!- Urlo: -Tanto cadi.» Finisco, borbottando.
Il ragazzo è dietro a me.
«Ehm, ragazza, sai perchè sono qui?» Chiede.
«Perchè vuoi scaraventrarmi la minchia?» Dico, battendo velocemente le sopracciglia.
«Ehm, no. Perchè sono io, tuo fratello. Sono,- si schiarisce la voce, e mi imita, facendo la voce di un'oca: -"Tomlinson? Tomlinson?"»
Apro la bocca in una "O"
«O mio Dio.»
Indietreggio troppo, infatti cado inciampando in un tappeto.
«Merda.» Borbotto.
Aloah.
Saranno anche di più, poi.
Va be', dicevamo: vi racconterò la mia storia perchè.. be', perchè io può, mi sembra ovvio.
Comunque, vivo a Doncastah con mia madre Debborah, io la chiamo Debby. Ha i capelli biondi e gli occhi azzurri.
E' veramente bellissima.
Io, invece, ho i capelli castani e gli occhi del medesimo colore.
Non sono una ragazza tutta casa e chiesa, mi piace divertirmi ma non sono una troietta.
Data la richezza di mia madre, indosso sempre abiti firmati e alla moda: per quanto possa essere maschiaccio nel modo in cui parlo, ricompenso nel mio abbigliamento e nella cura della persona.
Mia madre, si frequenta da un po' di tempo con questo Jhonny Tomlinson.
Dice che è bellissimo e perfettissimo e stupendissimo e simpaticissimo.. eccettera, eccettera.
Dice che la loro storia sta funzionando.
Oggi si trasferirà qua, nel mio territorio.
Eh va be', se serve per tenere quella psicopatica calma...
Sono impegnata a scegliere cosa metto.
Mi ha detto che da oggi fino alla mia morte - o la sua, molto più probabile - avrò un fratello.
Ma, se è fratellino, chi minchia se ne frega. Se è un fratello.. mi devo vestire bene.
In ogni evenienza, indosso dei semplici jeans con dei tacchi vertiginosi, più un giacchetto del medesimo colore delle scarpe: beige.
Mi trucco e sorrido soddisfatta.
«Debby, porca minchiiiiiiiaa.» Urlo, cadendo dalle scale.
Mi fa un male terribile il culo.
Bussano.
«Alzati in piedi, carciofo.» Sbotta mia madre, per poi aprire la porta. Mi metto a gattonare e faccio finta di cercare qualcosa.
«Trovato! Orecchino di merd.» Borbotto, per poi far finta di infilarmelo e salutare all'uomo.
«Ma.. lo sa che è bellissimo?» Chiedo, sorridendo.
«Grazie, anche tu, figliastra.» Scherza.
Mia madre sbuffa e lo porta in cucina.
«Accomodati. Ma tuo figlio?» Chiede, Debby Curiosona.
«Oh, sta arrivando. L'ho lasciato a prendere le valigie.» Spiega, sorridendo.
«Vicky, vai ad aiutarlo.» Sbotta, mandandomi via.
«Va' a cagare.» Borbotto, per poi scendere.
Noi abitiamo all'attico, quindi ho preso l'ascensore.
«Tomlinson. Tomlinson. Tomlison.» Chiedo, a tutti i bambini che passano.
Alcuni mi guardano male, alcuni piangono, alcuni mi fanno il ghino.
Ah, la gioventù d'oggi.
Un ragazzo mi picchietta la spalla.
«Ehm, ciao.» Dice, sorridendo divertito.
«Scusa, non ora, sto cercando il mio possibile fratellino. Tomlinson?» Chiedo, girandomi da un bambino cicciottello.
Mi da un calcio nel ginocchio.
«Brutto bagasso troio! Tanto ti incula un cavallo, guarda alle tue spalle!- Urlo: -Tanto cadi.» Finisco, borbottando.
Il ragazzo è dietro a me.
«Ehm, ragazza, sai perchè sono qui?» Chiede.
«Perchè vuoi scaraventrarmi la minchia?» Dico, battendo velocemente le sopracciglia.
«Ehm, no. Perchè sono io, tuo fratello. Sono,- si schiarisce la voce, e mi imita, facendo la voce di un'oca: -"Tomlinson? Tomlinson?"»
Apro la bocca in una "O"
«O mio Dio.»
Indietreggio troppo, infatti cado inciampando in un tappeto.
«Merda.» Borbotto.