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Autore: PandaPlaysFlute    23/08/2013    2 recensioni
Mikoto convinta ad usare la sua anima nuova, e consumarla, raggiungerà Gaya.
Vivrà la sua avventura.
La sua vita si intreccerà con quella di Kuja, di Gidan e del resto del gruppo.
"Loro sono solo dei recipienti. Io parlo di te e di me." (Mikoto, Final Fantasy IX, CD 3)
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kuja, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incest, Spoiler!, Violenza
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-Invincible-


Un rumore  assordante la richiamò alla realtà.
Aprì gli occhi e si sforzò di capire immediatamente cosa stava succedendo.
 
Una volta tanto che succede qualcosa...
 
Nella stanza dove aveva dormito c'erano altri due jenoma, stavano guardando in alto, fuori dalla stanza, e poteva vedere un altro di loro fuori dalla stanza, anche lui rivolto verso il cielo.
Mikoto si decise ad alzarsi e uscire dalla stanza.
Guardavano tutti in alto, verso la fonte del rumore  e della visione che spezzava la loro eterna quiete.
 
Alto nel cielo c'era l'Invincible, l'idovolante di Kuja.
Mikoto si sentì agitata, non conosceva davvero Kuja, sapeva solo che era un jenoma, che si occupava degli affari di Garland su Gaya, che aveva un'anima, e aveva conosciuto lo scorrere del tempo, oltre che del flusso d'anime.
Ricordava di aver sentito Garland parlare con disprezzo di lui, ma del resto a lei Garland metteva i brividi.
Aveva paura che se Garland avesse saputo che lei aveva un'anima, gliel'avesse potuta strappare, e renderla di nuovo vuota.
 
L'Invincible si stava dirigendo verso il Pandemonium, la dimora di Garland, mentre un drago argentato scese in volo verso il villaggio e si posò vicino allo specchio d'acqua per bere.
Mikoto si avvicinò, poteva vedere l'acqua incresparsi a contatto con il muso del drago, provò a toccarlo, prima diffidente e poi sempre più sicura, lo accarezzò...
Sperò che anche parlare con Kuja fosse così facile, facile come accarezzare un drago.
 
-Morokku, è arrivato Kuja, adesso è al Pandemonium!- Disse Mikoto al moguri, uscito anche lui per vedere cosa disturbasse l'abituale silenzio.
-Tieni, kupò- Allungò una lettera a Mikoto, che lo guardava insepressiva, evidentemente la jenoma non sapeva cosa fosse una lettera, né a cosa servisse.
-E' una lettera per i fratellini moguri, quando sarai su Gaya ne icontrerai altri... Dagliela, perfavore, kupò- Il moguri aveva ormai capito i piani della ragazza, e sapeva che attendeva Kuja per andare su Gaya.
La jenoma afferrò la lettera, e sorrise timidamente, se fosse stata abituata a sorridere quel sorriso sarebbe stato radioso. 
 
Andrò su Gaya...
 
Comunque, Morukku sentì ugualmente il cuore riscaldato dal suo sorriso. Dopo tanto tempo passato su Tera, era il primo sorriso che vedeva.
 
All'ingresso del villaggio Kuja stava cercando con lo sguardo il drago argentato. 
Gli si avvicinò, incurante di Mikoto, che lo stava osservando.
-Silver dragon- Chiamò  sprezzante, osservando l'animale addormentato.
Poi, deciso ad aspettare il suo compagno si abbassò verso l'acqua per potersi specchiare.
Si sorrise.
-Me la pagherà quel vecchio... non mi lascerò sostituire.- disse accarezzandosi i capelli.
Poi scoppiò in una risata amara di cui Mikoto non afferrò il significato.
La giovane jenoma lo stava osservando nel dettaglio, sembrava così diverso da loro, la affascinava.
Aveva conosciuto il tempo, sembrava cresciuto, non era un ragazzino come tutti quelli che aveva intorno. Mikoto non riusciva nemmeno a vedergli la coda.
 
-Kuja...- Provò lei, mantendo una certa distanza  tra loro, e risultando appena udibile.
Lui si girò.
La guardò freddamente.
I lineamenti delicati, regolari e senza esppressione erano proprio quelli di un jenoma.
-Kuja, io volevo...- Iniziò timidamente.
Kuja le era vicinissimo, le aveva afferrato con le dita il mento, per obbligarla ad alzare la testa, e non abbassarsi lui a guardarla.
-Proprio tu...- Le disse scrutandola con occhi pieni di odio, che Mikoto non riuscì a percepire.
La ragazzina si limitò a sostenere il suo sguardo, mentre sentiva il cuore esploderle.
 
Non mi lascerà parlare.
 
-Portami con te su Gaya...- Disse, supplichevole, raccogliendo un minimo di coraggio.
Finalmente il jenoma le lasciò il viso, e le diede le spalle.
-Questa è bella! Tu che mi chiedi questo!- Disse facendo un gesto ampio con le braccia, in modo teatrale.
-Ascolta bene, stupida ragazzina, non so che piani hai in mente, ma non prenderai il mio posto con il mio aiuto. Chiaro?- Riprese lui. -Nè tu, nè Gidan prenderete il mio posto-
Mikoto lo guardò confusa, era evidente che Kuja fosse tornato turbato dal Pandemonium, ma non capiva davvero di cosa stesse parlando.
-I-io...- Sussurrò lei.
 
Maledizione! è più difficile che parlare con Garland.
 
-Un giorno non avrò più tempo... Non farmene perdere altro.- Tagliò corto lui, salendo sul drago ormai sveglio, e ordinandogli di raggiungere l'Invincible.
Mikoto, che conosceva quei luoghi come le sue tasche, corse verso il teletrasporto più vicino.
Si ritrovò al Pandemonium, davanti all'Invincible, e salì a bordo, nascondendosi in un angolo, dove sarebbe restata per tutta la durata del viaggio, silenziosamente.
Poco dopo sentì il verso del drago argentato, poi il passo deciso di Kuja, ed infine il rumore del motore dell'Invincible in azione.



Grazie per avere letto. ^_^
Nel prossimo capitolo Mikoto vedrà Gaya per la prima volta... Dove sarà diretto Kuja?
A presto.
  
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