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Autore: harrehs    22/08/2013    19 recensioni
Harry Styles, ragazzo di un piccolo paesino, sedici anni, un sogno nel cassetto, tenta in tutti i modi di farsi notare dalla sorella del suo migliore amico, Allison Morris.
Lei, la ragazza che gli spezzò il cuore.
Quasi tre anni dopo, quando Harry è ormai una superstar internazionale ed è convinto di aver dimenticato il suo amore del liceo, un imprevisto li farà incontrare di nuovo.
Harry si ricorderà di avere con lei un conto in sospeso.
***
Appoggiò i palmi delle mani ai lati della mia testa, e piegò i gomiti in modo da avvicinarsi ancora di più.
La sua bocca sfiorò maliziosamente il lobo del mio orecchio, mentre i ricci ricadevano ormai sulla mia guancia, pungenti ed eccitanti al tempo stesso.
- Sai, mi fa impazzire...- mi soffiò sul collo, per poi poggiarci sopra le labbra.
Ci lasciò un bacio umido, che sembrò durare un'eternità.
Passò poi dall'altro lato.
- ... L'effetto che ora ho su di te.- finì,  ridendo lievemente. Era soddisfatto.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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13. The taste that your lips allow



Give a little time to me we'll burn this out
we'll play hide and seek to turn this around
and all I want is
the taste that your lips allow

-Ed Sheeran, Give me love

 


    


 
Allison's pov.
 
-Che ci fai tu qui?- sbottai, ancora sopraffatta dalle emozioni. Non solo mi trovavo seduta alla batteria a ricordare i momenti più belli della mia vita, ma il ragazzo che momentaneamente odiavo con tutto il mio cuore si trovava davanti a me, e mi guardava beffardo e soddisfatto.
-Non sapevo sapessi suonare la batteria.- cominciò avanzando verso di me, con nonchalance.
Mi irrigidii furiosa.
-Ti ho chiesto cosa ci fai qui.- ribadii.
Scrollò le spalle.
-Ti cercavo.- spiegò guardandosi intorno e facendo il giro della stanza. -E la tua coinquilina non riesce a tenere la bocca chiusa.- finì.
Alzai gli occhi al cielo: Amy.
Amy, innamorata dell'amore, che faceva spudoratamente il tifo per me e Harry, lo aveva fatto apposta.
Cercai di mantenere un certo controllo, e di allontanare Will dalla mia mente per il momento.
-Perché mi cercavi? Che c'è, la tua barbie oggi ha il raffreddore e dovevi trovare una sostituta?- incalzai fredda, con gli occhi tramutati in due fessure.
Alzò le sopracciglia divertito e allibito.
-Come siamo suscettibili oggi. Comunque, ero venuto a riportarti le tue cose.-
-E dove sono?-
-A casa tua.- fece spallucce.
-Bene, perché sei venuto qui allora?- insistetti, perché poteva benissimo lasciare le cose a Amy e poi andarsene.
Sospirò.
-Perché ti dovevo una spiegazione. E della scuse, soprattutto.- si fece serio, solenne sulle ultime parole.
Negli ultimi giorni non avevo aspettato altro, ma ora non le ritenevo poi così importanti, le sue scuse.
