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Autore: Andre Castanex    23/08/2013    0 recensioni
Antenore, un giovane amante della musica e della cultura classica, si infatua di una ragazza di cui non conosce nulla.
Dal loro incontro scaturiranno una serie di eventi comici e divertenti ai limiti della normalità.
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                             L’incontro
                                           
 
                                                 
Un giovane nascosto dietro un cartellone pubblicitario osserva con attenzione il via vai dei clienti del bar della piazza. E’ nervoso perché questo è un giorno speciale. Sono ormai diverse sere che posizionato in quell’angolo attende la bella ragazza che gli ha fatto perdere la testa, ed oggi ha deciso: le si avvicinerà, costi quel che costi. Emozionato le va incontro.
 
 
…eccola! Scusi signorina, posso sedermi accanto a lei? 
Sa… la vedo passare tutti i giorni, il passo frettoloso… la sua eleganza… lo sguardo sulfureo. Le devo confessare che sono rimasto abbagliato. 
Non voglio però importunarla. Aspetta qualcuno? No…allora… 
posso restare? Sii! La ringrazio.
 
La ragazza con un sorriso lo invita a sedersi
 
Lei non immagina quale piacere sia starle vicino. Io poi… adoro conversare ed amo tantissimo la lettura… anche lei? Sii? Che meraviglia!
E quali libri preferisce? Alza gli occhi al cielo! E’ unica, lo supponevo.
E la poesia… le piace? Si! Stupendo… coome? Non capisco…
 
           La ragazza non parla ma cerca di farsi capire a gesti          
 
Le fa male la mano? No… il dito? No… intende cinque? Si! Lei ha...
ha cinquecento libri… no! Cinquecento anni!!! Ah! No… meno male.
Capisco capisco: ama i poeti del cinquecento. Che raffinata!
Non mi sbagliavo dunque. E beh… si… una come lei… cosi slanciata: s’interessa all’uomo quindi? (Cambia posizione nella poltroncina e lo guarda meravigliata)  Signorina non mi fraintenda la prego.
 
 
Si alza e con fare pensieroso comincia a girare attorno al tavolino, tanto che, per seguirlo, la ragazza roteando la testa perde l’equilibrio e cade dalla sedia. Antenore la soccorre e l’aiuta a sedersi. 

 
Quanto mi dispiace: s’è fatta male?
NOO! Per fortuna è andato tutto bene. Forse non mi sono spiegato:
intendevo l’uomo come essere suscettibile d’evoluzione, la possibilità che ha di slanciare il suo io verso limiti sconosciuti… (s’interrompe e la guarda)
Ma certo! Certamente che ho capito: lei è sicuramente una studiosa, lo si vede chiaramente. Anch’io del resto nel mio piccolo… le mie aspirazioni sono le stesse, magari trovo più facile appassionarmi alle donne: inteso nel senso già dato, le sento… più vicine, cioè, mi piacerebbe sentirle…ma che belle mani affusolate! E che carnagione meravigliosa: signorina lei è una statua! Mi fa pensare alle sculture dell’antica Grecia, dove le donne erano donne non poveri fuscelli rinsecchiti dal vento. E’ naturale che ora le ragazze non mangino per risparmiare sul cibo, sulla stoffa per i vestiti: ogni periodo ha le sue mode. Mi perdoni… non le piace parlare? Preferisce forse gli sguardi? I gesti? Oppure non le sono per nulla simpatico.
Scuote la testa… e… vuol dire no? Che sudata!  Per un attimo ho avuto paura, ora però mi sento meglio. E se le chiedessi di cenare con me?
E’ troppo? E’ prematuro? Vuole pensarci un pochino… analizzare con calma
il nostro incontro, vedere se c’è la possibilità di una relazione… d’amicizia! 
Se la mia persona il mio volto le sono gradevoli, se la mia cultura, 
la mia preparazione sono alla sua altezza… no!
 
