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Autore: HappinessBK    22/08/2013    2 recensioni
Cosa succede quando due persone agli antipodi si scontrano?
Kathrine ha diciassette anni. Scostante quando impulsiva, si butta a capofitto in ciò che non conosce con tutto l'entusiasmo di una sconsiderata ragazzina.
Jared ha vent'anni. Una vita perfetta servita su un piatto d'argento e la risposta sempre pronta.
Quando la coincidenza decide di pasticciare con i destini altrui il confine tra giusto e sbagliato si confonde e in men che non si dica Londra diventa teatro di un'ennesima storia d'amore.
Ma Kathrine ha Will, bellissimo modello che sembra l'incarnazione di un perfetto fidanzato.
Jared dal canto suo sta con Bonnie Ollie Mors, aspirante cantante nonchè bambola vivente.
Le relazioni si intrecciano, le amicizie tradiscono e non esistono più distinzioni tra vittime e prede.
''-Smettila di chiamarmi bambina- Sono un'idiota. Sì, lo sono. Gli avevo risposo ancora prima di imporre a me stessa di stare zitta. Barriere mente-bocca: totalmente inesistenti.
Con fare esausto mi costrinsi ad alzare lo sguardo. Non lo avessi mai fatto.
Il mio sguardo come una calamita si incatenò al suo, i suoi occhi verdi richiamarono i miei in maniera tanto violenta che mi venne la pelle d'oca''
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Lavanda's lavanderia

 

-E’ un grandissimo deficiente. Lui non ha idea di cosa si sta perdendo!- L’ennesimo pugno sul tavolo mi fece ancora sobbalzare e dall’orlo della tazza si riversò della cioccolata sul tavolo.

-Ma che cosa pensa di fare, eh? Un bel faccino e un sorriso da angioletto non giustificano di certo i suoi comportamenti!- Phoebe era implacabile e continuava a dimenarsi sulla sedia mentre io mi alzavo per prendere uno straccio.

-Ah, ma questa volta non lo devi perdonare! Ci siamo intese? Sono passate tre settimane dall’ultima volta che vi siete visti- Un ringhio stizzito le uscì dalle labbra e io con un movimento svogliato pulii la cioccolata dal tavolo –Assolutamente no! Ma chi si crede di essere?!-

Lo sguardo di Phoebe calò su di me, non voleva realmente una risposta ma mi strinsi nelle spalle in un tacito segno di approvazione.

-Dio, guarda come ti ha ridotto!- La bionda si placò per un attimo e trascinò la sedia più vicino a me con un fastidioso rumore. Sporse una mano verso il mio volto e catturò una lacrima solitaria prima che scivolasse sulle guance.

-Phì, non lo so, io non so cosa fare. Io lo amo- Mi soffermai a calcare le ultime parole con un' agitazione inconsueta.

‘’Ma lo ami ancora davvero Kath? Lo ami nonostante ciò che ti sta facendo? Lo ami realmente?’’

-Non lo so- Risposi a voce alta ai miei pensieri e notai l’espressione stranita di Phoebe.

-Come non lo sai?-

-O..oh..cosa mi hai chiesto?- sussurrai flebilmente, bevendo altra cioccolata.

-Sai per quale motivo non può venire questo fine settimana?-

Fui sul punto di dirle la verità: che non lo sapevo. Che in quelle tre settimane non mi aveva mai dato una spiegazione e mi aveva abbandonata con un semplice messaggio, ma mi fermai. Se Phoebe avesse saputo tutta la realtà su Will, non credo che avrebbe approvato e in quel momento non ero abbastanza in forze da sopportare un secondo round di insulti a senso unico verso il mio ragazzo.

Se così lo potevo ancora chiamare.

-M-mi ha detto di avere una sfilata, sai, è importante. Non può mancare- Sputai fuori quella bugia con la voce tremante e lo sguardo basso, non mi piaceva mentire a Phoebe.