Avevo ancora il suono della batteria in testa, e della voce di Will. Ma soprattutto, Will.
Sapere che non mi aveva dimenticata completamente mi dava una speranza in più, ma era sbagliato.
E ora, che mi ero decisa finalmente a voltare pagina, Will e Harry decidono di dare segni di vita lo stesso giorno.
La stessa sera.
Nello stesso momento.
Scrollai le spalle.
-Okay, le accetto. Ora va via.-
Non sembrò ascoltarmi. Anzi, continuava a guardarsi intorno divertito.
-Che posto è questo?- cominciò confuso. -Sai, ci tengo le scarpe in una camera del genere.- aggiunse tronfio.
''Lo so.'' pensai. Avevo visto quella camera, proprio accanto alla palestra.
Perché sì, lui aveva anche una palestra in casa.
Tornai solo in quel momento alla sua domanda, scandendo nella testa le parole, e cercando la risposta.
Ma in effetti, la risposta non la avevo neppure io. Non sapevo che posto era quello.
Non sapevo se appartenesse a Will. In realtà non mi ero posta minimamente quella questione.
Ma lasciai le cose al loro corso. Prima o poi l’avrei scoperto. E ora avevo altro a cui pensare.
Cioè, al disturbatore che nessuno aveva invitato.
-Che ti importa? Ora vattene, per favore.- sussurrai le ultime parole, vulnerabile.
Mostrò le fossette, incoraggiante.
-Noi dobbiamo parlare, Allie.- riprese guardandomi negli occhi, sincero.
Alzai le mani al cielo, con ancora le bacchette in mano.
-Parliamo allora.-
-Non qui.- continuò guardandosi intorno, non considerandolo un posto sicuro.
Ma io non volevo andarmene, ed esitai. Non volevo lasciare la batteria. Quella stanza; perché per me era come lasciare Will.
Deglutii, sentendomi incollata allo sgabello.
Harry aggrottò le sopracciglia, come se un dubbio gli fosse sorto improvvisamente.
Aprì la bocca, ma fu incerto nel parlare.
-Chi ti ha… Insegnato… A suonare?- domandò sconcertato.
Abbassai lo sguardo sul tamburo della batteria, e attesi che arrivasse da solo alla conclusione.
-Oh.- disse solo imbarazzato. –Certo.- commentò, amareggiato.
Capii che era inutile mandare avanti quella sceneggiata, dato che il silenzio ci stava avvolgendo lentamente, e lo sguardo di Harry non riusciva a distogliersi dalla batteria.
Mi alzai lentamente, controllando di avere ancora le chiavi di quel posto in tasca. Se non le avessi consegnate a nessuno sarei potuta tornare lì tutte le volte che avrei voluto, a suonare, a ricordare.
-Allora, dove andiamo?- chiesi impaziente, decisa a togliermi quel dente.
Indicò la porta e mi fece cenno di seguirlo, mentre lentamente si dirigeva verso la strada buia, e cercava di coprirsi in ogni modo.
Ma nessuno lo avrebbe visto, perché nessuno passava su quella strada, a quell’ora.
L’entusiasmo iniziale lo aveva abbandonato. Si muoveva trascinandosi, svogliatamente.
Si infilò in macchina, e dedussi che avrei dovuto fare lo stesso.
Poi partì, e in silenzio mi lasciai trasportare verso una meta sicura.
 
