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Autore: Altair13Sirio    22/08/2013    0 recensioni
"Mi era stato assegnato un incarico: dovevo uccidere un uomo che aveva fatto una predica contro i Templari.Quando si è presentato il momento l’ho ucciso! Il fatto è che me ne sono pentita subito!" Fiora Cavazza racconta del suo ultimo incarico da Templare e il perchè del suo tradimento. Dopo di quello, la sua vita sarà finita... Forse. Dopo essere stata salvata da un Assassino da morte sicura, Fiora comincierà una lotta tra lei e i Templari, e uno di questi potrebbe venirne coinvolto più di quanto potrebbe mai pensare. L'uomo che non fallisce mai, il Templare perfetto, sempre avvolto nel mistero. Colui che non crede a ciò in cui crede. Colui che vive la sua vita lontano dalla vita stessa. Il Lupo. "Mi dispiace per Fiora… Non avrà modo di migliorare la sua vita…"
Tutti combatteranno la loro battaglia. Fiora, Il Lupo, Ezio, Severino, Emiliana... Le convinzioni più forti vacilleranno. Chi sceglierà ciò che è giusto? E chi sceglierà ciò che crede giusto?
"E’ tenace… Non vuole morire…"
"Non morirò per mano di un Templare! "
Assassin's Creed - Rebirth -
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Ezio Auditore, Il Lupo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Assassin's Creed: The Rebirth'
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Il Lupo avrebbe voluto andarsene, ma sentiva qualcosa, come se non volesse abbandonare quel luogo… Fiora stava bene, era al sicuro, ormai, ma lui non se ne voleva andare, nonostante pensasse fosse la cosa migliore da fare. Gli Assassini lo avevano convinto a restare, tirando in ballo il fatto che non sapevano come comportarsi con Lia… E Fiora non lo avrebbe lasciato andare, ma in quel momento non avrebbe potuto fare niente…
Il Lupo non voleva mentire a Lia, tuttavia non voleva che ridiventasse una Templare… Ma se Ezio diceva che non era più una minaccia, allora avrebbe provato a dirle tutto: non sarebbe stato giusto farle credere di essere qualcuno che non era. Non appena si risvegliò e riuscì a comprendere ciò che le veniva detto, le parlò. Aveva proprio dimenticato tutto. Era tornata una bambina…
<< Al momento… Sei una Templare. >> Disse Il Lupo con le braccia incrociate, seduto davanti al letto della ragazza.
<< Come? >> Chiese stordita.
Il Lupo sospirò. Doveva essere paziente: così si mise a raccontarle tutta la storia. doveva raccontarle la storia dei Templari e quello che facevano, e poi doveva raccontarle la sua storia... Non sapeva molto di Lia, ma era entrato a far parte dei Templari prima di lei, e poteva raccontarle cosa aveva fatto in quel periodo…
Lei era la Trafficante. Comprava o rubava oggetti pregiati, armi o qualunque altra merce che potesse interessare ai Templari, e le rivendeva per ricavarne soldi, in parte per sé, in parte per i Borgia… Era come una tassa che doveva pagare perché potessero chiudere un occhio per i suoi crimini; in fondo si trattava sempre di omicidi e furti… Non erano mai stati grandi amici, ma qualche volta avevano lavorato insieme… Poi Il Lupo le parlò di tutto quello che era successo da quando Fiora era fuggita, e di come lui era stato cacciato, di come aveva combattuto contro Fiora, il giorno che gli Assassini si erano infiltrati al castello, e, infine, di come era stata colpita dal Frutto dell’Eden, dopo essere stata tradita da fra’ Ristoro, che aveva tentato il tutto per tutto, pur di vincere…
Alla fine del racconto, Lia era pensierosa. Ora ricordava abbastanza per poter decidere da sola cosa fare…
<< Puoi scegliere, se rimanere una Templare, diventare una persona normale, senza uccidere o rubare, o diventare un’Assassina… Io non voglio condizionare la tua scelta… Potrei dirti facilmente i pro e i contro di ogni scelta, ma la decisione spetta a te! >> Disse Il Lupo.
Dopo un attimo di esitazione, Lia chiese:<< Quali sono i pro e i contro? >> Il Lupo sospirò. << Rimanendo una Templare non dureresti molto, tra queste mura… E inoltre dovresti vedertela da sola con tutti noi e tutti i ribelli… Non saresti ben voluta dalla gente e saresti un burattino che non sa pensare con la propria testa… Però vivresti bene… Avresti protezione e soldi in quantità… Diventando una persona normale, saresti solo una persona che si è levata dalla scena, che se n’è andata, lasciando perdere tutto questo… Un atteggiamento da vigliacchi, direi. Ma in fondo sarebbe solo chiedere di vivere una vita normale, e dopo tutto questo, chi non lo vorrebbe? Non posso rimproverare qualcuno per questo, quando anch’io vorrei andarmene, lasciando tutto questo ad altri, ma sarebbe un comportamento da vigliacco, e io lo sono stato fin troppo! >> Il Lupo si accorse di aver cambiato discorso. Tossicchiò e continuò. << Tuttavia, ricominciare una vita normale con tante vite sulla coscienza, non sarebbe molto giusto… Diventare un’Assassina sarebbe la cosa migliore, dato che potresti continuare a vivere pensando con la tua testa, senza che le vite che ti porti dietro ti pesino sulla coscienza, perché faresti qualcosa di buono, pur uccidendo… Tuttavia è comunque pericoloso: essere un Assassino significa andare in missione, rischiare la vita e altro ancora… >> Finì Il Lupo. << Ricorda che non voglio condizionare la tua scelta. Io non tenterò di farti scegliere qualcosa che non vuoi: devi pensare con la tua testa! >>
Lia deglutì e rimase in silenzio. Con voce roca, rispose. << Diverrò un’Assassina. Già ora non riesco a sopportare di aver ucciso degli innocenti, e rimanendo una Templare odierei me stessa, come divenendo una persona normale… >> Lo guardò speranzosa. << Farò del bene, cosa che nella mia vita non ho mai fatto. >> Il Lupo sorrise. << Non lo puoi sapere… >>
 

