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Autore: Violet2013    23/08/2013    11 recensioni
Ranma torna a Nerima due anni dopo il matrimonio mancato, deciso a far tornare tutto come prima, ma ogni cosa sembra essere cambiata: nessuna faccia è più la stessa e gli equilibri si sono stravolti.
Riuscirà a riconquistare la sua amata Akane?
ATTENZIONE: IN VIA DI REVISIONE (modificata fino al cap 6)
TRATTO DAL CAPITOLO 7:
''Nessuno avrebbe mai conosciuto l'inferno che i due ragazzi stavano passando, e che avevano passato per due lunghi anni lontani l'uno dall'altra, con la forte consapevolezza di essere legati da un filo invisibile, un filo elastico che si allungava, e si allungava tanto, ma quando tornava a stringersi faceva così male da soffocare.
Quei due potevano stare lontani per giorni, mesi, anni, ma non potevano stare vicini. Non senza sentire lo stomaco in subbuglio, il cuore correre come un treno, le gambe tremare, le braccia che fremevano per toccarsi''.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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TCP4


You know that feeling you get?
You feel you're older than time .
You ain't exactly sure
if you've been away awhile.
Do you keep the receipts
for the friends that you buy?
And ain't it bittersweet?
You were only just getting by.
But I hope you know that it won't let go,
it sticks around with you until the day you die.
And I hope you know that it's touch and go,
I hope the tears don't stain the world that waits outside.
Where did it all go wrong?

Oasis, Where did it all go wrong?



Ginza, esterno giorno, 7 agosto 1996


Ranma non aveva mai amato il centro di Tokyo, troppo chiassoso per i suoi gusti, ma il solo fatto di trovarsi nuovamente in Giappone aveva influito in positivo sul suo umore, da troppo tempo grigio.
Era stato bellissimo ritrovare la sua vecchia amica, soprattutto ora che gli eventi l'avevano cambiata, ed aveva smesso di perseguitarlo.
In partenza per Tokyo le aveva chiesto di seguirlo, in modo da andare a lavorare nella sua palestra, e lei aveva accettato più che volentieri.
Per Ranma la scelta fu più che azzeccata: nel nuovo impiego da istruttrice di thai boxe Shampoo era perfetta, e la sua bellezza attirava decine e decine di clienti: il fatturato della palestra era cresciuto in maniera esponenziale nel giro di pochissimi giorni per via dei tantissimi nuovi iscritti.
Quanto a lui, non era felicissimo dell'impiego.
Avrebbe fatto meglio a leggere bene il contratto prima di firmarlo: il suo lavoro era sì molto ben pagato, ma prevedeva prevalentemente mansioni d'ufficio, contabilità e gestione della burocrazia. Aveva poco tempo per allenarsi ed assolutamente nessuno per insegnare, cosa che invece gli sarebbe piaciuto fare.
Decise di staccare un po' e di pranzare da solo, invece che con Shampoo come di consueto. Le lasciò un post-it sulla sua scrivania e prese a camminare per le assolate vie della città, tra grattacieli, negozi alla moda e centri benessere.
Si sedette in un ristorante e consumò una fetta di pizza ed una coca, dopodichè si diresse al supermercato per fare un po' di spesa.
Fermo davanti allo scaffale dei biscotti si sentiva osservato. Poteva percepire una presenza minacciosa alle sue spalle farsi sempre più forte.
Si voltò di scatto, ma prima che potesse mettere a fuoco, in quella che gli era parsa una frazione di secondo, l'individuo era sparito.
Lascò il carrello e prese a correre fin fuori dal supermercato: aveva individuato il suo nemico: un uomo alto, probabilmente più maturo di lui, correva a perdifiato, nonostante lui gli urlasse di fermarsi.
Improvvisamente l'uomo, sempre seguito da Ranma, svoltò in un vicolo, che per sua sfortuna risultò essere cieco.
Sorrise, lo aveva in pugno.
"Ora non hai scampo! Avanti, vigliacco, voltati!"
L'oggetto della sua attenzione strinse i pugni.
"Cos'è, hai paura? Avanti girati!"
"No, Ranma, non ho paura"- la voce gli sembrava familiare- "E' che farei qualunque cosa pur di non vedere mai più la tua faccia".
"Ma che dici? Chi sei?"- Il giovane col codino era confuso: chi era quest'uomo? E perchè lo odiava così tanto da non sopportare nemmeno la vista del suo volto? Lo strattonò per una spalla e lo costrinse a voltarsi.


