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Autore: Arianne_96    22/08/2013    6 recensioni
Serva me, servabo te.
Salvami, ti salverò.
Salvami dall'abisso, io ti salverò dal vuoto.
Genere: Fantasy, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Coco/Kokoda Koji, Nozomi Yumehara/Cure Dream, Nuovo personaggio, Nuts/Nattsu, Un po' tutti
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Prima di iniziare a leggere il capitolo vorrei scusarmi per averlo pubblicato dopo un mese e undici giorni. Prometto che non ricapiterà più!

Chapter due: La maschera.
 




'Coco..' 
'Ti prego..' la guardò come se quello che le stesse per chiedere fosse di vitale importanza '.. dimmi cos'è successo.'
Lei lo guardò. Fece un sospiro.
'Dopo tutto.. anche tu hai il diritto di sapere..'
 
'Come ti senti?' 
'Pronta.' rispose a quella domanda con decisione. Come se anche lei avesse creduto a ciò che aveva appena pronunciato.
Ma lei, era davvero pronta a fare quel grande passo?
 
'Imperatrice, guardi!' annunciò, velocizzando il movimento delle gambe.
'Haruna, aspettami!' disse, velocizzando anche lei. 
In lontanaza si vedeva una figura esile. Dalla lunghezza dei capelli, sia Haruna che l'Impratrice avevano intuito che si trattasse di una ragazza.
Era la prima volta che Haruna vedeva nascere un suo simile e il sapere che da lì a poco avrebbe assistito alla metamorfosi di quell'essere, la portò in una fase di estasi. Era.. emozionata, più che altro.
Finalmente, le due creature raggiunsero quel corpo privo di vita che a momenti, sarebbe tornato pieno di vitalità.
Però, quella creatura aveva uno strano colore di capelli. Chi sarebbe così pazzo da tingersi i capelli di un rosa così.. spento? Nel regno in cui viveva non aveva mai visto un colore del genere. "Di che colore erano i tuoi capelli prima della trasformazione?" questa, sarebbe stata la prima domanda che le avrebbe posto.
'Oh?' mugolò, notando la strana espressione assunta dalla sua Imperatrice.
'Imperatrice, qualcosa vi turba, forse?' osò chiedere.
'No, però.. questa ragazza..' disse, esponendo le sue incertezze e  continuando a guardare quel volto così soave ed innocente che, in modo così brutale, era stato spento.
 
'Haruna, senti..' incominciò a dire, spostando quei suoi morbidi e lucenti capelli dal color del caramello, con una variante tra il castano scuro e il dorato. 
L'atra gemette, voltandosi verso la sua direzione del'amica.
'Oui, ma cherie?' chiese con un tono di voce scherzoso. Adorava parlare all'amica in lingue a lei sconosciute.
'Farò finta di aver capito.' disse in tono ironico. 
Poi, in viso si fece seria.
E quella sua serietà, fece preoccupare Haruna.
'Come si diventa una Sirenide?' 
Haruna la guardò. 
Lei era una ragazza così speciale. Era la bontà fatta a persona e quando piangeva o era triste, sembrava un piccolo angelo caduto dal cielo. 
E in quel momento realizzò che no, non era ancora pronta a scoprire le sue origini. 
È troppo, troppo delicata. Una rivelazione del genere, le avrebbe spezzato il cuore.
'Prima rispondi a questa domanda: Mi sai spiegare di che colore avevi prima i capelli? Quale sano di mente si tingerebbe i capelli di.. rosa?' chiese, come se avesse appena scoperto che in realtà quello era il suo colore naturale. 
'Ehm.. magenta, credo.' disse, come se fosse la cosa -quasi- più ovvia del mondo. 
'Magenta? Bo', certo che voi giapponesi siete tutti strani.' 
'Ero una cittadina del Giappone?' chiese incuriosita.
'Sì, Moe.' rispose, sottolineando con precisione il nome a lei dato.
 
'Ehm.. Coco?' lo chiamò con insicurezza.
Lui non rispondeva. Aveva sempre quello sguardo perso nel vuoto. Sempre fisso su quel colore sbiadito del soffitto. Anche i suoi occhi erano spenti. Come lui.
'Capisco la tua sfrustrazione, ma non puoi andare avanti così! Devi accettare il fatto che Nozomi ormai è morta!' cercò di spiegare all'amico, parlando con il cuore di pietra. Perché Nuts sapeva più di chiunque altro che le carezze e le paroli dolci in questi casi sarebbero serviti poco e niente.
'Io.. È colpa mia se Nozomi non c'è più! Lo capisci questo?' in quel momento urlò, e pronunciò ogni singola parola con rabbia e rancore.. continuando a tenere lo sguardo fisso nel vuoto.
'No, Coco. Non giustificare il comportamento assunto con Nozomi nel suo ultimo mese di vita dandoti la colpa della sua scomparsa. Perché no. Non è tua la colpa della sua morte, ma allo stesso tempo, sei colpevole del fatto di averle arrecato un immenso dolore con l'annuncio delle tue nozze.'  gli faceva male dire queste parole, ma non poteva fare altro. 
'Lo sai cos'ho in mano?' chiese, alzando la mano destra che teneva un piccolo quaderno con la copertina in pelle rovinata.
Nuts non ricevette nessuna risposta. 
'È il diario di Nozomi. Me lo ha consegnato Rin oggi pomeriggio.' dichiarò.
E ancora una volta, le sue orecchie non udirono nessun rumore.
'Sai, quando l'ho letto ho capito l'enorme sofferenza che si portava dentro. Chi lo avrebbe mai detto che una ragazza così solare e dolce come lei potesse contenere tutto quel dolore (?)' rise. La sua, era una risata di pura amarezza e di una profonda tristezza.. una risata nervosa.
Coco non accennava nessun segno di vita.
Neanche il diario di Nozomi lo aveva scombussolato.
In fin dei conti, sperava che almeno quello, lo avesse attratto. 
Nuts, guardò l'amico per l'ultima volta.
Pogiò delicatamente il diario sulla scrivania in legno e poi, uscì.
 
