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Autore: Ashbear    26/02/2008    1 recensioni
[Rinoa e Squall, Quistis e Seifer] Si può fare sempre la scelta giusta, se ci viene data la possibilità di realizzare i nostri sogni tramite una semplice risposta: sì o no? Una bugia che cambierà per sempre una nazione, una settimana che cambierà per sempre la storia.
Attenzione: la traduzione è stata completamente rivista e corretta; attualmente, abbiamo aggiornato i primi 22 capitoli con la nuova traduzione, fatta sulla base dell'ultima versione della storia rilasciata dall'autrice originale.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quistis Trepe, Rinoa Heartilly, Seifer Almasy, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Where would you rather be?
Anywhere but here
When will the time be right?
Anytime but now
The doubt and the fear I know
Would all disappear
Anywhere but here.

--Rush (Double Agent)

CRIMSON LIES
scritto da Ashbear, tradotto da Erika, Shizuru117, Alessia Heartilly, Shu e Youffie
~ XXII. OSTILITÀ ~

Il percorso dal porto alla torre di comunicazione di Dollet sembrava durare una vita; Rinoa non ricordava di aver mai camminato così a lungo. E ad ogni passo, tremava per l'imminente confronto. Il viaggio sembrava più che altro quello di un prigioniero scortato dalla cella al luogo dell'esecuzione. Ogni falcata l'avvicinava al passato, facendo riaffiorare tutti i tragici ricordi di come era stata tradita.

La sua salvezza era Allison... e Squall, ma quest'ultima cosa non l'avrebbe ammessa a nessuno all'infuori di se stessa.

Il Comandante apriva la strada, prendendo piccoli sentieri ombrosi e scorciatoie in mezzo ai boschi per evitare che li scoprissero. Il suo allenamento gli tornava molto utile adesso, e mai Squall aveva avvertito così acuto il senso del pericolo.

Si era reso conto anche lui della complessità della circostanza. Rinoa era rimasta in assoluto silenzio sin da quando erano partiti, ma non aveva intenzione di forzarla. Normalmente il silenzio sarebbe stato per lui il benvenuto, ma in questa situazione, ogni secondo che passava gli strappava il cuore... ogni secondo gli ricordava la sofferenza di Rinoa, e, soprattutto, che lui non le era stato fedele.

Nell'anima e nel corpo.

Appena la Torre s'intravide tra la densa vegetazione, il cuore di Rinoa aumentò i battiti pensando a ciò che sarebbe successo di lì a poco. Si sentiva persa nella sua stessa mente, una cosa che aveva acquisito negli anni passati con Squall... e soprattutto in quelli senza Squall. Quando raggiunsero la cima, lui si fece strada sul terreno disuguale che dai cespugli portava al selciato. Poi si voltò e senza parole le tese la mano guantata per aiutarla.

Persa nei suoi pensieri, Rinoa non notò il suo gesto: non che volesse intenzionalmente rifiutare il suo aiuto, non se n'era proprio accorta. Arrivata sulla sommità, perse l'appiglio e cadde in avanti. Cercando di pararsi con le mani, inavvertitamente lasciò andare l'oggetto che aveva segretamente tenuto stretto nel palmo. L'anello di platino scivolò sul viottolo lastricato.

Griever.

Squall lo guardò rotolare e finalmente fermarsi accanto al suo stivale; un piccolo clink metallico si udì quando le due superfici vennero a contatto. Nel frattempo, Rinoa si era ripresa e adesso stava di fronte a lui. Si trovarono entrambi a fissare l'anello argenteo. Appena ognuno si accorse di quello che stava facendo l'altro, alzarono gli occhi contemporaneamente. Incrocio di sguardi.

Con gli occhi bassi colmi di quello che sembrava quasi imbarazzo, Rinoa cominciò a dire, "io..."

"È tutto a posto," tagliò corto lui con un piccolo gesto della mano, permettendole semplicemente di sfuggire alla spiegazione del perché si fosse tenuta l'oggetto sempre serrato nel pugno. Onestamente, non aveva bisogno di sentirla. Vedere che lei aveva l'anello, che lo teneva stretto, vederlo davvero in suo possesso... era tutto quello di cui aveva bisogno.

Infine, strusciando le scarpe ormai rovinate sui ciottoli, Rinoa parlò di nuovo. "Allora...?"

