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Autore: Scath Panther    23/08/2013    2 recensioni
- Dal primo capitolo -
Si prese un secondo a osservare quel dettaglio, la sua pettinatura, e così non vide che il ragazzo si era girato e aveva fatto qualche passo fino ad arrivare ad un taglia erba, si era chinato e aveva iniziato a tirare una cordicella per mettere in moto il motore.
Si accorse solo dopo diversi secondi che stava fissando oltre ai morbidi capelli (gli sembravano terribilmente morbidi da doversi proprio affondare le mani) anche il suo fondoschiena tornito!
“Che mi prende?!” si chiese rabbrividendo, sembrava quasi il suo sogno!
Anzi quel tizio era nel suo sogno! Stava per chiedergli “come hai fatto a entrare nel mio sogno” quando il gatto indispettito dalla lontananza da casa, lo graffiò per bene riportandolo alla realtà...
- Aspettatevi molto di più, non i soliti angeli, demoni, vampiri o licantropi! -
Genere: Avventura, Fantasy, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Qual'è la realtà - capitolo primo
Salve a tutti. Vi presento una mia personalissima opera. I personaggi provengono dal mio Gdr (se fosse interessati ad un Gdr Slash privo di contenuti magici o fantasy, scrivetemi pure!). I protagonisti si chiamano Chuck ovvero il pg che muovo personalmente) e Nat Devo avvertire però che l'aspetto fisico dei pg è liberamente ispirato ai protagonisti di un Anime "Katekyo Hitman REBORN!"  lo dico solo perchè ci saranno alcune immagini nel racconto e saranno prese appunto da fan art su questo Anime (caratteri, trame, diagolohi, tutto è inventato! Sono frutto della mia fantasia!)

Ho voluto aggiungere l'avvertimento dei contenuti forti solo perchè alcune scene riguardano scontri e c'è la presenza di "sangue" ferite e simili. Ovviamente nei vari capitoli avvertirò, in generale è una storia che parla di questi due personaggi che si "rincorrono".

Buona lettura, ci risentiamo tra qualche capitolo!






 
Ah.. ah. Caspita! Oh Dio, uff. Era solo un sogno!  il moretto si era alzato dal letto con una mano sul petto, il volto e il collo ricoperto di goccioline di sudore e gli occhi spalancati feriti dai primi raggi del sole, con tremori che lo scuotevano da capo e piedi.
Qualcuno al suo fianco si destò, muovendosi piano fra le lenzuola, si strusciò sul cuscino e con uno sbadiglio e un’espressione un po’ scocciata si mise a sedere scostando i capelli dal volto.