'Mi vuoi spiegare perché mi chiami Moe?' chiese al quanto seccata.
'Moe significa germoglio, e tu sei ancora un bellissimo fiore delicato che deve germogliare.' le spiegò dolcemente.
 
'I tuoi capelli sono stupendi' dichiarò con enfasi.
'Tu dici? Per me sono troppo lunghi.' si lamentò.
'Ma è questo il bello di noi Sirenide.' sorrise.
'Non ti seguo.' dichiarò leggermente imbarazzata.
'Il punto forte di noi Sirenide sono i capelli. Indicano la bellezza interiore del nostro essere.' si spiegò meglio.
'Ehm.. non so che dire. Cioè, non mi sarei mai aspettata che i miei capelli riflettano la mia anima.' 
'Tranquilla, tutti prima o poi si pongono questa domanda.' le disse sorridendole.
 
'Tu pensi che.. che quel ragazzo facesse parte del mio passato?' chiese sospendendo per un breve istante la frase, permettendo così ad Haruna di captare quella piccola scintilla di speranza che si era creata in lei, ma non aveva percepito solo desiderio, ma anche paura, molta paura.
'Non lo so..' le confessò. Il suo volto era perplesso.
 
'Ti stai rilassando mia cara?' chiese la giovane donna dai capelli del color della pece. Li portava in una morbida coda. Erano tutti ondulati e davano la sensazione di stare in un fiume piacevolmente fresco, ma nello stesso  tempo dava quell'atsmofera rilassante e piacevole. 
E in effetti, l'Imperatrice era una persona molto saggia e sapeva trasmettere a chi vi era intorno pace e serenità.
'Mm.. sì!' esclamò facendo schizzare l'acqua profumata e piena di schiuma che si trovava all'interno della vasca in porcellana in cui, al suo interno, si trovava anche una piccola e tenera ragazza dai capelli ramati e le guance quasi sempre colorite da un rosso porpora.
Si sentiva una bambina. Ogni qual volta che faceva il bagno si faceva invadere dal piacere di sentire sulla propria pelle l'acqua calda e così rilassarsi; giocare con le bolle di sapone e immaginare una nuova vita, immaginare di essere una principessa che veniva salvata dal suo principe azzurro. Era il suo momento. E lo adorava.
'Mi scusi signora Imperatrice, ma c'è un essere che di lei.' disse indicando la giovane.
'Come ha fatto ad arrivare qui?' chiese continuando ad avere quel suo modo composto e calmo.
'Volando.' dichiarò.
'Ma non può volare per arrivare qui. L'unico mezzo disponibile è il nuoto.' 
'È quello che ho detto, ma lui ha detto che è arrivato qui volando.' replicò.
L'Imperatrice si avvicinò alla fanciulla. 
La guardò per un attimo: era dolce e tenera. Come un bimbo ancora in fasce.
La vedeva lì, spensierata che giocava con le bolle di sapone. 
'Che tenera.' si ritrovò a sussurrare.
'Uh?' mugolò lei, girandosi verso quel volto che le infondeva sicurezza, nonstante la conoscesse da troppo, poco tempo.
'Cara, hai una visita..'  le comunicò affettuosamente.
'Una.. visita?' ripeté, con il timore di non aver capito bene.
'Sì, cara. Vuoi incontrarlo?' le continuò a chiedere dolcemente.
'Okay..' sussurò arrossendo lievemente. 
La giovane Sirenide uscì dalla vasca. 
Era davvero molto bella. 
La pelle diafana ancora bagnata risplendeva, le guancie colorite da un tenue rossore. I lunghi capelli ramati che davano una sensazione di pace e un qualcosa di angelico, sovrannaturale. I suoi occhi erano un po' più grandi del normale, di un blu violaceo pallido, e si trovavano all'estremità del volto, accompagnati da grandi e sottili sopracciglia. Dai capelli, fuoriuscivano delle piccole ma graziose antenne, dove, alla fine si formavano dei piccoli cerchi, come se fossero delle perline.
'Imperatrice?' 
'Sì, cara?'
'Potrebbe darmi qualcosa da indossare?' le chiese leggermente imbarazzata.
'Oh..' l'Imperatrice si avvicinò a lei; era nata da due giorni, ancora le doveva spiegare tante e tante cose. 
'I capelli non servono solo a rispecchiare la nostra anima..' le incominciò a dire, usando sempre quel suo tono pacato e dolce. 'Servono anche a coprire ciò che non va visto..' le fece l'occhiolino.
L'altra, non riusciva a capire dove volesse arrivare, ma tutto le fu più chiaro quando l'Imperatrice prese due ciocche dei suoi capelli e glieli pogiò delicatamente nelle sue parti più intime.
'Sei pronta.' le disse in fine.
Lei non parlò, si fidava e basta.
Percependo la fidicia che aveva riposto in lei, l'Imperatrice rivolse la sua attenzione al suo sottoposto.
'Yuya, per favore, portaci dal nostro ospite.' 
'Ai suoi ordini, mia Imperatrice.' disse, per poi condurre le due Sirenidi davanti un ad una cancellata d'acqua. La neo Sirenide si guardò in torno. Pareti del color dell'oro, decorazioni in corallo da cui partivano delle orchidee che emanevano una calda ed intesa luce che illuminava tutta la sala. Ma ciò che l'aveva colpita di più, era la cascata che separava l'intero oceano dal luogo in cui si trovava. 
'Nozomi!' si sentì chiamare, interrrompendo così quella specie di trance in cui era caduta. 
E lì lo vide. Uno strano ragazzo che chiedeva di lei. 
'Avvicinati, per favore.' gli ordinò l'Imperatrice.
Stranamente, il ragazzo si avvicinò a loro, fino a trovarsi faccia a faccia con l'Imperatrice. 
'Non puoi arrivare nel regno di Sirenitalianda in volo.' gli comunicò.
'Il vostro regno si trova in fondo all'oceano. Me ne sono reso conto, ma come vede.. i miei vestiti non sono bagnati.' le rispose, in tono freddo e autoritario.
'Mi hanno detto che sei arrivato in volo.' 
'Esattamente.' confermò stringendo i denti.
'Come hai fatto ad arrivare qui?' gli chiese subito dopo.
'Lo hai appena detto. E comunque sia, non verrei di certo da te a dirtelo.' il suo sguardo rifletteva tutta la rabbia che gli circolava in corpo.
Il giovane spostò il suo sguardo nella figura accanto all'Imperatrice.. e le sue guance si tinsero immediatamente di un rosso accesso, molto accesso.
'No.. Nozomi?' la chiamò balbettando. La creatura che adesso i suoi occhi castani chiaro stavano ammirando, non era di certo Nozomi.
Lei gli rispose con un piccolo mugolio, abbassando la testa da un lato.
Lui era terrorizzato, lei intanto, come una bimba innocente, si avvicinò a lui per poi accarezzargli i suoi strambi capelli.
'Di che colore sono i tuoi capelli? Mi fanno pensare al miele.' chiese sorridendogli, ma restando concentrata su ciò che la sua mano stava toccando.
'Eh? Ehm.. penso che siano castano chiaro.. Ma cosa centrano i capelli adesso?' chiese sulle difensive.
Lei lo guardò un attimo negli occhi.
'Sono molto morbidi..' disse infine.
'Ma che..?'  non riusciva a formulare nessuna frase di senso compiuto, quella ragazza gli ricordava tantissimo il suo primo incontro con Nozomi, ma non poteva essere lei. Ma allora, perché la lettera che le ragazze avevano scritto per Nozomi, in modo tale che gli permettesse di raggiungerla, lo aveva condotto in questo luogo così assurdo?
Con un unico gesto, prese la mano della ragazza e la portò via dai suoi capelli.
'Come ti chiami?' chiese guardandola negli occhi. 
Quegli occhi suscitavano in lui una grande inquietudine.
'Perché vuoi sapere il mio nome?' chiese, con una nota di curiosità nella voce.
'Vuoi sapere il perché?' i suoi occhi si velarano da una indicibile malinconia.
'Vai via, per favore.' 
L'Imperatrice aveva intuito dove volesse arrivare. 
Lui era una persona del suo passato. 
E aveva anche capito che non era un essere umano bensì una creatura magica, un tanuki. 
'No! Io non me ne vado di qui finché non mi dite chi è realmente questa ragazza!' protestò, puntando il dito contro di lei.
'Guardie!' 
E in men che non si dica, lo strano visitatore si ritrovò circondato da una decina di guardie ben armate. Ma non fecero in tempo a neanche a puntargliele contro, che la persona che aveva portato tutto quello scompiglio scomparve.
'Lo sai già il mio nome!' urlò comunque la Sirenide.
 
