Salve
a
tutti. Vi presento una mia personalissima opera. I
personaggi provengono dal mio Gdr (se fosse interessati ad un Gdr Slash
privo di contenuti magici o fantasy, scrivetemi pure!). I protagonisti
si chiamano Chuck
ovvero il pg che muovo
personalmente) e Nat
Devo avvertire però che
l'aspetto fisico
dei pg è liberamente ispirato ai protagonisti di un Anime "Katekyo Hitman REBORN!" lo dico solo
perchè ci saranno alcune immagini nel racconto e saranno
prese appunto da fan art su questo Anime (caratteri, trame, diagolohi,
tutto è inventato! Sono frutto della mia fantasia!)
Ho
voluto aggiungere
l'avvertimento dei contenuti forti solo perchè alcune scene
riguardano scontri e c'è la presenza
di
"sangue" ferite e
simili. Ovviamente nei vari capitoli avvertirò, in generale
è una storia che parla di questi due personaggi che si
"rincorrono".
Buona
lettura, ci risentiamo tra qualche capitolo!
Ah.. ah. Caspita! Oh Dio, uff.
Era solo
un sogno! il moretto si era alzato dal letto
con una mano sul petto, il volto e il collo ricoperto di goccioline di
sudore e
gli occhi spalancati feriti dai primi raggi del sole, con tremori che
lo
scuotevano da capo e piedi.
Qualcuno al suo fianco si
destò,
muovendosi piano fra le lenzuola, si strusciò sul cuscino e
con uno sbadiglio e
un’espressione un po’ scocciata si mise a sedere
scostando i capelli dal volto.
> Uhm, Nat. Che è successo? Un
incubo?! < domandò il biondo con
un’espressione infastidita in volto.
Di fianco a lui, seduto con una gamba piegata contro il petto e
l’altra stesa,
il moretto chiudeva e apriva gli occhi cercando di tornare alla
realtà. Era
stato soltanto un brutto sogno! Un incubo per la precisione!
Sospirò ancora, ma riuscì
a fare un piccolo sorriso voltandosi appena verso il compagno per
scusarsi.
Amore, torna a dormire, so che
devi svegliarti presto domani! Tranquillo... disse
il moretto
arricciando il naso e carezzandogli un braccio, l’altro
alzò gli occhi al cielo
e annuì, tra i due era lui che lavorava duramente ricoprendo
una carica
importante, aveva responsabilità ed impegni da rispettare,
insomma era scontato che si dovesse far di tutto per farlo riposare
come gli si doveva!
Ci sarebbe stato da dire che Nat sarebbe riuscito a mantenersi con il proprio stipendio, ma ciò non impediva al biondo di mantenere un certo tipo di ruolo coppia.
Ci sarebbe stato da dire che Nat sarebbe riuscito a mantenersi con il proprio stipendio, ma ciò non impediva al biondo di mantenere un certo tipo di ruolo coppia.
Il più grande
tornò a stendersi dopo pochissimi istanti, si
girò su fianco, senza conceder una gentilezza o una parola
di conforto all’altro, riprese frettolosamente a dormire.
Eppure a Nat non interessava molto, quell’incubo era una
cosa da niente, lui aveva vissuto cose ben peggiori, poteva affrontare
quel risveglio da solo, senza recare ulteriore fastidio al suo compagno.
Si alzò dal letto,
guardando dolcemente l'altro per un’ultima volta. Non avrebbe
potuto desiderare di meglio che la sua testa bionda abbandonata sul
cuscino
accanto al suo per esser felice. Una volta in
piedi ciondolò, mezzo nudo, fino
alla grande cucina, si versò un bicchiere d'acqua e
si lasciò incantare dal riflesso della luna sulla finestra.
Osservare il cielo da
quell’altezza, avendo a disposizione tutta quella
spettacolare visuale, era un lusso per
pochi. La vetrata della cucina dava sul grande parco della zona dei
Lupi, opulenta, rigogliosa e straripante di natura verdeggiante e
costruzioni di finissimo gusto esterico, i
quattro piani della villa ultra tecnologica garantivano privacy,
panorama e
confort. Sentendosi finalmente meglio fece retrofronte incontrando
sulla sua
strada il loro "amato" gatto posto proprio sul divanetto di
fronte al letto, vi si accucciò per accarezzare il
felino.
