Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Tsuki5    21/08/2013    6 recensioni
Una stanza silenziosa, percorsa dei pansieri del caporale Rivaille...che si trova solo, dopo la spedizione...
Una piccola ff sulla coppia RivaillexPetra , buona lettura :)
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Levi, Ackerman, Petra, Ral
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Fa schifo."
Chi diavolo lo aveva fatto? Prova a riprenderne un altro sorso; il liquido caldo ti scivola in gola lasciando una scia amara sul palato... niente a che vedere con quello che preparava lei.

"Fa veramente schifo." Rivaille appoggia distrattamente la porcellana sul comodino e si distende sul materasso. Volgendo un poco il capo a sinistra si accorge che qualche goccia ha macchiato la superficie lignea. E' più forte di lui; si alza piano e prende dalla camicia, accuratamente piegata ai piedi del letto, un fazzoletto candido. Tampona in modo accurato, lasciando il mogano immacolato come prima. Si stende di nuovo, portando le braccia dietro la nuca.

"Questa fottutissima fasciatura gratta." Pensa Rivaille guardando severo la benda bianca che gli stringe il braccio. Possibile che in quel dannato castello non ci fosse nessuno in grado di comportarsi  come si deve?
Andiamo Rivaille, sei tu ad essere terribilmente difficile...eri abituato alle cose fatte in un certo modo e ora tutto ti fa schifo. Fattene una ragione, il thè non sarà mai più buono come prima ed è meglio che ti rassegni ai bendaggi di Hanji.

Vedi le sue mani che scorrono leggere sulla tua pelle, stringendo appena la striscia bianca. Senti ancora il profumo che veniva dalla cucina, il bussare leggero sul legno, il vassoio che viene appoggiato delicatamente, accompagnato sempre da quel sorriso... ora quell'idiota che ha preparato il thè si è pure dimenticato di portati il fottuto piattino da mettere sotto la tazza.
Lo senti? Cos'è quella cosa che si è intrecciata alle tue dita? Un capello... un capello ramato. Strano, ma dall'ultima volta in cui lei è stata qui, pochissimi giorni fa, non hai cambiato le lenzuola.
Ora il caporale si trova con quel capello davanti agli occhi, lungo abbastanza da solleticargli il petto diafano.
Quei capelli lisci e ramati...

Era buoi, tranne per quella piccola luce tremolante proveniente dalla sala mensa. Si sentiva un leggero rumore di passi che s'interruppe sulla grande porta in legno. Qualcuno si avvicinò al tavolo dove il giovane caporale giaceva addormentato con la testa appoggiata a un libro aperto.
Petra si mosse  circospetta e lo osservò stupita per qualche minuto, poi sorrise. " E' imbronciato persino quando dorme..." Un sussurro impercettibile, ma sufficiente per svegliare Rivaille.
"Perché fissi la gente mentre dorme?" La mano che Petra aveva allungato quasi a toccare la chioma corvina del ragazzo, venne ritirata prontamente non appena il caporale aprì gli occhi.
"Ca-caporale, io veramente...bhe ecco, io..."
"Smettila di blaterare, Petra." Disse svogliatamente Rivaille stiracchiandosi sulla sedia.
"Mi perdoni, signore. Ho visto una candela accesa e sono venuta a controllare. Mi scusi se mi permetto ma credo che dovrebbe andare a dormire."
"No, devo finire di leggere il rapporto di Hanji, un mucchio di speculazioni disgustose su quei fottuti cosi la fuori." Petra si avvicinò in modo da leggere ciò che il caporale aveva davanti.
"Se posso esserle d'aiuto signore, sarò felice di darle una mano."
"Non mi serve nulla, a meno che tu non voglia assassinare Hanji... Petra?" Rivaille la fissava con la sua solita aria severa.
"Si signore?"
"Metti il profumo?" Chiese lui avvicinandosi ulteriormente. A quella domanda Petra si trovò spiazzata e sobbalzando arrossì violentemente.
"Allora?" Le prese un ciocca di capelli tra le dita. Gli occhi grigi di lui sembravano forargli la pelle.
"Bhe, a dir la verità no, signore..." Il cuore rischiava di uscirle dal petto.
"Hai un buon odore." Disse lui mettendole una mano dietro la nuca e affondando il naso tra i suoi capelli. Rivaille poteva sentire i cuore della ragazza battere all'impazzata e la sua guancia diventare sempre più calda.
Petra deglutì e riprese fiato a fatica "S-signore, lei non dovrebbe comportarsi così...una ragazza potrebbe anche fraintendere."
Le mani di Rivaille passarono leggere sulla vita della donna per poi stringersi intorno ai suoi fianchi.
"Caporale..." Supplicò piano lei quando la sua schiena toccò la superfice fredda del muro. Le labbra dell'uomo si posarono leggere sul collo tremante di lei "Caporale, la prego..."
Le mani di Petra si strinsero al collo di Rivaille poi, subito dopo, si piantarono sul suo petto, strattonandolo indietro.
"No, non posso! Lei...lei non può farmi questo!" I suoi occhi erano grandi e pieni di lacrime. Singhiozzò appena e fece per andarsene  ma il caporale la afferrò per un polso, trattenendola.
"Per una volta, smettila di preoccuparti Petra." Disse lui sbuffando leggermente. La riavvicinò a sé e asciugò con il pollice le lacrime che cominciavano a rigarle il volto.