-Mh…capisco...- La ragazza rimase pensierosa a fissare il pavimento –Ma...che ne dici se…-

Le parole di Phoebe sfumarono e ritornai a pensare all’ultima volta che avevo parlato con William.

 

‘’P-pronto?’’

‘’Chi è?’’ La sua voce attraverso la cornetta sembrava ovattata, forse era colpa del chiasso nella stanza.

‘’Amore...amore, sono io’’

‘’Oh, amore! Mi manchi da impazzire, non ti immagini nemmeno quanto!’’

‘’Hai...hai cambiato cellulare?’’ Come poteva non aver riconosciuto il mio numero? Gliel’avevo salvato in rubrica prima che partisse.

‘’No...cioè si! Ah si, mi ero dimenticato di dirtelo. E’ stato un gentile regalo da parte del mio capo. Ora amore devo and-‘’ Lo troncai prima che potesse farmi a pezzi il cuore, per l’ennesima volta.

‘’Quando tornerai Will? Quando?’’

‘’Oh Kath…lo sai che sono pieno di studio’’ La sua voce era spezzata, non mi stava dicendo tutta la verità.

‘’M-ma...non possiamo con-‘’

‘’Tesoro devo andare, ti richiamo stasera. Ti amo’’ Sentii delle risate in sottofondo e poi la linea cadde.

Ovviamente la sera la passai tra diversi strati di coperte ed il materasso nel vago tentativo di soffocare il rumoroso pianto che la sua assenza si era portata appresso.

 

 

-Allora? Che ne dici?- La voce entusiasta di Phoebe non mi fece presagire nulla di buono ma ormai il bello del discorso me l’ero persa, non potevo chiederle di ripetere ancora una volta il suo monologo.

-Si..si, immagino che vada bene- Abbozzai un sorriso e il volto della bionda si illuminò.

-Allora vediamo di farci belle!- Storsi il naso a quella esclamazione.

‘‘Per l’amor del cielo, in che guaio mi sono cacciata?’’

 

 

 

Due ore dopo mi trovavo strizzata in un paio di jeans troppo stretti per le mie cosce bitorzolute ed impantanata nei chili di mascara.

-Mi puoi spiegare il perché di tutto questo dannatissimo trucco?- Sbuffai mentre Phoebe si fermava davanti ad un negozietto dall’aria trascurata.

La vetrina era trasparente e tappezzata di adesivi di sconti di anni fa e promozioni risalenti all’era mesolitica. Dal vetro spiccavano subito due cose: il colore giallo canarino dei divanetti sistemati davanti alla schiera di lavatrici e l’insegna. Lessi avidamente quelle lettere rovinate dal tempo e mi ritrovai a rabbrividire un attimo dopo.

‘’Lavanda’s lavanderia’’

-Ma mi ascolti una buona volta? Jared, oggi incontriamo Jared!-

-Ommioddio- Feci in tempo a sillabare quella parola e mi resi conto del pasticcio in cui mi ero cacciata.

Effettivamente Phì mi sembrava fin troppo contenta per quella proposta e fin troppo stupita del mio consenso. Dannatissima me, dannatissima la mia stupida testa che si perdeva nei suoi pensieri come se nulla fosse!

Avevo il morale sotto i piedi per tutto quello che era successo ed ora, alle tre del pomeriggio di un autunno fin troppo freddo dovevo spalleggiare la mia migliore amica nella conquista di una nuova fiamma.

‘’Perfetto’’ pensai.

Mi spostai una lunga ciocca di capelli neri che era finita sul viso a causa del vento e mi persi ancora nei miei pensieri.

‘’Dovrei tagliare i capelli, se continuo ad aspettare mi arriveranno fino alla schiena’’

-Hei..Cate, non ti sarai arrabbiata..- Vidi Phoebe avvicinarsi lentamente con voce tremolante, una parvenza di pentimento. Ma come potevo fare l’antipatica quando la mia migliore amica stava cercando di distrarmi? Probabilmente stavo togliendo anche la privacy a quello che si era immaginata un incontro di fuoco.

