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Autore: soulmirrors    22/08/2013    6 recensioni
One Direction 'This Is Us' World Premiere: After-party.
Le foto che gireranno sul web alla fine di quel party non significheranno nulla.
Ci saranno baci, abbracci, smorfie, le fan vedranno tanto ma nulla sarà più sincero di ciò che resterà solo un segreto.
Una foto appesa in in angolo nella loro camera, lontana dal mondo: quella che nessuno vedrà mai sarà la verità.
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“Lou puzzi di alcool, quanto hai bevuto?” gli domanda Harry ridendo più del dovuto, lasciandosi trascinare dal più grande senza opporre alcuna resistenza. Il suo ragazzo è davvero ubriaco, o almeno, pensa il riccio scrutandolo divertito, possiede ancora quel pizzico di lucidità in grado di farlo ragionare.
Louis invece, i capelli ambrati schiacciati sulla fronte per il sudore, così simili al suo primo taglio di capelli di quando era solo un ragazzino, continua a strattonarlo per gioco prima di staccarsi da lui e iniziare a correre all’impazzata, senza alcun motivo.
[Harry/Louis] [Kikka]
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri, Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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In their own little world




 

"Every single day. 
Every word you say. 
Every game you play.
Every night you stay.
I'll be watching you. 
 
O can't you see, 
you belong to me .
How my poor heart aches with every step you take.
 
Every move you make. 
Every vow you break .
Every smile you fake. 
Every claim you stake. 
I'll be watching you." 



 

 
'This Is Us' World Premiere: After-party 21.08.13
 
“Lou puzzi di alcool, quanto hai bevuto?” gli domanda Harry ridendo più del dovuto, lasciandosi trascinare dal più grande senza opporre alcuna resistenza.

Il suo ragazzo è davvero ubriaco, o almeno, pensa il riccio scrutandolo divertito, possiede ancora quel pizzico di lucidità in grado di farlo ragionare.
Louis invece, i capelli ambrati schiacciati sulla fronte per il sudore, così simili al suo primo taglio di capelli di quando era solo un ragazzino, continua a strattonarlo per gioco prima di staccarsi da lui e iniziare a correre all’impazzata, senza alcun motivo.

Sono corsi via da tutti, non insieme ovviamente. Louis ha chiesto a El, intenta a sorseggiare il suo drink, di intrattenere i loro amici, mentre Harry ha implorato Niall e sua sorella Gemma di coprirlo per un paio di minuti.
Ed eccoli lì a rincorrersi come bambini, i tacchi delle scarpe classiche del riccio a risuonare sul pavimento, mentre entrambi cercano di rallentare la corsa dell’altro afferrandosi per la camicia, o per la giacca.

“Lou e dai, fermati!” lo implora ridendo Harry, col fiatone, cercando di afferrargli di nuovo un lembo di quella giacca nera arrotolata sulle braccia che a Louis sta divinamente.
Lo guarda correre entusiasta e per la prima volta da quella sera, sinceramente sereno e divertito.
Harry lo lascia correre e gli sta dietro lentamente, di proposito per bearsi delle linee sinuose del suo corpo. 

“Dai ci siamo quasi, eccolo!” esulta Louis voltandosi verso di lui senza guardarlo veramente, una mano in avanti a indicare il Photo Booth che sino a un’ora prima è stato preso in assedio dagli ospiti del party.

Harry si distrae un attimo per osservare le luci calde e colorate sui toni dell’arancio e del rosso che illuminano quella parte dell’edificio in cui si trovano. Riporta lo sguardo su di Louis troppo tardi quando quello, frenando con una scivolata a pochi centimetri dalla cabina del Photo Booth, si ferma di scatto così che  Harry per poco non gli rovina addosso.

E col torace spalmato sulla schiena di Louis ora immobile, il naso affondato tra i suoi capelli ambrati gli ripete: “Puzzi. Sì, puzzi”.
Allora Louis si girà verso di lui, piano piano, annusa l’aria come un cucciolo e asserisce col capo.