Ora Rivaille, che cosa ti è rimasto?
Tu non c'eri quando è morta eppure le immagini ti corrono nel cervello  senza che tu possa fermarle... i suoi occhi vuoti, il viso macchiato e reclinato indietro in una posizione innaturale...e la testa ti duole, come se un dannato gigante stesse masticando il tuo cranio. Chiudi gli occhi e cerchi di cancellare il rumore delle ossa che scricchiolano con il suono dei suoi gemiti, le urla con i sospiri, il sangue con il luccichio del sudore sulla pelle candida. ..Vorresti che il suono della sua voce che ti chiama per nome cancellasse tutto il resto…Rivaille…Ti chiamava così solo in quei momenti.
Cosa ti resta? Lenzuola non lavate che ancora sanno di lei e un mucchio di camice da stirare
Le piaceva farlo...spesso entravi nella tua stanza e la trovavi intenta a stirare la tua biancheria. Come quella volta in cui l'avevi vista stringersi al petto una camicia per poi inspirare il suo profumo. "Che fai?" Le avevi chiesto, aprendo la porta.
"Caporale! Mi ha spaventata!" Rispose lei arrossendo.
Era dolce, così dannatamente dolce... gentile con tutti e profondamente diversa da te; lei spargeva parole confortanti per tutti e sfoderava un sorriso condiscendente, riservato al tuo evidente pessimo carattere. Tu la stimavi Rivaille...come soldato, come persona, come donna. Sai che con lei potevi trovare quei momenti di pace così rari nella tua vita; la tranquillità che provavi quando il tuo capo, appoggiato al suo seno si alzava e abbassava al ritmo regolare del suo respiro ...Non avrai più quella pace, Rivaille.

"Volevo ringraziarla per essersi preso cura di Petra .Sa caporale, per un padre è difficile accettare una cosa come  il matrimonio della figlia, specialmente se così giovane"...
Quelle parole ti martellano il cervello.
"Mi piacerebbe avere un bambino un giorno..." Aveva detto lei stringendosi al tuo petto nudo. Poi, dopo un attimo la sentisti  sussultare.“Che cosa stupida ho detto!” Continuò, puntandosi sui gomiti “sono un soldato, non dovrei pensare a certe cose!” 
Già, tu ancora ti chiedi perché una persona come lei avesse scelto di essere un soldato… 
“Un giorno ti sposerai e avrai il tuo bambino.” Le rispose Rivaille mettendosi distrattamente un braccio sugli occhi. Petra si voltò a guardarlo, nei suoi occhi ambrati si poteva scorgere un luccichio piuttosto evidente.
 “Non sarà mica una proposta fatta a modo suo, vero caporale?” Chiese Petra con tono divertito.
“Ovviamente no.”
 Lei si limitò a ridacchiare e a baciarlo sulla fronte, per poi ritornare ad accoccolarsi tra le sue braccia.

Le camicie sono poggiate sulla sedia. E’ la sedia su cui passavi le notti, vero Rivaille?  Decidevi sempre che sarebbe stato meglio starsene li seduto, piuttosto che in quel letto assurdamente disfatto. Quella donna era un terremoto mentre dormiva, così tu ti alzavi sbuffando e ti accomodavi li, gambe e braccia incrociate e analizzavi contrariato tutte quelle scoccianti grinze sulle coperte.  Era bella.  Sì, era bella con le lenzuola attorcigliate tra le gambe, i capelli sparsi sul cuscino e le mani strette a pugno  davanti al viso. Il tuo sguardo vagava sul suo corpo, indugiando sulla curva dei fianchi, sulla fessura  tra i seni, sulle labbra socchiuse. Dillo Rivaille, quella era la pace; e tu, stranamente, davi per scontato che sarebbe durata . Non lo ammetterai mai ma…sapevi che un giorno lei si sarebbe sposata, e sarebbe stato con te, che avrebbe avuto dei figli…e sarebbero stati i tuoi.  E anche lei lo sapeva, lo aveva detto a suo padre.
Ti strofini gli occhi e le tempie e ti alzi dal letto prendendo la camicia.  L’abbottoni piano e con cura, proprio come faceva lei; le piaceva essere utile, in battaglia come nella vita di tutti i giorni, così tu la lasciavi fare e ti godevi quelle attenzioni particolari mentre lei ti legava il fazzoletto immacolato al collo. Ora lo specchio riflette una sola immagine; ci sei tu Rivaille,  senza Petra, sorridente e soddisfatta per il buon lavoro svolto.                                                                                    
No, non la vedrai più aprire piano la porta per guardare circospetta nel corridoio, non berrai più il suo thè e non indosserai più le camice stirate alla perfezione. Rassegnati, come hai fatto innumerevoli volte.  Rassegnati e guarda avanti, copri tutto con il cinismo e il cattivo umore…ormai sono parte integrante di te, Rivaille.
Il capello è ancora sul cuscino, sembra essere davvero l’unica cosa che resta. Il caporale si china e lo raccoglie. Bene, in un modo o ell'altro sarebbe riuscito a conservarlo.

“Petra.” 
“Si, caporale?”  Chiese la ragazza prima di aprire la porta per uscire dalla stanza di Rivaille. 
“Riposati, voglio che per la spedizione di domani la mia squadra sia in condizioni ottimali.”
“Agli ordini signore!” Rispose Petra sorridente.      

  
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