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Autore: Northern Isa    23/08/2013    3 recensioni
In "Harry Potter e i Doni della Morte", durante il matrimonio tra Bill e Fleur, Viktor Krum racconta a Harry Potter che suo nonno venne ucciso da Grindelwald. Ma chi era questo nonno? E com'era Grindelwald a scuola? La risposta a queste domande nella cornice oscura e controversa dell'Istituto per gli Studi Magici di Durmstrang.
[I capitoli 11 e 32 contengono un riepilogo degli eventi precedenti]
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Gellert Grindelwald
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Il cervello di Andra reagì alle parole di Dimitri nell’ultimo modo che avrebbe creduto possibile. Comandò al suo corpo di scattare in piedi, alle sue dita di irrigidirsi, al suo mento di sollevarsi e alle sue sopracciglia ad aggrottarsi, dopodiché iniziò a lavorare freneticamente.
Il tempo dell’inazione era durato fin troppo, adesso occorreva agire, ma per farlo bisognava pensare lucidamente. Le nebbie della paura si dissiparono nella sua mente, e Andra iniziò a ragionare con freddezza.
“La prima cosa che dobbiamo fare è cercare di capire cosa è successo a Fran.”
“Andra…” iniziò Vassil, ma poi il resto della frase finì morso tra i denti come il suo labbro inferiore.
La strega sapeva cosa voleva intendere: se tutti coloro che avevano partecipato al colpo di Stato erano stati presi, non c’era possibilità che Fran fosse riuscito a fuggire.
“Dobbiamo sapere cosa i GA hanno fatto di lui, potrebbe essere stato portato a Nurmengard, o…”
“Molti sono stati giustiziati seduta stante…” rivelò Dimitri con un filo di voce.
“Appunto,” rispose Andra, senza scoraggiarsi, “dobbiamo capire se tuo fratello è vivo o è morto”.
Dimitri e Vassil si scambiarono un’occhiata enigmatica, ma Andra immaginò di interpretarla correttamente. Lei stessa era rimasta sorpresa per la lucidità della sua reazione dinanzi a quella notizia che potenzialmente sarebbe stata in grado di farle perdere il senno. Ma non aveva senso chiedersi perché non avesse iniziato a sragionare, occorreva approfittare del vantaggio che la mente fredda le dava per agire in fretta.
“Come possiamo fare per saperlo, Vassil?”
Il cognato le indirizzò un’occhiata dubbiosa.
“Non possiamo cercare di contattare i membri del Circolo della Rosa che non hanno partecipato al colpo di Stato,” disse la strega, parlando più a se stessa che ad altri, e iniziando a camminare avanti e indietro lungo il pavimento della cucina, tenendosi il mento tra le mani, “o li metteremmo in pericolo. Dobbiamo saperne di più, ma potrebbero passare dei giorni prima di avere qualcosa in mano, e non è detto che si tratterà della verità… Abbiamo bisogno di fonti attendibili.” La risposta si affacciò alla sua mente, fulgida e chiara come un mattino di aprile. “Kathrina!” esclamò ad un tratto.
“Cosa c’entra adesso?” domandò Dimitri, confuso.
“Conosce di persona i giornalisti con cui lavora tuo fratello. Ci saprà dire chi è fidato e chi no, e riuscirà a farsi dire qualcosa su ciò che è accaduto davvero al Ministero. Non potranno scriverlo sul giornale, ma avranno sicuramente il modo di carpire le notizie.”
Di nuovo Andra sorprese se stessa e gli altri. In un altro momento, Kathrina sarebbe stata l’ultima persona con cui avrebbe voluto parlare, ma ora rivolgersi a lei le sembrava la cosa migliore. La strega però non sapeva se la ragazza le fosse venuta in mente in seguito a un ragionamento razionale o dall’idea intrisa di rimpianto di aver litigato con Fran per causa sua prima della sua scomparsa.
 
