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Autore: _loveyoutothemoonandback_    22/08/2013    2 recensioni
Una di quelle ragazze che con l'amore e con i ragazzi non ci ha mai saputo fare.
Una di quelle ragazze che a dire la verità, con l'amore e con i ragazzi non ci ha mai voluto avere niente a che fare.
Una di quelle ragazze con la così detta ''corazza''.
Una di quelle ragazze forti fuori, fragili dentro.
Una di quelle ragazze che sostengono di non avere mai bisogno di nessuno.
Una di quelle ragazze che invece hanno bisogno di qualcuno al loro fianco; qualcuno che le ami per ciò che davvero sono.
Vulnerabile, molto sensibile, ma allo stesso tempo facilmente irritabile, permalosa, ribelle.
Lei è Willow Connelly e lei ha bisogno di innamorarsi di qualcuno che non la faccia soffrire, che la faccia sorridere e stare bene. Ma come tutti noi sappiamo, non è affatto facile trovare qualcuno così. Maschio o femmina che esso sia.
''Siamo tanti su questo fottuto pianeta, no? Qualcuno che mi sopporti deve pur esistere.''
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Ho scritto questo capitolo ascoltando: https://www.youtube.com/watch?v=EqWLpTKBFcU
Perciò provate a leggerlo ascoltandola, con il volume non troppo alto.
 
 
 
 
 