'Sono passati tre anni.' 
'Lo so Haruna. Ora ho diciotto anni. Credo di essere pronta, no?' era decisa a fare il grande passo. Ogni Sirenide doveva visitare un altro mondo per ampliare la sua conoscenza. 
'Andiamo.' le comunicò sorridendole.
Guardarono per l'ultima l'oceano, le due si teletrasportarono nella terra ferma. 
Tokyo. 
Era quella la loro destinazione.
Un prato senza fine. Un lago. Un edificio isolato da tutto e da tutti. 
'Ma dove siamo capitate?' chiese Moe, leggermente preoccupara.
'Dev'essere un luogo poco distante da Tokyo, ma non capisco perché siamo finite qui.' spiegò l'altra.
'Però è molto carino qua. Trasmette un senso di pace e tranquillità.' 
'Non posso darti torto.' ammise.
'Che ne dici se chiediamo informazioni?' chiese indicando l'edificio.
'Secondo te è abitata?' 
'Ne sono più che sicura!' disse con un tale entusiasmo quelle parole, che la stessa Haruna ne rimase colpita. In fondo, non era mai stata qui, cosa le dava così tanta sicurezza?
'Okay, andiamo! Mi hai convinta.' si lasciò trasportare dalla felicità della sua compagna di viaggio.
'Allora, andiamo! Kettei!' esclamò, puntando il dito verso il cielo.
'Moe, aspetta!' la richiamò.
'Cosa?' riuscì a dire, presa alla sprovvista.
'Devi indossare questo ciondolo.' le spiegò seria, porgendole un antico ciondolo a forma di goccia dai colori sbiaditi.
'Perché lo devo indossare?'  
Haruna non disse niente, semplicemente si limitò a prendere un altro ciondolo, era molto simile a quello di Moe, l'unica differenza era che il suo raffigurava un seme di girasole. Lo indossò, e subito dopo, una luce le avvolse tutto il corpo. 
Qualche secondo dopo, la luce svanì, e il colorito della sua pelle mutò dal pallido all'olivastro. I suoi occhi bianchi come la neve cambiarono colore, assumendo quello di un marrone scuro. I suoi capelli del color della notte, si accorciarono diventando del color del grano ed erano leggermente mossi, ondulati. Il suo reggiseno a conchiglia venne sostituito da un top color avorio e la gonna ampia e lunga da un paio di pantaloncini verdi. I piedi nudi, vennero coperti da un paio di scarpe da tennis. Le antenne scompavero e gli occhi si trovavano al centro del viso.
Mille parole si formavano nella mente di Moe, ma nessuna di esse si potevano collegare tra di loro, erano sconnesse, prive di un qualcunque significato apparentemente logico.
'Wow!' fu tutto quello che alla fine riuscì a dire.
'Questo ciondolo ha la capacità di farci assumere l'aspetto della gente che vive in altri mondi, così, noi possiamo confoderci tra la gente tranquillamente e portare a termine i nostri studi.' spiegò. 
'Quindi, adesso sei.. un essere umano?' chiese, con un po' di insicurezza nella voce.
'Esattamente. Moe, adesso tocca a te cambiare aspetto.' le comunicò porgendole di nuovo il ciondolo.
'Okay..' sussurrò, prendendo il ciondolo.
Lo guardò per un attimo. Com'era possibile che un oggetto così piccolo avesse tutto quel potere? 
Non voleva porsi altre domande, lei era considerata come la Sirenide poco sveglia. Ma non era colpa sua se non riusciva mai a capire cosa gli atri le dicavano. Nel mondo in cui viveva si sentiva come un'estranea, nonostante ci abitasse da tre anni.
Si fece coraggio, e indossò il ciondolo.
Mezzo secondo dopo, una calda luce la circondò per tutto il corpo. Chiuse gli occhi e si lasciò trasportare da quella piacevole sensazione.
Qualche secondo dopo, quel bagliore scomparve.
Haruna, rimase meravigliata del nuovo aspetto della comapagna.
La pelle diafana si colorì di poco, sembrava come se avesse assunto il colorito della pelle di una bambola di porcellana. Come era successo anche a lei, pure i capelli di Moe si accorciarno, fermandosi a metà schiena, ed il loro colore era mogano. I suoi occhi adesso erano di un blu violaceo chiaro. Il reggiseno a fascia che fino a un attimo fa indossava, venne sostituito da maglietta a maniche corte lattemiele che lasciava scoperto l'ombelico; l'ampia gonna che anche lei portava, ma con uno spacco nel lato destro, venne sostituita da una classica gonna a teli del color dei fiori di melo. Ed infine, i piedi scoperti, vennero coperti da un paio di ballerine nere.
