GLI OCCHI DI LILY EVANS

Le chiacchiere degli altri professori, entusiasti della ripresa delle lezioni, infastidivano fino all'impossibile le orecchie di Severus Piton.

Era in attesa. In febbrile attesa.

Scrutava con ansia il portone d'ingresso della Sala Grande in attesa che Hagrid entrasse portandosi al seguito le pecorelle smarrite del primo anno.

Un forte rumore di passi veloci e di voci sconnesse che si soffocavano l'un l'altra non fecero che aumentare il suo turbamento.

Stavano arrivando.

La porta si spalancò lasciando entrare i marmocchi. Gli occhi neri di Snape saettavano inquieti tra le file dei nuovi arrivati. Bastarono pochi secondi perché trovassero ciò che avevano così ansiosamente cercato.

Furono sufficienti due occhi verdi a far sì che Severus Piton sprofondasse nell'oceano di dolore che pensava di aver superato.

Il bambino con gli occhiali aveva distrutto ogni sua barriera: era James Potter in persona. Con i SUOI occhi. Gli occhi verdi di Lily Evans.

Percepì un'ondata di rabbia sopraffarlo.

Se non fosse stato per quel ragazzino lei sarebbe stata lì.

Se non fosse stato per quella sua stupida decisione di sposare quel bullo di James, ora non sarebbe morta.

Aveva scelto l'uomo sbagliato.

Lui, Severus, l'aveva amata più della sua stessa vita.

L'amava ancora, più della sua stessa vita.

E lei aveva scelto Potter.

Quante volte aveva immaginato di far scorrere le dita tra quei capelli rossi.

Quante volte aveva sognato di stringere quel corpo esile tra le braccia.

Col tempo era riuscito a lenire il dolore della sua perdita, certo non a cancellarlo, ma a renderlo meno straziante. Era riuscito a nasconderlo agli occhi degli altri.

E ora, per sette lunghi anni, avrebbe dovuto vedere quegli occhi verdi.

Avrebbe dovuto insegnare pozioni agli occhi di Lily.

Al sangue della sua Lily.

Al frutto dell'amore tra la sua bella mezzosangue rossa e un altro uomo.

Lo sguardo del ragazzino fisso su di lui lo distolse dai suoi pensieri:lo stava fissando.

Non fece nulla per dissimulare la rabbia che provava nei suoi confronti, nei confronti della causa della morte della sua piccola Lily. Sapeva che era irrazionale, che il piccolo non aveva avuto possibilità di scelta. Ma era qualcosa di incontrollabile.

Il bambino dovette accorgersi dell'ostilità che trapelava da ogni poro del professore perché distolse lo sguardo, intimidito.

Severus Piton osservò un'ultima volte quegli occhi verdi che ora guardavano ipnotizzati il cappello parlante.

Represse la voglia di urlare, di chiamarla, di chiederle ancora una volta perché.

E ancora una volta non ottenere risposta.