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Autore: radioactive    22/08/2013    3 recensioni
Ⅰ. first kiss ~ crème brûlée: Se credeva che vedere Isabelle in cucina fosse il caos, ora si ritrovò a pregare l’Angelo che quei due non cucinassero mai assieme. | 904 parole |
Ⅱ. loving kiss ~ meringa e frutti rossi: Voleva desiderarlo per non dimenticare cosa si provasse nel farlo. | accenno angst ● 808 parole |
Ⅲ. passionate kiss ~ tiramisù: Il Nephilim dovette ammettere che aveva ragione: Magnus non era uno che di cui ci si scorda tanto facilmente, Magnus non aveva fatto nessuna festa “l’altra notte” e, cosa più importante di tutte, Magnus non aveva un letto – ma un materasso buttato a terra con coperte indecenti sopra di questo. | 1.188 parole |
Ⅳ. flirty kiss ~ gâteau au chocolat: Per una volta, qualcuno si stava prendendo cura di lui, ed Alec era felice che questo qualcuno fosse Magnus. | 1.181 parole |
Ⅴ. stolen kiss ~ tarte aux pommex: A ballare assieme furono Magnus e Clary, la rossa ridacchiava divertendosi come una matta e Alec la immaginò da piccola mentre ballava con i piedini sui quelli di Luke, volteggiando nel suo bell’abitino rosa confetto. | 643 parole | ◇
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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E' dolce quello che tu mi dici,

ma più dolce è il bacio che ho rubato alla tua bocca.

| cit. Heinrich Heine |

 

 

 

|| CAPITOLO flirty kiss ~ gâteau au chocolat.

 

 

Erano arrivati a Bruxelles in pieno giorno e, sebbene Alec sentisse le ossa un po’ indolenzite per aver dormito in aereo – Magnus aveva avuto la premura di ovattare il rumore delle turbine in modo che non gli venisse mal d’orecchie – non poteva dirsi affatto stanco. Avevano deciso quindi di andare in hotel solo per posare le valigie, ritirare le chiavi e visitare la stanza che sempre Magnus aveva preso.

Lo stregone aveva alzato una mano per chiamare un taxi e pochi istanti dopo un’auto nera con delle decorazioni a scacchi gialli sul fianco si fermò vicino a loro, Magnus si allungò oltre il finestrino per parlare all’autista, tentando in tre diverse lingue prima di capire quale il conducente preferisse. Alla fine si sedettero sui sedili posteriori ed Alec tese al tassista un bigliettino scritto di suo pugno (sotto dettatura di Magnus, ovviamente) che portava l’indirizzo “5 Rue Duquesnoy, 1000 Brussels”.

«E’ l’indirizzo dell’hotel» aveva minimizzato Magnus con un gesto della mano, sorridendogli affabile e afferrando la sua mano per giocare con le dita di Alec. Quello che Alexander non sapeva, però, era che il loro soggiorno di due notti in quello che poi si sarebbe presentato come il Royal Windsor Hotel Grand Place ammontava alla cifra di 2.490 euro, ovvero 3.332 e rotti verdi bigliettoni americani. La loro stanza – una Royal Suite – giocava sui colori della panna, dell’oro e del cioccolato e gli ricordava terribilmente quelle praline in carta dorata offerte durante il volo dalla compagnia belga.

Non si erano soffermati molto sul Royal Windsor, in realtà, perché Magnus aveva già parlato ad Alec di quante cose interessanti ci fossero a Bruxelles (e si da il caso che dal loro albergo si poteva arrivare facilmente a tutte queste mete turistiche) e che ci teneva che passassero almeno una giornata ad Anversa, dopo quelle due nella capitale. Alec non potè ribattere né tantomeno dire la sua, considerando come Magnus l’aveva travolto e trascinato in giro per la città come se fosse il suo paese Natale, si chiese se si sarebbe mosso con così tanta naturalezza anche in tutte le altre città che avrebbero visitato.