La giovane continua ad esprimersi con gesti mettendo a dura prova Antenore.
 
Lei non mangia? Ah! Noo… non mangia mai… di sera? E perché,
non le piace la sera? Sii! Le piace… allora mangia… no!
Ah! Si si, ora comprendo: mangia da sola per correttezza. 
Che classe ragazzi! (dà uno sguardo all’orologio)
Accidenti, s’è fatto tardi, devo proprio andare.
Sono felice di averla conosciuta e mi piacerebbe rincontrarla, così per scambiarci qualche cenno col capo, vederla sbattere le ciglia, starnutire: qualsiasi cosa pur di stare con lei.
Ora vado: la saluto gentile signorina. (fra sé)  Speriamo mi abbia capito.
 
                           Esce lui, esce lei dalla parte opposta.
                                                
La sera successiva il giovane è al suo solito posto d’osservazione, ma è una pessima giornata, piove a catinelle e lui dispera di rivedere la sua amata. Sta per rinunciare quando vede la ragazza avvicinarsi di corsa. 
 
 
Mah! Mah… è lei! Sì… sì… è proprio lei! Corre… corre e viene verso di me. Che emozione! Non riesco a crederci, corre da me perché non può resistere: che sicurezza! (gli va incontro) 
Signorina buon gior… signorina? Hei!!! Signorinaaa…
Che fa signorina? Dove correeee! Si fermi… si fermi… signorinaaa!!!! 
Mi ascolti… sono io! Signo…rinaaa
 
                                  Si butta all’inseguimento.
 
Hei! Mi ascolti! Ma le pare il tempo adatto per fare footing?
La strada è bagnata… ed io non sono vestito in maniera adatta… puf… puf… Signoriiinaaaa rallentiiii !!! Potrei rompermi l’0sso
del… Signorinaaaaaaaaaaaaaaaaa!!! (Perplesso parlotta fra sé)
Ma guarda un po’se doveva… proprio oggi che piove. Sono morto!                                                                                                                                   Però è strano: non mi avrà visto. Mi viene il sospetto che sia sorda.  
Che peccato! Mi ero proprio illuso.
 
          Deluso fa per andarsene quando la rivede venirgli incontro  
 
Signorina! E’ tornata! Ma è una locomotiva!      
                                                                                                                                     
 La ragazza fa un cenno con la mano. 
 
Posso venire con lei? Mi da un passaggio! Oh grazie. Sa… pensavo di averla perduta. Non sapevo fosse una campionessa… non lo è? Modesta, che modestia. E’ diretta… a casa sua? Corriamo assieme? OOO! Un invito da una donna così seducente… a casa… ma certo, ci vengo di corsa. Lei faccia strada, io tenterò di starle dietro.
 
                          Arrivano sotto un grattacielo.
  
Che palazzone! Via dei Trilli tre. A che piano? Trentaduesimo?
Ci deve essere una bella vista (Antenore la  guarda stupito mentre lei gesticolando tenta di dirgli qualcosa)  Non riesco a… cosa vuol farmi capire?
Rotto! Cosa è rotto? L’ascensore!? Per la miseria! E mi dica: per caso al trentaduesimo piano c’è almeno il pronto soccorso? No!
Pazienza, sopravviverò.
                                                                                           
Antenore arriva visibilmente sconvolto, dato l’ impressionante ritmo imposto dalla sua ospite. Si siede sull’ultimo gradino delle scale tentando 
di riprender  fiato. 
 
 
                                                 
(dentro casa)   UUUUIIITTT… UUUIIITTTT… PUFF… PUFF….      
Caapiisco… ora… perché… sii tiieeneee… aallenaaataaa… PUFF… però, che appartamento! Gotico direi. Bello quel pipistrello, le piace Batman?
Dà un tocco di originalità al tutto.
 
