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Autore: potters_continuous    23/08/2013    2 recensioni
Perché non poteva fotografare il carattere di Harry, ma poteva portare con se il ricordo del suo corpo, ed ogni parte di quello rievocava istantanee di amore.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E adesso siamo occhi negli occhi
e non serve a niente parlare,
ho la mappa di tutti i tuoi nei
io la potrei disegnare.

Jovanotti - Io ti cercherò

 

 

Nei rari momenti di silenzio che si presentavano nella sua vita da quando Simon Cowell aveva dato vita ai One Direction, Louis Tomlinson amava soffermarsi sui particolari che lo colpivano di Harry Styles.
Per lui, quel corpo era un tempio da venerare, baciandolo, carezzandolo, marcandolo coi segni rossi della sua passione.
Ne aveva memorizzato ogni particolare.
Nella solitudine di quelle sale colme di adolescenti in preda agli sbalzi ormonali, nella lontananza dei loro cuori così vicini e nel tacito ma assordante monito delle telecamere che riprendevano ogni sua singola mossa, Louis si soffermava sbalordito su quel profilo così familiare e gli luccicavano gli occhi per quanto bramava il momento in cui sarebbero rimasti soli. Solo allora, quando finalmente colmavano lo spazio tra le loro labbra, Louis poteva sfamarsi di quel corpo tanto di Harry quanto suo e, per un’ora, due o anche ventiquattro, si sentiva libero. Poi, inevitabilmente, ogni macigno ritornava al proprio posto, togliendogli il respiro.

 

“Non sedetevi vicino!”

“Siete una coppia stupenda. Puoi parlarci della tua relazione con Eleonour?”

 

“Non sono gay, che schifo, solo amici.”

“Perdereste l’80% dei vostri fan.”

“Non interagite.”

“Hai mai pensato di sposarla?”

 

Ogni parola era  una pietra, e quella frana lo sotterrava tra le sue parole e l’odio per tutto ciò che gli impediva perfino di sfiorare la mano al proprio fidanzato. Puntualmente dopo ogni evento, l’uno o l’altro venivano ripresi per una parola o uno sguardo di troppo.
E allora ecco che servivano nuove foto, nuove interviste, nuovi tweets. Serviva dire che la Larry Stylinson era la più grande stronzata che lui avesse mai sentito. E lui, loro, l’avevano fatto. L’avevano fatto per il bene della band, anche se le lacrime bagnavano lo schermo dello smartphone mentre scriveva, generando un effetto ‘‘lente d’ingrandimento’’ sulle parole ‘Larry’ ‘is’ ‘bullshit’, quasi come se ogni fibra del suo corpo avesse voluto cancellarle.
Era stato allora che aveva escogitato quello stratagemma: se non poteva accarezzare quei ricci o baciare quelle labbra in pubblico, allora avrebbe portato sempre con sé quei particolari, non pensando ad altro che ad essi. Perché non poteva fotografare il carattere di Harry, ma poteva portare con se il ricordo del suo corpo, ed ogni parte di quello rievocava istantanee di amore. Da allora ogni volta che rivedeva Harry nudo, si premurava di fotografare mentalmente ogni centimetro di pelle, per non dimenticarsene mai.
Sotto sotto, anche se non l’avrebbe mai ammesso, sperava che a lungo andare tutte quelle attenzioni verso il suo fidanzato l’avrebbero stufato, come quando ascoltiamo una canzone così tanto da cominciare ad odiarla.  Allora sarebbe stato più semplice reggere un’intervista senza doversi soffermare ogni due secondi su cosa faceva o diceva, perché l’avrebbe amato meno. Ma Louis non si stancava mai di Harry e per nulla al mondo si sarebbe perso la melodia dei loro cuori che battevano all’unisono.

   
 
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