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Autore: Marshi    23/08/2013    3 recensioni
Le mie parole uscirono dure. Dicevo sul serio. Harry voleva solo portarmi a letto, ma non avrei mai tradito Robin, la mia ragazza. La rabbia cercava di uscire dal mio corpo in ogni modo. Come si era permesso?
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 - Sam.


"Rompi palle." 
Sbuffai sbattendo la porta alle mie spalle. 
I miei genitori non facevano altro che litigare, e io finivo sempre nel mezzo della discussione. 
Dopo le sfuriate, restavano arrabbiati tutto il giorno, e riversavano il loro rancore su di me. 
Mentre camminavo per il viale alberato, i miei stivali neri calpestavano le foglie gialle che, stanche di appartenere a qualcosa, si erano staccate dal ramo, per poi posarsi sul cemento freddo. 
Venivano calpestate, più e più volte, ma l'umidità non le faceva rompere, erano silenziose. 
Trattenevano il peso di altre persone, senza fare rumore. 
La mia mente vagava su pensieri vuoti e cercava di dare un senso alle cose intorno a me. 
Mi sedetti su una panchina e fumai una sigaretta.
Era già la quarta del pacchetto. 
Lasciai il fumo riempire i miei polmoni, e osservavo. 
Nulla in particolare, osservavo tutto. 
Una donna spingeva un passeggino, dove un neonato dormiva. 
Io cercai di calcolare la relazione che poteva esserci tra la forza della donna, la velocità della sua camminata e il peso del passeggino, per fare una stima dell'energia che veniva consumata in quel movimento così semplice.
Due vecchiette passavano dietro di lei, a braccetto, con passo lento e insicuro. 
Le immaginai da giovani, probabilmente erano sorelle. 
Mi piaceva guardare le persone, studiarne i particolari, inventarmi delle possibili storie. 
Forse quelle anziane stavano tornando a casa per preparare il pranzo della domenica, e le loro figlie sarebbero andate a trovarle. 
Chissà se qualcuno, come me, mi osservava da lontano. 
Buttai la sigaretta ormai finita e mi alzai. 
Sentii uno strano calore umidiccio sui pantaloni. 
Mi voltai e vidi un'enorme colante macchia verde sui miei jeans. 
La panchina era anch'essa sporca d'inchiostro verde fluorescente. 
"Merda." 
Mi voltai di scatto, vedendo dei ragazzi in una panchina a pochi metri da me. Uno di loro aveva in mano un enorme pennarello verde, e stava scrivendo il legno della panchina sulla quale era seduto.
"Ehi idiota!" 
Si voltarono tutti, erano una decina. 
"Dico a te, riccio!" 
Il ragazzo si alzò in piedi e notai che era veramente alto, molto più di me. 
Spostò la chioma di capelli scuri con un movimento del collo.
"Dici a me?" 
La sua voce era roca e profonda, sembrava che non fosse un ragazzo.
Avevo dato dell'idiota ad un uomo? 
Sembrava avesse 30 anni, bel guaio. 
Guardai meglio come era vestito, e realizzai che non poteva essere un uomo. 
"Sì, dico a te, artista incompreso. Guarda che cazzo hai fatto." 
Mi voltai per mostrargli i miei pantaloni rovinati. 
Risero tutti. 
Perchè non pensavo mai a quello che facevo? 
Stavo suggerendo ad uno sconosciuto di guardarmi palesemente il culo. 
Subito mi rigirai verso di loro, rossa in volto. 
"Anche con quella lampante macchia verde nessuno si girerà a guardarti, puoi stare tranquilla."
Aggiunse a quella frase anche un occhiolino. 
Il bastardo aveva voglia di scherzare. 
"Come pensavo. Idiota." 
Lo guardai con sufficienza e feci per andarmene. 
In qualche passo raggiunse il mio braccio e lo afferrò con una stretta che mi fece trasalire. 
Impulsivamente, la mano che prima giaceva lungo il mio fianco, si fiondò con forza sulla sua guancia destra facendolo voltare. 
Tornò a guardarmi con la bocca spalancata, in attesa di spiegazioni. 
"Scusa io..non volevo..cioè, non l'ho fatto a posta.." 
Mi ricomposi, quell'imbecille non poteva toccarmi. 
"Cioè, volevo dire, te la sei cercata." 
Serrò la bocca e lasciò la presa. 
Lo guardai mentre camminava verso i suoi amici, mostrandomi la schiena. 
Probabilmente si accorse che non mi ero mossa e fece un gesto con la mano. 
"Ci si vede, stronza." 
"A mai più, coglione." 
Mi voltai irritata e iniziai a camminare con i pugni serrati, di ritorno verso casa. 
Certi ragazzi pensano di poter trattare le ragazze come più gli piace.
Quel tipo però, era veramente sexy.
Rimaneva un idiota, sexy, ma pur sempre idiota.
Fanculo. 
Quella giornata stava andando di male in peggio. 
Per fortuna avevo il mio angelo. 
Tirai fuori il telefono dalla borsa e composi il numero. 