                Finalmente la ragazza gli rivolge la parola.     
                                                                             
G)  La ringrazio. Prego si accomodi (si siedono sul divano)
A)  Che gentile, mi ha parlato. Sapesse il peso che mi sono tolto.
Credevo fosse muta, anche se molto espressiva.
G)  Vede… io… non amo parlare con gli sconosciuti. Oggi però mi sono resa conto che lei è una persona a modo e posso fidarmi.                             A)  Adorabile…
G)  Posso offrirle qualcosa? Un dolcino… una Tequila?
A)  Sono così emozionato signorina. La sua presenza mi esalta, lei… dissolve le nubi, fa splendere il sole: posso baciarle la mano?
Sììì! Non ci credo… non riesco a crederci. La prego, non si burli di me.
G)  E perché mai dovrei? Lei è così carino, garbato. Anch’io sa, l’avevo notata. Mi piaceva osservarla mentre mi seguiva… nascondendosi dietro gli angoli, e li ho capito che la sua passione era sincera.
A)  Pa… pa… passione… angoli? Sono senza parole! E’ un sogno.
Non sta scherzando… vero?
G)  Cosa dice? Il nostro incontro non è certamente frutto del caso.
Io provo per lei una grande attrazione e faccio fatica, anche ora mentre parlo, a resisterle.
A)  COOSA!!! Lei… prova attrazione per me e quasi non resiste: INAUDITO! Non sapevo di avere tanta potenza. L’avessi almeno scoperto prima.
G)  Su mi dia la mano, voglio suggellare questo nostro incontro con  una follia.
A)  Follia?
G)  Ma certo! Ballare, folleggiare, divertirmi con lei insomma.
A)  OOOOH! E dove potremo andare?
G)  Beh! Se accetta… vista la difficoltà, per via delle scale… 
potremmo organizzare qui… un po’ di musica, allegria: le và?
A)  Mi và? Lei non immagina quale scombussolamento abbia provocato in me. E come se una diga avesse ceduto, come se le cateratte del Nilo mi avessero travolto. Non esistono parole per descriverle la sensazione che provo.
G)  Com’è tenero, la bacerei se non avessi paura di farla esplodere.
Si metta pure comodo, le preparo qualcosa da mangiare.
 
Si alza e guardandolo con un sorrisetto malizioso si dirige in cucina. Antenore è agitatissimo e passeggia per la stanza bofonchiando fra sé. 
 
A)  Per il cinto di Venere! Che dolce sorpresa. 
Ho conquistato una donna! Una donna vera. Stento a crederlo.
(Si avvicina alla porta della cucina)   
Signorina pardon, avrebbe per caso uno schiaccianoci?
G)  Vuole anche dei fichi secchi?
A)   Solo lo schiaccianoci… oh oh… stupendo ora farò la prova del nove. 
(Si siede sulla poltrona e toltasi la scarpa mette l’alluce nello schiaccianoci)        
AAAAAAAAHHHH!                                                                            
G)  (da dentro la cucina) E’ successo qualcosa?
A)  OI OI OI noooo…mi sono distratto, non è nulla.
G)  Stia attento, voglio che sia integro stasera. Nel frattempo metta un po’ di musica. Le piace ballare? Io ho la salsa nelle vene, il merengue, la rumba, il mambo, il chachacha.
 
Esce dalla cucina e lo cinge in un affettuoso abbraccio. Ballano finché il trillo del forno non li riporta alla realtà.  
 
G)  E’ cotto! Cioè riscaldato… il piatto volevo dire: lo porto?
A)   Che buon odorino... posso?

                                                                                                           Mangiano.
 
