Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: sweetlove    22/08/2013    6 recensioni
Trunks, Marron, il loro amore e una famiglia che cresce... tutto racchiuso in attimi.
Da 'Cielo e mare':
[...in quel momento, era pura acqua di mare, liquida e cristallina, dove si rispecchiava un cielo sereno. E un sole immenso, i loro bambini, la loro opera più bella.]
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marron, Trunks | Coppie: Marron/Trunks
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Un solo cielo sopra lo stesso mare'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Moments of life


Colpi bassi




 

 

 

Giornata che si accorcia, colonnina di mercurio che inizia a scendere, maglietta messa sulle spalle alla sera.

Quali altri segnali se non questi ad annunciare che l'estate, come ogni anno, sta andando via?

Qualcuno si rattrista, altri gioiscono. Qualcuno ama il caldo, i comodi abiti di lino, i tuffi in piscina o nell'oceano. Altri la neve, le giacche, le serate davanti al camino.

Marron amava l'estate, Trunks l'inverno.

Non era l'unica cosa per cui non andavano d'accordo, ma, come ben si sa, gli opposti si attraggono. Eccome se si attraggono.

Alla bionda non era sfuggito il brivido di freddo che le aveva attraversato la schiena uscendo sul terrazzo della cucina nel tardo pomeriggio. Si era soffermata a guardare le foglie degli alberi muoversi in modo più frenetico, grazie al vento fresco che dopo giorni di calura era finalmente arrivato a dare sollievo ai meno amanti di canotte e calzoncini.

Un sospiro, prima di rientrare in casa per iniziare a raccogliere di nuovo i vari giocattoli che, volutamente, la bambina aveva buttato giù dal seggiolone. Il suo nuovo passatempo.

Aveva più volte pregato Trunks di non riempirla di cianfrusaglie, visto che a sei mesi la sua attività principale era riempirle di saliva e poi buttarle giù, divertendosi per i vari tonfi, alcuni davvero fastidiosi, che il contatto tra plastica e linoneum generava. Ma sembrava più forte di lui. Viziare quella peste era la cosa che gli riusciva meglio… tanto poi toccava a lei mettere in ordine.

"Brutta cattiva…" Le disse, mentre si chinava per la terza volta nel giro di un ora ai piedi di sua maestà, la principessa, che pareva anche abbastanza compiaciuta nel vederla esasperarsi.

Un gridolino più acuto degli altri fece intuire alla giovane che doveva esser successo qualcosa di davvero entusiasmante, alle sue spalle. Qualcosa come la messa in onda dello spot con i cagnolini, che Hope sembrava apprezzare moltissimo. Le si illuminavano gli occhi ogni volta che lo vedeva e per quei trenta secondi non esisteva più per nessuno. Tanto valeva non aver fretta nel raccattare sonagli, chiavi colorate e cubi di legno.

Indugiò più del dovuto sotto al tavolo, incuriosita da una macchia formatasi su una sedia. Arancione come la pappa che aveva proposto a quella monella ma che era finita ovunque fuorché nel suo stomaco. Sbuffò, seccata più dal fatto di essersela fatta scappare che dal dover riprendere sgrassatore e pezza per ripulirla.

Stava giusto camminando carponi all'indietro per uscire da quella trappola quando si ritrovò a sobbalzare per lo spavento nel sentire una risatina alle sue spalle. E non era certo di sua figlia.

"Ma sei fuori?! Vuoi farmi morire d'infarto?!" Esclamò, col cuore tamburellante, ancora a quattro zampe sul pavimento.

"Assolutamente no… ma che stai facendo la sotto?"

Una mano si protese per aiutarla e lei l'afferrò, tornando a mettersi in piedi con l'ennesimo sbuffo.

"Esaminavo i resti del disastro nucleare che la tua adorata bambina ha combinato a pranzo…" Si diresse in cucina, aprì l'anta sotto il lavabo ed estrasse, per la seconda volta in quella giornata, il flacone di detersivo e uno degli stracci "…e tu cosa ci facevi dietro di me?"

