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Autore: esse198    22/08/2013    2 recensioni
una nuova compagna per il Dottore, da un nome abbastanza evocativo per lui, Blue, e con una tristezza di fondo che la rende molto simile al Dottore...
spero vi piaccia! buona lettura!
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Companion - Altro, Doctor - 11
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le scosse erano brevissime, ma si susseguivano una dopo l’altra tra lievissime pause. Il terreno vibrava sotto i loro piedi e le acque sembravano ribollire. Il cielo iniziò a oscurarsi, i colori sembravano sbiadirsi e perdere la loro vivacità e brillantezza. Si sentiva il rumore di tuoni molto lontani e un vento freddo arrivava a tratti alzandosi dal basso. Gli abitanti del pianeta andavano tutti a recuperare i loro mezzi, per volare verso gli isolotti galleggianti che risentivano molto meno di quella specie di terremoto.
Il Dottore e Blue cercavano di mantenere l’equilibrio appoggiandosi l’una all’altro. Lui estrasse il cacciavite sonico e lo puntò intorno, poi lo riportò all’altezza dei suoi occhi dandogli uno strattone, quello aprì i suoi “braccini” attorno alla lucina, in cima e iniziò a emettere un suono vibrante e acuto. Il Dottore tornò a puntarlo intorno notando che l’intensità del suono variava ogni volta che lo spostava.
Blue lo guardava incuriosita e un po’ smarrita perché proprio non capiva cosa stesse facendo. Ma si sentì strattonare e trascinare via verso la loro moto. Il Dottore aveva imitato i kosmonerani e aveva raggiunto il loro mezzo. Fece salire la ragazza e poi salì anche lui. Prese la mano destra di Blue e se la strinse attorno alla vita:
- Tieniti forte! – le disse.
Poi le afferrò la sinistra, le affidò il cacciavite sonico:
- Mi raccomando: non lasciarlo cadere!
- Ma cos’è?
- È un cacciavite sonico.
- Cioè?
- Apre le porte, scannerizza cose e persone, suona e fa un sacco di altre cose! – fu la sbrigativa spiegazione del Dottore.
Mise in moto e seguì le vibrazioni sonore del cacciavite. Seguirono la direzione in cui il suono si faceva più intenso e si ritrovarono a sorvolare una sorta di isoletta. Era costituita da un piccolo colle roccioso circondato da una striscia fitta di vegetazione, lambita dalle acque circostanti. Il Dottore mise in folle, prese il cacciavite dalle mani di Blue, lo puntò verso l’isoletta e il suono si fece ancora più acuto. Lo spense e lo ripose nella tasca interna della sua giacca.
- Questo è il punto in cui ha origine il terremoto? – chiese Blue.
- Si. – rispose il Dottore.
 