Scrollai le spalle e sorrisi. –Non ti preoccupare, va tutto bene- Si illuminò per la mia risposta e saltellò sul posto.

-Chissà cosa avrà di così bello questo ragazzo da farti perdere la testa a questo modo..-

-Tu non hai id...- La vidi sbiancare, rimanere a bocca aperta per un attimo e poi sciogliersi in un sorriso smielato. –E’ arrivato, è lui- Phoebe mi intimò a bassa voce, così da non farsi sentire.

Mi sporsi oltre la sua spalla che mi copriva la visuale e lo vidi anche io, un ragazzo in t-shirt che si avvicinava a grandi falcate verso di noi.

Aveva dei grandi occhiali scuri che gli coprivano parte del viso e una chioma di riccioli neri e ribelli che si stava scompigliando proprio nel momento in cui si fermò di fronte a Phoebe.

-Hei ciao! Sono in ritardo?- Una schiera di denti bianchi e regolari fecero capolino dalle sue labbra e trattenni il fiato per un attimo mentre un calore poco familiare si irradiava dal centro del mio corpo. Il ragazzo si stava sfilando gli occhiali senza distogliere lo sguardo dalla mia amica e io fui libera di analizzarlo da capo a piedi, sempre più stupita. I suoi occhi verdi raccolsero prepotentemente tutta la mia attenzione e con un sussulto ed il fiato mozzato sobbalzai, sporgendomi involontariamente verso il ragazzo ed appoggiando la mano sulla sua spalla.

-M...ma...ma tu...!- Sussurrai soffiando le parole nel momento stesso in cui mi resi conto di ciò che stavo facendo.

Phoebe mi guardò stranita e il ragazzo, che a quanto pareva si chiamava Jared, si voltò verso di me. Un lampo di stupore gli trapassò gli occhi e dopo poco vidi un sorriso divertito disegnarsi sulle sue labbra carnose.

-Heila, bambina. Ti sono mancato?-

Rimasi stordita. Non solo perché lui era girato verso di me e i suoi occhi terribilmente verdi non sembravano schiodarsi dai miei, ma perché il timbro roco della sua voce arrivò alle mie orecchie in maniera tanto melodiosa che mi abbandonai ad un sospiro rilassato.

In un istante tutto ciò che era successo prima si cancellò. Fine, caput, spazzato via. Tutta la realtà di quel momento sembrò sbalzata via, in quel momento in cui né io né lui dicevamo nulla ed io-priva di pudore- mi crogiolavo nell’intensità del suo sguardo.

-Mi devi raccontare qualcosa Caterina?- La voce aspra di Phoebe mi risvegliò dal mio piccolo paradiso personale e scattai lontana da Jared, facendo scivolare via la mano dalla sua spalla ed accarezzandogli distrattamente tutta la lunghezza del braccio. Le labbra di Jared si serrarono ed i contorni del suo viso si irrigidirono mentre mi allontanavo ed abbozzavo delle scuse poco convincenti alla mia amica.

-Oggi io e Caterina abbiamo avuto un piccolo incidente per colpa del temporale improvviso. Mi avresti dovuto dire che avevi un’amica così sbadata Phì- La sua voce, stranamente dura e autoritaria si intromise nel discorso. Rabbrividii nel sentire quel cambio di tono.

‘’Meglio non aggiungere altro, si stanno già mangiando con gli occhi’’ Chinai la testa per farmi da parte e lasciai che Phoebe prendesse in mano la situazione.

Il suo sguardo mi aveva letteralmente bruciata, come se mi avesse allontanata in malo modo da loro due e così mi limitai a seguirli in silenzio.

Mi guardai intorno: Oltre la stanza con i divanetti giallo canarino c’era un piccolo corridoio disseminato di altre stanze. Divanetti verdi, blu, rossi e viola spiccavano da ogni saletta e alla fine del corridoio si apriva una sala più grande. Negli angoli di quest’ultima stanza c’erano due banconi dover poter pagare, o almeno così era un anno fa quando ci venni con mia madre.