*

 
Erano passate due settimane. Fiora stava meglio, e Lia riusciva a fare quello che faceva prima; era tornata nel pieno possesso delle sue abilità. Il Lupo era rimasto: sarebbe diventato un Assassino, e, pur brontolando, dicendo di non esserne degno, due persone sapevano la verità: lui ed Ezio.
Severino Sabelli era ancora un po’ acciaccato, ma stava bene… Ora Emiliana non lo perdeva di vista nenache un momento, temendo che si cacciasse in qualche guaio, e a lui non davano certo fastidio, le sue premure…
Orfeo e Fabiola avevano addestrato Lia per farla tornare in piena forma.
Il Lupo aveva fatto visita a Fiora ogni giorno, finchè, il giorno dopo aver accettato di diventare un Assassino, sapendo che anche lei lo sarebbe diventata, passò da un fabbro per commisionargli alcune cose, e poi si chiuse nella sua stanza e non ne uscì se non ventidue ore e tredici minuti esatti dopo, con un oggetto avvolto in un panno. Passò a ritirare qualcosa dal fabbro, e andò da Fiora. Lei era con Ezio, Severino ed Emiliana, e stavano decidendo la data della cerimonia di iniziazione. Lui la prese in disparte e le diede alcune cose: una spada con l’impugnatura dorata ben salda, con una rosa di rubino proprio sull’elsa, e una lama celata che si adattava ai suoi abiti; sopra c’erano incisi il simbolo degli assassini con sopra una rosa. Lei sorrise, ringraziandolo per il regalo, e gli mostrò una cosa: tirò fuori il suo ventaglio e gli fece vedere che la croce Templare era stata cancellata, in qualche modo, e ora c’era il simbolo degli Assassini. Il Lupo sapeva che per lei quella piccola cosa era importante, perché significava definitivamente la scissione dai Templari. Passò ad illustrargli come usare la lama celata: l’aveva creata a molla, come quelle degli Assassini, ma aveva velocizzato l’uscita della lama, conoscendo Fiora, avrebbe dovuto essere molto veloce, per non intralciarla. Gliela fissò al polso sinistro e gliela fece provare. Quando uscì allo scoperto, la lama brillò alla luce delle torce, e Fiora potè vedere incisa la scritta: “Pensa sempre con la tua testa”. Lei lo guardò felice, come se tutto quello fosse stato possibile solo grazie a lui. Lui scosse la testa e le disse che era stata lei: era lei che aveva fatto tutto quello. Fiora lo abbracciò, e Il Lupo ricambiò l’abbraccio.
La sera prestabilita per la cerimonia arrivò.
I tre ex-Templari erano nella sala delle cerimonie, davanti al tappeto rosso. Ai lati c’erano tutti gli Assassini in fila: Orfeo, Fabiola, Severino, Paolo, Tullio, Luca, Giovanni, Marco e Ulrico. In fondo alla sala, vicino a un altare e a un braciere, c’erano Ezio, Severino – che guardava la scena con orgoglio – e Emiliana a sorregerlo. Lia partì per prima: non aveva voluto rinunciare al suo mantello verde, a cui erano stati tolti tutti i simboli Templari, naturalmente. Dietro di lei Fiora camminava a testa alta sorridendo. Il Lupo aveva eliminato la croce sul suo mantello, e, nascondendo la verità – che solo lui ed Ezio conoscevano – si era fatto mettere il simbolo degli Assassini di sopra.
Ezio si mise una mano sul cuore, e fu seguito da Severino, Emiliana e i tre iniziati.
<< Laa shay'a waqi'un moutlaq bale kouloun moumkine. La saggezza del nostro Credo sta in queste parole. >> Disse. << Laddove altri seguono ciecamente la verità, ricordate… >>
I tre risposero insieme:<< Nulla è reale. >>
<< Laddove altri sono limitati dalla morale e dalle leggi, ricordate… >>
<< Tutto è lecito. >>
<< Agiamo nell'ombra per servire la luce. Siamo Assassini. >> Finì Ezio. Emiliana gli diede un marchio che era rimasto nel braciere. I tre allungarono le braccia e aprirono gli anulari. Ezio marchiò prima Lia, poi Fiora e infine Il Lupo.
Furono poi portati in cima alla torre, dove avrebbero effettuato il Salto della Fede.
Lia saltò ed entrò in acqua.
Fiora saltò ed entrò in acqua.
Toccò infine al Lupo. Si stava avvicinando alla trave da cui si sarebbe lanciato, ma Ezio gli parò una mano davanti. Gli sorrise. Il Lupo capì e rispose al sorriso. Salì sulla trave e saltò.
Era un Assassino, e aveva trovato la sua strada. 

   
 
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