“E’ vero. Puzzi riccio” gli dice mostrando di non aver capito un tubo, arruffandogli la testa e annodandogli i capelli.
E Ride. Louis ride mentre l’altro si lascia devastare i capelli.
Ride mentre spinge Harry, poco delicatamente, nella stretta cabina fotografica.

“Qui dentro non si respira, non mi va di rientrarci!” dice Harry impuntandosi come un cagnolino che non ha voglia di seguire il padrone, le braccia incrociate sul petto e un broncio a renderlo tremendamente buffo.

Louis alza un sopracciglio e “No, tesoro mio, ora tu ci entri perché io e te non abbiamo ancora la nostro foto ricordo!” lo contraddice risoluto.

Ed è vero! Entrambi hanno trascorso quasi un’ora lì dentro con amici e parenti a fare scatti su scatti ma ancora non hanno avuto modo di farne un paio insieme. Proprio loro due che meritano più di chiunque altro di stare insieme lì davanti a quella fotocamera che, a differenza dei paparazzi, non giudicherà mai il loro amore. 
E sono dentro ormai, l’altezza spropositata di Harry a rendere quello spazio, se possibile, ancor più angusto.

“Fa caldissimo, Cristo!” piagnucola il riccio.

“E sta un po’ zitto, Harreh eh eh eh!” lo rimprovera il grande facendosi eco da solo, con un sorriso che non fa altro che alimentare l’ilarità che ha già posseduto Harry.

Ridono entrambi aggrappandosi l’uno all’altro incuranti del mondo che si son lasciati fuori, rendendo quella cabina dalle pareti colorate il loro piccolo mondo.

Che si fottesse il party, può anche andare avanti senza di loro!  

Poi il più basso tira la tenda, si alza sulle punte con un’espressione seria per niente convincente sul volto, e con le mani piccole e affusolate, un po’ tremanti, inizia a sistemare il colletto della camicia di Harry come una madre emozionata che prepara il figlio per il suo primo ballo di fine anno.

“Sei frocissimo stasera, Haz. Sei così terribilmente, fottutamente, palesemente, arrapantemente  eccitante con questa camicia nera a cuori bianchi che…” ma non finisce la frase che barcolla pericolosamente schiacciando la schiena contro una parete di quella specie di camerino con l’unico compito di immortalare volti e emozioni.

Harry, che non può di certo vantarsi di possedere molta lucidità rispetto a Louis, comunque riesce ad afferrarlo giusto in tempo prima che quello con un’altra spallata riesca a buttar giù quelle quattro pareti  che sembrano fatte di cartone.
Se lo spinge addosso, cozzando contro lo sgabello alto dietro di lui, e lo stringe tra le braccia divinamente fasciate in quello splendore di camicia.

“Cosa hai detto che sono…?” gli domanda allora Harry con le lacrime agli occhi e non solo per le risate e per la spropositata loquacità dell’altro accentuatasi con l’alcool, ma perché finalmente, dopo una lunghissima serata passata a regalare sorrisi a obbiettivi e fan, può toccare e baciare il suo amore, dedicarsi solo a lui.

Louis allora, scostandosi dalla fronte con un gesto della mano ostentatamente effeminato una ciocca di capelli, chiude gli occhi solennemente, punta l’indice in alto e dice, risultando irrimediabilmente fuori luogo: “Vuoi sposarmi,  Harold?”

E Harry, sopracciglia alzate e bocca spalancata, vorrebbe solo dirgli di nuovo che è ubriaco, che sta parlando a vanvera e che dovrebbe smetterla subito perché anche lui ha bevuto e non possiede le facoltà mentali necessarie per fargli scindere lo scherzo dalla realtà.

Harry semplicemente ci crede perché il suo cuore vuole crederci, e anche perché quella sera, a quanto sembra, la loro non è l’unica proposta azzardata. Infatti anche Zayn, con Perrie, sembra esserci andato pesante.

