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Autore: Remedios la Bella    22/08/2013    1 recensioni
Poi la vide: un'enorme onda, scura e minacciosa, abbassarsi verso il biondino.
La paura invase il petto di Rei, e si poté intravedere persino negli occhi di Nagisa, fermi a osservare come tutta quell'acqua gli stette per piombare addosso.
Fu un attimo.
Lo schianto fu micidiale, e quel corpo minuto e adatto a sguazzare in piscina come una ranocchia andò a fondo nel mezzo del temporale.
(ReixNagisa)
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nagisa Hazuki, Rei Ryugazaki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Salve! prima volta che scrivo in questo fandom, e spero non ultima, dato che i feels sono tanti!
Ho scelto la mia OTP come primo soggetto per la one-shot, ovvero Rei x Nagisa. Perchè non si può negare che quei due stiano bene insieme!
Non so, spero non sia uscita banale, o spero almeno di farne di meglio in futuro se tornerò ad avventurarmi in questo fandom! Vi lascio alla lettura!
Remedios

 

 

Drowning
(Rei x Nagisa)

Un tuonò rimbombò in lontananza, potente e pauroso. La fitta pioggia colpiva le grosse onde del mare con ferocia, pungendogli la pelle. Mentre cercava di non venir risucchiato da quella massa di acqua salata, a Rei bruciavano gola e polmoni a forza di gridare e a causa di tutta l'acqua entratagli in bocca.

Non se lo era aspettato. In un batter d'occhio, la calma piatta del mare notturno si era trasformata in una tempesta incontrollabile, e ogni suo tentativo di potersi esercitare per raggiungere gli altri durante gli allenamenti era andata a farsi benedire.

Non aveva calcolato l'imminente burrasca, tanto era stato preso dalla sua intenzione. E ora rischiava di annegare, trascinato giù dalla corrente e ferito dalle onde e dalla pioggia.

Chiese aiuto come poté, sbracciandosi per farsi notare.

-Aiuto!- urlò, prima di venir sommerso dall'ennesima onda. Rispuntò a galla, notando con la coda dell'occhio qualcuno avvicinarsi.

Si sentiva da schifo per essere finito in quel guaio. Forse lo avrebbero trovato morto la mattina dopo, galleggiante a testa in giù in mezzo al mare. La giusta punizione per la sua trovata poco consona. Nuotare di notte? Doveva essere impazzito.

Annaspando e urlando, udì comunque, in mezzo ai tuoni, qualcuno.

Sentì poi la voce di Makoto entrargli nelle orecchie e chiamare il suo nome:-Rei!-

Doveva essersi accorto della sua assenza in tenda e si era precipitato, da buon amico che era. Uno dei migliori che avesse mai avuto, oltre a Nagisa-kun e Haruka-senpai.

Ma non era la solita voce dolce e tranquilla, era piena di preoccupazione e... paura.

-Mako- chiamò, prima di inghiottire altra acqua. Un'altra onda lo spinse giù e lui riemerse con una grande boccata d'aria.

Diede uno sguardo davanti a sé, notando Makoto immobile.

Teneva gli occhi sbarrati, era bloccato e in balia del mare. Rei non capiva.

Lo aveva visto tante volte in piscina fendere la placida acqua con le sue possenti braccia, nuotare come un pesce a suo completo agio. Non si capacitava del fatto che proprio uno bravo come Makoto a nuotare fosse improvvisamente in difficoltà.

Non ci poté pensare comunque a lungo. L'ennesima barriera d'acqua gli piombò addosso, trascinandolo giù per almeno due metri.

***

-Rei-chan! Sto arrivando!-

Il giovane dai capelli blu ritornò in superficie con immane fatica e udì quella voce. Aprendo gli occhi, per quanto riuscisse a vedere senza occhiali, vide la massa di capelli biondi di Nagisa. Lo sentiva chiamarlo, lo vedeva avvicinarsi. Il suo cuore, che stava ormai cedendo alla fatica, riprese a battere più velocemente.

-Nagisa-kun!- lo chiamò, muovendo le braccia nel tentativo di raggiungerlo.

Poi la vide: un'enorme onda, scura e minacciosa, abbassarsi verso il biondino.

La paura invase il petto di Rei, e si poté intravedere persino negli occhi di Nagisa, fermi a osservare come tutta quell'acqua gli stette per piombare addosso.