"Ah, beh…" Trunks la seguì ed afferrò la bottiglia d'acqua poggiata sul ripiano "…mi godevo uno spettacolo interessante!"

Marron ci mise poco a capire a cosa si riferisse.

"Sei un pervertito!"

"Potevi anche evitare di metterti in certe posizioni con la gonna così corta, se non volevi essere guardata!"

La bionda lo oltrepassò di nuovo, andando a spruzzare la sedia ormai incrostata di pappa.

"Non è colpa mia se tua figlia continua a buttare in terra di tutto…"

Il giovane carezzò la testolina bionda della piccola, tutta presa ad osservare la catenella porta ciuccio. Forse Marron non aveva tutti i torti quando gli diceva di non riempirla di giocattoli… quell'aggeggio era sempre migliore di ogni suo regalino. Guardò di nuovo la compagna e non poté fare a meno di sorridere nel vederla di nuovo china e con la biancheria abbastanza in vista.

Si guardò alle spalle. Per fortuna non c'era nessuno in casa. Suo padre trascinato a far la spesa dalla moglie e sua sorella in giro a far chissà cosa.

"E' proprio un vizio, il tuo!" Portò una mano sulla stoffa, afferrandola e tirandola giù, non lasciandosi scappare l'occasione per una rapida e fugace palpatina.

"Anche il tuo, direi…" Ancora una volta tornò dritta e non perse tempo. Scostò la sua mano dalla coscia e tornò in cucina per rimettere a posto quello che ormai era diventato uno dei suoi migliori amici. Lo sgrassatore.

"E io torno a ripeterti che gradirei indossassi qualcosa di più… lungo, ecco…"

"Gradiresti? A me sembra non ti dispiaccia, dal modo in cui allunghi il collo…"

Si ostinava a fare l'offesa. Era ormai al terzo giorno di lotta continua. Quella dimenticanza gli era costata cara…

Era così preso da quella partita di basket, quel giorno, che si era totalmente dimenticato di guardare il telefono. E soprattutto di avvertirla che sarebbe tornato tardi. Molto tardi. Cosa che di rado era accaduta da quando stavano insieme e che lei, almeno senza avviso, non gradiva affatto.

Al suo ritorno a casa, all'una passata, aveva trovato la porta della camera da letto chiusa a chiave. In un primo momento aveva pensato stesse scherzando, ma, dopo cinque minuti buoni di discussione attraverso il buco della serratura, aveva desistito e se n'era andato a dormire in una delle stanze per gli ospiti, convinto che il mattino dopo le sarebbe passato tutto. Ma così non era stato, anzi, si era beccato una bella ramanzina e poi mutismo totale. Nemmeno l'acqua a tavola gli aveva passato, guadagnandosi un' occhiataccia persino da sua madre e sua sorella. Poco mancava che anche Hope s'inserisse in quel trio di 'femmine solidali' come spesso le chiamava. Erano un' alleanza pericolosa, molto pericolosa.

"Fai ancora l'offesa?" Le chiese, inclinando leggermente il capo. 

"Sì…"

"Posso farmi perdonare in qualche modo?"

"No!"

La vide tornare nuovamente in salotto, dove Hope aveva già iniziato ad abbandonare il capo sullo schienale del seggiolone.

"Eh dai! E' da tre giorni che non mi rivolgi nemmeno la parola… che avrò fatto di così brutto?"

"Come? E io come faccio a sapere che se non rispondi al telefono a mezzanotte non è perché sei in dolce compagnia?"

Trunks si grattò la nuca.

"Di Goten…?"

"Cretino!"

Si guadagnò un broncio che gli parse a dir poco adorabile. Doveva ammettere una cosa… arrabbiata gli piaceva da morire. Era qualcosa di unico e, nonostante la tensione che si generasse, estremamente intrigante.

Sentiva qualcosa nella testa, qualcosa che gli diceva 'brutto stupido, solo ora ti accorgi di quanto è simile a sua madre?'.