Soun Tendo lo guardava fisso negli occhi, arrabbiato come nessuno lo aveva mai visto.
L'istinto di Ranma era quello di abbracciarlo: quell'eccentrico signore di mezza età per lui rappresentava casa, l'unica in cui non si fosse mai sentito solo, rappresentava una famiglia che non aveva mai avuto, rappresentava...
Sporse il busto verso l'ex suocero, cercando il contatto, ma lui lo respinse.
"Tendo! Cosa c'è? Sono io, Ranma!"
Soun non rispondeva, guardava in basso e tremava di rabbia.
"Soun! Andiamo! Che ti ho fatto?"
"Che mi hai fatto? Tu mi chiedi che mi hai fatto, Ranma? Hai idea dell'inferno che ci hai fatto passare, piccolo ingrato?"- chiese urlando, tirandogli un sonoro ceffone sul viso, che Ranma incassò senza battere ciglio.
Nella mente di Ranma si affollarono tutte le preoccupazioni che aveva cercato di scansare nei due anni precedenti, una in particolare: come promesso sposo di Akane, a lui spettava il compito di difendere la palestra dei Tendo.
Sapeva quanto la sua assenza pesasse, perchè ogni volta in cui, in passato, Akane si era trovata a combattere da sola, lui era sempre dovuto intervenire in suo soccorso.
Con Akane così debole e Soun ormai troppo avanti con gli anni, il Dojo Tendo era a rischio.
Guardò Soun con aria mortificata, facendogli intendere di aver capito.
"No! Tutte le cose a cui stai pensando...Beh non sono niente! Non essere troppo indulgente con te stesso, Ranma. Hai rovinato tutto!''
Il ragazzo ebbe una fitta al cuore.
"Avete perso la palestra?"- se lo aspettava, in fin dei conti senza il suo aiuto l'avrebbero persa molto prima.- "Sono mortificato! Lascia che provveda io a recuperarla! Sono disposto a venire a Nerima stasera stessa! Vincerò con il nuovo capopalestra e riavrete il Dojo, ve ne comprerò anche uno più grande se vuoi, e una casa più bella! Soun, ti prego, perdonami! Sono disposto a far tornare tutto come prima, sposerò Akane e...."
Non sapeva perchè avesse detto quell'ultima frase, ma la risata greve di Tendo lo riportò con i piedi per terra, spaventandolo.
"Dopo tutto quello che le hai fatto passare pensi che ti lascerei sposare la mia bambina? Non farti vedere mai più a Nerima, Ranma, e non preoccuparti per la palestra: Akane e Ryoga la stanno mandando avanti alla perfezione!"
Sembrava che il cuore del codinato si fosse rotto in mille pezzi.
Akane e... E Ryoga?
Se lo aspettava, forse lo aveva sempre saputo.
Di tutti i corteggiatori di Akane, Ryoga era praticamente l'unico sincero, l'unico abbastanza forte da sostenerla, l'unico meritevole del suo amore, forse anche più di lui.
Ryoga era quello che meritava di stare con Akane, non Ranma. La amava veramente ed aveva sempre e solo mirato a renderla felice, anche facendosi da parte quando necessario.
Era puro e corretto, e non l'avrebbe mai abbandonata nel cuore della notte senza nemmeno salutarla.
Preso dai suoi pensieri, non si accorse che Soun Tendo se n'era già andato, lasciandolo da solo nel vicolo buio.