"Allora... che?" fece lui un po' stupito.

"Allora," cominciò con un filo di voce, "posso riaverlo?"

Oh, Hyne... Squall non desiderava altro che abbracciarla, abbracciarla e non lasciarla andare più via. Quel misto di innocenza e di maturità lo scaldava nel più profondo dell'anima. Ma invece di stringerla, optò per rimanere semplicemente accanto a lei. Si piegò per raccogliere l'anello. E quando si rialzò, restarono entrambi ancora una volta in un assordante silenzio.

Alla fine, lui tese la mano, le offrì Griever. D'istinto Rinoa si avvicinò alla mano, ma poi si fermò. Chiuse le dita, esitò, poi le riaprì, il palmo rivolto verso l'alto. Un po' confuso per il gesto, Squall la guardò con un'espressione meravigliata, una cosa che Rinoa ricordava da tanti anni prima. L'espressione di uno dei loro primi incontri, di innocenza infantile perduta, e in realtà forse mai posseduta.

Per la prima volta da quando erano ancora nel bosco, apparve sul viso di lei un sorriso quasi malizioso, anche se poco più che impercettibile.

"Che c'è adesso?" chiese lui, ricordando quanto le sue azioni l'avevano sempre confuso.

"Ricordi cosa mi hai detto nella baita... quando te l'ho restituito?"

Lui si passò la mano dietro il collo, le parole che riecheggiavano nella sua mente. "Che un giorno avresti riavuto l'anello con Griever, e sarei stato io a dartelo," parafrasò.

"Non credo che lasciarlo su un albero caduto a Trabia conti come avermelo ufficialmente regalato."

Squall strinse l'anello, fece il gesto di metterglielo in mano, e poi si fermò, come aveva fatto lei pochi istanti prima. Si passò il gioiello nella mano sinistra, mentre Rinoa lo guardava turbata e con una piccola sfumatura di sofferenza, che cercava disperatamente di nascondere. Sorprendendola, lui le allungò la mano destra. Il tocco del cuoio dei suoi guanti contrastava forte con la pelle della ragazza.

"Rinoa Heartilly, so che questo sarà uno dei momenti più difficili di tutta la tua vita. Non posso fingere di capire nulla di quello che stai passando. Posso solo offrirti il conforto, la sicurezza che io sarò qui... ad aspettarti. Ricorda sempre, dopo tutto quello che è successo e che succederà, di non dubitare mai dei miei sentimenti per te. Rinoa, tu sei l'unica che possa completarmi. Non importa quanto tempo passerà... te lo giuro... io sarò qui. Fisicamente e in spirito... sempre."

Avvicinatosi di un passo, Squall unì anche la sinistra alla sua destra, entrambe nella mano di Rinoa. E con quel movimento, mise l'anello nel palmo tremante di lei, e poi tolse tutte e due le mani. Rifece un passo indietro, e restò a guardare la calma, distesa espressione che le si dipingeva sul viso. Rinoa fissò l'anello con uno sguardo incredibilmente intenso: Squall avrebbe potuto giurare che la ragazza non l'avesse mai visto.

E, nella sua mente, Rinoa davvero non l'aveva mai visto. Questa era la prima volta che possedeva sul serio l'anello: stavolta era un vero dono.

Un meraviglioso, splendido dono.

*~*~*~*~*

"Ehi!" Una voce li fece trasalire, riscuotendoli dal mondo privato che si erano costruiti attorno.

Squall si girò di scatto verso la persona sconosciuta che gli stava di fronte. Istintivamente, estrasse la piccola pistola nascosta nella giacca che aveva preso in prestito a quello sfortunato SeeD adesso intrappolato nei boschi di Trabia. Avrebbe protetto Rinoa... a qualsiasi costo.

La donna sobbalzò per la sorpresa. "Merda," fece, alzando all'istante le mani, lo sconcerto ben visibile sul suo volto.

"Chi diavolo sei?" domandò lui.

"Squall," disse Rinoa, mettendogli con forza la mano sull'avambraccio. "Abbassa l'arma. Adesso."

"Rin..." cercò di parlare, ma fu subito interrotto.

"È Alex!" gridò Rinoa.