Notando l'espressione stupefatta dell'amica, Moe temette che il suo aspetto da essere umano non fosse bello come quello di Haruna, così fece per togliersi la collana, ma quest'ultima la fermò.
'Non toglierla! Sei stupenda, Moe!' disse meravgliata.
'Non mi stai prendendo in giro, vero?' chiese preoccupata.
'Se fossi un ragazzo, ti bacerei all'istante.' confessò.
'Come?' chiese lei incredula.
'Lascia perdere la mia frase contorta e andiamo a vedere se c'è qualche anima buona disposta ad indicarci la strada per Tokyo.' le annunciò sarcasticamente, per poi incominciare a camminare a passo deciso verso quella abitazione.
Moe la seguì a ruota.
Dopo una decina di passi, arrivarono di fronte la veranda di quella struttura, e attraverso i vetri, poterono notare che in realtà non si trattava di una casa, ma di un negozio di bigiotteria.
'Cosa ci farà mai un negozio di bigiotteria in un luogo così sperduto e disabitato?' si chiese Haruna non capendo.
'Non lo so, ma guarda! Cercano del personale!' disse l'altra facendo notare ad Haruna un cartello bianco con la scritta in rosso Cercasi impiegati.
'Che dici, entriamo e ci facciamo assumere?' le proprose Haruna.
'E perché dovremmo lavorare?' 
'Perché dovremmo pur mantenerci in qualche modo mentre restiamo sulla Terra.' 
'Giusta osservazione. Okay, entriamo!'
Le due ragazze entrarono dentro il negozio, ma non videro nessuno.
'Scusate, c'è qualcuno?' urlò la più giovane tra le due.
'Che imprudenti, lasciare il negozio incostudito.' commentò sacasticamente la ragazza dai capelli color oro.
'Non lo lasciamo incostudito.' si giustificò una voce maschile provenire dal piano di sopra.
Le due ragazze si voltarono in direzione delle scale, e da lì videro scendere tre ragazzi e cinque ragazze.
'Benvenute alla Nutts Hause' disse appena i suoi piedi toccarono il freddo pavimento in legno. 
Colui che le aveva accolte, aveva i capelli di un biondo scuro, la pelle era altrettanto scura, come se fosse costantemente abbronzata. Che si facesse le lampade? 
I suoi occhi erano dello stesso colore dei capelli e il suo sguardo era profondo, come se fossero in grado di scrutare l'anima.
Dopo di lui, un altro ragazzo alto, dalla pelle chiara e il colorito dei capelli abbastanza normale, il colore degli occhi ritraeva il color del cielo sereno.
Sembrava una persona abbastanza affidabile, ma in lui, Haruna aveva captato una grandissima solitudine.
A seguirlo, cinque ragazze dal colore dei capelli abbastanza bizzarri. 
La prima portava li abbastanza corti ed erano del colore della terracotta , la seconda li teneva legati in due code ed erano di un giallo scuro, la terza li aveva abbelliti con un cerchetto color rosa tenue, che entrava in contrasto con il verde bosco, la quarta li portava anch'essa sciolti, ed erano di un blu ardesia, e l'ultima, portava alcune delle sue ciocche grigio atlantico unite l'una con l'altra da un piccolo e sottile fiocco rosa confetto, ed erano leggermente mossi.
Possibile che in Giappone perora giri la moda del colore dei capelli più strambo?! si domandò Haruna. Anche se, a pensarci bene... si girò verso Moe.
'Avete dei capelli strani, assai!' dichiarò l'altra, dando voce ai pensieri dell'amica, anche se lo aveva ammesso.. in modo così.. infantile.
'Che hanno che non vanno i nostri capelli?' chiese le ragazza dai capelli capelli corti sulle difensive. 
'Mi fanno pensare ai colori dell'arcobaleno! Rosso, giallo, verde, blu e viola! Wow!' disse con entusiasmo, indicando le proprietarie dei colori bizzarri.
'Ma che diamine..?' a parlare fu l'ultima ragazza della fila, per lei quello era un dialogo assurdo, se non privo logica (?)
'Siete i proprietari del negozio?' chiese ad un certo punto Haruna, evitando alla sua amica una delle sue classiche brutte figure.
'Il proprietario del negozio sono io. Piacere, Nuttsu' si presentò il ragazzo dai capelli biondo spento.
'Piacere mio.' rispose Haruna.
'Cosa vi ha portate qua?' 
'L'annuncio! Io e la mia amica cerchiamo lavoro e passando da queste parti abbiamo visto il cartello appeso nel vetro qui fuori.' rispose leggermente agitata. Non poteva certo dirgli che lei e Moe si erano perse e che avevano scambiato il suo negozio per un'abitazione per poi chiedere alle persone che ci abitavano la strada per Tokyo ma che, una volta arrivate ed essersi accorte che in realtà era un negozio di bigiotteria e dopo aver vesto il cartello, alla fine aveva deciso di farsi assumere per poter permettersi di guadagnare qualcosa per poter vivere!