Passarono una ventina di minuti, in cui sembrammo due estranei. Durante il tragitto conobbi un altro Harry; non era la superstar, non era il sedicenne di Holmes Chapel. Era quello con il cuore spezzato, e me lo rinfacciava con il suo silenzio.
Sapevo cosa aveva provato verso Will il giorno che mi aveva baciata.
Non era tanto il fatto di avermi persa. Perché io ero solo una ragazza. Potevo essere sostituita.
Ma ciò che aveva fatto il suo migliore amico non gli era proprio andato giù. Due amici, due fratelli.
Harry si sentiva tradito.
E ora, lo rinfacciava a me. Perché avevo preferito il traditore.
Ma dopotutto, ne avevo pagato le conseguenze, perché Will aveva tradito anche me.
 
Immersa nei pensieri, neppure mi resi conto che Harry aveva fermato la macchina. Guardai il finestrino, per capire dove fossi.
Un garage.
Enorme, come quello dei centri commerciali.
E circa cinque o sei automobile parcheggiate qua e là, distanti fra di loro.
Un luogo silenzioso e desolato, grigio, ma pulito.
Spalancai sorpresa la bocca, riconoscendo una Range Rover.
Mi catapultai fuori dalla macchina incredula e curiosa di esplorare quel posto. Harry mi lasciò fare, perché sapeva che non ci sarebbe mai stato luogo più sicuro di quello.
Casa sua.
-Non ci credo, tutto questo è tuo?- esclamai, e sentii l’eco della mia voce. Risi meravigliata.
Harry mi imitò, scendendo dall’auto, soddisfatto.
-Mi serviva un posto dove tenere le auto.- rispose con nonchalance.
Boccheggiai.
-Hai un garage enorme, ti sarà costato un patrimonio.-
Per me tutto questo era nuovo. Ero sempre vissuta in una famiglia che faticava ad arrivare a fine mese.
Queste cose erano per le persone famose.
E in quel momento mi costrinsi ad ammettere che Harry era uno di loro.
Non era più il ragazzo che conoscevo.
Ora era una celebrità, una di quelle che si vedono in televisione, o sui giornali.
-Devo pur trovare un modo di usare i miei soldi.- commentò divertito, ma sapevo che non faceva sul serio.
-E pensare che c’è gente che muore di fame…- pensai allibita ad alta voce.
Harry sospirò. –Non potrei salvarli tutti, anche volendo, lo sai.-
Scossi la testa. –Lo so.- sussurrai. –Ma non siamo qui per parlare di questo, no?- mi ripresi.
Si allontanò un po’, e andò ad appoggiarsi sul cruscotto di una Ferrari rossa fiammante. Incrociò le braccia al petto e mi guardò sottecchi. Lo presi come un invito ad avvicinarmi.
Passò qualche secondo, in cui nessuno dei due disse nulla.
Poi emise una lieve risata, amareggiata, e capii che era in preda a mille pensieri.
Come me, del resto.
-Ti manca?- domandò improvvisamente, lasciandomi di stucco.
Mi guardava, costringendomi a non mentire.
Un fulmine a ciel sereno; tutto mi sarei aspettata, tranne che quella domanda.
Respirai profondamente.
-Sì.-
Abbassò lo sguardo e lo vidi corrugare la fronte incredulo.
Poi tornò a guardarmi.
-Lo ami ancora?-
Sentii le guance avvampare, e gli occhi farsi lucidi improvvisamente. Parlarne mi faceva male.
Restai in silenzio per qualche secondo, di troppo forse, perché Harry pensò di aver intuito la risposta, incurvando le labbra in un sorriso amareggiato.
-Non lo so.- risposi, ed ero sincera.
Non conoscevo la risposta. Non conoscevo molte risposte.
Deglutì.
-Tanto quello che ci rimette sono sempre io, alla fine.- commentò fra se.
Spalancai gli occhi incredula.
-Tu?- sbottai. -Tu sei quello che ci rimette? Come puoi dire una cosa del genere? Guardati intorno. Hai comprato un enorme garage per un paio di macchine. Hai tutto quello che hai sempre desiderato, come puoi dire di essere quello che ci rimette?-
Tenendo ancora il broncio, mi diede le spalle, poggiando i palmi delle mani sul cruscotto lucido.
Fece un paio di respiri profondi.
Non capivo cosa stesse provando: se ira, felicità, colpa, rimorso.
In quel momento però ero furiosa con lui, e lo ritenevo un codardo, perché non trovava una risposta.
-Ti sbagli, Allie. Non ho tutto quello che ho sempre desiderato. C'è una cosa che mi manca.- sospirò, voltandosi lentamente, con la testa bassa.
Avrei preferito che fosse rimasto zitto.
Non sapevo cosa dire, le parole uscirono da sole.
-Per scelta tua, Harry. Sei tu che hai costruito un muro. Sei tu che continui a rovinare tutto.- lo incolpai spudoratamente.
Il suo viso si irrigidì mentre pronunciavo quelle parole.
-Lo sai, Allie, è perché non voglio metterti in mezzo.- cercò di spiegarmi, ragionevole.
Ma ero stanca, stanca di tutto. Ero arrivata al limite.
-No, Harry. La verità è che io credo che tu stia cercando una scusa per tutto. Non è la stampa il problema, sei tu.-
Spalancò gli occhi e cominciò a boccheggiare. Non sapevo neppure io quello che stavo dicendo, ma mi presi la libertà di continuare.
Presi un respiro e ritrovai la concentrazione.
-Tu, Harry. Tu che hai paura di impegnarti, di appartenere a qualcuno. Non sei disposto a tutto questo, e devi smetterla di cercare scuse.-
-Io?- imprecò, alzando il tono di voce. Il suo viso divenne rosso di rabbia, le vene pulsanti sul collo. -Smettila di dire cazzate, perché lo sai. Sai che per te avrei dato tutto, cazzo. Ti avrei portata al cinema e vedere quei film strappalacrime, avremmo passeggiato mano nella mano, come una ridicola coppia innamorata, e lo avrei fatto, nonostante penso che tutto questo sia patetico, ma per te io...-
Fu interrotto.
Da qualcosa, da qualcuno.


