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Autore: Michelle Diamonds    23/08/2013    1 recensioni
"Non saprei dire di preciso come finii lì, ma di sicuro era successo qualcosa di strano, straordinario. Il mio telefonino segnava le 13:10, ma l’orologio della stazione dove mi trovavo sosteneva fossero le 12:10. E comunque, non ricordavo nemmeno di essere andata alla stazione. [ ... ] Intorno a me sentivo parlare solo inglese, britannico per la precisione. Era tutto … diverso." (Dal capitolo 1)
Chiara è una studentessa italiana del nostro secolo che si ritrova improvvisamente catapultata nell'Inghilterra degli anni '60. Un fortunato incontro cambierà interamente il corso della sua avventura inglese, tanto che molte più persone potrebbero risentirne.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Harrison, John Lennon , Nuovo personaggio, Paul McCartney , Ringo Starr
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Poco dopo, vennero ad avvertirci che nel giro di dieci minuti saremmo arrivati alla stazione di Londra, dove ci aspettava un taxi. Così prendemmo le nostre cose. Paul in quel momento mi disse:
- Mi raccomando, restaci vicina se non vuoi perderti, o, peggio essere schiacciata tra la folla. Appena scendiamo, seguici, ci precipiteremo nel taxi che ci sta aspettando.
Io annuii e, appena le porte del vagone si aprirono, ci fiondammo fuori. Era proprio come in una scena del film: le fans si erano ammucchiate tutte a una ventina di metri di distanza e, appena ci videro scendere, cominciarono a urlare e a correre verso di noi. Questa volta fu Ringo a salvarmi, afferrandomi per il braccio e trascinandomi via a una velocità impressionante. Dovevano essere proprio abituati a correre, ma nemmeno quelle ragazze urlanti erano da sottovalutare. Ci tuffammo quasi letteralmente in un’auto in sosta che corse via appena fummo tutti dentro: John si era seduto sul sedile anteriore, accanto all’autista, mentre Ringo, io, George e Paul ci ritrovavamo compressi nei posti dietro.  Dopo poco, arrivammo all’albergo dove avremmo alloggiato.
Quando scesi dall’auto, rimasi estasiata e mi guardavo intorno, stupita dalla bellezza di quel posto: eravamo nel centro di Londra e la via era piena di alberi e fiori appesi ai lampioni e già intravvedevo un paio di cabine telefoniche che si trovavano a pochi metri di distanza sul marciapiede opposto. Era tutto stupendo. Era come vedere una vecchia fotografia, non in bianco e nero, bensì a colori, ed è così bella che con la mente si viene trasportati in essa. Quasi non mi sembrava possibile che quegli anni avessero dei colori: sembrerà anche un’affermazione stupida, ma a trovarsi lì dentro è un’altra cosa . Tutto ciò, però accadde in un paio di secondi, perché i Beatles mi invitarono subito a seguirli all’interno dell’albergo; così mi misi lo zaino in spalla e li seguii.
All’inizio,pensavo che sarebbero stati dei problemi riguardo ai posti letto della stanza prenotata a nome dei quattro ragazzi, e pertanto chiesi una stanza singola, ma mi fu detto che la stanza prenotata era per cinque, perciò potevo anche alloggiare nella loro stanza, se non mi dava fastidio. Su insistenza dei diretti interessati, accettai volentieri quest’ultima condizione, dopodiché salimmo. Quando John aprì la porta, non potei trattenere un’esclamazione di stupore: mi trovavo nella stanza che avrebbe ospitato a breve le riprese di A hard day’s night, ovvero la camera d’albergo dei Beatles. Toccai il divano, sfiorai i tasti del pianoforte, mi guardai allo specchio e vidi le stanze non mostrate nelle scene del film.
Tutto quello che stavo vivendo aveva dell’irreale e dell’impossibile, eppure mi ci trovavo realmente. Avevo, in un certo senso, realizzato il mio sogno di sempre: vivere nell’epoca dei Beatles. Tuttavia, mi trovavo lì (seppur involontariamente) sottraendomi alla realtà a cui appartenevo, per errore o per effetto di qualche strana magia o giratempo, non aveva importanza. Nonostante avessi voluto rimanere lì per sempre, avevo paura: una parte di me voleva tornare all’epoca in cui era giusto che stessi. Riflettevo soprattutto sul perché di un simile accaduto: perché ero stata trasportata lì? E come? Poi, come l’avrei messa con i ragazzi? Se avessi detto loro che venivo dal futuro, come avrebbero reagito? La cosa migliore era tacere e aspettare di risolvere la questione. Non solo temevo di combinare qualcosa di letteralmente storico, dato che i Beatles stessi ne facevano parte a pieno titolo, ma probabilmente non avevo il coraggio di sfuggire ai miei doveri che avevo nella mia realtà per rifugiarmi nei miei sogni dove potevo fare ciò che volevo.