'Visto che lavorerete qui, è meglio continuare le presentazioni, non credete?' si intromise il ragazzo moro, mostrando un sorriso a trentadue denti. 
'Io sono Cocoda Koji, insegnate dell'Ecole Cinq Lumière.' disse infine.
'E cosa insegni?' chiese Moe incuriosita.
'Giapponese.' stranamente, rispose con freddezza, come se quella parola, quella materia, fosse proibita alle sue orecchie (?)
'Rin Natsuki.' ricominciò le presentazioni la ragazza dai capelli terracotta.
'Urara Kasugano, molto piacere.' disse sorridendo la ragazza con i codini gialli.
'Komachi Akimoto. I miei genitori gestiscono un negozio di dolci.' le informò la ragazza dai capelli verde bosco.
'Karen Minazuki.' si presentò in tono freddo e scontroso la ragazza dai capelli blu ardesia.
'Ed infine, la mitica e sola Kurumi Mimino.' si presentò con aria soddisfatta la ragazza dai capelli grigio atlantico.
'Ora però tocca voi presentarvi, no?' disse Rin, sorridendo.
'Oh, sì, certo..' 
Haruna si guardò in torno. 
Aveva uno strano presentimento.
'Mi presento, sono Haruna Himawari.' annunciò sorridendo.
'E lei..' continuò a dire, indicando la piccola Sirenide '.. è la mia amica M-' 
'Nozomi Yumehara, molto piacere!' intervenne l'altra fanciulla, non facendo finire la frase ad Haruna, chiudendo gli occhi e mostrando un meraviglioso sorriso a trentadue denti.
Mezzo secondo dopo, colei che aveva detto di chiamarsi Nozomi, aprì gli occhi e notò con molto dispiacere che tutti gli esseri umani presenti nella stanza, rimasero paralizzati, scioccati.. Increduli.
Subito il sorriso di Nozomi si spense, era rimasta triste dal comportamento assunto da quelle persone. Infondo lei non aveva detto niente di male, giusto? Aveva soltanto detto il suo nome completo! 
'Che ho detto di male?' chiese tristemente.
Nessuno osò risponderle.
'Ehi!' urlò ad un certo punto Haruna. Non sopportava di vedere la sua cara Moe triste a causa di qualcun altro, soprattutto se ad averle recato sofferenza erano dei miseri esseri inferiori a loro. 'Perché vi siete impetrificati?! Non accetto simili comportamenti nei confronti della piccola Nozomi!' gridò, dicendo tutto d'un fiato. 
'Pi..piccola.. Nozomi?' balbettò incredula Rin.
'No.. Nozomi Yu.. Yumehara?' farfugliò Cocoda sbigottito.
'Cosa vi prende andesso?' chiese stufa Haruna. 'Per caso avete qualche problema con il nome di Moe? No, perché sapete, il suo vero nome è Nozomi Yumehara. E se lavoreremo qui, dovrete imparare a farvelo piacere!' concluse poi con tono.
'No, no. Assulutamente! È solo che tre anni fa è venuta a mancare una nostra cara amica che portava il suo stesso nome..' fu Nattsu a prendere parola.
Haruna fece due più due.
'Mi dispiace tantissimo per la vostra amica, ma la mia Nozomi non è la vostra Nozomi, chiaro?' mise in chiaro, leggermente seccata, Haruna.
'Sì!' affermarono tutti in coro. 
'Scusatela, ma lei ha questo carattere: a volte è scontrosa e altre è dolce come il miele.' disse infine, Nozomi colorando le sue guance di un leggero rosso acceso.
'Volete salire a prendere una tazza di thé con noi? Così possiamo conoscerci meglio!' propose Komachi, cercando di alleggerire quella pensante atmosfera che si era creata.
'Okay!' rispose Nozomi con entusiasmo.
Lei e Haruna vennero invitate a salire le scale che le avrebbero condotte al piano superiore. Appena i gradini cessarono, davanti ai loro occhi si presentò una visuale calda e accogliente. Le mura erano di un grigio pallido, ornate da grandi scaffali in legno contenenti libri e CD di vario genere. Il pavimento, era anch'esso in legno e al centro delle stanza si poteva notare un grazioso tavolino in vetro con sopra dei bigné alla crema e dei dolci di riso dall'aria invitante. Sia dal lato destro che dal lato sinistro del tavolino, si trovavano due divanetti in pelle color cioccolato. Ad illuminare la stanza, c'era un lampadario situato sempre al centro della stanza che emaneva un'intensa luce gialla. Più in là si poteva intravedere la cucina, separata dal saltotto da un piano in marmo.