Altro che piccola Marron, dolce, timida e indifesa… lei? Che era capace addirittura di sbatterlo fuori dalla camera da letto per due ore di ritardo in una sera di svago?

Non riuscì a trattenere una risatina mentre scuoteva la testa. 

"Cosa ci trovi di tanto divertente?" Lei lo guardò con la coda dell'occhio, continuando a fissare attraverso la finestra le macchine che passavano di fronte all'abitazione.

"Niente… niente…" Sentì le sue mani poggiarsi sui sinuosi fianchi "…penso solo che mi sbagliavo!"

Incuriosita, si voltò appena per guardare la sua espressione divertita.

"Cioè?"

"Non sei affatto 'dolce e timida' come spesso e volentieri amano definirti!"

Sollevò un sopracciglio. A dire il vero nemmeno lei si considerava in quella maniera. O almeno non più. Vita di coppia e maternità avevano fatto emergere una grinta tale da renderla quasi un' altra persona.

"Ti stupisce il fatto che, ora e per sempre, non te ne farò passare liscia neanche mezza?" Gli domandò, fingendosi ancora arrabbiata.

"Hai deciso di stringere il cappio, eh?"

Lo odiava quando faceva quella faccia. Era così… così simile a suo padre, quando si prendeva gioco del suo interlocutore e le faceva saltare i nervi solo a guardarlo. Anche il tono, tante volte, era così simile a quello del glaciale e cinico suocero, e la cosa la mandava in bestia, pur sapendo che nelle intenzioni di Trunks non c'era alcuna voglia di offendere o ferire. Eppure la voglia di prenderlo a pugni era tanta!

"Il cappio, tesoro mio, sarà sempre stretto. Ricordatelo!" Con un misto di serietà e sensualità lo afferrò per il bavero, costringendolo, per così dire, ad avvicinarsi al suo volto.

"Pace?" Si azzardò a chiedere lui, pregustando già il sapore della sua bocca, a cui non faceva visita da ben tre giorni.

Marron sorrise sagace.

"Certo… pace…" Lo tirò ancor di più, facendo finalmente incontrare le loro labbra in un bacio che di casto aveva ben poco.

Era già pronto a sollevarla dal pavimento per portarla in camera, approfittando del colpo di sonno che ormai faceva ciondolare la testolina di sua figlia, quando lei si staccò.

"Ah… una cosa…" Gli disse, con i grandi occhi azzurri calamitati nei suoi.

Trunks non ebbe il tempo nemmeno di prender fiato, la vista gli si annebbiò per il dolore accecante che quella ginocchiata gli causò nel punto in cui nemmeno un sayan, in questo caso mezzosangue, può considerare invulnerabile.

Lei, come già più volte aveva fatto in quel pomeriggio, lo oltrepassò senza esitare, stavolta con un sorrisetto vittorioso stampato in viso.

"Tu… sei… pazza!" Le disse lui soltanto, mentre cercava di riprendere il controllo del suo corpo.

"Sì. Sarò pazza… ma ora sono tranquilla perché so che, anche se ti intratterrai con qualche bella ragazza, non potrai di certo portartela a letto, amore mio!"

Indisturbata prese a camminare verso la zona notte. Quanto si sentiva realizzata. Quella sera gli avrebbe permesso di tornare a dormire nel suo letto, visto che si era sfogata a dovere.

Il Brief stava ancora annaspando, ma gli scappò una risatina.

'Forse me lo sono meritato…' Pensò, mentre gli tornava in mente lei, così timida e riservata, che un paio di anni prima a malapena riusciva a dirgli 'ciao'.

Quanto inganna l'apparenza.




Nota dell'autrice

Un capitolo al giorno, toglie il medico di torno... o almeno sarà così finchè riuscirò ad aggiornare quotidianamente!
Una cosa... spero non sia grave il non aver detto nelle note iniziali che questa raccolta non seguirà un ordine cronologico... non ci avevo proprio pensato!
Comunque sia, spero, come sempre, di avervi soddisfatti... un pò sadica Marron oggi, vero?
Un abbraccio a tutti!


Sweetlove

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: sweetlove