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Autore: Melissa_    21/08/2013    1 recensioni
Dal Primo Capitolo:
'Erano anni che non lo vedevo, eppure adesso era d’avanti a me. Mi scrutava e sorrideva a malapena. I suoi occhi chiari mi perforarono come la prima volta. Pensare che circa dieci anni fa avrei ucciso questo essere con una forchetta, unica arma disponibile per una bambina di appena otto anni, adesso, a vederlo in un ascensore di una Costa Crociere a circa 30 ore e 1600 km di distanza da casa, per picchiarlo avevo solo una borsetta e sinceramente non avevo nemmeno la forza di farlo. Eravamo solo io e lui sul ascensore.
“Ma sei Emiliana?” mi chiese l’essere di fronte a me.
“No, sono sua cugina.” Dissi sbuffando.
“Il senso dell’umorismo non l’hai perso, Emi” ed eccolo là il suo splendido sorriso. Sto per dirgli che lui è rimasto il solito deficiente di un tempo quando le porte dell’ascensore si aprono. Esco velocemente, sento già il cuore a mille a causa del suo sorriso.
“Ma sei in crociera con Patty?” Boom. Aveva gettato la bomba.
“No, sono con la scuola.” Risposi fredda velocizzando il passo e allontanandomi da lui. Lo odiavo a otto anni e dovevo continuare in eterno.'
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Seeera :) 
Dopo 13 giorni che scrivo e riscrivo questo capitolo finalmente posso publicarlo! Avverto sarà pieno di errori che vorrei segnalaste e spero che qualcuno con un buon cuore recesisca e mi faccia sapere ciò che pensa :D 
Ringrazio di cuore: -
lalla1313 che ha messo la storia nelle preferite :*
                           -
simo14 che ha aggiuto la storia nelle seguite :*
                           -
tutti quelli che leggono in silenzio :*
BUONA LETTURA E ALLA PROSSIMAAA :D 



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Corsi in cabina, ero troppo confusa. Davide finalmente si dichiarava e io al posto di abbracciarlo e urlargli - Sí, io ho sempre voluto stare con te- corro come una pazza lontana da lui e dall'uomo che ha invaso e incasinato la mia esistenza. È l'ultima sera su questa nave da crociera e non vedo l'ora di scendere. Voglio solo scappare da questa situazione. Davide o Alessandro? E al pensare soltanto a quest'ultima persona il mio cuore inizia a battere e sento vibrare ogni singola parte del mio corpo. Poi mi accorgo che è colpa del cellulare, se vibro. Un messaggio. Mittente: Prof. Alvisini Alessandro.
-Aprimi la porta, devo parlarti. Alessandro.-
Ero sorpresa ma nello stesso tempo ero stata invasa da un’allegria strana. Aprii la porta  e lui era lì. Un jeans stretto e una canotta bianca, non sembrava nemmeno un professore.
“posso entrare?” mi chiese senza guardarmi negli occhi. Sembrava schifato. Lo feci entrare e chiusi la porta. Si sedette sul letto di fronte a me.
“Cosa devi dirmi?”
“Vorrei solo capire una cosa. Non vuoi stare con me perché ti frequenti con mio fratello?” disse come un’accusa.
“Io non frequento nessuno.”
“Non sembrava oggi..” E aveva pienamente ragione, io stavo con due piedi in uno stivale.
“Io sono innamorata di Davide.” Sputai.
“Non prendermi in giro. Non mentirmi. Tu mi vuoi come io voglio te.”
“Io non ti voglio, lo capisci? Stavo scegliendo lui su quel pontile prima. Tu sei il mio professore!”
“E giustifichi il tutto con ‘tu sei il mio professore’? Dovresti dire ‘amo lui’ e bla bla bla.. ma hai fatto la tua scelta quindi..” si girò e si avvicinò alla porta.
“Aspetta..” dissi afferrandogli un braccio facendolo girare verso di me. Mi guardò per un instante e mi baciò. Mi ritrovai subito dopo sdraiata sul letto con il mio professore di sopra. Le sue mani vagavano sulle mie cosce e le mie sulla sua schiena.
“Dillo.” Mi sussurrò sulle labbra.
“Non possiamo, Alessandro.” Dissi levandogli la canotta. Lui mi sfilò i pantaloncini.
“Solo per questa volta, poi ti lascerò in pace.” Capovolsi la posizione, adesso ero io sopra di lui. Gli sbottonai i jeans e li abbassai poco intravedendo i suoi boxer. Mi posizionai li sopra e iniziai a sfregare il mio sesso contro il suo, facendo gemere Alvisini. Mi levai la maglia durante quei movimenti e lui iniziò a palparmi il seno sopra il reggiseno.
“Solo per questa volta.” Dissi abbassandomi su di lui e baciandolo. Mi ritrovai poco dopo in balia delle sue carezze e dei suoi baci. Eravamo diventati un’unica persona ed era stata la cosa più bella della mia vita. Lui era la cosa più bella della mia vita. Lo guardai e gli sorrisi.
“Ti ho fatto male?” mi chiese impaurito per la risposta. Io rimasi interdetta. Aveva capito la mia paura, la mia incertezza. Gli feci ‘no’ con la testa e gli strinsi una mano.
“Adesso credo devi andare.” Dissi dura. Non so perché cambiai comportamento da un momento all’altro ma lo feci e lo ferii.
“Cosa?” sussurrò infastidito.
“Vattene..” dissi singhiozzando.
“Emiliana che ti prende?”
“Per favore.. vestiti e fa finta che questo non è mai successo. Era solo per una volta no?! Vai via.” Piansi. Piansi disperatamente senza un motivo apparente. Lui cercò di abbracciarmi ma lo respinsi, così si vestì e uscì triste. Io e lui non potevamo stare insieme. Avevo fatto la cosa più bella con un uomo impossibile, un uomo di cui non dovevo innamorarmi. Rimasi nuda a fissare quella porta per un’eternità. Avevo ceduto ad un uomo che nei miei pensieri di quel momento non potevo mai avere, era il mio professore e ci avevo fatto l’amore. 

  
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