Uscirono dall’Hotel e camminarono per rue Duquesnoy, svoltando poi a destra e imboccando rue de l’Homme Chrétien (Magnus gli aveva detto che in francese significava “via dell’uomo cristiano”, un nome che aveva affascinato abbastanza il Nephilim) continuando su rue du Marché aux Fromages (“via del mercato del formaggio”, e qui Alec aveva riso), svoltato a destra e percorso rue des Chapeliers ed infine aveva fatto capolino dietro una gioielleria dai tendoni rossi un’enorme piazza che prendeva il nome di Grand Place.

Magnus gli aveva spiegato che, se fossero andati il diciotto ed il diciannove agosto, avrebbero visto Grand Place coperta da un incantevole tappeto di fiori in onore dell’Assunzione della Maria; schioccò le dita e lentamente, un manto di fiori dei colori più vivaci che si potessero immaginare prese forma come nebbiolina colorata al centro della piazza, dai contorni un po’ offuscati ma abbastanza nitidi da vedere, ogni tanto, i bordi dei petali.

Bel colpo, Bane.

«Questo è l’ultimo che ho visto, l’anno scorso… prima che voi Nephilim decideste di entrare ad una delle mie feste come se nulla fosse e mettermi nei casini» disse lo stregone mentre l’illusione iniziava a venir meno, appoggiò una mano sulla schiena di Alec lasciandoci piccole carezze.

Era un gesto che si ripeteva spesso, in quelle vacanze appena iniziate: la sera Magnus vedeva Alec addormentarsi con il peso del mondo sulle spalle e le federe dei cuscini strette tra i pugni, il viso rilassato si contraeva improvvisamente in una smorfia di dolore e puntualmente lo stregone gli concedeva quel gesto. Lo coccolava come se fosse un animale ferito e, difatti, lo era.

Sapeva che per la testa gli frugavano ancora un sacco di cose, troppe. La morte di Max, principalmente e – quando non c’era quello, si metteva in mezzo il qui pro quo avuto con Jace ad Alicante, nonostante fosse tutto risolto; quante volte Alec aveva rivisto dietro le sue palpebre quel “baciami” di suo fratello, e quante volte si era svegliato con la stessa sensazione di voltastomaco che ebbe quel giorno. Allo stesso modo, però, non gli faceva male pensare di aver baciato lo stregone in mezzo a tutto in Conclave, o almeno non gli doleva così come il resto.

Era come se lui e Magnus avessero re iniziato daccapo, si disse più volte, e finalmente Alec riusciva a vedere tutta la tenerezza e la premura dietro i suoi gesti – e ne era contento.

Per una volta, qualcuno si stava prendendo cura di lui, ed Alec era felice che questo qualcuno fosse Magnus.

Iniziarono a fare il giro della piazza partendo dal lato sud, quello alla loro sinistra. Magnus indicava tutte le case delle corporazioni chiamandole con il loro nome francese e poi traducendolo in inglese e, nel caso potesse farlo, di spiegare qualcosa sull’edificio; si soffermò all’Hôtel de Ville, il municipio, e spiegò che in cima alla sua torre vi era una statua di San Michele Arcangelo che combatteva il diavolo. Continuarono il loro breve tour, Magnus gli raccontò della Casa del Giuramento degli Arcieri e di quella dei Panettieri (La Louve e Le Roi d'Espagne) – indugiandosi poi sulla Maison du Roi e, infine, su un negozio che portava il numero “22”, sotto Joseph et Anne.

Magnus gli sorride fiducioso e gli afferrò la mano, «sai… io adoro il cioccolato», trascinandolo poi dentro il negozio.

 

Alec capì ben presto che “Godiva” (così si chiamava) era una cioccolateria che vendeva di tutto e di più, e doveva ammettere che il prezzo valeva la qualità perché, quando Alec e Magnus si sedettero sul ciglio della strada – poco ortodosso ma efficace! – e tirarono fuori una delle delizie che lo stregone aveva preso nel negozio dandone un morso a testa (una fetta di torta a cioccolato(erano stati fortunati – aveva detto la commessa – non la facevano spesso!) un’esplosione meravigliosa di cacao invase la bocca di entrambi, deliziando le loro papille gustative come se fosse nettare. Nonostante tutto, il Belgio era la patria del cioccolato e Godiva uno dei migliori negozi del mondo.