 
Ero dentro la sala d'attesa di un ospedale, seduta su una sedia scomoda a fissare il pavimento chiaro, illuminato dall'orribile luce bianca tipica degli ospedali.
Mi coprii il viso con le mani, ricominciando a piangere senza sosta, per l'ennesima volta in quelle ultime sette ore. Successivamente mi piegai in avanti, poggiando i gomiti sulle ginocchia, iniziando così anche a singhiozzare.
Era più forte di me. Non riuscivo a smettere di piangere. Mi si formava un nodo alla gola e le lacrime venivano fuori senza un fottuto controllo, al solo pensiero che Allison, una delle mie migliori amiche e quindi una delle persone a cui tenessi di più al mondo, avrebbe potuto lasciare la vita, da un momento all'altro.
Non riuscivo a smettere di piangere a questo orribile pensiero. Non riuscivo a smettere di piangere, soprattutto perché ero consapevole di non poter fare niente; assolutamente niente. Mi sentivo del tutto inutile ed impotente.
x: Willow?
Sentii pronunciare il mio nome da una voce familiare, maschile e piuttosto preoccupata. Ma a giudicare dal luogo in cui ci trovavamo, come poteva non essere preoccupato,chiunque esso fosse?
x: Willow, sei tu?
La sua voce adesso sembrava essere ancora più preoccupata, quasi tremolante, perciò decisi di sollevarmi dalla mia posizione ricurva. 
Mi sistemai con un gesto nervoso e tremolante i capelli, che mi erano ricaduti sul viso, e mi passai i palmi delle mani sulle guance bagnate dalla lacrime, così portandomi via dal viso tutto il nero che era venuto giù dai miei occhi. 
x: Willow.
Ripetè la stessa voce familiare, questa volta con un tono sollevato. Un tono sollevato, che presto sarebbe svanito.
Ad ogni modo, mi voltai alla mia destra e lo vidi avvicinarsi molto velocemente a me. Il suo viso era teso, i suoi occhi lasciavano trasparire tutta la sua preoccupazione, così come lo facevano le sue mani strette in dei pugni.
Willow: Liam.
Mi uscii come un verso incomprensibile e strozzato dalla gola, non sembrava nemmeno che avessi pronunciato il suo nome. Ma nonostante ciò, quando mi uscii quella sottospecie di verso dalle labbra e guardò dritto nei miei occhi lucidi, accelerò il passo e in due secondi si precipitò vicino a me.
Liam: Che cosa è successo?
Mi chiese sgranando gli occhi, dopo essersi seduto su una sedia libera, alla mia destra.
Willow: Allison..le-lei stava..stava venendo a casa mia e..
Provai a spiegargli cos'era successo senza smettere di singhiozzare, ma nonostante ciò, lui non si spazientì.
Willow: E la stavo aspettando da-da..una ventina di-di minuti,ormai.
Mi asciugai le lacrime sul viso con il dorso della mano, cercando di smettere di piangere e singhiozzare. Lui si limitò ad annuire.
Willow: Così l'ho chiamata..e le-le ho fatto fretta.
Continuai a singhiozzare, mentre le mie lacrime, pian piano,cessavano di scendere giù lungo le mie guance.
Liam: E allora? Cos'è successo dopo?
Mi chiese sempre più preoccupato.
Willow: Non ho sentito più la sua voce.
Dissi guardandolo dritto negli occhi, così come stava facendo lui.
Willow: Ho sentito soltanto un tonfo, il rumore delle gomme frenare sull'asfalto e una marea di clacson risuonare uno dopo l'altro.
Aggiunsi velocemente, mentre lui, al contrario, annuì lentamente. 
Liam: Okay.
Disse semplicemente; con tono calmo. Dopo di ché chiuse gli occhi e tirò un respiro profondo, mentre io speravo che da un momento all'altro una qualunque persona, qualificata a farlo, venisse a dirci che per Allison sarebbe andato tutto bene.
Willow: E' tutta colpa mia.
Dissi interrompendo il silenzio che si era venuto a formare tra me e lui e ricominciando a piangere.
Liam: Non è colpa tua,Willow.
Rispose lui immediatamente, voltandosi verso di me, mentre io scossi la testa.
Willow: Se non l'avessi chiamata..
Non mi lasciò finire la frase.
Liam: Sarebbe successo ugualmente.
Il suo tono di voce sembrava così tranquillo. Ma conoscevo fin troppo bene Liam. Lui stava morendo dentro. E lo si poteva capire bene dai suoi occhi, dalle sue mani tremolanti e dal suo modo di guardarsi attorno, in quel momento.
Liam: I suoi genitori sono già qua?
Io annuii.
Liam: Bene, allora raggiungiamoli.
Disse alzandosi in piedi di scatto, ma aspettando che anche io lo seguissi.
Willow: Non ci faranno entrare.
Gli ricordai, ma lui scrollò le spalle, mi prese la mano e mi trascinò con sé.
Liam: Devo sapere come sta.
Ecco. Adesso anche il suo tono di voce lasciava trasparire tutta la sua agitazione.
Willow: Eccoli.
Dissi quando vidi i genitori di Allison.
Mentre la madre piangeva disperata, il padre la stringeva forte a sé, accarezzandole i capelli, con gli occhi lucidi e trattenendo a stento le lacrime. 