- Chi siete voi? – era una voce femminile quella che attirava la loro attenzione.
Blue si voltò a guardare verso la voce sconosciuta e vide una creatura aliena (anche se forse l’aliena in quel contesto era lei), dalla pelle liscia, ma di un glicine chiaro e delicato, occhi profondamente verdi e, a differenza degli altri, indossava una tuta attillata bianca. A Blue parve bellissima, seppure di una bellezza nuova, completamente lontana dai suoi soliti canoni. E quel fascino che provava dentro per quella bellezza così diversa, così aliena la fece sentire strana, nuova, felice.
La donna, se così si poteva definire, era anche a lei a bordo di una moto e si era accostata ai due. Aveva lo sguardo diffidente.
- È meglio allontanarsi da qui. – disse la kosmonerana, fece un cenno come a dire “seguitemi” e slittò via.
Il Dottore accolse l’invito, accelerò di scatto e la seguì.
Le due moto si fermarono su un isolotto galleggiante non molto lontano dall’epicentro. Scesero tutt’e tre dai mezzi.
- Allora? Chi siete? – ripetè l’aliena. – Di sicuro non siete kosmonerani…
- Il Dottore, Signore del Tempo e Blue, terrestre. – fece le presentazioni il Dottore.
La kosmonerana li scrutò attentamente e nel suo sguardo si poteva leggere sorpresa e curiosità.
- La terra è molto lontana da qui… - disse avvicinandosi a Blue, le sembrava impossibile che una terrestre potesse arrivare fin lì.
- E l’ultimo Signore del Tempo… si dice… - invece osservando il Dottore.
Blue aveva provato un leggero imbarazzo alla vicinanza della ragazza di color glicine e adesso aveva sussultato a sentire la parola “ultimo” associato al suo misterioso compagno di viaggio.
- E tu chi sei? – aveva chiesto il Dottore.
- Mi chiamo Lan.
- Bene Lan! Cosa mi sai dire di questo strano avvenimento? Il punto di origine è quell’isoletta minuscola, ma la cosa curiosa è che lì non ha origine solo il terremoto, ma anche questo strano temporale che sembra stia già finendo…. Inoltre mi sembra che siate già preparati ad affrontare queste situazioni dal momento che non ho visto un gran panico, ma un discreto autocontrollo e organizzazione. Il che è molto strano, perché da quel che so e ricordo questo pianeta è noto per il suo clima sempre sereno e le tempeste e i temporali hanno luogo in due momenti precisi dell’anno e non sono questi.
La parlantina veloce, quel suo gesticolare erano come un’ipnosi per chi lo ascoltava e lo vedeva. Blue era semplicemente rapita. Lan fissò lo sguardo sul Dottore, alla fine fece un sospiro e ammise:
- Accadono da qualche tempo. Anni. Sappiamo che l’origine è sempre quell’isola e infatti sotto la collina si nasconde la losca attività di un gruppo che non siamo ancora riusciti a identificare.
- Com’è possibile? – aveva chiesto istintivamente Blue.
- Seguitemi.
Ripresero le moto, ma stavolta il tragitto fu molto breve, giusto il tempo di raggiungere il lato opposto dell’isolotto. Lasciarono di nuovo le moto ed entrarono in un edificio dalla facciata completamente bianca.
- Questo è un istituto di ricerca. Da anni stiamo studiando su questi fenomeni impossibili. Abbiamo scoperto da dove provengono e che sono certamente provocati, ma non siamo riusciti a scoprire chi sono gli artefici e perché lo fanno.
Lan parlava con voce ferma, ma preoccupata. Percorreva veloce una serie di corridoi asettici e vuoti seguita dal Dottore e Blue. Giunti davanti a una porta chiusa si fermò, chinò leggermente il capo, si voltò e con tono grave disse:
- E sono estremamente pericolosi.
Lan aprì la porta e si trovarono in un laboratorio non troppo grande, vi erano altre tre persone e una serie di monitor tutto intorno. Mentre premeva una serie di tasti continuò il suo racconto:
- Abbiamo effettuato delle spedizioni, abbiamo trovato un ingresso nascosto dalla vegetazione e siamo entrati, i nostri colleghi avevano delle videocamere con loro con cui hanno documentato quello che hanno visto, ma in realtà non c’è molto, si vedono solo corridoi stretti e bui, come una specie di labirinto. Siamo sicuri che portino a un laboratorio sotterraneo, ma non siamo mai riusciti ad arrivarci. A un certo punto le videocamere si spengono. Le abbiamo trovato fuori dell’antro. I nostri colleghi non sono più tornati.
Sul viso del Dottore si accentuarono le rughe della tensione.
- E non è tutto.
Lan mostrò ai due un’immagine su un monitor: una lunga spaccatura terrestre.
- I terremoti e i temporali hanno creato, negli anni, questa lunga crepa, proprio al centro del pianeta, sotto gli oceani. Presto si aprirà e diventerà un’enorme falla che distruggerà Kosmonero.
 
 
 
 
Angolino:
ed eccomi con un bel finale catastrofico da cui non so bene nemmeno io come ne uscirò… -.-
finalmente, dopo il quarto capitolo mi paleso.
Voglio ringraziare tutti quelli stanno leggendo questo tentativo di scrittura eh eh.
E soprattutto voglio chiedere scusa per qualche errore, che sicuramente avrò fatto, per le incongruenze passate, ma soprattutto future. Ce la sto mettendo tutta per riprodurre l’atmosfera Doctor Who… spero di avvicinarmi un po’.
Adesso basta!  A presto!
Ciao!
  
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