Haruna e Nozomi ne rimasero meravigliate. 
Quel posto trasmetteva loro pace e amore. 
'Prego, accomodatevi.' disse il propritario di quel negozio-abitazione. 
Haruna prese posto in uno dei divanetti, seguita a ruota da Nozomi. Accanto a quest'ultima, si sedette Rin, seguita da Cocoda e Urara. Nell'altro divanetto, di fronte a loro, presero posto Nattsu, Komachi, Karen e Kurumi. 
'Prego, servitevi pure.' disse Karen gentilmente, ma tenendo comunque quel suo modo freddo e differente. 
'Con piacere.' rispose Haruna, utilizzando lo stesso tono assunto Karen.
Decise di prendere un dolcetto di riso.
Si girò verso Nozomi, a differenza sua, lei era entrata in una specie di crisi. Non sapeva quale prendere. Si sentiva a disagio quando si trattava di cibo.
'Tu non prendi niente, Nozomi?' le chiese Urara.
'Ehm.. sì!'  rispose troppo velocemente, e questo non sfuggì all'altra Sirenide.
Tirò giù il groppo che aveva in gola, e prese un bigné alla crema.
Gli diede un piccolo morso e appena quel sapore così delicato le pervase tutto il palato, i suoi occhi iniziarono a brillare. 
'Vedo che ti piacciono molto i bigné.' costatò Rin, notando la sua espressione.
'Devi sapere che Nozomi è golosa.' disse Haruna ridendo.
'Haruna ma che dici! Non è affatto vero che vado matta per i dolci!' protestò la diretta interessata mettendo il broncio.
'Ahahah, giusto. Tu li divori completamente i dolci!' le disse continuando a ridere. Adorava prenderla in giro per gioco.
'Lo sapevate che Haruna crede ancora nel principe azzurro?' disse improvvisamente Nozomi.
Haruna si strozzò con il dolcetto. 
'Sul serio?' chiese incuriosita Kurumi.
'Sì, sì. Ed è convinta che prima o poi la verrà a prendere su un cavallo bianco.' continuò ridendo di gusto.  Certo, era timida ed impacciata, ma era anche vendicativa.
'Disse quella che si era presa una cotta per il suo professore di giapponese.' rivelò Haruna, ripresosi dallo stato di trance/imbarazzo in cui era caduta.
'E quando pronunciava il tuo nome? Puro estasi per te. Mi ricordo che eri migliorata solo nella sua materia per farti notare.. Ah, che bei ricordi, la mia Nozomi innamorata.' continuò a dire, con un tono di voce scherzoso, poco serio.
Cocoda fu colpito da una fitta al cuore.
'Capita a tutti di innamorarsi del proprio professore di giapponese, uffa!' disse incrociado le braccia. 'Ad esempio, Cocoda tu sei un insegnante, giusto?' chiese rivolgendosia al ragazzo moro con lo sguardo fisso sul pavimento.
Aveva sentito ciò che gli aveva chiesto l'altra Nozomi, ma non poteva rispondere. Le ferite si sarebbero riaperte.. no, già lo erano.
Ma nonostante tutto, si voltò per guardare in faccia colei che portava lo stesso nome della sua amata. Si sforzava di non guardarla con rabbia, ma non ci riusciva.. è vero, l'aveva appena conosciuta, ma le sembrava la fotocopia di Nozomi. 
La guardò per altri due istanti, per poi mugolare un come risposta.
'Ecco, allora anche tu ti sarai preso una cotta per una tua studentessa, no?' gli chiese, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
'Veramente non mi sono mai innamorato di nessuna studentessa..' ammise leggermente imbarazzato. Che bugiardo! si ripeteva.
'Questa è la prova che tu sei un caso particolare.' le disse Haruna, tentando di trattenere le risate.
'Mmm...' si girò verso Urara e le sorrise. 'Urara, raccontami un po' di te!' 
'Eh? E cosa vorresti sapere?' chiese la bionda leggermente imbarazzata. Più che altro, si sentiva presa alla sprovvista. 
'Ehm.. Ah, ecco! Hai un lavoro?' le chiese con molto entusiasmo.
'Ehm.. sono una cantante, anche se vorrei diventare un'attrice come la mia mamma..' le raccontò timidamente.
'Ma è fantastico, Urara!' le rispose prendendola per le mani. 'Sono sicura che il tuo sogno si avvererà e così diventarai una grande attrice come la tua mamma!' le comunicò con tanta esaltazione.
Urara si sentiva in difficoltà, quella ragazza aveva lo stesso modo di pensare della sua Nozomi!
'Ehm.. Grazie Nozomi.' le disse infine.
'Posso sentire una tua canzone?' le chiese d'un tratto.
'O..Okay!'  Urara sciolse la presa, si alzò dal divanetto per poi posizionarsi tra lo spazio concesso tra i due divanetti. Prese il suo telefonino e fece partire la base musicale di Sarò un po' magica.