-Allora- La mano smaltata di rosso della bionda si avvinghiò al braccio muscoloso di Jared e i due si avviarono verso lo stanzino viola lasciandomi indietro. –Cosa fai nella vita?-

Jared gettò uno sguardo perplesso e rammaricato verso di me prima di rispondere.

-Mi mantengo dirigendo una sede dell’azienda di mio padre qua a Londra e con quello che guadagno mi diverto. Sai, incido delle canzoni, vado al pub, esco con gli amici..-

-Ma davvero dirigi una azienda?! Deve essere fantastico! Di che cosa si occupa la tua sede?-

Mantenni lo sguardo basso mentre Phoebe saltellava a fianco di Jared.

‘’Lei sta provando a conquistarlo e tu le stai tra i piedi, bell’amica che sei!’’ Arricciai il naso a quei pensieri e cominciai ad escogitare una scusa da poter rifilare ai due piccioncini per poterli lasciare soli.

-Cate, mi faresti il favore di mettere la camicetta nella lavatrice?- La voce di Phoebe interruppe il rumore molesto che stavano producendo gli ingranaggi della mia testolina e, colta di sorpresa, le annuii.

-Dove l’hai messa?- Chiesi intimorita di poter disturbare la loro conversazione.

-Beh..dovrebbe essere qua..- La bionda cominciò a frugare nella borsa e a sbuffare scocciata per poi avvicinarsi ad un ripiano di lavatrici ed appoggiarci la borsa.

-Io te lo dico sempre che ci metti troppa roba- Le dissi facendo spallucce nel vago tentativo di continuare ad ignorare Jared

Jared.

Mi voltai verso di lui ed il suo sguardo mi inchiodò letteralmente. Il profilo perfetto e la linea decisa della mascella, la labbra carnose ed increspate dal disappunto che gli addolcivano i tratti. Ed i suoi occhi. I suoi meravigliosi occhi verdi come un prato in primavera, grandi ed incorniciati da lunghe ciglia per le quali qualsiasi ragazza avrebbe dato l’anima.

Era bellissimo.

-Hei...ma...tu sei Phoebe?- Un ragazzo biondo con due occhioni color miele si catapultò nella nostra saletta e attaccò bottone con la mia amica. Rimasi allibita davanti a quella visione fino a che lo sconosciuto non trascinò fuori dalla stanza Phoebe, tenendola per mano.

‘’Forse è uno dei suoi tanti spasimanti’’ Mi limitai a fare spallucce mentre avvertivo lo sguardo di Jared trafiggermi la schiena.

Mi voltai e un sorriso si fece largo su quelle labbra rosee. Per un istante, solo uno, lasciai che il mio sguardo vagasse sul suo volto come a trarre placido piacere dello spettacolo che mi stavo godendo.

-Mi stai evitando?- La sua voce mi risvegliò dalla contemplazione di quel volto così perfetto e mi resi conto che stava bisbigliando.

-Perché bisbigli?- Chiesi, sfacciata.

-Perché non sarebbe carino far sapere alla tua amica che stai catalizzando tutta la mia attenzione-

Sgranai gli occhi, stupita dalle sue parole ed ancora prima di realizzarne il significato e poterne essere lusingata, gli assestai uno schiaffo in pieno viso.

-Tu… ma come ti permetti?!- Sputai acida, con ancora la mano sul suo volto mentre l’espressione di stupore di Jared mutava in un sorriso.

Sentivo la mano e la pelle liscia del suo viso andare a fuoco per lo schiaffo. Imbestialita per la sua quasi risata feci per ritirare la mano ma lui fu più veloce di me; catturò il mio polso in una morsa che tradiva rabbia e mi attirò a sé.