Fu un attimo.

Lo schianto fu micidiale, e quel corpo minuto e adatto a sguazzare in piscina come una ranocchia andò a fondo nel mezzo del temporale.

-Nagisa!- chiamò Rei, spaventato a morte.

Di fronte a quello spettacolo, qualcosa dentro di lui scattò.

Prese un enorme quantità di fiato e andò giù, stavolta di sua volontà. Combattendo contro la potenza dell'acqua, aprì gli occhi per vedere, notando alla fine Nagisa, intento a divincolarsi. Con uno sforzo immane, mosse braccia e gambe cercando di ricordarsi tutte le regole che aveva letto e tutti i DVD di nuoto che aveva visto le notti prima di far parte del club di nuoto alla Iwatobi.

“Non può essere tanto complicato! Devo farlo per Nagisa-kun!” si, doveva farlo per lui.

Perché anche se era un completo scocciatore, anche se lo aveva letteralmente fatto impazzire con le suppliche per farlo entrare in quel club... era Nagisa. Non lo si poteva odiare.

Quando poche ore il biondino aveva deciso di voler dormire con Haruka, Rei si era persino sentito offeso. In fondo non gli stava sempre attaccato? E poi, Haruka sempai sembrava avesse solo un pensiero fisso in testa: potersi tuffare in qualsiasi luogo colmo d'acqua.

E c'era d'aggiungere che, nonostante ci discutesse spesso con Nagisa-kun... non lo odiava. E una morte sulla coscienza sarebbe stato il colmo. Ebbe rapidi flash davanti agli occhi, tutti riguardanti pensieri pessimistici sul biondino e sul suo possibile cadavere. Si sentì male, e molto più determinato a farcela.

Vi riuscì con una grande forza di volontà e la paura a mille che gli torceva le budella. Allungo le braccia battendo i piedi all'impazzata, fino a raggiungere il polso sottile di Nagisa. Lo afferrò saldamente, trascinandolo poi verso di sé e tenendolo stretto con l'altro braccio.

Spinse poi verso l'alto, alla ricerca di aria nuova da respirare. Non si accorse nemmeno del peso eccessivo su di sé dovuto al compagno, tanta fu la voglia di uscire da quell'incubo.

Rivide il cielo nuvoloso e sentì la pioggia battergli sul viso, e inspirò profondamente pieno di sollievo. Era risalito, aveva salvato il compagno. Era riuscito a far qualcosa di buono.

Sentì il biondo fare lo stesso, stretto a lui, e se prima era le braccia di Rei a stringerlo, i due si cambiarono i ruoli, anche perché il ragazzo dai capelli azzurri svenne, affaticato dal tentativo di non annegare poco prima.

***

-Rei-chan! Svegliati!- Nagisa continuava ad urlare, la pioggia che gli ricadeva sulla schiena curva su Rei, steso a pochi metri dalla riva, privo di sensi.

Il biondino, appena l'altro era svenuto, aveva nuotato stretto a lui fino alla riva dell'isola Sukishima, senza incrociare Haruka e Makoto. Ma per il momento non poteva preoccuparsi dei suoi amici.

Rei-chan lo aveva salvato. Contro tutte le aspettative che possedeva riguardo il nuovo membro del club, l'atleta che riusciva a malapena a nuotare lo aveva fatto risalire a galla. Averlo sentito contro il suo corpo sott'acqua lo aveva fatto sentire... strano.

Il suo continuo buonumore, il suo carattere allegro gli serviva per rompere il ghiaccio con le persone, per renderle felici, per poterci parlare senza stare in imbarazzo. Guardando per la prima volta Ryugazaki saltare l'asta nel campo d'atletica, aveva notato quanto fosse bello, agile, paragonabile a un felino che balza sulla preda. Era stato automatico volerlo convincere a entrare nel club, con le buone e le cattive. Ne era rimasto ammaliato, tutto qui.

Ora, nel vederlo steso sulla sabbia bagnata, con gli occhi chiusi e il respiro fiacco, immobile e freddo, aveva una tremenda fitta al cuore.

Il biondino moriva dal freddo, ma tentò di resistere. Scosse ancora una volta Rei, urlandogli di svegliarsi, di aprire gli occhi.