Prende quella proposta talmente sul serio - perché lui lo sa che in vino veritas - che lascia scivolare un braccio lungo la schiena di Louis e con un casché alla parigina, per quanto lo permetta lo spazio, lo bacia appassionatamente. 

Si baciano con gli occhi chiusi, con l’aria che manca a entrambi ma che puntualmente rubano alle loro bocche l’una nell’altra.
Smarriscono un po’ della loro anima in quel bacio folle e agognato come l’ossigeno, solo per poter ritrovarla nell’altro.
Prima Louis sapeva di vodka, Harry invece di martini bianco, ora che le loro salive si sono unite nei loro palati possono veramente definirsi ubriachi da fare schifo.
Si staccano con uno schiocco talmente sonoro che entrambi spalancano gli occhi come se si fossero appena svegliati da una lunga ipnosi.

“Non mi hai ancora risposto” gli fa notare Louis restando tra le sue braccia leggermente piegato all’indietro, il pomo d’Adamo sporgente che ammicca a un Harry adorante.

“Sì, lo voglio, ma adesso pretendo l’anello” risponde il riccio con un piccolo singhiozzo dovuto alle risa e alle bollicine in circolo nel suo sangue, senza lasciarsi sfuggire neppure una nota di scherzo in quella frase.

Così dopo alcuni minuti di silenzio e di riflessioni, di occhi negli occhi e sospiri affannati sulle labbra, esplodono entrambi in una risata dal suono così bello e coinvolgente da poter essere scambiato con il canto di una sirena.

“Io un anello da offrirti ce l’avrei, ma non mi sembra il caso di dartelo qui” il più basso trascina una mano di Harry sul suo sedere alto e sodo fasciato nei pantaloni neri, per chiarirgli le sue intenzioni.

Quell’allusione di Louis, detta con quel sorriso svergognato e carico di sottintesi, è così chiara a Harry che lo fa piegare in due dalle risate, di nuovo, gli occhi chiusi e la bocca splendida e rossa spalancata all’aria.

Louis, che tanto ubriaco alla fine non è, lo guarda solo per perdersi nella sua meraviglia, per lasciarsi accecare dalla luce del suo splendore.
Sa che la presenza di Eleanor, quando loro due sono insieme, per Harry è difficile da gestire; per questo rimane lì in silenzio e lo lascia ridere perché è la prima volta da quando è iniziato quel party che vede Harry finalmente felice.
La stessa cosa pensa Harry una volta ripresosi, guardando il blu scuro delle iridi del suo amore che in quella sola giornata hanno cambiato chissà quante volte sfumatura.

Sul Red Carpet erano di un bellissimo azzurro cielo.
Ogni volta che incontravano le sue verdi diventavano quasi dorate, luminose e iridescenti.
Insieme a Eleanor quella sera, invece, erano diventate incolore e quasi opache.
Ora, ora che sono di nuovo faccia a faccia e cuore contro cuore, quegli occhi sono del loro colore originale, il più vero. Sono blu proprio come quando Harry li ha visti per la prima volta.

“Va bene, comunque a me manca l’aria, facciamo queste cavolo di foto!” propone Harry prendendo posto sullo sgabello e trascinandosi Louis sulle cosce, quello però fa schioccare la lingua sotto al palato e fa “no” col capo un paio di volte.

“Ho in mente degli scatti originali per noi!” riferisce Louis gettando Harry in un piccolo scorcio di panico. Louis è imprevedibile e ormai, in tre anni, Harry ha imparato a conoscerlo bene.

“Non oso immaginare, Lou” risponde il riccio mentre l’altro lo fa alzare per poi mettersi in ginocchio sullo sgabello.
Sistema Harry davanti a lui, si slaccia i pantaloni - con qualche difficoltà, poiché la parte del cervello collegata all’attività motoria è un po’ intorpidita dall’alcool – e gli fa cenno di abbassarsi.

