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Autore: GiadaJoestar    21/08/2013    2 recensioni
[...] - Io…vedi… Oh, al diavolo il discorso tenero! Manabe, alzati e chiudi gli occhi! – Gli dico, quasi urlando.
Devo averlo spaventato, infatti a quasi sputato la cioccolata che stava bevendo.
- Okay, okay! Ma esistono le buone maniere! – Dice lui, mettendosi in piedi davanti a me.
Mentre lui aspetta, io estraggo dalla mia tasca una scatolina color blu scuro.
Mi inginocchio davanti a lui.
- Ora apri pure gli occhi. – [...]
Genere: Angst, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Manabe Jinichirou, Minaho Kazuto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: { The road to the cemetery is really short }
Autrice: GiadaJoestar
Dedica: Dedico questa storia a  
magic mellah principalmente, ma anche a Vì [ Da adesso wats ] .
Prompt: Morte, Incidente
Parole: 940 
Rating: Giallo
Personaggi: Minaho Kazuto ; Jinichirou Manabe
Pairing: MinaMana
Genere: Angst , Triste , Sentimentale
Avertimenti: Morte di un personaggio.
Note d'autrice: Se leggete la storia, per godervela un po' al meglio, ascoltate questo video [ 
http://www.youtube.com/watch?v=SPUd29K0-Cg&hd=1 ] , capirete mentre leggerete! ;)

 

 

 - La cena è stata ottima, hai avuto una bella idea a prenotare in quel ristorante, Minaho! - Mi dice il viola.
Avevo deciso di portarlo in un ristorante dato che tra due giorni ci saremmo sposati.
- Beh, non ho fatto nulla di che! – Dissi mettendomi una mano dietro la nuca, Manabe sorrise.
Dato che erano appena le otto decidemmo di fare una passeggiata, i negozi erano ancora aperti e darci un’occhiata non sarebbe costato nulla.
Ci fermammo a guardare la vetrina di un negozietto di oggetti usati.
Avevo visto un carillon molto grazioso, così decisi di comprarlo
- Manabe, io entro a dare un’occhiata, mi aspetti? -
- Certo, ti aspetto qua fuori! - Rispose lui.
Entrai nel negozio e addocchiai subito il commesso, così gli chiesi del carillon.
Essendo quello in vetrina un’esposizione, ci volle qualche minuto per andare in magazzino e impacchettarlo.
- Ecco a lei, mi scuso per l’att-  -
Sentiamo un enorme fracasso fuori dal negozio e dopo qualche secondo delle urla.
Ci precipitiamo fuori dal negozio e la scena che vedo quasi mi blocca il cuore.
Una macchina si è appena schiantata addosso ad un bar, qualche metro accanto a noi, e dalle urla di una donna sembra ci siano dei feriti.
Mi giro per trovare Manabe, ma di lui nessuna traccia.
Corro verso il luogo dell’incidente, forse è corso ad aiutare le vittime.
Quando arrivo chiedo ad un uomo cosa fosse successo esattamente.
- Una macchina ha perso il controllo ed è andata contro il bar! Ci siano dei feriti ed un morto! -
- Un morto? Ne è sicuro?! -
- Sicurissimo! Ma non so chi sia! -
Mi addentro nella folla e quello che vedo accapponare la pelle
La macchina è andata contro il muro, perciò all’interno non ci sono molti danni.
C’è qualcuno sotto la macchina, sta perdendo molto sangue e probabilmente è già morto.
Nell’alzarmi inciampo in qualcosa, di vetro possibilmente, e per poco non mi fa mancare il respiro.
Sono degli occhiali.
Gli occhiali di Manabe.
Mi si raggela il sangue.
- MANABE! MANABE RISPONDIMI! DOVE SEI?!? -
Mentre urlo cerco di tirare fuori il corpo, alcune persone mi aiutano.
Riesco a tirarlo fuori solo fino allo stomaco.
- No. Non può essere… Manabe rispondi, ti prego rispondi… MANABE!!! -