'Dai! Connettiti al mio amore, in linea lui resterà e solo a te aspetterà..' alzando il braccio verso l'altro, muovendo il bacino a destra e a sinistra cantando sempre con il sorriso sulle labbra. Quando cantava era sé stessa.
'Sarò un po' magica..' e con questa strofa finisce il testo, lasciando il primo piano ad una melodia delicata e ritmata. 
Qualche minuto dopo anche la melodia finì, ed Urara ritornò alla realtà.
'Wow, Urara! Sei stata eccezzionale!' le riferì continuando ad appaudire.
'Grazie..' le rispose anche un sorriso sincero.
'Sai, Urara..' la chiamò Haruna. '.. anche Nozomi canta.' 
'Eh? Haruna ma cosa vai dicendo! Lo sai che io non canto più!' protestò incredula.
'Sul serio?' le chiese Urara, non aspettandosi una siile rivelazione.
'Ehm.. sì' confessò arrossendo '.. ma non canto più da molto tempo e..' 
'Voglio sentirti!' le dichiarò non lasciandole terminare la frase.
'Ehm.. non è il caso..' protestò lei.
'Su, avanti Nozomi.. non deludere i nostri nuoi amici..' le disse Haruna, incoraggiandola.
'O..Okay.' il suo viso adesso era diventata completamente rosso dall'imbarazzo.
Si alzò dal divanetto e prese posto lì dove aveva appena finito di cantare Urara.
'Penso io alla base musicale.' dichiarò Haruna.
'Aspetta! E se non conosco le parole?' chiese preoccupata.
'Tranquilla, le parole ti usciranno da sole.' Haruna era sicura di ciò che le aveva appena detto. Poi, prese dalla tasca dei pantaloncini un telefonino che Nozomi non aveva mai visto e ciò la portò a pensare quando e come se lo fosse procurato; ed infine fece partire la base musicale.
[Si consiglia di ascoltare questa canzone per questa breve parte del testo: http://www.youtube.com/watch?v=Dw863YWZvjs a partire dal minuto 0:27]