-Questo comportamento è molto, molto, molto scorretto- Sussurrò portando una mano alla base della schiena ed indugiando lentamente mentre scivolava sempre più giù verso le mie natiche.

-C-che cosa..stai facendo?- Sussurrai scandalizzata mentre il suo tocco mi calmava e mi trascinava al suo livello, al suo gioco.

‘’Dio, Kathrine, contieniti!’’ Ringhiai a me stessa. Ero furiosa! Furiosa perché era ad un appuntamento con la mia amica ed aveva fatto lo smorfioso con me. Furiosa perché stamattina mi aveva lasciata sul treno senza nemmeno degnarsi di salutarmi. Ero furiosa per tutti gli avvenimenti della giornata ma, soprattutto, perché odiavo sentire il mio corpo reagire al suo in maniera così prepotente.

Una scia di brividi mi fece inarcare la schiena e, con ancora la sinistra imprigionata nella sua mano, appoggiai l’altra sulla sua spalla e cercai di spingerlo via. O almeno ci provai, perché non lo scostai nemmeno di un millimetro.

-Le bambine non dovrebbero alzare le mani sugli adulti, lo sai?- Mormorò mentre si chinava su di me e la mascella contratta si rilassava, come placato dal sentire il mio seno che premeva contro il suo torace.

‘’Forse, anche io gli faccio lo stesso effetto’’ Aggrottai la fronte.

‘’Stupida che non sono altro, appena mi lascia ora gli assesto un altro schiaffo. Ma chi lo conosce?!’’

‘’...il suo corpo però è così caldo…’’

-Mhmh…scusami- Chiusi gli occhi quando il suo respiro caldo arrivò a sfiorare le mie guance arrossate e smisi di cercare di spingerlo via. Feci scivolare una mano fino al suo gomito e accarezzai la pelle nuda del braccio con avidità.

-Non mi bastano delle scuse- Disse a denti stretti mentre scioglieva la presa sulla mia mano.

-C-cosa vuoi?- Riaprii gli occhi e vidi che non era più chino su di me, che solo i nostri toraci si sfioravano mentre la sua mano continuava a vagare sulla mia schiena in leggere carezze circolari, sfiorando la cinta dei pantaloni ma senza andare oltre.

-Una cena fuori - Un sorriso bastardo si dipinse sul suo volto e il mio viso divenne purpureo.

-Ma, ma sei pazzo?- Sgranai gli occhi indignata ma non provai nemmeno ad allontanarmi da Jared. C’era una insana, folle, masochista parte di me che mi teneva imprigionata tra le sue mani. Sembrava voler plasmare il mio corpo a sua misura mentre il suo sguardo sfidava il mio ed io non riuscivo a negare queste carezze al mio corpo desideroso.

-Sto scherzando, stai calma- Soffocò una risata giocosa ed io abbassai lo sguardo. –Hai attirato l’attenzione di tutti tirandomi lo schiaffo, ora fai la brava bimba-

‘’Oh no! Che stupida che sono! Non ho minimamente pensato alle conseguenze’’ Mi maledissi mentalmente e quando provai a girarmi per sondare l’espressione dei presenti, la presa di Jared si fece più stretta.

-Non ti girare- Sussurrò in modo che solo io potessi sentirlo.

La sua voce era splendidamente roca come quel mattino, non potei fare a meno di trasalire.

-Ma Phì..- Protestai, pensando alla figuraccia che avrei fatto se non mi fossi allontanata prima che Phoebe tornasse dalla stanza vicina.

-Shh, non ti preoccupare, a quanto pare ha già trovato un altro- Ridacchiò e sul suo viso si formarono delle tenerissime fossette. Un tuffo al cuore mi scosse e mi ritrovai a sorridere, persa nella dolcezza che il suo volto tradiva. Sentii il cuore perdere un battito quando mi guardò e schiuse le labbra come in contemplazione.

‘’Quanto sei bello, Dio’’ mi morsi le labbra quasi con rabbia e senza accorgermene le sue dita mi sfiorarono.