> Uhm, Nat. Che è successo? Un incubo?! < domandò il biondo con un’espressione infastidita in volto. Di fianco a lui, seduto con una gamba piegata contro il petto e l’altra stesa, il moretto chiudeva e apriva gli occhi cercando di tornare alla realtà. Era stato soltanto un brutto sogno! Un incubo per la precisione! Sospirò ancora, ma riuscì a fare un piccolo sorriso voltandosi appena verso il compagno per scusarsi.
Amore, torna a dormire, so che devi svegliarti presto domani! Tranquillo... disse il moretto arricciando il naso e carezzandogli un braccio, l’altro alzò gli occhi al cielo e annuì, tra i due era lui che lavorava duramente ricoprendo una carica importante, aveva responsabilità ed impegni da rispettare, insomma era scontato che si dovesse far di tutto per farlo riposare come gli si doveva!
Ci sarebbe stato da dire che Nat sarebbe riuscito a mantenersi con il proprio stipendio, ma ciò non impediva al biondo di mantenere un certo tipo di ruolo coppia.
Il più grande tornò a stendersi dopo pochissimi istanti, si girò su fianco, senza conceder una gentilezza o una parola di conforto all’altro, riprese frettolosamente a dormire. Eppure a Nat non interessava molto, quell’incubo era una cosa da niente, lui aveva vissuto cose ben peggiori, poteva affrontare quel risveglio da solo, senza recare ulteriore fastidio al suo compagno.
Si alzò dal letto, guardando dolcemente l'altro per un’ultima volta. Non avrebbe potuto desiderare di meglio che la sua testa bionda abbandonata sul cuscino accanto al suo per esser felice. Una volta in piedi ciondolò, mezzo nudo, fino alla grande cucina, si versò un bicchiere d'acqua e si lasciò incantare dal riflesso della luna sulla finestra.
Osservare il cielo da quell’altezza, avendo a disposizione tutta quella spettacolare visuale, era un lusso per pochi. La vetrata della cucina dava sul grande parco della zona dei Lupi, opulenta, rigogliosa e straripante di natura verdeggiante e costruzioni di finissimo gusto esterico, i quattro piani della villa ultra tecnologica garantivano privacy, panorama e confort. Sentendosi finalmente meglio fece retrofronte incontrando sulla sua strada il loro "amato" gatto posto proprio sul divanetto di fronte al letto, vi si accucciò per accarezzare il felino.
Perché quel sogno lo aveva sconvolto tanto? Lo aveva definito addirittura incubo, no?
Beh era stato vivido, veritiero quasi, particolari spaventosamente precisi della sua vita. Forse aveva mangiato qualcosa di avariato al messicano, forse quelle enchiladas erano state troppo? Magari era stato qualcosa alla televisione ad averlo influenzato!
E se fosse stato un rimpianto nella sua vita? No, non poteva essere. Era felice nei suoi panni!
Viveva una vita agiata e piena di soddisfazioni lavorative e non solo. Uno fra i più giovani interpreti e traduttori della City, invitato a prestigiosi congressi per tradurre le parole di esponenti politici, della vita culturale mondiale, e persino di rock star e musicisti.
Gli era stato proposto di scrivere due libri, un manuale per il bravo “linguista” e il romanzo best seller con la particolarità della stesura: sarebbero state scritte tre trame, in tre lingue diverse, con protagonisti diversi: un ragazzo tedesco, uno irlandese ed infine uno giapponese.
Nat aveva rifiutato perché c’era “l’obbligo” di iniziare un tour mondiale per la promozione di entrambi i libri, avrebbe dovuto mostrare all’intero mondo quanto fosse capace e lui avrebbe accettato volentieri se non fosse stato per lui!