Doveva essere quello forte, lui. Non poteva piangere. Non poteva mostrare il suo lato fragile. O almeno non poteva permettersi di farlo proprio in quel momento. Doveva essere forte due volte: per sé stesso e per la moglie. Ma credetemi. Il suo viso e i suoi occhi erano pieni di dolore. 
Nel vederli così, sentii un vuoto allo stomaco e quasi mi si bloccarono le gambe. Avevo paura che i suoi genitori fossero in quelle condizioni, perché gli avessero appena detto che Allison non ce l'aveva fatta, ma in cuor mio, speravo ancora che non fosse così.
Ad ogni modo, nonostane non mi sentissi più le gambe, Liam mi teneva stretta la mano, perciò continuai a seguirlo verso i genitori di Allison.
Liam: Signor Philips, Allison..
Liam non ebbe il tempo di finire la sua domanda. Il signor Philips, il padre di Allison, scosse lentamente la testa precedendo la domanda di Liam e guardando prima lui e poi me, dritto negli occhi.
Allison non ce l'aveva fatta. 
Mi sentii svuotata. La testa iniziò a girarmi. Qualsiasi suono si soffuse, fino a quando non sentii quasi più niente. Mi sentii le gambe molli. Le mani tremolanti. Allora strinsi la presa sulla mano di Liam. Lui fece lo stesso sulla mia.
Willow: Lei non..
Dissi a bassa voce, mentre Liam si girò verso di me, scuotendo la testa con un espressione del tutto incredula sul viso.
In quel momento, era come se ogni cosa e ogni persona fossero lontane da me. Riuscivo a vedere e sentire solo Liam, là di fronte a me, che mi teneva stretta la mano. E subito dietro di lui, i genitori di Allison, stretti l'uno all'altra, mentre una piangeva e l'altro cercava in tutti i modi di essere forte per entrambi, nonostante sia risaputo che per un genitore, perdere il proprio figlio o la propria figlia sia la cosa più straziante di tutte.
Willow: Non può essere vero.
Sussurrai mentre le braccia di Liam mi strinsero a sé. Nonostante mi sentissi le braccia molli e deboli, anche io lo strinsi, e quello diventò un abbraccio. Un abbraccio bagnato dalle mie e dalle sue lacrime.
Non riuscivo a credere, o meglio non volevo credere, che fosse davvero tutto finito per Allison. 
Dopo un paio di minuti, nella quale io e Liam ci tenemmo stretti l'uno all'altra, il padre di Allison si avvicinò a noi, e mi poggiò una mano sulla spalla.
S.Philips: Ragazzi.
Sollevammo entrambi lo sguardo sul suo viso; sul suo viso notevolmente distrutto e massacrato dal dolore di aver appena perso la propria figlia.
S.Philips: E' tardi e qua c'è solo tanto..dolore.
Ci fece notare, ma io non mi ero nemmeno accorta di aver trascorso le ultime otto ore in ospedale, sperando che la mia migliore amica si riprendesse.
S.Philips: Andate a casa, i vostri genitori saranno preoccupati.
Era un brav'uomo e ci conosceva sin da quando avevamo cinque anni io e sei Liam. Io, Allison e Liam eravamo cresciuti praticamente insieme, per via dell'amicizia trai nostri genitori.
Allison era la mia migliore amica, Liam il mio migliore amico, mentre loro due stavano insieme da ormai quasi un anno.
Ad ogni modo, decisi di ascoltare il consiglio del signor Philips, aveva perfettamente ragione. Insomma, era tardi, non c'era nient'altro da fare ed il mio cellulare era scarico da ormai ore, perciò mia madre era probabilmente molto preoccupata. Così salutammo lui e sua moglie e successivamente uscimmo da quel luogo tanto triste,che era l'ospedale.
Il tragitto nell'auto di Liam, dall'ospedale fino a casa mia, fu silenzioso e né io, né lui versammo una sola lacrima. Forse io le avevo finite, ormai dopo ore ed ore di pianti.
Quando arrivammo davanti casa mia, lui posteggiò la sua auto ed insistette per accompagnarmi fino a dentro.
*DriinDriin*
Suonai il campanello vicino alla porta di casa, vedendo la finestra del piano di sopra illuminata e quindi deducendo che ci fosse ancora qualcuno sveglio. E infatti era così.
Mia madre venne ad aprire in tutta fretta la porta di casa. Non chiudeva occhio se non sapeva dov'ero.
Mamma: Dove sei stata tutto questo tempo,Willow?
Mi chiese sono tono severo subito dopo aver aperto la porta. Io non risposi, ma semplicemente sollevai il viso.
Allora lei aggrottò le sopracciglia nel vedere il mio viso distrutto, e così anche quello di Liam.
Mamma: Ragazzi, ma cosa è successo?
Ci chiese mia madre chiudendo la porta di casa, dietro di noi, e adesso con tono preoccupato.
 
 
 
 
 
 
 
____________________
 
E' un po' corto, me ne rendo conto. Ma è il primo capitolo, quindi non volevo scriverlo troppo lungo. So anche che per cominciare, è un capitolo un po' triste, ma spero che vi piaccia ugualmente(:
 
-Aurora
   
 
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