Con l'arma ancora puntata, il giovane si convinse infine a spostare lo sguardo dall'estranea, rivolgendolo a Rinoa. Lei incontrò i suoi occhi, e annuì per conferma. "Alexandra Williams," ripeté con sicurezza.

Squall abbassò la pistola squadrando la donna che gli stava di fronte, la quale non sembrava per nulla divertita per l'incidente.

Alex riprese a camminare verso i due. "Wow, Rinoa, come hai fatto a fartelo scappare?" fece, chiaramente sarcastica.

Squall rimase immobile, un'espressione di pietra sul viso, a guardare le due donne che si avvicinavano l'una all'altra.

"Ally?" chiese la ragazza dai capelli neri, in tono supplichevole.

Con un cenno affermativo del capo, Alex sorrise. "È dentro... le manchi tanto."

E Rinoa non poté impedire alle lacrime di scenderle giù per il viso. Cercò di asciugare le gocce erranti che le rigavano la pelle delicata, poi corse verso Alex e attirò l'amica in un fortissimo abbraccio.

"Grazie," riuscì a dire fra i singhiozzi. "Grazie."

Alex prese ad accarezzare i capelli della più giovane, per calmarla. "È finita, lui adesso non c'è più, Rin. Non potrà mai più farti del male."

Squall restava ad osservare la scena preso tra emozioni contrastanti. Una parte di lui era felice che fossero tornati dai loro compagni... e da Allison. Ma un'altra era rattristata, perché sarebbe svanita quell'intimità che per due giorni avevano condiviso. Ora sarebbero stati parte di un gruppo... un gruppo di amici, familiari, ed estranei.

Soprattutto, si ritrovava con un po' di gelosia nei confronti della donna che adesso stava confortando Rinoa. Quella che l'aveva guidata a uscire da situazioni inenarrabili, quella che per tante cose... aveva sostituito lui. In sostanza, la donna che gli stava di fronte aveva assolto il compito di cavaliere, non a livello fisico, ma proteggendo lo spirito della strega.

Le due si separarono, e Alex con gentilezza mise dietro le orecchie i capelli umidi alla sua amica. "Ce l'abbiamo fatta... proprio come sapevi che sarebbe successo." Rinoa sorrise a quel commento.

"Alex, ho veramente bisogno di vedere Allison," disse la ragazza con voce quasi implorante.

Dondolandosi un po' su una gamba e un po' sull'altra, Alex fece dardeggiare lo sguardo da Squall a Rinoa; non sapeva bene come introdurre quell'argomento delicato. "Ehm, Rinoa... Squall... Quistis è qui. Ho solo pensato che doveste saperlo."

"Lo so," disse Rinoa piano, guardando la sua amica. "Non preoccuparti, Alex, lo so."

"Ma io sono preoccupata," sussurrò in risposta lei. "Vuoi che venga con te?" Per un momento, Rinoa spostò lo sguardo su Squall. Gli occhi di lui sembravano privi di qualunque emozione. La ragazza sapeva che lui implicitamente desiderava essere al suo fianco, ma pensandoci bene, quella era una cosa che doveva affrontare da sola. Questa era la sua realtà.

"Accompagnami fino alla porta," chiese alla donna, senza il coraggio di scrutare l'espressione di Squall. Alex annuì, e in silenzio percorsero la distanza che li separava dalla casetta. Il cavaliere seguiva la strega, sempre vicino nel caso ce ne fosse stato bisogno, ma lasciandola libera. E in quel momento, questo significava – libera da lui. Lo aveva accettato.

Alex guidò la ragazza verso la piccola abitazione, seminascosta dalla vegetazione troppo cresciuta e dalle erbacce. Rinoa si voltò verso l'amica con un viso triste. In risposta, lei le offrì il suo conforto con una sola, semplice parola, "Allison."

Quel singolo pensiero faceva valere la pena del confronto. Trattenendo il respiro, quella donna psicologicamente distrutta abbassò con lentezza la maniglia. Alex le rivolse di nuovo un piccolo, rassicurante sorriso prima di girarsi verso Squall. Lui era nel suo mondo, perso nella pura semplicità di guardare Rinoa e di trasmetterle senza parole tutta la forza che scorreva dentro al suo corpo.