Luis si era messo di mezzo costringendolo in pratica, a cedere, non voleva un ragazzo che girava il mondo e nelle sue condizioni (di povero gay senza famiglia buono solo a tradurre parole a caso, definizione appunto data da Luis) doveva per forza rimanere con lui, l’unico che lo accettava e voleva, e così aveva lasciato perdere ed era rimasto al suo fianco. Nat non si era scoraggiato e non aveva perso speranza, diceva, di aver solo rimandato. Dopo tutto si poteva definire una persona di successo nella sua città, aveva mostrato la sua bravura, ed ora era ammirato, apprezzato e persino invidiato!
Beh aveva dovuto fare qualche piccolo sacrificio, come per esempio abbandonare la casa/famiglia, il luogo in cui era cresciuto, dove la sua unica e vera famiglia l'aveva amato e protetto per molto tempo, aveva dovuto concentrarsi su ben altro. Era successa la stessa copa per il lavoro all’Amnesia che si scontrava inevitabilmente con il suo nuovo status di ragazzo di Luis. Dopo la laurea, presa a soli 19 anni aveva deciso di iniziare un lavoretto per provare a vivere come gli altri, le persone normali in pratica, e invece no… anche in quell’occasione Luis aveva dato un aut... aut, costringendolo a lasciar perdere l'impiego di barista/cameriere in uno "squallido" locale di spogliarellisti. Poco importava se in quel luogo Nat aveva trovato amici, un capo formidabile, e colleghi da cui imparare e con cui divertirsi. Alla fine aveva fatto ciò che era meglio per la loro coppia, aveva seguito il volere del suo biondo.  Senza queste distrazioni aveva avuto più tempo per partecipare a fiere e convegni e seguire Luis nei nuovo contratti con l’estero, aveva fatto la brava mogliettina! Gli scappò un sorriso, perché nonostante tutto non si era mai visto come moglie, con Luis non poteva vedersi in quei panni perché Luis odiava tutto ciò che sconfinava, anche vagamente, nel sentimentale. 
Il micio si infastidì improvvisamente e balzò giù dalle sue gambe, corse sul parquet fino alla finestra, lasciata socchiusa e spiccò un balzo. Erano troppo in alto perchè quella palla di pelo si fosse salvata!
Il moretto scattò in piedi precipitandosi, no il gatto di Luis! Maledizione e ora? Ora si sarebbe arrabbiato e se la giornata fosse andata male sarebbe stata colpa sua e magari sarebbe ricapitato uno di quei fastidiosi schiaffi!
Ingoiò il bolo d’aria che lo stava soffocando, guardò fuori la finestra e lo vide aggrappato ad un rametto di un albero a pochi metri dalla villetta, con un ulteriore balzo si spostò su un'altro ramo e infine raggiunse il suolo, come se nulla fosse.  Il fuggitivo era per lo meno incolume!
Corse al piano inferiore senza preoccuparsi di altro se non di trovare quella bestiolina pestifera! Aprì la porta d'ingresso e corse fuori a perdifiato alla ricerca dell’animale con cui aveva dovuto imparare a convivere, non gli erano mai piaciuti i gatti, ma per Luis aveva fatto anche quello sforzo!
Corse a piedi nudi prima sul prato, poi sul sentiero e infine uscì dal cancelletto sull’asfalto, ferendosi, il gatto continuava a camminare a tratti e poi a correre, zompettando qui e lì quasi a volersi prendere gioco di lui!
Continuò imperterrito a correre, eh no caro micio non causerai un’altra lite! Si disse facendo un saltò cercando di afferrarlo mentre sostava su un praticello, il prato di una delle villette dei vicini. Rovinò sull’erba sputacchiando i fili che gli finirono in bocca trovandosi senza gatto fra le braccia ma ricoperto di macchie verdi e marroni. Era stato sconfitto!
 