Mentre mi scervellavo su quegli interrogativi, i Beatles non avevano fatto caso alla mia emozione di fronte a quella apparentemente semplice camera d’albergo, si erano già abituati alla mia “stranezza”. Anzi, erano andati a esplorare la loro nuova stanza, come dei bambini curiosi ed eccitati per una nuova esperienza. Già si erano buttati sui letti, ci avevano saltati sopra, avevano aperto armadi e cassetti, curiosato tra gli oggettini omaggio che si trovavano in bagno e Paul non aveva perso l’occasione di provare il pianoforte, strimpellando allegramente una musichetta che non avevo mai sentito.
La nostra stanza era composta da un grande soggiorno, due bagni, cinque stanzette da letto e un piccolo ripostiglio. Più che altro sembrava un mini-appartamento. Ci dividemmo le stanze e io andai a vedere la mia: anche se non era molto grande, era veramente carina. I ragazzi inoltre misero un bagno in comune per loro quattro e diedero l’altro a me. Quasi mi sentivo in colpa: erano davvero disponibilissimi con me.
Sistemate le nostre cose, ci sedemmo sul divano a riposare un po’.
-Comunque tra poco dovrebbero portarci su gli strumenti … -disse John.
-Fantastico! –esclamò Ringo che non vedeva l’ora di mettere tra le dita le sue adorate bacchette.
-Così possiamo farti sentire qualcosa … - mi disse Paul – Tanto dovremmo cominciare provare alcuni pezzi prima di iniziare le riprese.
-Che bello, mi piacerebbe davvero molto! – ero davvero felice, stavo per sentire i Beatles suonare dal vivo, stando in mezzo a loro e senza le assordanti urla proprie del pubblico della band. E pensare che io ero nata nel 1995, perciò avevo nel DNA la rassegnazione di non poterli mai sentire tutti insieme dal vivo.
-Sentite – chiesi – vi dispiace se vado in bagno a darmi una sistemata? Non ci metterò molto.
-Certo che no! Fai pure con comodo – mi disse John in tono tranquillo. – Non faremo nulla di male.
Alzai un sopracciglio, quasi conoscessi già cosa avesse intenzione di fare John. Poi, resa fiduciosa dallo sguardo di Paul, realizzai che lo diceva per prendermi in giro, così presi alcune cose dal mio zainetto, lasciandolo aperto su una sedia del salotto, poi mi diressi verso il bagno.
John aveva la fama di essere un monello e di certo non stava deludendo quelle aspettative. Tutti avevano già preso confidenza con me e io con loro. Si stavano dimostrando dei giocherelloni immaturi, proprio come li avevo conosciuti tramite i loro film e i loro video musicali. Mi faceva comunque male vederli in quel momento così uniti e pensare a come avrebbero rotto in futuro. Tuttavia, quelli di fronte erano esattamente i Beatles che volevo conoscere, quelli scherzosi e divertenti, che si lasciavano andare, che ridevano. Era il tipo di atmosfera in cui sognavo di vivere da anni.




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Salve a tutti! So di non essermi mai fatta viva, chiedo scusa per questo.
Innanzitutto, vi ringrazio per le parecchie visualizzazioni che stanno ricevendo i capitoli di questa fan fiction, mi fa molto piacere. Mi piacerebbe comunque che qualcuno mi faccia avere la propria opinione, qualunque essa sia, non vergognatevi. Fatemi sapere se la storia vi piace!
Ho dimenticato di avvertirvi che potreste incontrare incongruenze tra la fan fiction e i fatti accaduti realmente. Non sorprendetevi: penso che ormai avrete capito come è sviluppata la storia, perciò se c’è qualcosa che non coincide, ho cambiato per mia comodità.
POSTERO' I CAPITOLI IN MODO PIUTTOSTO DISCONTINUO, POICHE' NON SEMPRE RIESCO A SCRIVERE. SICURAMENTE LA SITUAZIONE PEGGIORERA' A META' SETTEMBRE, DATO CHE MI ATTENDE IL QUINTO ANNO DI LICEO.
Un'ultima cosa: non aspettatevi sempre questi miei commenti sotto i capitoli. Mi piace vedere i capitoli ordinati e senza roba superflua.
Un saluto a tutti, spero di vedervi sempre più numerosi e aspetto le vostre recensioni!
  
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