Quando Andra tornò a casa quella sera, si sentì piuttosto soddisfatta. Era ricorsa a tutte le risorse che le erano venute in mente per scoprire qualcosa di più su Fran, di lì a poco avrebbe saputo ciò che desiderava sapere. L’unica persona che non era riuscita a contattare era Kathrina. La sua irreperibilità le aveva instillato nel cuore alcune gocce di ansia che non avrebbe mai pensato di provare nei suoi confronti, ma poi il suo lato razionale era tornato a prendere il sopravvento. Saputo ciò che era accaduto a Fran, Kathrina poteva essersi nascosta, oppure era stata presa anche lei dai GA. Se così fosse stato, anche i Krum erano in pericolo.
Occorreva far fuggire Dimitri, Vassil e la sua famiglia; Andra sarebbe rimasta invece, almeno finché non avesse saputo dove si trovasse Fran. Gli altri sarebbero andati a Godric’s Hollow, ma come avrebbe potuto renderlo possibile, visto che Grindelwald aveva chiuso le frontiere? Il colpo di Stato poteva aver creato scompiglio, rendendo una possibile fuga più facile, ma poteva anche aver avuto l’effetto di far aumentare la sorveglianza.
In quel momento, il cervello di Andra si bloccò. Godric’s Hollow. I suoi ricordi iniziarono a scorrere come un nastro che si srotolava davanti ai suoi occhi, finché non le proposero la figura di un giovane mago biondo che, scortato dai Guardiani di Durmstrang, percorreva la Sala Principale della scuola. Il ragazzo sorrise nel divincolarsi dalla loro stretta e nel colpire la parete alle sue spalle con un incantesimo. La parete che fumava, sul quale era stato inciso il simbolo del triangolo, del cerchio e dell’asta, lo stesso che ora sventolava sulla cupola del Ministero. Le lettere del ragazzo biondo inviate da Godric’s Hollow e che parlavano di un amico brillante. Albus Silente.
Scossa da un tremito, Andra andò alla libreria del salotto. Le sue dita percorsero i dorsi di alcuni libri e lei seppe che non si stava sbagliando. Non aveva collegato subito l’autore del volume sugli usi del sangue di drago e il creatore del fuoco gubraitiano con il vecchio amico di Gellert Grindelwald. Erano passati tanti anni, come avrebbe potuto? Invece adesso ogni cosa sembrava avere senso e la soluzione a tutti i suoi problemi galleggiava davanti ai suoi occhi come una sfera luminosa. Convinta di non avere altre possibilità, Andra afferrò un pezzo di pergamena e una penna, intinse la punta nell’inchiostro e cominciò a scrivere.

“Egregio sig. Albus Silente,
probabilmente resterà sorpreso nel ricevere questa mia, dal momento che io e lei non ci conosciamo. Eppure ho avvertito l’assoluto bisogno di rivolgermi a lei.
Noi viviamo in paesi diversi, conduciamo vite diverse, ma siamo accomunati dalla conoscenza di un mago in particolare: Gellert Grindelwald.
Il mio nome è Andromeda Belinsor, sono una vedova e i miei figli sono ormai orfani a causa di questa nefasta conoscenza. Vivo in una realtà in cui ogni istante è un’iniezione di terrore, angoscia, incertezza, oscurità, in cui è difficile alzarsi dal letto e desiderare di affrontare una nuova giornata. Se ho avuto la forza di prendere la penna in mano, è stato solo per amore dei miei figli.
Io ho perso mio marito e probabilmente anche il maggiore dei miei ragazzi, ma, come me, molte altre streghe o maghi hanno perso, per colpa di Grindelwald, un parente, un amico, la vita stessa. La situazione è ormai insostenibile, abbiamo bisogno di qualcuno che metta fine a questo regime. So che lei è un mago come pochi, dotato di un potere e di una saggezza invidiabili. Inoltre come me anche lei è stato amico di Grindelwald, per poi essersi allontanato da lui una volta presa coscienza del suo lato oscuro. Non le chiederei di intervenire se non lo ritenessi assolutamente necessario.
La prego di fare qualcosa, non per me, che ormai mi sento una donna finita, ma per i miei figli e per tutti i ragazzi senza colpa che, come lui, sono stati resi orfani da questo regime. Con riconoscenza,
Andromeda Leyna Belinsor.”