Sbuffò mettendosi prima in ginocchio poi sedendosi e raccogliendo le ginocchia al petto, e ora cosa gli rimaneva da fare? Posò la guancia sulle ginocchia, il sole non voleva ancora sorgere, ma spargeva deboli raggi in giro per il cielo azzurrino, abbastanza da far luce illuminando gli oggetti più grandi e vicini, lasciando in lontananza ancora un buio fitto e poco invitante..
Così atterrito, con gli occhi lucidi, il corpo sporco e dolorante, si prese lunghi secondi per riflettere quando percepì il miagolio di quella peste avvicinarsi sempre più. Dopo qualche altro secondo lo sentì distintamente accanto a se.
Si voltò e un paio di gambe, coperte da jeans stretti, gli si pararono davanti. Alzò piano il volto, ferito di nuovo dai raggi crudeli del primo sole. Tirò un po' di su il collo fino a vedere il micio stretto fra due braccia muscolose, continuò a muovere in alto il viso trovandosi a osservare un paio d’occhi di ghiaccio profondi e un sorriso luminoso, quanto, forse più del sole.
 
Rimase immobile, impietrito, chi era quel ragazzo?! Non aveva notato i jeans strappati, le macchie d’erba e una simpatica sfumatura bruna sulle mani, era rimasto troppo colpito dalla sua bellezza e la solarità. Il micio intanto miagolava contento come se avesse trovato un amico!
Nat si mosse a scatti alzandosi, era così contento di rivedere quel micio pulcioso che si sarebbe messo a urlare, ma non gli andava… non poteva farsi vedere in quello stato da vicini o da quel ragazzo così carino appena conosciuto.
Improvvisamente si ricordò qualcosa. Abbassò lo sguardo e notò il proprio abbigliamento. Era in boxer attillati e canottiera, praticamente nudo, sporco, macchiato ovunque! Arrossi miseramente e allungò le braccia per riprendere il gatto senza aver la forza di parlare.
Il ragazzo annuì e continuò a sorridere, consegnò il micio e posò le mani sui fianchi senza incrociarle come avrebbe fatto il suo lui, rimanendo con quel fantastico sorriso sulle labbra.
Nat annuì ancora sospirando, doveva ringraziarlo, dirgli qualcosa di gentile, ma la voce non gli usciva proprio. Il biondo non sembrava essere ansioso di sentirlo parlare, sostava lì accanto in attesa, forse era dovuto al fatto che anche quel ragazzo era biondo come il proprio ragazzo. Nella sua mente si erano innescati strani collegamenti, e alla fine si era ritrovato a paragonarlo al suo Luis. Il ragazzo aveva corti capelli appena mossi, di sfumature che andavano dal dorato al platino, il suo lui invece dritti capelli biondissimi, quasi bianchi sotto certe luci.
Si perse un secondo a osservare quel dettaglio, la sua pettinatura e così non vide che il ragazzo si era girato e aveva fatto qualche passo fino ad arrivare ad un taglia erba, si era chinato e aveva iniziato a tirare una cordicella per mettere in moto il motore.
Si accorse solo dopo diversi secondi che stava fissando oltre ai morbidi capelli (gli sembravano terribilmente morbidi da doversi proprio affondare le mani) anche il suo fondoschiena tornito!
che mi prende?!” si chiese rabbrividendo, sembrava quasi il suo sogno!
Anzi quel tizio era nel suo sogno! Stava per chiedergli “come hai fatto a entrare nel mio sogno” quando il gatto indispettito dalla lontananza da casa, lo graffiò per bene riportandolo alla realtà. Dovette per forza di cose riprendersi, guardò verso casa e con le gote sempre più rosse corse verso il giardino, non era lo stesso ragazzo, non poteva essere, doveva essersi sbagliato!
Una volta rientrato nella villetta aveva gettato il gatto pregando che non si mettesse più a fare acrobazie simili, chiuse la porta e vi si appoggiò contro rovinando lentamente a terra, i piedi sanguinavano e il resto del corpo era ben impiastrato di terra e erba eppure non gli importava, se Luis si fosse alzato e lo avesse visto così sapeva che sarebbe stato contrariato, ma non riusciava a muoversi.
 Ahy che dolore, non poteva farsi vedere in disordine dal suo uomo, doveva essere sempre pronto, preparato alla sua altezza in pratica, eppure rimaneva nel proprio mondo, contemplando i particolare di quel volto appena incontrato e quelli che ricordava appartnere al ragazzo del suo sogno.
 

Il pomeriggio aveva colto Nat appollaiato sulla finestra del suo studio, che aveva un grande davanzale rientrato, che era da sempre la sua piccola nicchia in cui passava ore aspettando il ritorno di Luis. Succedeva quando non aveva impegni lavorativi, in quel posticino tranquillo certe volte dimenticava di non avere più amici, allontanati non solo dal suo modo di lavorare da stacanovista, ma soprattutto dalla presenza ingombrante di fama e ragazzo. Passava ore lì a pensare ,magari a scrivere, quel libro era uno dei tanti rimpianti che ignorava e nascondeva dietro il sorriso.
Era presto perché Luis tornasse, ma il micio sentito un rumore era corso da sotto il letto al piano infieriore fino alla porta d'ingresso facendo sobbalzare Nat, che stava succedendo quella bestiolina?
Aveva seguito l'animale guardandolo dubbioso, appena arrivato al piano inferiore però sentì che effettivamente qualcuno stava bussando alla porta. Non ricevendo risposta quel qualcuno prese a suonare il campanello, come mai non avevano suonato al cancello? Mentre si poneva quella domanda si avvicinò di più alla porta, camminò ciondolando come era successo quel mattino, facendo fatica dato le ferite che si stavano ancora rimarginando ai piedi.. Aveva disinfettato, pulito e infine bendato le piante dei piedi, ma ogni volta che li posava a terra era un tormento.
Arrivò quindi alla porta con l’espressione di chi ha appena ricevuto una brutta notizia, indossava ciò che Luis amava vedergli addosso: una tristissima polo non troppo attillata e un paio di pantaloni al polpaccio che cadevano bene sulle forme, ma senza sottolinearle, erano di un grigio spento, proprio come il suo umore. Aeva dimenticato l’ultima volta in cui aveva indossato qualcosa di molto colorato.
Abbassò la maniglia scordando le regole del bravo ragazzino solo in casa, non aprire senza chiedere chi ci fosse al di là della porta! Aprì e intravide subito la figura del biondo conosciuto quella stessa mattina. Allargò gli occhi trattenendo il respiro, ecco, era un maniaco!
Pensò indietreggiando, senza però chiudere la porta, gli si era fuso il cervello?! Il biondo ne approfittò e fece un passo avanti, sicuro e deciso, ma molto sorridente.