Perché quel sogno lo
aveva
sconvolto tanto? Lo aveva definito addirittura incubo, no?
Beh era stato vivido, veritiero
quasi, particolari spaventosamente precisi della sua vita.
Forse aveva mangiato qualcosa
di avariato al messicano, forse quelle enchiladas erano state troppo?
Magari era stato qualcosa alla televisione ad averlo influenzato!
E se fosse stato un
rimpianto nella
sua vita? No, non poteva essere. Era felice
nei suoi panni!
Viveva una vita agiata e piena di
soddisfazioni lavorative e non solo. Uno fra i più giovani
interpreti e
traduttori della City, invitato a prestigiosi congressi per tradurre le
parole
di esponenti politici, della vita culturale mondiale, e persino di rock
star e
musicisti.
Gli era stato proposto di
scrivere due libri, un manuale per il bravo
“linguista” e il romanzo best
seller con la particolarità della stesura: sarebbero state
scritte tre trame,
in tre lingue diverse, con protagonisti diversi: un ragazzo tedesco,
uno
irlandese ed infine uno giapponese.
Nat aveva rifiutato
perché c’era
“l’obbligo” di iniziare un tour mondiale
per la promozione di entrambi i libri,
avrebbe dovuto mostrare all’intero mondo quanto fosse capace
e lui avrebbe
accettato volentieri se non fosse stato per lui!
Luis si era messo di mezzo
costringendolo in pratica, a cedere, non voleva un ragazzo che girava
il mondo e
nelle sue condizioni (di
povero gay senza famiglia buono solo a tradurre parole
a caso, definizione appunto data da Luis) doveva per forza
rimanere con lui,
l’unico che lo accettava e voleva, e così aveva
lasciato perdere ed era rimasto
al suo fianco. Nat non si era scoraggiato e non
aveva perso speranza, diceva, di aver solo rimandato. Dopo tutto si poteva
definire una persona di successo nella
sua città, aveva mostrato la sua bravura, ed ora era
ammirato, apprezzato e persino invidiato!
Beh aveva dovuto fare qualche
piccolo sacrificio, come per esempio abbandonare la casa/famiglia, il
luogo in cui era cresciuto, dove la sua unica e vera famiglia l'aveva
amato e protetto per molto tempo, aveva dovuto
concentrarsi su ben altro. Era successa la stessa copa per il lavoro
all’Amnesia che si scontrava
inevitabilmente con il suo nuovo status di ragazzo di Luis. Dopo la
laurea,
presa a soli 19 anni aveva deciso di iniziare un lavoretto per provare
a vivere
come gli altri, le persone normali in pratica, e invece no…
anche in
quell’occasione Luis aveva dato un aut... aut, costringendolo a
lasciar perdere l'impiego di barista/cameriere in uno "squallido" locale
di spogliarellisti. Poco importava se in quel luogo Nat aveva trovato
amici, un capo formidabile, e colleghi da cui imparare e con cui
divertirsi. Alla fine aveva fatto ciò che era meglio per la
loro coppia, aveva seguito il volere del suo biondo. Senza queste distrazioni aveva
avuto più tempo per partecipare a fiere e convegni e seguire
Luis nei nuovo
contratti con l’estero, aveva fatto la brava
mogliettina! Gli scappò un sorriso,
perché
nonostante tutto non si era mai visto come moglie, con Luis non poteva
vedersi
in quei panni perché Luis odiava tutto ciò che
sconfinava, anche vagamente, nel
sentimentale.
Il micio si infastidì
improvvisamente e balzò giù dalle sue gambe,
corse sul parquet fino alla finestra,
lasciata socchiusa e spiccò un balzo. Erano troppo in alto
perchè quella palla di pelo si fosse salvata!