-Non ti mordere le labbra- Sussurrò –Ora devi fare la brava fidanzata e fare finta che stiamo facendo pace- Poggiò il pollice sulle mi labbra e le carezzò lentamente mentre mi teneva ferma. Aveva paura che mi ritraessi da lui? Come se ne fossi stata capace.

-Fida…che?! Non se ne parla!-

-Forza, le tue labbra sono così morbide..non vuoi darmi un bacio?- Si leccò le labbra con impazienza e la mia mente recepì quella visione con una lentezza ed una carica erotica senza pari.

Con un ansimo rotto allacciai le mani dietro la sua nuca e lo tirai a me, costringendolo a chinarsi.

-Sei un pufetta- Sorrise divertito e commentò con voce spezzata mentre le mie mani vagavano tra i suoi ricci morbidi e neri.

-Zitto e baciami- Ansimai nuovamente mentre mi dibattevo sotto di lui nel tentativo di colmare la poca distanza che rimaneva tra i nostri volti. Portò anche l’altro braccio a cingermi la vita e la pressione delle sue mani aumentò così tanto che sembrò mi volesse annientare in se stesso.

Sentivo dei commenti in sottofondo, sentivo la voce di Phoebe ma recepivo chiaramente solo il respiro caldo di Jared sulle mie labbra.

Chiusi gli occhi e mi abbandonai a quella tentazione, lasciando che i suoi riccioli mi si intrecciassero tra le dita e che il suo petto mi accogliesse. Fino a che non sentii un soffio e qualcosa di morbido sulla mia fronte. Un bacio.

Riaprii gli occhi e lui si era già allontanato mentre le mie labbra reclamavano disperatamente il bacio non ricevuto.

-C…che…P...perché?!- Lo guardai senza riuscire a connettere bocca e cervello e lui, dopo essersi passato una mano tra i capelli con fare quasi disperato, sfonderò un ennesimo sorriso perfetto.

Mi fece spallucce e fece finta di niente quando, un attimo dopo, una Phoebe assai scocciata tornò nella saletta viola.

-Tsk, scusate. E’ solo un vecchio amico che non vedevo da molti anni-

-Non ti preoccupare piccola. Io mi sono ricordato di avere un impegno assolutamente improrogabile. Vediamoci al ‘’Piece of Paper’’ tra una settimana. Ti renderò i soldi della lavanderia-

Era di nuovo dannatamente acida la sua voce. Non la sopportavo, mi stizziva sentire quel tono smorfioso nei confronti di Phoebe.

‘’Ora te la do io una lezione’’

Feci un passo verso Jared ma vidi che si era bardato con una sciarpa a scacchi verdi e blu e gli occhiali per coprire alla meno peggio il rossore causato dal mio schiaffo. Una fitta di dispiacere mi attanagliò lo stomaco e mi sorpresi a pugni chiusi, arrabbiata con me stessa.

‘’Si, mi sono cacciata veramente in un disastro cosmico’’

-Ti aspetto- Mi fissò spudoratamente.

Jared si defilò dopo avermi lanciato un’occhiata ed uscì dalla stanza sotto lo sguardo attonito di Phoebe.

-Dimmi che cosa gli hai detto per  farlo scappare in quel modo, ragazza!- Sgranò gli occhi e gesticolò come era solita fare.

-Nulla, non gli ho detto proprio nulla- Scrollai le spalle e mi sedetti con un piccolo tonfo sul divanetto. Era duro, accidenti.

Una signora molto in avanti con gli anni stava seduta con i piedi a penzoloni quando non decise di sporsi verso di me.

-Signorina, ma quello è il suo rag…-

-Non lo dica. No! Non lo è- Sbuffai scocciata e dopo un breve sguardo di disapprovazione al cappellino verde evidenziatore della signora anziana, mi alzai ed uscii da quel dannato posto.

Una folata di vento gelido mi fece trasalire e mi appoggiai con la schiena su un piccolo muretto.