“Quindi, ricapitolando, il tuo anello – gli indica il culo – non puoi darmelo qui, ma io posso farti un pompino?”
Harry simula un’espressione sconvolta e offesa mordendosi le labbra, poi però sghignazza perché anche se tutto può sembrare così fottutamente folle da parte loro, ha comunque un qualcosa di eccitante che lo fa impazzire.

“Non devi farmi un pompino, deficiente!” lo rimbecca l’altro scacciando dalla fronte quel ciuffo maledetto che di stare su non ne vuole sapere.

“Dobbiamo metterci solo in posa, dai Harreh!” lo prega Louis afferrandogli la vita e strusciandosi addosso a lui come un gattino che fa le fusa.
Harry allora non se lo lascia dire un’altra volta e si inginocchia davanti a lui voltandosi dietro solo per controllare che ci siano entrambi nell’obbiettivo della fotocamera.

“Lou, la tua testa viene tagliata fuori” soffia il riccio con le labbra schiacciate sulla stoffa elastica dei boxer di Louis e “Non capisco perché devi avere i pantaloni aperti se è solo una posa fotografica” gli fa notare strofinando la punta del naso sul suo principio di erezione.

“Sta zitto e al mio tre dì ‘Pompino’!”

Harry allora si strozza con la sua stessa saliva perché Louis è proprio un coglione, lui deve ammetterlo ed è per questo che lo ama più della sua stessa vita.
Lo ama dalle selezioni a X-Factor, dal primo sorriso che gli ha donato.
Sente di amarlo dal loro primo abbraccio davanti a tutti, dai loro primi tocchi ingenui.
Harry sente di amare Louis da sempre, come se lo avesse conosciuto in una vita precedente e ora stessero vivendo solo la continuazione di quello che era stato il loro presente.
Quindi resta in silenzio, le mani arpionate ai glutei di Louis e aspetta il suo breve countdown limitandosi ad annusare il suo sesso come una portata prelibata di un ristorante di lusso.

“Tre… due… uno e… Pomp-STRONZO!”
L’acuto di Louis si espande in quel piccolo abitacolo perforando i timpani a Harry che se la ride di gusto dopo avergli dato un piccolo morso sul membro.
Le dita del grande corrono a intrecciarsi tra i suoi capelli stringendoli con forza come per voler scaricare il dolore su di lui.

“Dai, non te l’ho mica staccato!” singhiozza Harry tra le risate rialzandosi e carezzandogli con la mano il punto che ha appena mordicchiato per gioco.
Harry avvicina le labbra a quelle sottili e rosee dell’altro per baciarle dolcemente, una mano a giocherellare con i suoi capelli ambrati mentre l’altra massaggia così bene, così in profondità quel punto che ha morso piano, che Louis non ha neppure la forza di replicare, ma se ne sta lì zitto con gli occhi chiusi e le labbra schiuse per il piacere che sente montargli dentro.
D’accordo, ma Harry non vuole masturbarlo lì, soprattutto perché, nonostante i ragazzi e Eleanor stiano tenendo tutti lontano dal Photo Booth, ci potrebbe essere sempre un curioso che potrebbe ficcanasare all’improvviso.
Così Harry molla la presa, Louis cerca di ridestarsi ringhiando tra i denti imprecazioni e minacce da attuare nel loro letto più tardi e continuano la loro sessione fotografica.

“Ok, Lou, stavolta me ne starò buono” gli promette Harry leccandosi le labbra.

“Ricominciamo da capo!”.

La prima sessione ormai è andata, quella successione di scatti è un delirio e nient’altro, così giudica Louis guardando schifato la foto istantanea che tiene stretta tra l’indice e il pollice.

Louis, preso da un’improvvisa illuminazione, illustra a Harry brevemente la sua idea improvvisandosi un vero fotografo di fama internazionale con anni di carriera alle spalle, e questo oltre a fare sorridere Harry lo convince anche ad assecondarlo e a renderlo felice.

