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Autore: GothicVampire    27/02/2008    0 recensioni
Salve a tutti,questa fanfition è stata scritta da me,la trama prende spunto dalla saga della Mayer,Twilight,ma il personaggio principale è di mia invenzione,nel corso della vicenda vedremo comunque alcuni personaggi tratti dalla saga. Il racconto si snoda in un lasso di tempo più tosto lungo,a partire dalla metà del 1300(quando la protagonista diventa una vampira)fino ai giorni nostri periodo nella quale si svolge il fulcro del racconto. Spero che vi piaccia.
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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storia

PROLOGO: 7 febbraio 1348 – a pochi km da Avignone.

Non c’era più niente da fare,ormai Elinor lo sapeva,le forze la stavano abbandonando,la sua mente vagava già in mondi lontani ove non esisteva il dolore e la sofferenza,luoghi in cui lei non era rimasta sola al mondo,luoghi in cui la vita non finiva in una nube di fumo.Elinor non vedeva l’ora di raggiungere quei luoghi lche le apparivano sempre più vicini.

Ormai si era isolata dal mondo circostante,non sentiva più nulla se no l’eco lontano di voci che la chiamavano da dentro,la esortavano a stare tranquilla e che presto starebbe stata meglio.Non si accorse delle gelide mani che la sollevarono dal suo giaciglio,non si rese conto che qualcuno la stava portando via dalla chiesa relegata al rango di obitorio,quel qualcuno la portò nel cure della foresta che circondava la piccola cittadina dove c’era il suo castello.

Lei non poteva rendersene conto,stava morendo,finalmente la peste avrebbe preso anche lei.

Ma la sua sofferenza non era destinata a terminare quella notte.Improvvisiamente avvertì un dolore lancinante al collo,e poi il fuoco,il fuoco ardeva dentro di lei e sembrava divampare attraverso le sue vene,se quella era la morte era peggio di quanto avesse mai immaginato.Forse era già morta e si trovava all’inferno,ma era possibile che nell’aldilà il dolore fosse così fisico e reale?E perché con il passare del tempo scemava?Possibile che la morte avesse deciso di allentare la morsa fatale nella quale l’aveva stretta e avesse deciso di farla fuggire da un male dalla quale pochi trovavano scampo?

Improvvisamente com’era divampato l’incendio che l’avvolgeva si spense,si sentiva forte,invincibile,terribilmente assetata.Aprì gli occhi e si rese conto di essere al buio,lentamente i suoi occhi si abituarono all’oscurità e riuscì a distinguere delle pareti di legno,alcuni mobili tarlati e un piccolo caminetto spento.Era febbraio eppure non sentiva freddo.

Solo in quel momento si rese conto che c’era un uomo seduto su di una sedia accanto al suo letto,era il bellissimo stalliere di nome Arthur che lavorava nella stalla di suo marito,era immobile,sembrava che non respirasse,e la fissava.La fissava con i suoi profondi occhi neri cerchiati da livide occhiaie.

Elinor sentì la vergogna aggredirla come un’ondata d’acqua gelida,non era abituata a trovarsi da sola in una stanza con un uomo che non fosse suo marito.

<<  Come vi sentite Madonna Elinor? >> Gli chiese lui,non lo aveva mai sentio parlare prima d’ora,la sua voce era dolce come il miele,profonda come l’eco di un pozzo,seducente e ammaliante.Esattamente il tipo di voce che ella aveva immaginato per  un uomo così bello.

<< Ho sete messere. >> Rispose Elinor sorpresa di aver trovato il coraggio di rivolgersi all’uomo in quella situazione così insolita ed imbarazzante,cosa si sarebbe detto di lei se qualcuno l’avesse vista in compagnia di uno stalliere?Le lavandaie avrebbero sparlato di lei per anni,anche se c’erano rimaste ben poche lavandaie che fossero ancora in grado di parlare.

<< Lo so,anche io ho sete.Ma non potevo allontanarmi da voi,mia signora,per andare a caccia,sarebbe stato vile da parte mia non trovarmi qui quando voi vi foste svegliata. >>

Elinor gli rivolse un occhiata vaca e annebbiata,come faceva a sapere che si sarebbe risvegliata?Erano ben pochi coloro che avevano la fortuna di salvarsi dalla morte nera.

<< Messere,come facevate a saper che la morte non mi avrebbe trascinate con se similmente a tante altre genti? >>

Chiese ella in un fil di voce,l’espressione di lui rimase impassibile mentre l’ombra di un sorriso sorgeva dietro le sue iridi nere e senza fondo.