Quando finalmente Rinoa ebbe attraversato la soglia, Squall si girò a guardare Alex. Per la prima volta, i due condividevano la stessa preoccupazione. Per la prima volta, i due provarono a comprendere i rispettivi legami con la strega.

*~*~*~*~*

Quistis stava seduta sul divano, in silenzio. China sul portatile, lavorava come se ogni secondo fosse l'ultimo; nel corso della mattinata era riuscita a inviare diversi messaggi criptati a Selphie.

Selphie, da parte sua, stava facendo da collegamento tra i SeeD ricercati e Cid. Dopo essere arrivata insieme a Seifer la notte prima, Quistis Trepe aveva dovuto affrontare uno degli ostacoli più difficili che le si fossero presentati fino ad allora. Aveva mandato una lettera di spiegazioni a Cid... non solo sulla loro scomparsa... ma anche sulla verità riguardo ad Ellione.

Da un lato era sollevata di aver chiuso quella faccenda, ma dall'altro temeva le reazioni che avrebbe avuto. Già era stata abbastanza dura dirlo a Zell e Irvine... nessuno dei due aveva più spiccicato parola con lei da allora. Non si erano infuriati né avevano urlato, come invece aveva fatto Squall qualche giorno prima, ma le loro reazioni erano state interiori. Gli sguardi che aveva ricevuto erano state risposte sufficienti... il dolore, il trauma e la sensazione di essere stati traditi erano ben visibili nei loro occhi.

Ma comunque, non la odiavano, questo lo sapeva.

La cosa che la turbava di più era il senso di colpa che i due ragazzi provavano... avevano tutti e due creduto che Rinoa fosse colpevole. Zell aveva preso peggio la notizia, se n'era uscito dalla porta senza una parola. Quistis sapeva che aveva bisogno di sfogare la sua rabbia, Zell era fatto così. Era questo che lo rendeva Zell.

Irvine invece le aveva fatto per un po' qualche domanda, cercando di capire il suo modo di ragionare. Ma per quanto lei tentasse con tutte le sue forze di spiegarsi, le parole sembravano sempre piatte e insignificanti. Mentre li faceva, quei discorsi apparivano difficili da capire anche a lei stessa. Seifer era stato al suo fianco, per sostegno. Ma allo stesso tempo si era mantenuto a una certa distanza, perché sapeva che quella era la prova di Quistis... la sua battaglia. I suoi passi verso il riscatto.

Ma dirlo a Cid e ad Edea... le persone che avevano sempre creduto in lei... i genitori che non aveva mai avuto, l'unica autorità che avesse mai conosciuto. Dire a loro due della sua menzogna era ancora peggio che confrontarsi con tutti gli altri, a parte Rinoa. Ellione era la loro bambina, la ragione per cui erano diventati quel che erano adesso. E a loro Quistis aveva mentito. Tradito l'onore dell'unica sorella che avesse avuto. In un infinitesimale lasso di tempo... in un solo istante aveva cambiato il corso di centinaia di vite. Adesso era il momento di affrontarne le conseguenze... di ricominciare la vita, qualsiasi fosse, che le restava da vivere.

Di essere, per la prima volta, Quistis Trepe.

Non più all'ombra degli altri... e delle sue stesse emozioni. Questa era la prima volta in cui stava facendo quello che voleva, che il cuore le suggeriva. Il cuore, che l'aveva guidata per quella strada che adesso l'avrebbe lentamente portata alla salvezza. Salvezza da Squall, dal presidente Mitchell... da se stessa.

Seifer sedeva silenzioso accanto a lei. Non si sentiva propriamente a suo agio a trovarsi di nuovo insieme con tutti gli altri. Ma, una volta tanto, aveva deciso che la politica migliore fosse non parlare; forse dopotutto Squall ne aveva imbroccata una giusta, con il suo fare sempre taciturno.

Gli unici rumori nella stanza erano i profondi, difficoltosi respiri dei suoi occupanti e il ticchettio della tastiera... finché non si aprì la porta. Irvine, che era il più vicino all'ingresso, assunse di riflesso una posizione semi-difensiva, anche se si aspettava che da un momento all'altro sarebbero rientrati Zell e Alex.