“Mi sto preoccupando Rei-chan!” pensò, accasciandosi su di lui.

Rialzò di nuovo lo sguardo sul viso del ragazzo, e notò allora che strizzava gli occhi, come se si stesse svegliando. La speranza si riaccese in lui.

-Nagisa...- lo sentì chiamare.

Un largo sorriso gli si districò in volto:- Rei-chan!- urlò, carico di sollievo.

-Nagisa-kun, stai bene...- mormorò Ryugazaki accennando un sorriso. Si sollevò appena sui gomiti, sentendo il freddo improvviso gelargli le membra doloranti. Ma era l'ultimo dei suoi pensieri.

Nagisa gli si accucciò accanto:- Anche tu, ero così preoccupato!-

-Mi dispiace...- sussurrò automaticamente Rei, ricordandosi il motivo di tutto quel trambusto:-Avrei dovuto dirvelo...- abbassò lo sguardo, incapace di guardare l'altro negli occhi.

In risposta ebbe qualcosa di inaspettato: le braccia del biondino gli cinsero il collo, e poté chiaramente sentire il suo fiato nell'incavo del collo.

Avvampò in viso, biascicando qualcosa di incomprensibile. Il biondo strinse, ammutolendo ancora.

Era così intimo, molto alla “Hazuki”, eppure era diverso. Non era come le solite strette che gli regalava quando era in compagnia degli altri, non come i soliti abbracci a sorpresa da dietro per salutarlo. Era un abbraccio vero, profondo, pieno di sentimento.

-Nagisa?- lo chiamò Rei, mettendogli una mano sulla schiena:-Va tutto bene?-

Lo sentì muovere la testa in un accenno. Saperlo tanto silenzioso gli metteva ansia, chissà cosa avrebbe fatto da lì a poco.

Lo scostò appena appena da sé.

-Ripariamoci, o prenderemo ulteriormente freddo.- gli disse, notando come quegli occhi sempre allegri fossero diventati lucidi, anche solo per un istante. Ebbe un tuffo al cuore.

Se si fosse messo a piangere sarebbe stato il culmine, doveva calmarlo in qualche modo.

Si alzò in piedi, con Nagisa sempre attaccato a lui. E prendendo a guardarlo ancora, gli venne in mente di fare l'unica cosa in grado di ridargli il sorriso. Strano ma vero, ebbe solo quell'idea.

Lo avvolse, sussultando al contatto con il suo corpo caldo in contrasto con il freddo dell'aria ancora in tempesta.

Lo intimò a sollevare il viso con la mano, che tremava a più non posso dall'agitazione.

-V-va tutto bene... senpai.- balbettò appena, con le guance colorate di rosso. Poi si chinò su quel viso e su quegli occhi porpora tenuti aperti dalla tensione.

Protese le labbra, andando a sfiorare quelle dell'altro solo per un piccolo istante. Ne sentì la morbidezza, il lieve tremolio, il dolce tepore. Il cuore impazzì per un secondo.

Si staccò poi rapidamente, riguardandolo negli occhi.

Rimasero in silenzio per pochi secondi, scrutandosi a vicenda sotto la pioggia che continuava a battere. Oltre la sabbia ai loro piedi e la sensazione di bagnato sulla loro pelle non vi fu altro, tranne un mondo tutto loro.

Infine fu Nagisa a parlare, ma pronunciò solo il nome dell'altro, per poi sorridere come faceva sempre. Gli regalò un sorriso da bambino, uno di quelli che Rei adorava segretamente vedergli stampati in viso.

Il biondino si rialzò in punta di piedi, porgendo un altro bacio a schiocco all'altro.

-Va a ripararti, io cerco la tua tavoletta.- gli disse, sciogliendosi dall'abbraccio a malincuore.

Non si era aspettato il gesto di Rei all'inizio, forse era stata l'emozione a dettarglielo. Non ne era affatto dispiaciuto.

-La mia tavoletta?- esclamò Rei confuso.

-Sì, la tua tavoletta. Te la regalo no?- fece l'altro entusiasta, tornando al suo solito buonumore:-E riguardo a prima... non diciamo niente agli altri, è il nostro segreto, intesi?- aggiunse, facendogli l'occhiolino.

Ryugazaki si limitò a sorridere, arrossendo lievemente.

   
 
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