Terminato di scrivere, Andra si sentì soddisfatta. Trascorse l’intera notte a tentare di incantare la pergamena in modo che, se intercettata, non avrebbe rivelato il suo contenuto. Quando credette di aver fatto del suo meglio, la inviò.
 
Era trascorsa quasi una settimana da quando aveva spedito la lettera per Silente. La notte non era ancora sfumata nell’alba, quando a causa di un rumore si alzò di scatto. Indossò la vestaglia e scese dabbasso con la bacchetta in mano. Tra gli Incantesimi di Protezione che aveva scagliato sulla sua casa, ce n’era uno che impediva agli estranei persino di bussare: solo ai Krum era consentito. Ma Dimitri era in casa, apparso anche lui sulla cima delle scale, in pigiama e con la bacchetta sguainata. Perché Vassil sarebbe dovuto andare da lei a quell’ora? Andra ricominciò ad avere paura. Così paura che non riuscì neanche ad impugnare il pomello della porta per aprirla, dovette essere Dimitri a farlo. Aperto l’uscio, Andra si trovò dinanzi a quella che per un attimo le sembrò una visione.
Sporco, impolverato e ferito, ma innegabilmente vivo, Fran aveva ancora il pugno sollevato contro il legno nell’atto di bussare, con l’altro braccio si appoggiava alle spalle di Kathrina.
Andra non seppe dire quando iniziò a piangere, se nel chiudere la porta alle sue spalle dopo aver fatto entrare la coppia o quando abbracciò il figlio con tutte le sue forze subito dopo.
“Non so come ho fatto, ma sono riuscito a sfuggire ai GA…” spiegò Fran, senza fiato, “È stata Kathrina a nascondermi e a proteggermi finora.”
Andra si premette una mano sul petto e afferrò con l’altra quella della ragazza bionda. Kathrina arrossì, dopodiché riferì alla donna tutto quello che c’era da sapere.
 
La notizia era su tutti i giornali, di fiato per gridarla nelle strade non ce n’era più. Albus Silente aveva sconfitto Gellert Grindelwald in un epico duello, era tutto vero.
Andra, Fran e Dimitri stavano osservando la prima pagina della Prorok Gazieta stretti gli uni all’altra. Recava due fotografie: la prima era quella di Grindelwald, ma la sua espressione non era più allegra e ribelle. I capelli biondi si agitavano scompostamente in ogni direzione, il suo sguardo era di fuoco, il viso emaciato. Accanto a quella prima foto ce n’era una seconda di un mago con lunghi capelli e barba fulvi, occhiali a mezzaluna e un’espressione confortante e composta.
Quella notte, Andra sognò Igor dal primo momento in cui posò la testa sul cuscino fin quando non aprì gli occhi il mattino dopo. Non aveva mai desiderato tanto di averlo accanto.




Note dell'Autrice: ebbene sì, siamo giunti in pratica all'ultimo capitolo di questa interminabile long, ed è accaduto anche prima di quanto avessi immaginato. Chiedo venia per aver dato delle notizie fuorvianti, ma questo è a tutti gli effetti il capitolo conclusivo della trama. Ci sarà tuttavia un capitolo bonus, una sorta di epilogo senza il quale possiamo campare benissimo lo stesso, ma che ha un sapore di "Decenni dopo" o, meglio, "Tutto andava bene", e che per questo ho voluto scrivere. Perciò non piangiamo disperatamente, né abbiate fretta a stappare lo spumante per la fine della storia. Do appuntamento a tutti all'epilogo, nel frattempo vi ringrazio, come sempre, per essere arrivati fin qui :)
   
 
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