Infatti, dopo un po' che l'esperto di arti marziali era uscito, Alex aveva deciso di andare a cercarlo: pur sapendo che aveva bisogno di stare da solo, qualcosa dentro di lei l'aveva spinta ad andare a controllare se stesse bene. Forse era lo stesso sentimento che aveva provato Ellione verso i bambini più piccoli ai tempi dell'orfanotrofio... Forse, nel profondo, si sentiva parte di quel gruppo... Forse in qualche modo loro erano adesso la sua nuova famiglia.

Per quanto Quistis potesse essere psicologicamente preparata, quando la porta si aprì... il tempo si fermò. E solo due persone esistevano in quella stanza.

La Strega Rinoa Heartilly e Quistis Trepe-Leonhart.

*~*~*~*~*

Quando i loro sguardi s'incrociarono, in quell'istante null'altro esisteva più... nemmeno Squall, nemmeno Seifer. Solo due donne sbattute sul campo di battaglia della vita, ma ora senza eserciti, senza plotoni, soltanto nella solitudine delle loro menti e dei loro cuori. Il resto del mondo era svanito.

Agli occhi di Quistis... c'era solo Rinoa. La persona che aveva tradito due anni prima... la menzogna in cui aveva vissuto.

Agli occhi di Rinoa... c'era solo Quistis. La persona che una volta considerava un'amica... più di un'amica, una familiare... la persona che aveva causato tanto dolore con una semplice risposta. Quella persona che adesso desiderava redimersi di quell'atto... la stessa che aveva sposato la sua anima gemella e aveva lasciato lei a crescere una figlia in circostanze oltre l'immaginabile.

Eppure, Rinoa non la odiava.

Non poteva odiarla.

C'era qualcosa, chissà cosa, in Quistis che frenava i sentimenti più oscuri. Forse una certa forma di lealtà, di amicizia distante, o forse anche una minuscola briciola di comprensione... anche se quel pensiero non le era proprio mai passato per la testa.

Le due continuarono a fissarsi negli occhi mentre Rinoa avanzava piano verso il centro della stanza. Irvine e Seifer non si accorsero delle altre due figure, quelle di Squall e Alex, che si stagliavano nel vano della porta. Tutti gli sguardi erano puntati sulle due ragazze. Nessuno osava immaginare quali sarebbero state le loro reazioni.

A guardare la professoressa per l'aspetto fisico, non era cambiato molto... solo i capelli più lunghi, e la maturità giunta sui tratti del suo viso. Ma in quelle parole che non diceva, la differenza era evidente. I suoi occhi mostravano tutte quelle emozioni che il cuore aveva terrore ad ammettere... la paura, il dolore, e soprattutto il rimorso.

Se c'era una sola cosa che Rinoa poteva vedere...era il rimorso in quegli occhi. Non un qualcosa di forzato, ma che veniva dal profondo. Mentre camminava verso Quistis, un raggio di sole batté sul pendente di Griever che adornava il collo dell'ex-istruttrice.

L'unico vero regalo di Squall... non come marito, ma come amico.

Rinoa spostò lo sguardo sul medaglione, improvvisamente dimentica della presenza dell'altra. L'oggetto compagno dell'anello che stringeva forte nel pugno... che nessuno poteva vedere. L'anello che le aveva dato la forza per entrare in quella stanza, l'anello che era un'estensione del suo cavaliere.

Osservando gli occhi di Rinoa che si abbassavano verso il ciondolo, Quistis notò anche il piccolissimo ansito che le sfuggì dalle labbra. Forse era lo shock di vedere qualcosa che Squall aveva donato di sua spontanea volontà, la parte che faceva più male. Per la prima volta la donna bionda si sentì in colpa per il fatto di avere quell'oggetto.

Ma Rinoa non disse nulla.

Rinoa chiuse la distanza, e allungò la mano appena tremante verso il leone di metallo. Seguì ogni rientranza della sagoma, ogni imperfezione. Ricordi, flash di quella catena sul collo di Squall le irrompevano nella memoria...

Quistis lasciò andare il respiro, che non si era accorta fino a quel momento di aver trattenuto. Quel suono riscosse Rinoa dai suoi pensieri, e le due ragazze si guardarono diritto negli occhi.

Un breve, ansioso silenzio, e poi Quistis cominciò a parlare. "Io... io..."