Non aver paura, Nat. Tranquillo… di me puoi fidarti
 
Disse con voce certa lasciando la mano posata sulla porta senza spingerla, il moretto allora si fermò continuando però a tremare, conosceva il suo nome? Ah beh sì, aveva un certa fama ovviamente lo conosceva! Cercò di calmarsi, c’era una spiegazione per tutto. Rimise la mano sulla maniglia e sorridendo teso parlò ostentando sicurezza.
 
Ehm scusi chi è lei? Come mai è qui?
 
Il biondo scosse il capo, ma continuò a sorridere e stavolta spinse la porta senza che Nat riuscìsse a bloccarla. Lo lasciò entrare senza opporre minima resistenza. Il nuovo arrivato, perfettamente a suo agio, appena varcata la soglia la richiuse dietro di se riprendendo a fissare il moretto con aria assolutamente tranquilla. Era completamente ricoperto di fili d’erba, terra e foglie. Era un giardiniere quindi?!
Nat con gli occhi sbarrati lo esaminò, era arrabbiato, come si era permesso di entrare senza il suo permesso?! Ma soprattutto perchè glielo aveva permesso lui stesso? E poi con quel bellissimo sorriso che lo destabilizzava come osava  avvicinarsi tanto?
 
Nat, ascoltami... mi spiace essere entrato in questo modo, ma non c’è tempo!
Devo dirtelo, mi hanno detto che non avrei potuto, non sei pronto dicono, ma non m’importa. Nat ti sembra tutto normale?! Tutto questo, i tuoi vestiti, il tuo volto… o per tutti gli Dei! I tuoi capelli, sono praticamente rossi… sei tu quello?!
 
Parlava frettolosamente senza mai smettere di guardarlo in volto con un sorriso sempre solare e dolce, come se lo conoscesse da una vita e gli stesse parlando a cuore aperto, ma come poteva comportarsi in quel modo se non si erano mai neanche visti, se non quella mattina. Le parole scivolarono sl moro che istintivamente si portò una mano alle ciocche more che nascondevano riflessi rossi, non ricordava perchè si era sempre attribuito la sola tonalità mora quando parlava dei propri capelli quando da quasi 7 anni tingeva la chioma di sfumature tra il  mogano e il venghè . Non potè ancora un volta lasciarsi andare a troppi pensieri. Il gatto infatti riprese i suoi miagolii verso il biondo e il moretto abbassò lo sguardo per vedere come mai tanto interesse, l’animale si strusciava e allungava le zampine quasi volesse abbracciarlo, ma quel gatto non era sempre stato un tipo scontroso?
Il biondo non attese altro e riprese a parlare senza dar più modo al più giovane di controbattere.
 
So che non puoi credermi, ma non c’è tempo si sta per sgretolare tutto di nuovo, quindi ti scongiuro lascia che io ti racconti tutto questa volta, lascia almeno che ti baci, saprai tutto… davvero!
 
Le sue parole e l'espressione del suo volto, erano sempre più disperate, eppure non smetteva di essere un punto di luce, lo vedeva quasi avvolto da un bagliore dorato, ma se lo immaginava o c’era davvero tutto intorno a lui? Nat scosse il capo boccheggiando, stava dicendo un sacco di cavolate, doveva cacciarlo prima che succedesse qualcosa di brutto, come… 
L’auto di Luis produsse il tipico rumore alla frenata sul vialetto, entrambi si voltarono quasi potessero vederlo attraverso i muri, poi il biondo iniziò a tremare perdendo il sorriso e si sporse in avanti afferrandolo per le spalle il moretto.
 