Il moretto scattò in
piedi
precipitandosi, no il gatto di Luis! Maledizione e ora? Ora si sarebbe
arrabbiato e se la giornata fosse andata male sarebbe stata colpa sua e
magari
sarebbe ricapitato uno di quei fastidiosi schiaffi!
Ingoiò il bolo
d’aria che lo
stava soffocando, guardò fuori la finestra e lo vide
aggrappato ad un rametto di un albero a pochi metri dalla villetta, con
un ulteriore balzo si spostò su un'altro ramo e infine
raggiunse il suolo, come se nulla fosse. Il fuggitivo era per
lo meno incolume!
Corse al piano inferiore senza preoccuparsi di altro se non di trovare quella bestiolina pestifera! Aprì la porta d'ingresso e corse fuori a perdifiato alla ricerca dell’animale con cui aveva dovuto imparare a convivere, non gli erano mai piaciuti i gatti, ma per Luis aveva fatto anche quello sforzo!
Corse al piano inferiore senza preoccuparsi di altro se non di trovare quella bestiolina pestifera! Aprì la porta d'ingresso e corse fuori a perdifiato alla ricerca dell’animale con cui aveva dovuto imparare a convivere, non gli erano mai piaciuti i gatti, ma per Luis aveva fatto anche quello sforzo!
Corse a piedi nudi prima sul
prato, poi sul sentiero e infine uscì dal cancelletto
sull’asfalto, ferendosi,
il gatto continuava a camminare a tratti e poi a correre, zompettando
qui e lì
quasi a volersi prendere gioco di lui!
Continuò imperterrito a
correre, eh no caro micio non causerai
un’altra lite!
Si disse facendo un saltò cercando di afferrarlo mentre
sostava su un
praticello, il prato di una delle villette dei
vicini. Rovinò
sull’erba sputacchiando i
fili che gli finirono in bocca trovandosi senza gatto fra le braccia ma
ricoperto di macchie verdi e marroni. Era stato sconfitto!
Sbuffò mettendosi prima
in
ginocchio poi sedendosi e raccogliendo le ginocchia al petto, e ora
cosa
gli
rimaneva da fare? Posò la guancia sulle ginocchia, il sole
non voleva ancora
sorgere, ma spargeva deboli raggi in giro per il cielo azzurrino,
abbastanza da
far luce illuminando gli oggetti più grandi e vicini,
lasciando in lontananza ancora un buio fitto e poco invitante..
Così atterrito, con gli
occhi
lucidi, il corpo sporco e dolorante, si prese lunghi secondi per
riflettere
quando percepì il
miagolio di quella
peste avvicinarsi sempre più. Dopo qualche altro secondo lo
sentì distintamente
accanto a se.
Si voltò e un paio di
gambe,
coperte da jeans stretti, gli si pararono davanti. Alzò
piano
il volto, ferito
di nuovo dai raggi crudeli del primo sole. Tirò un po' di su
il collo fino a vedere il
micio stretto fra due braccia muscolose, continuò a muovere
in alto il viso
trovandosi a osservare un paio d’occhi di ghiaccio profondi e
un sorriso
luminoso, quanto, forse più del sole.
Rimase immobile, impietrito, chi
era quel ragazzo?! Non aveva notato i jeans strappati, le macchie
d’erba e una
simpatica sfumatura bruna sulle mani, era rimasto troppo colpito dalla
sua bellezza e
la
solarità. Il micio intanto miagolava
contento come se avesse
trovato un amico!
Nat si mosse a scatti alzandosi,
era così contento di rivedere quel micio pulcioso che si
sarebbe messo a
urlare, ma non gli andava… non poteva farsi vedere in quello
stato da vicini o
da quel ragazzo così carino appena conosciuto.
Improvvisamente si
ricordò
qualcosa. Abbassò lo sguardo e notò il proprio
abbigliamento. Era in boxer
attillati e canottiera, praticamente nudo, sporco, macchiato ovunque!
Arrossi
miseramente e allungò le braccia per riprendere il gatto
senza aver la forza di
parlare.
Il ragazzo annuì e
continuò a
sorridere, consegnò il micio e posò le mani sui
fianchi senza incrociarle
come avrebbe fatto il suo lui, rimanendo con quel fantastico
sorriso sulle labbra.