Ma le parole non vennero. Capì che non c'era cosa che potesse dire che avrebbe cancellato l'ingiustizia. Gli anni erano già fuggiti. All'angolo degli occhi le si affacciarono le lacrime, che presero a scorrere lungo il suo viso, ma non ruppero il silenzio.

E di questo, Rinoa era grata.

L'unica cosa che le avrebbe davvero fatto male... come aveva ribadito con forza a Squall, sarebbe stato sentire le parole mi dispiace. Due piccole parole che avrebbero solo reso la situazione ancor più grave... ma invece Quistis non aveva detto nulla.

Di questo... era grata.

Quistis poteva vedere il dolore negli occhi della sua amica... insieme ad una sofferenza che non aveva bisogno di essere descritta. Una parte della sua innocenza si era perduta, la donna che adesso stava di fronte a lei non era più la ragazza di Timber: il tempo l'aveva cambiata.

Quando Quistis cercò di formare le parole nella mente, non le venne niente. Forse perché sapeva che nulla di quel che avrebbe potuto dire sarebbe servito a qualcosa, a questo punto. Però avere di fronte una Rinoa che non faceva parola era molto più terribile di qualsiasi immaginazione. Si era aspettata grida, urli, come era accaduto con Squall... e invece, assoluta immobilità.

Quel silenzio diceva molto di più di qualsiasi parola.

Infine Rinoa posò di nuovo con cura il pendente sul petto di Quistis, maneggiando il medaglione con cautela e rispetto. Ritirò la mano, la poggiò sull'avambraccio... stringendo ancora nella sinistra l'anello.

Nessun altro disse una parola. La tensione non era paragonabile nemmeno a quella di una battaglia, perché questa era tra amici, non nemici. Ma un pianto lacerò il silenzio come un pugnale che affondi nella carne... il suono dell'innocenza di un bambino riempì la stanza. Rinoa voltò lo sguardo da Quistis per rivolgerlo alla piccola camera da letto alle sue spalle. Senza una parola, guardò un'ultima volta nell'azzurro pieno di pentimento di quegli occhi, prima di girarsi e andare verso la sorgente del pianto.

Solo Allison avrebbe potuto allentare quella situazione... soltanto il suo amore e la sua purezza mantennero la situazione in prospettiva. Mentre Rinoa entrava nella camera più piccola, Alex rivolse un'occhiata a Squall. Che di nuovo osservava ogni singolo passo di Rinoa. Come una figura protettiva, come un cavaliere. Squall si girò verso di lei, e per un breve secondo i loro sguardi s'incrociarono, entrambi pieni di preoccupazione. Alla fine, Alex si mosse in silenzio per seguire Rinoa: qualcosa le aveva suggerito di andare a vedere come stesse la sua amica. E se doveva dirla tutta, in quel momento Alexandra si sentiva a disagio a stare con gli altri.

Sentire che qualcuno lo stava osservando aveva tirato fuori Squall dal suo mondo isolato. Si era girato per incontrare lo sguardo della donna un poco più grande di lui, e, per la prima volta, qualcosa di diverso aveva attirato la sua attenzione... una catenina d'oro che portava al collo. E prima che Alex si voltasse per andare via, a Squall era sembrato di vedere, avrebbe potuto giurarci, una copia più piccola e in oro del suo anello di platino. Fu la prima volta che cominciò a riflettere sul ruolo di quell'estranea nelle loro vite. Come aveva fatto ad avere un anello così? E perché? Poi il corso momentaneo dei suoi pensieri cambiò quando cessarono le eco del pianto di Allison.

La porta della camera da letto si chiuse, e le due donne si chiusero fuori da tutto il resto. Quistis si precipitò fuori dall'ingresso. Senza che la sfiorasse nemmeno lontanamente l'idea di preoccuparsi per le reazioni degli altri... nemmeno di suo marito.

*~*~*~*~*

Sedeva per terra, lo sguardo perso verso l'orizzonte senza fine... riflessi di luce color ambra danzavano sulla superficie dell'acqua agitata. Quistis cercava una qualche sorta di armonia nella sua vita. E come una risposta da Hyne, Seifer apparve al suo fianco.

"Beh, è andata meglio di quanto pensassi," osservò, cercando di tirarla un po' su.

"Mi odia." Quistis guardava, lontano, i gabbiani volare in cerchio.