Lei è la regina delle cuoche! Complimenti, eccellente! Dove ha imparato?
G)   Vede io… ho viaggiato tanto ma sono comunque portata per la cucina: mi diverto ad inventare. Oggi, per esempio, ho unito i profumi orientali ad una pietanza semplice e questo è il risultato.
Chissà quante volte lei avrà mangiato il gufo, con gusto diverso però.
A)    (si alza con un sobbalzo e comincia a tossire) 
GUFO!!! MBOFF… MBOFF… mai mangiato… così bono… MBOFF… MBOFF… booono…
G)   Come sono contenta. Più sto con lei, più mi rendo conto della 
fortuna che ho avuto. In mezzo a tante persone… forse ero io che la cercavo, la sognavo: come sono felice.
A)   Anch’io… MBOFF… MBOFF…
G)   Ha preso un bel raffreddore.
A)   No! E’ il gu… il gulasch… che ho mangiato la settimana scorsa:
non credo di averlo digerito bene.
G)   Ma certamente! Bisogna nutrirsi con pietanze semplici, collaudate.
Sono la miglior medicina per vivere bene ed a lungo.
A)   Sicuramente… MBOFF… e poi, come si suol dire: uno è quello 
che mangia. A proposito, lei vede bene di notte?
G)    Perché?
A)   Chiedevo. Io per esempio sono molto veloce.
G)   Veloce!?
A)   Sì! Mi piace la lepre in salmì o anche in agrodolce, con un po’ di 
sedano, magari a parte.
G)   Beh! E’ buona mah... è un piatto diciamo pure… banale,
fatto con ingredienti che sono alla portata di tutti: modestamente
io, nella semplicità, sono più ricercata.
A)   Non le chiedo, per discrezione, quali cose abbia usato per lo 
spuntino di stasera…
G)   Ho cercato d’intuire i suoi gusti, osservandola mentre mi seguiva, il    
modo in cui mi guardava… per esempio: nell’intingolo che le ho 
servito per antipasto, ho triturato la parte gelatinosa delle ali del pipis…
A)   NO! NOO! Non lo dica! Per favore. Voglio che rimanga un segreto:
é più romantico MBOFF… MBOFF…     
G)   Lei ha preso proprio un bel raffreddore. Tutta quell’acqua.
Potrei prepararle una tisana, è fatta con…
A)    NOOO!!! NO! Sono allergico alle medicine, preferisco che la 
freddatura, tanto sarà quella, faccia il suo corso… MBOFF…
G)   Che uomo!
(Si avvicina e, prendendogli le mani, gli si rivolge con estrema dolcezza)
Voglio guardarla in fondo agli occhi, scoprire il suo punto debole.                                                                                  
Lei mi affascina, è un magnete, ed io sono nella sua orbita.
Le confesso che mai nella vita ho provato una così forte emozione.         
È come se un dolce fuoco si fosse impadronito di me… le gambe,
le braccia, il viso, tutto il corpo ne è preso: volendo potrebbe fare di me quello che vuole.  
A) (indietreggiando)  Quello che voglio ? Il problema è che… non è che non… vorrei, e che… volevo dire… se volesse… io potrei mettere… la mano sulla spalla?
G)  Ma certo!
A)   Che emozione! E i capelli… posso guardarli… da vicino?
G)   Cosa dice…
A)   E… pensavo… le piacciono le diplomatiche?  (divincolandosi da un tentativo di abbraccio)                                                     
G) Sì! Mi piacciono… ma…
A)  Quasi quasi vado a comprarle.
G)  Proprio ora?
A)  Se le piacciono anche ora.
G) Le comprerà domani, così se per caso noi… dovessimo passare…
la notte qua… di mattina avremo le paste fresche per una buona colazione, per tirarci su.
A) Da dove?
G) Si fa per dire.
A)  Non le piacciono le paste, capisco.
G) Ma no!  Lei mi confonde. Giocando col mio cuore ha fatto crescere a 
dismisura la tensione tanto che ora vibro come un martello pneumatico
A)  Sono commosso, lucidamente consapevole e commosso. Ora però, 
a costo di rivoltargli le scale, per Giove! Le comprerò le diplomatiche.
G) Resti la prego… per favore…
  
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