Nat annuì ancora
sospirando,
doveva ringraziarlo, dirgli qualcosa di gentile, ma la voce non gli
usciva
proprio. Il biondo non sembrava essere ansioso di sentirlo parlare,
sostava lì accanto in
attesa, forse era dovuto al fatto che anche quel ragazzo era biondo
come il proprio ragazzo. Nella sua mente si erano innescati strani
collegamenti, e alla fine si era ritrovato a paragonarlo al suo Luis.
Il ragazzo aveva corti capelli appena mossi, di sfumature che
andavano dal
dorato al platino, il suo lui invece dritti capelli biondissimi, quasi
bianchi
sotto
certe luci.
Si perse un secondo a osservare
quel
dettaglio, la sua pettinatura e così non vide che il
ragazzo si era girato e
aveva fatto qualche passo fino ad arrivare ad un taglia erba, si era
chinato e
aveva iniziato a tirare una cordicella per mettere in moto il motore.
Si accorse solo dopo diversi
secondi che stava fissando oltre ai morbidi capelli (gli sembravano
terribilmente morbidi da doversi proprio affondare le mani) anche il
suo fondoschiena
tornito!
“che
mi prende?!” si chiese rabbrividendo, sembrava
quasi il suo
sogno!
Anzi quel tizio era nel suo
sogno! Stava per chiedergli “come
hai
fatto a entrare nel mio sogno” quando il gatto
indispettito dalla
lontananza da casa, lo graffiò per bene riportandolo alla
realtà. Dovette per forza di cose
riprendersi, guardò verso casa e con le gote sempre
più rosse corse verso il giardino,
non era lo stesso ragazzo, non poteva essere, doveva essersi sbagliato!
Una volta rientrato nella
villetta aveva gettato il gatto pregando che non si mettesse
più a fare
acrobazie simili, chiuse la porta e vi si appoggiò contro
rovinando lentamente
a terra, i piedi sanguinavano e il resto del corpo era ben impiastrato
di terra
e erba eppure non gli importava, se Luis si fosse alzato e lo avesse
visto
così sapeva che sarebbe stato contrariato, ma non riusciava
a muoversi.
Ahy che dolore,
non poteva farsi vedere in disordine dal suo uomo, doveva essere sempre
pronto,
preparato alla sua altezza in pratica, eppure rimaneva
nel proprio
mondo, contemplando i particolare di quel volto appena incontrato e
quelli che ricordava appartnere al ragazzo del suo sogno.
Il pomeriggio aveva colto Nat
appollaiato sulla finestra del suo studio, che aveva un grande
davanzale
rientrato, che era da sempre la sua piccola nicchia in cui passava ore
aspettando il
ritorno di
Luis. Succedeva quando non aveva impegni lavorativi, in quel posticino
tranquillo certe volte dimenticava di
non avere
più amici, allontanati non solo dal suo modo di lavorare da
stacanovista, ma
soprattutto dalla presenza ingombrante di fama e ragazzo. Passava ore
lì a
pensare ,magari a scrivere, quel libro era uno dei tanti rimpianti che
ignorava e
nascondeva dietro il sorriso.
Era presto perché Luis
tornasse, ma
il micio sentito un rumore era corso da sotto il letto al piano
infieriore fino alla porta d'ingresso
facendo
sobbalzare Nat, che stava succedendo quella bestiolina?
Aveva seguito l'animale guardandolo
dubbioso, appena arrivato al piano inferiore però
sentì che effettivamente qualcuno stava bussando alla porta.
Non ricevendo risposta quel qualcuno prese a suonare
il campanello, come mai non avevano suonato al
cancello? Mentre si poneva quella domanda si avvicinò di
più alla porta, camminò ciondolando come
era successo quel mattino, facendo fatica dato le ferite che
si stavano ancora rimarginando ai piedi.. Aveva disinfettato, pulito e
infine bendato le piante dei piedi,
ma ogni volta che li posava a terra era un tormento.