"No... no che non ti odia. Penso che non sia da lei, odiare qualcuno... e soprattutto non te. Credo ci vorrà del tempo, ma un giorno... in qualche modo troverete un punto d'incontro."

"Non avrà mai più fiducia in me. Non l'avrò più come amica."

"Probabilmente no. Però ti rispetterà sempre. Dalle tempo... dai a loro due il tempo di essere una famiglia."

"Tempo," sussurrò lei in risposta. "Tempo."

Seguirono momenti di disagio, mentre la natura coi suoi suoni intesseva una conversazione tutta sua. C'era una domanda che Quistis aveva il terrore di fare... ma il tempo stringeva. Durante gli ultimi, pochi giorni, aveva cominciato a dipendere, e parecchio, da Seifer... anche se odiava ammetterlo. Forse attingeva alla forza di lui. Ma, diamine, poteva anche essere che avesse attinto alla sua debolezza. Tuttavia sapeva che, comunque fosse... era qualcosa che veniva dall'anima, qualcosa di puro.

"Presto il Garden sarà qui. Cid ha capito la situazione... insomma, forse capito non è proprio la parola giusta, ma comunque è intenzionato ad affrontare seriamente Mitchell. Sarà la guerra. Tutte le sue risposte avevano un tono così freddo e ufficiale... e lo stesso erano i messaggi di Selphie. Non so se mi tratteranno mai più da pari a pari."

""Ehi," fece lui, provando a sdrammatizzare un po'. "Se ti può consolare, io ti tratterò sempre da pari a pari."

Quistis dovette fare una risatina a quel suo tentativo: ci si stava impegnando tanto... "Non è che mi consoli moltissimo, Seifer, ma grazie comunque."

Seifer le si avvicinò e l'attirò in un abbraccio stretto. Una sensazione di sicurezza a cui entrambi si erano abituati negli ultimi giorni, e che era stata a loro estranea per tanti anni.

Ma per quanto temesse la risposta... lei doveva sapere. Seifer doveva sapere del suo destino. Allontanandosi dal viso qualche ciocca di capelli, prese il coraggio a due mani. "Se torni, sarai imputato per tradimento. Cid ha detto che se anche tu fossi con noi, dovresti comunque scontare delle misure disciplinari da parte del Garden e dei suoi alleati. Seifer... se vuoi la tua libertà, dovrai lasciare me... lasciare noi, adesso."

*~*~*~*~*

C'è un conforto che non si può spiegare nello stringere qualcosa di così piccolo, così innocente. Rinoa stringeva Rinoa come se ogni secondo dovesse essere quello del suo ultimo respiro. Ogni particolare della bambina che aveva cercato di imprimersi della memoria... le dita dei piedi, delle mani, e ogni minuscola risata. Allison era stata più che felice di vedere che sua madre era tornata: aveva subito smesso di piangere quando aveva visto chi accorreva in suo aiuto.

Intensi occhi azzurri con minute pagliuzze castane le guadavano diritto dentro al cuore.

"La mamma è qui," sussurrò Rinoa, e poi, tra le lacrime, non riuscì a dire altro.

La bambina si aggrappò a lei con forza, abbracciandole il collo con le sue braccine; e infine, poggiò il capo delicato sulla spalla della madre. In quel momento, Allison trovò pace, chiudendo gli occhi per ascoltare il battito del cuore della mamma.

Alex osservava la scena da accanto alla porta, per paura di rovinare un momento così sereno. Ma doveva parlare con Rinoa, erano successe troppe cose, troppe informazioni erano state date ad altri.

"Non gli hai detto la verità." Il tono di Alex era quello di una sorella maggiore che rimproverasse la più piccola.

"Quando hai intenzione di dire a Squall Leonhart di sua figlia?"

*****
Note delle traduttrici: capitolo rivisto da Alessia Heartilly. Insieme a questo trovate publicata la revisione del capitolo 19 e 20, sempre a cura di Alessia Heartilly.
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Citazione di apertura: da Double Agent, canzone dei Rush.
Dove vorresti essere?
Ovunque, tranne qui.
Quale sarà il momento giusto?
Qualsiasi, tranne questo.
I dubbi e le paure che ho
Potrebbero tutti svanire
Ovunque, tranne qui.
- Alessia Heartilly

   
 
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