Ci misi un po' a realizzare ciò che avevo fatto.
Ci misi un po' a realizzare che mi ero fiondata sulle labbra di Harry, senza pudore e motivo.
E lui era lì, a rispondere al bacio, come a quella festa, senza sapere davvero il perché.
Mi ripetevo le sue parole nella testa, tutto ciò che mi aveva detto.
E mi sentivo una stupida per averlo incolpato.
Ma allora qual era il vero problema?
Non avevo risposte, mai.
Nel frattempo, senza rendermene conto, continuavo a baciarlo.
Ma cosa più importante, lui continuava a baciarmi.
Mi staccai, boccheggiando imbarazzata.
-Perché lo hai fatto?- domandò di getto, senza lasciarmi il tempo di riprendere fiato. O meglio, di cercare una spiegazione.
-Era l'unico modo per farti stare zitto.- improvvisai.
Non mi ascoltò.
-Fallo ancora.- ordinò, ma non capii. Esitai. Lo guardai negli occhi, e lo pregai di trovare una soluzione a tutta quella confusione, perché non riuscivo a realizzare tutto.
-Fallo ancora e se è quello che vuoi, lo dirò a tutti. Organizzerò una conferenza stampa, e rivelerò di essere follemente innamorato, dirò che sono felice, che ho trovato la donna della mia vita, che mi fa ridere e mi fa sentire bene, e cazzate simili. Se sei davvero pronta, se vuoi che tutto questo accada, baciami di nuovo.-
Ero lì, davanti a un bivio.
Avevo via libera.
Ma lui non aveva finito.
-Io ti chiedo solo di essere sincera con me, Minnie. Fallo ancora, solo se per te Will non conta più nulla.-
E lì fu il buio. Avevo la strada libera, ma avevo perso la vista. Non sapevo dove andare. Qualcuno mi aveva spento la luce.
Ragionai su quelle parole, mentre avevo ancora il sapore delle sue labbra sulle mie.
Cercai di pensare velocemente, di ripetermi che la cosa migliore era essere felice.
Potevo averlo.
Lui mi chiedeva solo di essere sincera.
Bastava un bacio.
Ma lui mi stava chiedendo di essere sincera.
-Non posso farlo.- sussurrai.
Le parole uscirono da sole. Non avevo finito di pensare, ma le parole furono liberate.
Lo sentii serrare le labbra, deluso, irato, amareggiato.
Si diresse di nuovo verso l'auto con cui eravamo arrivati.
Io continuavo a guardare il pavimento.
Il sapore delle sue labbra era ancora lì, e mi distruggeva.
-Sali in macchina, ti porto a casa.- mi ordinò inespressivo. Si era spento.
Feci come aveva detto.
Una volta dentro mi guardò, disgustato dalla mia scelta. -E restaci, per sempre.-

Ora la risposta era semplice.
Avevo capito qual era il problema.
Io.
 

***
Ehi bellezze

eccomi qui
con un nuovo capitolo.

Allora,
questo è abbastanza movimentato dai
ahahahahaha
abbiamo capito che Allison è in preda a mille emozioni.
E così Harry.
E i problemi non sono finiti
dato che come vedete
la fine del capitolo non è delle migliori.

Ci tenevo ad aggiungere che i possedimenti di Harry
di cui si parla nel capitolo
NON sono reali.
O meglio,
io non posso saperlo.


Detto questo,
vi ricordate di quella storia su cui lavoro da un'eternità?
Quella in cui ci ho messo l'anima?
Eccola

http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2082725&i=1

Passate a leggere se vi va
e lasciatemi una recensione se volete esprimere la vostra opinione.


Ora fuggo.
Su twitter sono:
@taysmuffjn

XXX
harrehs


 

 
  
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