Accidenti a me, che cosa avevo combinato.

 

-Zitto e baciami-

 

Ma da dove l’avevo tirata fuori quella Kathrine?! Dove è finita la Kathrine che soppesa ogni minimo pericolo?! Perché ora non mi sto abbuffando di dolci per l’assenza di Will e mi trovo col profumo di Jared addosso?

‘’Sto delirando. E’ impossibile che sia il suo profumo, siamo stati vicini troppo poco’’

-Kathrine ti decidi a darmi qualche risposta?!- Phoebe mi squadrò: era arrabbiata.

-Ascoltami..ora…non ne ho proprio voglia- Negai con la testa e mentre sentivo le sue proteste alle spalle mi avviai verso la strada di casa.

 

 

-Bentornata Kath- Un sorriso si aprì sul volto di mia madre ed un calore mi avvolse. Famiglia. Era lì che volevo stare: tra i miei parenti a festeggiare il compleanno di mia madre.

Questa Kathrine che si prendeva troppe iniziative non mi piaceva, dovevo mettere la testa a posto.

-Ciao mamma- Mi gettai tra le sue braccia e lasciai che le sue carezze amorevoli mi cullassero mentre affondavo il viso tra i suoi capelli corvini e strofinavo il naso sul suo seno prosperoso. Dote che la figlia non aveva ereditato.

-Come mai tutta questa enfasi piccola mia?- Anche se non la vedevo sapevo che aveva lo sguardo basso sulla mia nuca, con quelle lunghe ciglia che avevo sempre pensato fossero bellissime. Mia madre era così femminile, la maggior parte delle volte la scambiavano per mia sorella. Era un’adolescente intrappolata nel corpo di una quarantenne.

-Nulla, nulla. Papà quando torna?-

-E’ già a casa, ha portato il taxi dal meccanico. E’ sotto la doccia-

Mio padre aveva fatto ogni sorta di lavoro:imbianchino, muratore, maestro. Da una manciata di anni a questa parte però aveva smesso di cercare lavori diversi ogni anno ed era un taxista. Licenza, taxi e tutto il pacchetto compreso.

Non avevo un bel rapporto con mio padre, era il perenne avvertimento di chi non sarei mai voluta diventare. Era un uomo di mezz’età molto riflessivo. Tendeva a stare da solo molte volte ed il nostro rapporto si limitava a qualche battuta scambiata durante la cena, visto che per il resto del giorno lavorava.

Vedevo in lui un cattivo esempio perché era una persona che tendeva ad isolarsi da sola e molto spesso era il primo a scavarsi la buca con le proprie mani. Io volevo essere positiva, volevo essere ricordata come quella sorridente e solare. Peccato che avessi preso così tanto da mio padre.

-Kath ho una sorpresa per te- Con un leggero buffetto mia madre mi scrollò di dosso ed io andai in salotto, facendo un volo d’angelo sul divano giallo canarino.

-No, mamma. Non ho voglia di vedere nulla- Sbuffai.

Sistemai meglio la testa sul cuscino arancione e presi a tamburellare le dita sulle mattonelle marroni striate di rosa antico.

-Sono sicura che ti farà felice, invece- Lauren si sedette sul bordo del divano e mi scosse.

-Mamma, ho davvero sonno. ‘Notte-

Sbuffò e scrollò le spalle con disapprovazione.

-Almeno vai a metterti un pigiama- Mormorò –Subito- Aggiunse con una nota severa nella voce.

Nel sentire quel tono autoritario mi sembrò di risentire Jared.

Jared, Jared, Jared. Il suo profumo sui miei vestiti, la sua voce roca.

‘’Accidenti quanto lo odio!’’

Incentivata dalla rabbia che mi scosse, mi alzai e a grandi passi entrai nella mia camera.

La borsa mi cadde a terra e non potei fare a meno di schiudere le labbra per lo stupore.