In quella foto che andrà dritto sul muro della loro camera da letto, come una sorta di Kamasutra personalizzato, ci saranno quattro scatti.

In alto a sinistra, al primo posto, un Harry di spalle rigorosamente inginocchiato come per volere di Louis, schiacciato contro la patta – naturalmente aperta – dei suoi pantaloni. La testa di Louis, come predetto da Harry, sarà tagliata fuori dall’obbiettivo.

Nel secondo scatto a destra, invece, ci sarà Harry piegato a novanta rigorosamente di profilo, con Louis dietro che lo schiaccia a sé tenendolo per i fianchi; anche qui le loro teste saranno tagliate fuori.

Nel terzo scatto Harry finalmente è riuscito a sedersi su quel dannato sgabello, quindi l’obbiettivo immortalerà un Louis seduto a cavalcioni su di lui mentre lo bacia con foga, incurante ormai della seconda sessione fotografica che è andata a farsi benedire.
Anche qui però i loro volti saranno un segreto.

Nella quarta, forse la più bella, mentre Harry e Louis continuano a spalmarsi l’uno addosso all’altro indecentemente e ad ansimare come se volessero saltarsi addosso sbattendosene di non essere soli in quel posto, verrà immortalata una cosa davvero interessante.
Nell’attimo in cui il suono metallico della fotocamera li allerta dell’imminente scatto, Harry che con una mano intorno alla nuca di Louis lo schiaccia a sé per baciarlo sempre più a fondo, con l’altra mostra il suo bel dito medio - con tanto di anello con orsacchiotti - all’obbiettivo, racchiudendo così in quell’unico gesto l’intera essenza della foto.

O meglio, di tutta quella serata.
 













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Inizio subito col dirvi che non ho idea di chi sia l’autore di quella manip bellissima che ho postato come copertina. So solo che me ne sono innamorata e ho dovuto postarla. L’ho beccata su twitter ieri senza crediti (vorrei tanto creditare l’autore) ma giuro che se mai dovessi beccarlo torno qui e ve lo dico!
Detto questo, io sono Kikka (aggiungetemi su twitter se volete!) e vi ringrazio infinitamente se avete letto questa cosa qui sopra  ♡.
Se vi va fatemi sapere come vi è sembrata: se vi ha fatto cagare, se l'avete trovata carina e coccolosa come i pinguini di Madagascar. 
[...]

Per quanto riguarda questa cagatina di OS che è meno di una OS, è una flashfic un po’ cresciuta, è stata un’illuminazione, una folgorazione divina. Mi contorcevo nel letto per i dolori mensili (ciclo di merda) e spulciando le foto su twitter ho beccato i vari photo booth di questi benedetti ragazzi. Naturalmente dei Larry neppure l’ombra; ecco perché ho dovuto sfogarmi scrivendo questa cosa che non è solo  una fantasia ma io credo davvero che si siano fotografati quei due e che ora lo loro camera da letto, o casa loro in generale, sia piena di loro foto.
Tra l'altro è la PRIMA cosa in ASSOLUTO fluff che riesco a scrivere. Non c'è neppure l'ombra di un pizzico di anst, cioè. Mi bacerei da sola (?).

Questa piccola OS è per tutte le sostenitrici dei due uccellini che conosco e a cui voglio bene.
Mandarina, scricciolo, koala, Jude, mozzarellina, L e nonnetta! ♡

Ma la dedico anche a chi ha iniziato a disperarsi vedendo Louis e El baciarsi (baciarsi poi, che parolone!) e ha smesso di credere in Harry e Louis. E proprio a quelle persone vorrei dire che, se basta una foto da niente per farvi mettere in discussione tutto ciò in cui avete creduto sinora, be’ allora significa che non ci avete mai creduto davvero. La penso così.
Boh, non ho altro da dire e mi dileguo...


Non smettete mai di credere in loro perché ogni volta che qualcuno dice “non credo nei larry” una piccola pixie shipper, in una parte del mondo, muore! ♡ 
   
 
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