 
 
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Mi sveglio sudato e ansimante.
Ancora quel sogno.
Ultimamente non faccio altroo che sognare quel momento.
Quel maledetto giorno.
Se ancora ci ripenso non posso fare a meno di piangere.
Sai, è buffo parlare con il proprio subconscio.
Lo feci perfino con mio padre, quando ci lasciò, anche lui non riuscii a salutarlo come invece avrei voluto.
E’ successo tutto troppo in fretta, troppo velocemente.
Ancora non ci credo, non potrò mai crederci del tutto.
Magari è solo un incubo, un bruttissimo incubo da cui mi devo svegliare.
No, non penso…
Ho sofferto fin troppo per essere un sogno.
 
 

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- Allora, Minaho, cosa volevi dirmi? - Dice Manabe, mentre beve un sorso di cioccolata.
-          Ecco vedi… riguarda la nostra relazione… -
Il viola ripone la sua tazza, guardandomi con un espressione un po’ triste - Ho fatto forse qualcosa che ti ha infastidito? –
- No, certo che no! Tu non hai fatto nulla! - Rispondo io, un po’ nervoso.
L’occhialuto si rilassa, riprendendo a sorseggiare la sua bevanda, facendomi segno, con la mano libera, di continuare con il discorso.
- Io…vedi… Oh, al diavolo il discorso tenero! Manabe, alzati e chiudi gli occhi! - Gli dico, quasi urlando.
Devo averlo spaventato, infatti a quasi sputato la cioccolata che stava bevendo.
- Okay, okay! Ma esistono le buone maniere! - Dice lui, mettendosi in piedi davanti a me.
Mentre lui aspetta, io estraggo dalla mia tasca una scatolina color blu scuro.
Mi inginocchio davanti a lui.
- Ora apri pure gli occhi. -
Manabe, appena vide il suo fidanzato, sussultò sorpreso, ma quest’ultimo continuò con la sua scenetta.
- Manabe Jinichirou…vuoi sposarmi? -
Lo vedo boccheggiare, incredulo ma anche felice.
Lo deduco dal fatto che adesso mi ha appena urlato “Certo che lo voglio” e che mi stia abbracciando con tutta la forza che ha.
-  Allora possiamo anche baciarci, non è vero, moglie? - Dico io, appena sciolto l’abbraccio.
-  Ehi, perché io devo fare la donna? - Esclama Manabe, contrariato.
-  Perché certe volte sembri una donna mestruata!- Rispondo io, baciandolo.

 
 
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Me lo ricordo ancora quel giorno.
Eravamo felicissimi e senza alcun pessimismo in mente.
Quell’incidente non ce lo aspettavamo proprio.
Ah, lo sai che quel carillon ce l’ho ancora?
La sua melodia mi calma quando ti penso.
Ho anche i tuoi occhiali, sai?
Li indosso sempre, sono una delle poche cose che mi rimangono di te e non voglio perderli.
Il dottore dice che questo mi rovinerà la vista, ma a me non importa.
Finchè sono tuoi, posso anche diventare cieco.
Qualche giorno fa, al tuo anniversario, ho incontrato tutti, anche l’allenatore.
Sono tutti ancora tristi per te, ma si fanno forza e continuano la loro vita.
Magari potessi farlo anch’io, ma non è facile.
Per niente.
Senza di te i giorni sono vuoti e tristi, mi sembra di vedere tutto in bianco e nero…
O forse è la mia vista che peggiora di giorno in giorno?
Il mio intuito mi dice che probabilmente è così…
Chissà, magari adesso sei lassù e mi starai dicendo di andare avanti, farmi una vita, di essere felice.
Te l’ho detto, non è facile senza di te.
Comunque non devi preoccuparti, Manabe, sto venendo a trovarti.
Anche te, papà, aspettami.
La strada per il cimitero è veramente corta.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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