'Carolers singing harmony with me now..'

Il suono di un sonaglino. 

'You are looking so lovely.. Even if the light go out!'  

Un luogo oscuro e macabro. 

Mentre cantava, nella sua mente riaffiorivano piccoli flash back a lei sconosciuti. Sentiva che stava accadendo qualcosa dentro di lei, ma magari era solo un brutto scherzo da parte della sua immaginazione.

'On this cold december night..'

Di nuovo quel suono. 

'The snow outside will set the moon, as i sing my song..'

Una luce calda e distante, seguita da una voce preoccupata e piena d'amore che la stava chiamando. Nozomi!

'The snow outside will set the moon..'

Una maschera. 
 
'I sing my song for..

Un ragazzo che la teneva stretta, che la stava abbracciando con forza, con speranza, disperazione.. paura di non rivederla mai più.

Un urlo straziante. 
Nozomi si coprì le orecchie con le mani, poi, si mise in ginocchio.
'Basta, fallo smettere!' ripeteva agitata, in preda al terrore. 
'Nozomi!' urlò Haruna, correndo verso di lei, per poi abbracciarla.
Aveva capito cosa le stava succedendo. Forse farle cantare quella canzone non era stata una buona idea.
'Calmati, Nozomi, calmati..' le sussurrava all'orecchio dolcemente, mentre le accarezzava i capelli. 
Nozomi sciolse la stretta di Haruna, per poi alzarsi e andare verso Cocoda che, come tutti gl altri, era rimasto scioccato e allo stesso tempo preoccupato. 
'Tu..' incominciò a dire, come se una forza sovrannaturale si fosse impossessata di lei. 'Tu mi hai..' disse pogiando le sue mani sulle sue spalle. 'Tu mi hai.. salvata dalla maschera.' 
'Cocoda!' urlò il suo nome come se fosse un qualcosa di proibito.
'Nozomi, calmati!' le urlò Haruna.
La strappoò via da Cocoda, e l'abbracciò. Poi, prese il suo volto tra le mani.
'Nozomi, calmati..' le impose.
E lei si calmò.
'Mentre.. mentre cantavo.. delle immagini.. dei ricordi.. che io non rammento..' le confessò. Sudava freddo.
'Cosa, cosa hai visto?' 
'Un sonaglio.. e poi.., e poi un luogo macabro ed oscuro.. una maschera.. ed infine, lui -indicò Cocoda- che mi chiamava con disperazione.' le raccontò.
Cocoda venne pervaso di nuovo da una fitta al cuore. Quella descrizione.. assomigliava tanto a..
'Ma certo! Non te lo ricordi perché eri piccola, ma una volta, tu, io e Daisuke, abbiamo deciso di travestirci, così per gioco, con gli abiti che avevamo trovato nella soffitta di sua nonna. Tu hai deciso di indossare una maschera, solo che una volta indossata non si voleva più togliere e allora hai iniziato ad urlare e piangere. Io sono andata a chiamare la nonna di Daisuke, mentre lui era rimasto con te, abbracciandoti e chiamandoti. Quando sono tornata tu ti eri addormentata tra le braccia di Daisuke e la vicenda ti ha talmente spaventata, che la tua memoria l'ha cancellata automaticamente..' le spiegò sorridendole.
'Ma io non ricordo nessun Daisuke.' confessò, tristemente.
'Eri piccola Nozomi.. e poi, qualche settimana dopo abbiamo traslocato e non abbiamo più avuto notizie di lui.' 
Ciò che aveva appena riferito loro Haruna, non li convinceva tanto. E Cocoda, era quello che ci aveva creduto di meno.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 






*Angolo della ragazza in fragole*
Per tutti coloro che sono arrivati sino a qua: scusate per la lunghezza del capitolo, ma non mi sarei aspettata che sarebbe uscita una cosa chilometrica! 
E pensare che l'ho anche diviso questo capitolo perché inizialmente era molto, ma molto più lungo! 
Comunque, non voglio trattenervi oltre e vi ringrazio per aver seguito fino a qui la storia :3
Potete trovere i colori che ho descritto qui: http://users.libero.it/luclep/itaint.htm Cliccare sul codice esadecimale del colore scelto per vedere lo sfondo diventare di quel colore. 
Un beso,
 
 
Arianne <3
  
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