Arrivò quindi alla porta
con
l’espressione di chi ha appena ricevuto una brutta notizia,
indossava ciò che
Luis amava vedergli addosso: una tristissima polo non troppo attillata
e un paio
di
pantaloni al polpaccio che cadevano bene sulle forme, ma senza
sottolinearle,
erano di un grigio spento, proprio come il suo umore. Aeva dimenticato
l’ultima volta in cui aveva indossato qualcosa di molto
colorato.
Abbassò la maniglia
scordando le
regole del bravo ragazzino solo in casa, non aprire senza chiedere chi
ci fosse
al di là della porta! Aprì
e intravide
subito la figura del biondo conosciuto quella stessa mattina.
Allargò gli occhi
trattenendo il respiro, ecco, era un
maniaco!
Pensò indietreggiando,
senza però
chiudere la porta, gli si era fuso il cervello?! Il biondo ne
approfittò
e fece un
passo avanti, sicuro e deciso, ma molto sorridente.
Non aver paura, Nat. Tranquillo… di me puoi fidarti
Disse con voce certa lasciando la
mano posata sulla porta senza spingerla, il moretto allora si
fermò continuando
però a tremare, conosceva il suo nome? Ah beh sì,
aveva un
certa fama ovviamente
lo conosceva! Cercò
di calmarsi, c’era
una spiegazione per tutto. Rimise la mano sulla maniglia e sorridendo
teso
parlò ostentando sicurezza.
Ehm scusi chi è lei?
Come
mai è qui?
Il biondo scosse il capo, ma
continuò a sorridere e stavolta spinse la porta senza che
Nat riuscìsse a
bloccarla. Lo lasciò entrare senza opporre minima
resistenza. Il nuovo arrivato,
perfettamente a suo agio,
appena varcata la soglia la richiuse dietro di se riprendendo a fissare
il moretto con aria assolutamente tranquilla. Era
completamente ricoperto di
fili d’erba, terra e foglie. Era un giardiniere quindi?!
Nat con gli occhi sbarrati lo
esaminò,
era arrabbiato, come si era permesso di entrare senza il suo permesso?!
Ma soprattutto perchè glielo aveva permesso lui stesso? E
poi con quel bellissimo sorriso che lo destabilizzava come osava
avvicinarsi tanto?
Nat,
ascoltami... mi spiace essere entrato in questo modo, ma non
c’è tempo!
Devo
dirtelo, mi hanno detto che non avrei potuto, non sei pronto dicono, ma
non
m’importa. Nat ti sembra tutto normale?! Tutto questo, i tuoi
vestiti, il tuo
volto… o per tutti gli Dei! I tuoi capelli,
sono praticamente
rossi… sei tu quello?!
Parlava frettolosamente senza mai
smettere di guardarlo in volto con un sorriso sempre solare e dolce,
come se lo
conoscesse da una vita e gli stesse parlando a cuore aperto, ma come
poteva
comportarsi in quel modo se non si erano mai neanche visti, se non
quella
mattina. Le parole scivolarono sl moro che istintivamente si
portò una mano alle ciocche more che nascondevano riflessi
rossi, non ricordava perchè si era sempre attribuito la sola
tonalità mora quando parlava dei propri capelli quando da
quasi 7 anni tingeva la chioma di sfumature tra il mogano e
il venghè . Non potè ancora un volta lasciarsi
andare a troppi pensieri. Il gatto infatti riprese i suoi miagolii
verso il biondo e il moretto abbassò lo sguardo per vedere
come mai tanto
interesse, l’animale si strusciava e allungava le zampine
quasi volesse
abbracciarlo, ma quel gatto non era sempre stato un tipo scontroso?
Il biondo non attese altro e
riprese a parlare senza dar più modo al più
giovane di controbattere.
So
che non puoi credermi, ma non c’è tempo si sta per
sgretolare tutto di nuovo,
quindi ti scongiuro lascia che io ti racconti tutto questa volta,
lascia almeno
che ti baci, saprai tutto… davvero!