La sera a cena Ranma era pensieroso.
Non riusciva a togliersi un'immagine dalla testa: Ryoga ed Akane insieme.
Era frustrato, arrabbiato con se stesso e, sì, anche un po' geloso, anche se sapeva di non averne alcun diritto.
L'eterno disperso non aveva mai fatto mistero dei suoi sentimenti per Akane, ma era pur sempre il suo migliore amico, e Ranma sperava che si sarebbe fatto da parte, a un certo punto.
Invece aveva approfittato della situazione per ''consolare'' Akane. Magari lo aveva anche messo in cattiva luce con lei.
Shampoo lo guardava con aria interrogativa: non aveva mai visto il suo amico mangiare così lentamente, soprattutto dopo una giornata di lavoro.
"Lanma, che c'è?"
"Shampoo, dimmi una cosa. Quanto sei rimasta a Nerima, dopo la mia partenza?"
"Uhm, vediamo... Subito dopo aver saputo che eri partito sono venuta a cercarti, come del resto anche tuo padre e Soun Tendo; sono stata via qualche mese e poi sono tornata."
"E quando sei partita per la Francia?''
"Ormai è più di un anno. Non ce la facevo più lì, inoltre era chiaro che tu non saresti mai tornato. Quando sono scappata, Ryoga ed Ukyo erano tornati da un paio di mesi da Jusenkyo, a mani vuote anche loro".
Ranma rimase senza parole: praticamente tutti i suoi amici e familiari erano andati in Cina per cercare di riportarlo a casa. Era commosso da tanto affetto, ma mancava un nome all'appello, il più importante.
"Cosa puoi dirmi di Akane?"
"Beh, lei...Lanma, chiudi con il passato. Lo sai che te lo dico senza secondi fini, ormai non ha più senso che io ti corra dietro per onorare i patti con le Amazzoni, visto che come sai è andato tutto in fumo. Te lo dico col cuore, lasciala stare.''
"Ma insomma, si può sapere che è successo?"- sbottò il ragazzo tirando un pugno sul tavolo, perchè mai lo facevano preoccupare così? Non sapevano quanto ci tenesse ancora ad Akane? Lui non le avrebbe mai voluto fare del male.
Shampoo posò la mano sulla sua, per una volta in modo amichevole, ed iniziò a raccontare.
"Nessuno ci aveva informati della tua partenza. Un giorno mi sono chiesta perchè non ti facessi più vedere al ristorante e sono venuta al Dojo. L'aria era gelida, sembrava che in casa ci fosse un malato terminale.
Mi era stato detto che eri partito ormai da 10 giorni e che non avevi lasciato nessun recapito.
Ero giovane ed immatura, volevo combattere con Akane, ma tutti si accanirono contro di me, non mi lasciavano salire le scale per andare in camera sua. Pensa che persino sua sorella Kasumi, quella calma, mi schiaffeggiò quel giorno".
Ranma era senza parole, Kasumi che schiaffeggiava qualcuno era ancora più paradossale di un uomo che si trasformava in donna.
Shampoo continuò:
"Sono andata fino slle Sorgenti Maledette per cercarti, ma senza risultato. Lì ho incontrato Soun Tendo: mi disse di essere lì con Genma, che ovviamente ha appofittato del viaggio per bagnarsi e tornare normale, proprio come ho fatto io, del resto.
Sono tornata a casa solo qualche mese dopo, non mi sono arresa facilmente, ti ho cercato in capo al mondo.
Arrivata a Nerima è successo quello che sai: mi è stata vietata la pratica delle arti marziali. Mi sono buttata nel lavoro, stavo giorno e notte al ristorante e non uscivo mai, questo fino allo scorso giugno.
Una sera Nabiki è venuta a mangiare da noi con degli amici. Parlavano di una cena che si sarebbe svolta l'indomani, e lei diceva che ci sarebbe stata anche la sua sorellina.
Le vene mi pulsavano e le mani mi tremavano. Mia nonna mi aveva appena detto che Akane era diventata il nuovo capopalestra ed io non ci ho più visto. Volevo una rivincita, lei era l'unica che ti interessasse davvero, non credere che non lo sapessimo tutte.
Il giorno dopo ero lì per sfidarla, c'era anche Ryoga, ma lei non ha voluto che combattesse anche lui. Era una persona totalmente diversa. Emanava un'energia mistica che avevo visto solo in mia nonna quand'era più giovane.
Abbiamo combattuto ed era in formissima, in meno di 5 minuti mi ha lasciata a terra''.
Ranma era sorpreso, Akane non era mai riuscita a battere Shampoo in passato.
"Sono scoppiata a piangere, lei mi ha aiutata a rialzarmi, mi ha abbracciata e aveva gli occhi lucidi anche lei.
Le ho chiesto se avesse tue notizie, ma Ryoga le si è parato davanti. Ha detto che era venuto a cercarti, così come Ukyo, e che non avevano trovato niente.
Il saluto di Akane mi era sembrato un addio, forse aveva capito che sarei partita, mi ha stretta a lungo ed è andata a prepararsi per la sua cena.
Ryoga era furioso perchè avevo chiesto di te: diceva di non fare mai più il tuo nome davanti ad Akane, che eri sparito volontariamente, e per questo dovevamo considerarti morto. Proprio così ha detto, morto.
Questo è tutto quello che posso dirti, poi sono partita e non li ho più rivisti".
A Ranma prudevano le mani. Dunque era come pensava, Ryoga ed Akane stavano insieme.
Senza dire una parola si mise le scarpe ed uscì nella notte.
Shampoo non lo fermò nè gli chiese niente: sapeva benissimo quale fosse la sua destinazione.
  
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