Un respiro affannato riscaldò le mie labbra e senza fare un altro passo fui trasportata sul letto mentre delle mani grandi e morbide tracciavano delle carezze di fuoco lungo il mio torace. Gemetti sommessamente e le sue labbra furono sulle mie, morbide e fameliche mentre mi rubavano i respiri ed assaggiavano con avidità il mio sapore. Schiusi le labbra e la sua lingua non si fece attendere, accarezzò la mia con lentezza esasperante e desiderio palesemente trattenuto. Fui scossa da brividi violenti e lo strattonai su di me, cingendogli i fianchi con le gambe e costringendolo a quel contatto tanto violento quanto doloroso e sollevante.

-Will- sussurrai sulle sue labbra inumidite dalla mia saliva mentre un sorriso faceva capolino sul mio viso e le sue mani mi accarezzavano il volto come se fosse stata la prima volta.

-Mi sei mancata amore, mi sei mancata così tanto- Senza il minimo sforzo mi sollevò e ribaltò la situazione, stendendosi sul mio lettino cigolante con me appolipata al suo corpo.



Note: Ciao a tutti! Eccomi ancora qua! Ho deciso che aggiornerò ogni giovedì quindi spero di essere sempre regolare.
Prima di tutto voglio ringraziare le persone che hanno commentato lo scorso capitolo, per me è stato un piacere immenso vedere delle recensioni, sono consapevole di quanto sia difficile riceverne in questa categoria. Quindi grazie grazie grazie. Vorrei ringraziare anche chi ha letto questo capitolo ed è arrivo fino a qua e, ovviamente, chi ha letto i capitoli precedenti.
Sono un po' amareggiata nel vedere che le letture del primo capitolo sono esattamente la metà rispetto a quelle del prologo. La mia paura era che ''l'intensità'' del prologo venisse fraintesa quindi forse lo eliminerò. Voi cosa mi consigliate?
Ora però passiamo alla storia! Prima di tutto questo capitolo è un po' più lungo del precedente, voglio allungarli gradualmente in modo da non creare dei malloppi troppo pesanti quando i personaggi non sono ancora ben definiti.
Ad ogni modo in questo capitolo viene messa molta carne al fuoco e non so nemmeno da che parte incominciare. Diciamo che in un primo momento le mie intenzioni non erano quelle di inserire Will nella storia e sopratutto non avevo intenzione di renderlo parte attiva negli inciuci del personaggi ma non sono riuscita a resistere e alla fine del capitolo ho dovuto inserirlo. In ogni caso sarà una presenza scostante ed evanescente, che -penso- vedrete solo nella prima parte della storia. Detto questo...vi piace? Non viene detto molto di lui e ciò che viene detto -alla fine e all'inizio del capitolo- è in contrasto. Il mio obbiettivo è proprio questo: creare una storia piena di contrasti. Con dei personaggi che sbagliano e continuano a sbagliare. Perchè sono stufa delle storie dove la protagonista è buona, lui è perfetto ed il resto del mondo è cattivo. Voglio una storia vera, con persone che sbagliano, tradiscono, amano. Una storia fatta di sensazioni nella quale sarete voi a decidere da che parte stare.
Ora, lasciando stare i miei progetti per i futuri capitoli, cosa ne pensate del bacio di Will e Kath? Il mio obbiettivo era quello di depistarvi e farvi pensare a Jared! E' riuscito?
Inoltre scopriamo la famiglia di Kath, verranno approfonditi i motivi di contrasto con il padre ed abbiamo lasciato a fine capitolo una Phoebe stupita ed arrabbiata. Secondo voi, quando parlerà di nuovo con Kath, come reagirà?
Non mi perdo in troppe parole però su Jared, tutti i suoi comportamenti sono suoi, semplicemente. E mi farebbe tantissimo piacere sapere come vi sembra.
Bene, ho parlato fin troppo.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e spero che commentiate. Per me è davvero molto importante.
Un grazie immenso a tutte voi.
Spring.
  
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