<< Perché la trasformazione dura tre giorni Madonna Elinor. >>

Risposta enigmatica quella che diete Arthur ad Elinor,ella aggrottò la fronte senza riuscir ad afferrare il significato di quelle parole.Lui doveva aver intercettato quell’espressione,perché il suo bellissimo volto bianco come il marmo si distese in un sorriso da retrogusto amaro.

<< Se vo’signoria vuole seguirmi … >>

Elinor balzò giù dal letto con una vitalità che mai si sarebbe aspettata di avere,soprattutto dopo una lunga degenza.A passo spedito seguì Arthur attraverso una porta consunta che faceva d’accesso ad una seconda stanza leggermente più grande rispetto alla precedente,era meglio arredata,al centro della stanza campeggiava un grosso tavolo di legno massiccio,un caminetto di pietra lavorata dentro alla quale scoppiettava un allegro fuoco che gettava sulla stanza una luce vermiglia,e dal lato opposto rispetto al suo vi era uno specchio. Elinor non ebbe il tempo di stupirsi della presenza di uno specchio in una casa così povera,perché fu la sua immagine riflessa ad attirare maggiormente la sua attenzione.

Erano in molti a considerarla una ragazza carina,ma mai nessuno aveva osato dire che fosse bella,invece  adesso era bellissima.I capelli lunghi e neri che solitamente ricadevano inutili e privi di vita sulle spalle diafane adesso erano corposi e lucenti,le incorniciavano il viso che assomigliava al suo,ma che era molto più bello,dalla forma perfettamente ovale,il naso più piccole e leggermente all’insù,la pelli decisamene più pallida del solito,e le occhiaie,profondo occhiaie violacee che le circondavano gli occhi dalla forma leggermente allungata e dall’iride di un’impressionante rosso cimino.Il corpo era decisamente più magro e slanciato,più avvenente,in grado di sedurre chiunque. Elinor spalancò la bocca stupefatta,Arthur silenzioso e aggraziato le cinse le spalle con un braccio,un gesto intimo,troppo intimo per Elinor che provò l’impulso di scostarlo da se.Si sporse verso il suo orecchio e le sussurrò dolcemente:

<< Sei un vampiro adesso Elinor,ma non preoccuparti,io ti spiegherò ogni cosa. >>

Elinor voltò la testa per guardarlo,piantò le sue iridi rosse come la lava fusa in quelle nere come il legno bruciato di lui,le sue parole le suonavano sinistramente assurde,eppure sentiva che erano vere,lei si sentiva diversa…Lei aveva una sete terribile,sete di sangue.Con questa consapevolezza nel cuore gli lanciò un’occhiata terrorizzata,lei sarebbe diventata un mostro,un assassino peggiore della morte nera.

Una domanda le sorgeva spontanea e violenta alle labbra.

<< Perché avete salvato me messere?Tra tante belle donne che vi sono in queste terre.. >>

Iniziò a dire Elinor,ma il resto della frase le morì in gola dinanzi l’espressione di lui,la guardava come nessun’uomo l’aveva guardata mai.

<< Perché io vi amo Madonna Elinor,vi ho amata fin dal primo momento in cui vi vidi,quel pomeriggio nella foresta mentre andavate a cavallo insieme alla Signora madre vostra.Quel giorno mi venne l’idea di lavorar al vostro castello come stalliere.Vi sapevo sposata,ma non volevo rinunciare a voi,prima o poi vi avrei avuta.E mi avete fatto attender molto Madonna,secoli sono trascorsi più rapidamente dei pochi mesi che voi e i vostri cari avete impiegato ad ammalarvi.Ho sperato che voi foste l’ultima,per sottrarvi alla morte senza dolor alcuno per nessuno,e così è stato.

Madonna Elinor,abbandonate per me il vostro titolo che d’ora in poi non vi appartiene più,iniziate con me una nuova vita,una vita eterna. >>

Arthur le tenne le mani per tutta la durata del discorso,Elinor se ne sentiva impaurita,ma sapeva di non poter avere scampo,il mondo non era fatto per una donna sola,anche se si trattava di una bellissima vampira.

Elinor si sforzò di sorridergli,infondo era un bel ragazzo,un vampiro come lei che l’avrebbe guidata tra le insidie della sua nuova vita,lei aveva bisogno di lui almeno quanto avesse bisogno del sangue umano,non aveva scelta.

<< Come desiderate Messere,d’ora in poi per me sarete Arthur e io per voi Elinor. >>

Arthur sorrise estatico e si chinò su di lei per sfiorare le sue labbra di marmo,dopo di che la baciò.Elinor ricambiò quel bacio forzato come avrebbe ricambiato quello di William,suo marito che ormai distava secoli dalla sua mente,lui apparteneva ad un’altra vita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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