IL BAMBINO CHIAMATO EROE
Capitolo 14
Atterraggio sul pianeta Namecc
Gohan puntò gli occhi sulla distesa stellata oltre il vetro. Innumerevoli bagliori illuminavano, con i loro timidi raggi, l'oscurità silenziosa; racchiudendo ogni ombra nella loro fredda stretta. I suoi occhi vennero intrappolati dal paesaggio immutabile che scorreva all'esterno, nero come una pozzanghera d'inchiostro nella quale venire cullati. Sorrise ai vari pianeti, vicini e lontani, curioso di visitarli e bramoso di avventura. 'Quella non manca mai' constatò il bambino, rimembrando l'astronave di quei ragazzini e il 'falso pianeta Namecc'.
«Guardate là! Siamo quasi arrivati a destinazione!» li informò Bulma, con il solito tono autoritario.
Gohan sobbalzò e cercò disperatamente con lo sguardo il pianeta su cui sarebbero atterrati. Gli occhi guizzavano veloci, passando da un puntino luminoso all'altro.
Una piccola sfera verde si mostrò tra le altre luci. Posò una mano sul vetro, come a voler accarezzare il piccolo pianeta verde, e sospirò. Stavano per raggiungere il loro obiettivo: riportare in vita i loro amici, tra cui Piccolo. Ridacchiò, immaginandosi ad abbracciare il suo maestro. Come sempre quando si trattava di ricordare il sacrificio del namecciano, una morsa gli stringeva il petto, lasciandolo a boccheggiare come un pesce fuor d'acqua che lotta per possedere altri, brevi secondi di vita. Si sentiva così tremendamente in colpa; ogni respiro suonava come una condanna, un secondo tolto al maestro. Faceva male, tremendamente male ricordarsi quel dolce e struggente addio pronunciato tra le lacrime, ribadito dai singulti e sporcato dal sangue. Quello pareva non mancare mai, come se fosse un elemento fondamentale della sua breve esistenza di saiyan; un legame inscindibile il loro, saldato da lacrime e bruciante sofferenza.
«Allacciate le cinture, muovetevi!» l'ennesimo richiamo della turchina ridestò il moretto, che scosse il capo, come a voler cacciare quei cupi pensieri. Eppure pareva impossibile cancellarli definitivamente; poteva solo rinchiuderli nei meandri più remoti della sua coscienza e sperare invano che non tornassero.
«Forza, Gohan!» la pacca di Crilin lo ridestò dal torpore in cui era precipitato, rifugio da ogni preoccupazione troppo grande per un bambino.
Sì alzò, lanciando un'occhiata al pianeta che, ormai dinanzi a loro, splendeva nella sua tenue luce smeraldina, infondendo una silenziosa speranza ai tre viaggiatori.
«Oh? Sì arrivo!» esclamò, come appena risvegliato da una specie di trance, andando a pendere posto al suo sedile e allacciando le cinture. Si lasciò sfuggire un'esclamazione di stupore, prima che la navicella venisse inghiottita dalla gravità del pianeta.
Un ultimo fugace sguardo alla distesa scura alle sue spalle, richiamato dalle pigre stelle, una tacita preghiera e l'atterraggio in una nuova e sanguinosa battaglia.
In fondo, lui era un guerriero.
Note dell'Autrice:
Eccomi di ritorno dopo secoli! ^^ Ok, mi sono preparata a schivare pomodori e ortaggi vari.
La mia assenza è dovuta al mio temporaneo allontanamento dal fandom, ma I'm back! ^^
Vorrei ringraziare chi legge e segue/ricorda/preferisce questa raccolta. Inolre, ringrazio con tutto il cuore chi continua a recensire! <3
Lo so che questo capitolo è un po' corto, ma ci stiamo addentrando nella saga di Freezer - mi serviva più come una specie di introduzione xD - che, sinceramente, non amo molto; ma anche qui mi impegnerò al massimo.
Grazie a chi leggerà e/o recensirà <3 .
Alla prossima :3
Mimi