«E con questo mi sono distrutto il pranzo» commentò Alec finendo di mangiare la torta, Magnus pizzicava da un sacchetto delle mandorle ricoperte di cioccolato.

«Beh, ne è valsa la pena, no?» sorrise l’altro, prima di alzarsi e tendere la mano ad Alec per farlo ritornare in piedi, imboccarono rue de la Colline, distaccandosi dalla folla di quella piazza, la mano di Alec stretta a quella di Magnus in una morsa affettuosa.

Era stata una bella giornata, quella, considerando anche che al ritorno in albergo, la sera, vi erano delle fragole immerse nel cioccolato e che Magnus si divertiva a tenerle tra i denti, aspettando che Alec intuisse di doversi avvicinare e mordere la frutta… questo invece non faceva altro che stare in piedi a braccia conserte, con le scarpe in mano a rivolgergli uno sguardo scettico e quattro semplici parole: «Ci stai provando, Bane?».

Certo che ci stava provando, era il suo modo di flirtare.

Ed Alec aveva acconsentito.

Bel colpo, Bane.

 

 

 

 

Note d’Autrice ◊ «viviamo e respiriamo parole»

 

Ho avuto un sacco di difficoltà a scrivere questo capitolo, inizialmente volevo incentrarlo sulla figura di Magnus (che, ricordiamoci, ha la pelle ambrata, rawr! ), ma mi sembrava di ripetermi e così ho… tentato di fare qualcos’altro, fallendo miseramente.

Mi sembrava carino usare il “flirty kiss” per fare qualcosa di più “nuovo” rispetto a tutte le altre che sono poste in un futuro senza capo né coda, un limbo dove stanno tutti bene, sì. E, se la memoria non m’inganna, Alec va davvero in giro per il mondo dopo Alicante con addosso tutto quello che ha fatto e, beh, non mi sembra giusto fargli ricordare solo ma morte di Max, perché anche il bacio-che-non-ha-dato-a-Jace mi sembrava che lo avesse scosso tanto ;;

In più ho avuto la percezione che da Alicante fosse stato riavviato tutto, tra Magnus e Alec, perché è stato detto chiaramente che il Lightwood frequentasse Magnus solo per cercare di rimpiazzare Jace. Quindi ho giocato sul “ricominciare” e quindi il “flirt”, anche se rimango abbastanza scettica sul risultato.

Mi dovete scusare se sono stata un po’ troppo particolareggiante su Bruxelles e se ho scritto anche le vie, ma io adoro fare le cose per bene – ma temo che il risultato sia venuto fuori un po’ “pesante”, ma continuo a sperare che apprezziate il mio lavoro ;D

Per i soldi, ho preferito scrivere la somma in numeri (avrei dovuto farlo a lettere, considerando che non è una data, eh!) per rendere più chiaro la quantità di euro/dollari spesi da Magnus, se avessi scritto probabilmente nessuno avrebbe avuto la pazienza di leggere per bene XD – e, già che siamo in tema, il prezzo non è tirato su a caso, ma sono andata sul sito dell’Hotel e ho fatto la richiesta della camera per due adulti e bla bla bla.

Insomma, tutto quello che c’è qua sopra esiste veramente 8D l’unico appunto è che non so se Godiva fa le torte al cioccolato, ho quindi dovuto “giustificare” con la commessa ecc. Spero che mi perdonerete.

Ringrazio tutti quelli che hanno messo tra preferite/seguite/ricordate… che sono tantissimi e continuano a crescere! **

 

Al prossimo capitolo che, nel bene o nel male, sarà l’ultimo!

radioactive,

 

   
 
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