"Ehi amore. " 
"Piccola, dimmi che hai in programma qualcosa per stasera, salvami." 
La voce di Robin esitò un attimo prima di rispondere. 
"Cinese e filmetto da me? I miei sono fuori." 
"Otto?" 
"A dopo, cucciola."
Adoravo quando mi chiamava così.
Con quella voce da mangiare. 
Ovviamente quella sera avrei trovato una delle mie solite scuse con i miei, come "vado  da un'amica a studiare". 
Non avevano mai accettato il fatto che potessi avere una ragazza, pensavano che dovessi schiarirmi le idee. 
Non sapevo cosa volessi con certezza, ero troppo giovane per decidere da che parte stare. 
Forse in futuro avrei preferito un ragazzo, ma ora amavo Robin, e il mio cuore era suo ormai. 
Lei era la mia ragazza, la mia migliore amica, era tutto per me. 
Stavamo insieme da sei mesi, non litigavamo mai. 
Quando stavo con lei avevo la sensazione che tutto ciò che ci circondava non fosse più così brutto. 
Lei rendeva tutto così bello, felice, migliore. 
Rendeva la mia vita migliore. 
E rendeva migliore anche me. 
Era la prima e l'unica ragazza che avessi mai avuto. 
Oh, ero così spaventata all'inizio. 
Per me era un'esperienza del tutto nuova, mai provata e avevo molta paura. 
L'anno scorso, ad una festa, ci eravamo conosciute. 
Io avevo bevuto non so quanti litri di birra, e mi stavo letteralmente pisciando sotto.
La porta del bagno era chiusa da più di mezz'ora, così, spazientita e ubriaca, entrai. 
Una ragazzina magra ed esile era accovacciata in un angolo, vicino al gabinetto. 
Quando alzò lo sguardo per vedere chi fosse entrato in bagno, notai che il trucco nero le rigava la faccia.
Subito dopo la mia attenzione si posò sui suoi lucenti occhi azzurri, così luminosi che sembravano di ghiaccio. 
"Ciao." 
Biascicai. 
Lei non rispose, e tirò su col naso. 
Mi sedetti tranquillamente sul water e feci pipì, mentre lei, seduta accanto a me, cercava di sistemare il suo aspetto come poteva. 
Quando finii, mi tirai su i pantaloni e decisi che quella ragazza era bellissima. 
Mi guardò, e quando un sorriso addolcì la sua faccia, il mio cuore ebbe un sussulto. 
Mi chinai verso di lei. 
"Oh, penso ti sia caduto qualcosa."
Mi rialzai subito. 
"No, mi sono sbagliata, quelle stelle sono ancora lì." 
Indicai i suoi occhi, e lei si mise a ridere. 
Le porsi la mano, che tremava dall'agitazione.
Lei la strinse e si alzò in piedi di fronte a me.
"Sono Sam. Che sta per Samantha. Ma chiamami un po' come ti pare, Sam, Sammy...come vuoi." 
Continuava a sorridere, con il collo rivolto in su.
Era più bassa di me, e aveva un corpo che trovai semplicemente spettacolare. 
Mi porse la mano esile. 
"Robin." 
Disse.
Volevo assolutamente trovare un modo per parlarle di qualcosa, rendermi interessante ai suoi occhi, quando si alzò sulle punte facendo leva sulla stretta della mia mano. 
Premette le sue labbra sulle mie e aggiunse:
"Bhe Sam, sei forte." 
Mi fece un sorriso e uscì dal bagno. 
Io rimasi lì, immobile come una statua, con un'espressione ebete stampata in faccia. 
Wow, una ragazza, anzi, una bellissima ragazza mi aveva baciata. 
Ero così euforica e felice. 
E ora eccomi qua, a calpestare delle foglie, aspettando con ansia di vederla di nuovo, di stringerla.
Passa così in fretta il tempo.
Ripercorro molto spesso, col pensiero, i momenti più belli. In questo modo rimangono vivi nella mia mente, e i ricordi non svaniscono.
A volte ho paura di perdermi qualcosa, di correre troppo e saltarmi qualche passaggio.
Forse avrei dovuto fermarmi e pensare se è davvero questo che volevo per me, per la mia vita. 
Non avevo certezze, non sapevo cosa pensassi prima e neanche quello che avrei voluto dopo. 
Sapevo che in quel momento volevo Robin, e niente altro. 
Aprii la porta di casa, i miei ancora si urlavano addosso.
~
~
Ciao a tutte :) 
Mi permetto di rubare al capitolo un piccolo spazio per me, mi piace aggiungere delle cose alla fine. 
Ho deciso di concludere la mia prima storia perchè aveva troppi buchi insensati da riempire, troppi intrecci che non ero riuscita a risolvere (voglio fare le cose e non ci riesco, scusate, faccio schifo ahah). 
Tornando al capitolo, vi chiederei un parere, se mi lasciate un pensierino tra le recensioni mi fareste moooolto piacere :)
Spero di avervi suscitato interesse, spero anche che abbiate capito chi è il ragazzo di cui si parla e che seguiate questa ff :3
Aggiorno a 3 recensioni, a presto care x
-Marshi.

 

  
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