Io tornerò, te lo prometto, in ogni caso tornerò, non dimenticarlo!
 
Mormorò con lo sguardo liquido, pronto al pianto e le mani che fremevano, il moretto trovò finalmente le parole, ma non le poté dire perché il biondo si era allontanato con violenza da lui, lo aveva superato ed aveva aperto la porta chinando subito dopo il capo e sventolando una mano per salutare l’altro biondo in arrivo.
 
Buon giorno signore!
 
Senza guardarlo in volto si allontanò con passo sostenuto, Luis con il broncio e le sopracciglia arcuate fissò prima “l’ospite” e poi il suo moretto.
Nat aveva iniziato a chiudere ed aprire la bocca pronto a dire una scusa plausibile, ma il biondo lo soprese, entrò gli diede un bacio gelido sulle guance, lo superò e prendendo il gatto fra le braccia si allontanò da lui come faceva sempre quando rientrava in casa. Come mai non aveva domande sullo strano tizio appena uscito dalla loro villa? Il moretto sorpreso chiuse la porta e iniziò a correre dietro di lui, senza toccarlo, odiava che lo si toccasse quando non ce n’era alcun bisogno. Lo affiancò e cercando di usare un tono neutro e non curioso, come invece si sentiva in quel momento, pregò che l’altro fosse di vena buona e  rispondesse senza finr per litigare per l'ennesima volta.
 
Ciao Luis, conosci quel… signore?
 
Appena posta la domanda trattenne il fiato e accellerò il passo per non rimanere dietro al biondo che senza curarsi di lui continuava a camminare per la casa. L'altro dopo qualche secondo si fermò, davanti la cucina, si voltò e inclinando il collo, con fare irritato, fissò il moretto..
 
Nathael quello è il giardiniere, viene tutti i martedì e i venerdì dalle 5 del mattino alle 10 e dalle 17 alle 20
 
Finito di parlare si rddrizzò e senza guardarlo neanche in volto se ne andò, coccolando il gatto che soffiava all’indirizzo di Nat.
E quello che significava? Il giardiniere? Dalle 17 alle 20? Ma se non erano neanche le… guardò l’orologio che portava al polso, erano le 19.30!
No, non poteva essere, era primo pomeriggio poco prima e ora… quasi sera?!
Stava impazzendo, tutto era errato, non aveva ricevuto chiamate di lavoro, nessuna delle compagnie che usufruivano dei suoi servigi, in pratica si era isolato per tutto il giorno, possibile che avesse perso la nozione del tempo?! Corse di nuovo alla porta a l’aprì guardando fuori, dov’era?! Chi era? Perché aveva bussato alla sua porta?
Sconvolto e sgomento sentì il proprio petto come compresso in una morsa, guardò in basso i piedi non dolevano più, c’era il suo cuore che sanguinava ora, mandandogli impulsi elettrici di puro dolore, qualcuno lo stava pugnalando, lo uccideva dall’interno, tutta quella confusione lo stava uccidendo e non c'era modo per guarire.
 
Chi sei!
 
Urlò al vento, nessuno gli avrebbe risposto, il suo ragazzo forse lo avrebbe punito e i vicini dato per matto, ma nessuno lo avrebbe consolato, quella era la sua esistenza ora!
 
Alle due di notte il moretto, per la prima volta nella sua vita, aveva gli occhi spalancati che fissavano il vuoto, il respiro corto come se avesse appena corso e sudore freddo che imperlava la sua fronte. Non faceva caldo, insomma era autunno, le foglie precipitavano a terra e il suo ultimo colloquio telefonico di traduzione simultanea parlava di una fiera ventura per la fine di autunno, non poteva far caldo!
Ragionò scuotendo il capo, dato l’ultimo giorno però dubitava sulla sua capacità di capire il passare del tempo, era un inetto in fondo in fondo, Luis aveva sempre avuto ragione sul suo conto. Prese un lungo respiro e chiuse gli occhi provando ad addormentarsi, ma un trillo accanto al letto, dal comodino, lo fece destare, aveva scordato di  spegnere il suo telefinino?
Si volse e lo afferrò pregando che Luis non si arrabbiasse, rispose senza guardare, alzandosi dal letto con il pigiama di seta e a piedi nudi camminò fino alla porta. Uscì dalla camera, in punta di piedi, cercando di non far alcun rumore, guai a destare il biondo! Il gatto, incuriosito seguì il suo esempio alzandosi e seguendolo.
 
Pro..pronto chi è ?
 
Chiese con voce tremante ed il corpo rigido.
 
Sono io. Devi fare, il tempo è scaduto. Ti prego, ne ho bisogno e ne hai anche tu, dimentichi sempre più velocemente, è come se stesse crol…
 
La voce s’interruppe, la linea cadde, il telefono iniziò a emettere strani suoni, come se qualcuno avesse interrotto volontariamente la comunicazione manipolando il segnale. Più fissava l'oggetto e più gli sembrò che l’apparecchio scottasse, si ritrovò quindi a gettarlo a terra rabbrividendo. Oggetti malefico! Rientrò in camera,  ora era davvero spaventato e aveva bisogno del proprio ragazzo!
Si avvicinò quatto quatto, si mise a sedere sul letto e iniziò a carezzargli il braccio, ma il ragazzo gli dava la schiena,, non poteva vedere il suo volto, così il moretto si sporse un po’ cercando di farlo voltare in modo da poter trovare le sue labbra..
 
Oh mio dio LUIS
 
Per un secondo aveva visto il volto del biondo diventare nero, offuscato o meglio cancellato, come se non… esistesse!
Si gettò all’indietro scuotendo testa e il corpo, no non aveva senso, basta! Quello era il suo ragazzo, quella la sua vita, doveva essere così!  
Il biondo aprì gli occhi e si volse completamente con un’espressione molto irritata le membra tese, come se da un momento all'altro avrebbe potuto alzarsi e prenderlo a schiaffi.
 
Fammi un favore, vai a dormire nella camera degli ospiti, Non stai bene! Riprenditi, chiaro?
 
Ordinò lui senza un briciolo di comprensione, rimettendosi frettolosamente a dormire, ma Nat vi trovò conforto in quell’azione, quello era il solito Luis, era lui, non poteva sbagliarsi. Si spostò dal muro, contro cui si era schiacciato, prese il cuscino e uscì dalla stanza, trovò il povero telefono ancora illuminato come se qualcuno stesse chiamando. a terra.
Si chinò e lo prese in mano, giusto in tempo per prendere una scossa che gli fece lasciare di nuovo l’apparecchiò. Sconvolto, ancor più di prima, decise che era solo molta sfortuna quella che gli stava capitando. Diede le spalle all'apparecchio ed entrò nella camera degli ospiti con in mano la sua solita tazza di latte che tutte le sere il suo Luis gli preparava, stranamente era l’unica cosa carina che facesse per lui, era deciso a dormire e dimenticare il giorno appena trascorso e appena toccato il materasso lo sguardo si appannò e il fiato divenne molto corto, pesante, si sdraiò senza forze cadendo fra la braccia di morfeo.
 
TI SCONGIU….RO  NAT TI P….EGO SCAP…  VA VIA DA …. CASA … IO TI SALVER…  QUESTA VOL… LO FARO’  NAT  IO TI A…

Tutututu....
 
La linea fortemente disturbata s’interruppe, senza che il ragazzo steso a letto potesse sentire una di quelle parole. e non solo perchè il telefono era rovinato a terra, ma perchè probabilmente per il moretto era già troppo tardi....
 



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Vi lascio con l'immagine di Chuck, giusto per darvi un'idea di qual'è l'aspetto fisico del pg.

http://th01.deviantart.net/fs42/300W/f/2009/056/1/2/Dino_Cavallone_by_Zoo_chan.jpg

ps: Se vi va di lasciare qualche commento, si sa fa sempre piacere!
2°Ps:
 

 
   
 
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