Le sue parole e l'espressione del
suo volto, erano sempre più disperate, eppure non smetteva
di essere un punto di luce, lo vedeva quasi
avvolto
da un bagliore dorato, ma se lo immaginava o c’era davvero
tutto intorno a lui? Nat scosse il capo boccheggiando,
stava dicendo un sacco di cavolate, doveva cacciarlo prima che
succedesse
qualcosa di brutto, come…
L’auto di Luis produsse
il tipico
rumore alla frenata sul vialetto, entrambi si voltarono quasi potessero
vederlo
attraverso i muri, poi il biondo iniziò a tremare perdendo
il sorriso e si
sporse in avanti afferrandolo per le spalle il moretto.
Io
tornerò, te lo prometto, in ogni caso tornerò,
non dimenticarlo!
Mormorò con lo sguardo
liquido,
pronto al pianto e le mani che fremevano, il moretto trovò
finalmente le parole,
ma non le poté dire perché il biondo si era
allontanato con violenza da lui, lo
aveva superato ed aveva aperto la porta chinando subito dopo il capo e
sventolando una mano per salutare l’altro biondo in arrivo.
Buon
giorno signore!
Senza guardarlo in volto si
allontanò con passo sostenuto, Luis con il broncio e le
sopracciglia arcuate
fissò prima “l’ospite” e poi
il suo moretto.
Nat aveva iniziato a chiudere ed
aprire la bocca pronto a dire una scusa plausibile, ma il biondo lo
soprese,
entrò gli diede un bacio gelido sulle guance, lo
superò e prendendo il gatto
fra le braccia si allontanò da lui come faceva sempre quando
rientrava in casa. Come mai non aveva domande sullo strano
tizio appena uscito dalla loro villa? Il moretto sorpreso
chiuse la
porta e iniziò a correre dietro di lui, senza toccarlo,
odiava che lo si
toccasse quando non ce n’era alcun bisogno. Lo
affiancò e cercando di usare un
tono neutro e non curioso, come invece si sentiva in quel momento,
pregò che
l’altro fosse di vena
buona e rispondesse senza finr per litigare per l'ennesima
volta.
Ciao Luis, conosci quel…
signore?
Appena posta la domanda trattenne
il fiato e accellerò il passo per non rimanere dietro al
biondo che senza curarsi di lui continuava a camminare per la casa.
L'altro dopo qualche secondo si fermò, davanti la cucina, si
voltò e inclinando il collo, con fare irritato,
fissò il moretto..
Nathael
quello è il giardiniere, viene tutti i martedì e
i venerdì dalle 5 del mattino
alle 10 e dalle 17 alle 20
Finito di parlare si
rddrizzò e senza
guardarlo
neanche in volto se ne andò, coccolando il gatto che
soffiava all’indirizzo di
Nat.
E quello che significava? Il
giardiniere? Dalle 17 alle 20? Ma se non erano neanche le…
guardò l’orologio
che portava al polso, erano le 19.30!
No, non poteva essere, era primo pomeriggio poco prima e ora… quasi sera?!
No, non poteva essere, era primo pomeriggio poco prima e ora… quasi sera?!
Stava impazzendo, tutto era
errato, non aveva ricevuto chiamate di lavoro, nessuna delle compagnie
che
usufruivano dei suoi servigi, in pratica si era isolato per tutto il
giorno,
possibile che avesse perso la nozione del tempo?! Corse di nuovo alla
porta a
l’aprì guardando fuori, dov’era?! Chi
era? Perché aveva bussato alla sua porta?
Sconvolto e sgomento
sentì il
proprio petto come compresso in una morsa, guardò in basso i
piedi
non dolevano più,
c’era il suo cuore che sanguinava ora, mandandogli impulsi
elettrici di puro
dolore, qualcuno lo stava pugnalando, lo uccideva
dall’interno, tutta quella
confusione lo stava uccidendo e non c'era modo per guarire.
Chi sei!
Urlò al vento, nessuno
gli avrebbe risposto, il suo ragazzo forse lo avrebbe punito e i vicini
dato per
matto, ma nessuno lo avrebbe consolato, quella era la sua esistenza ora!
Alle due di notte il moretto, per
la prima volta nella sua vita, aveva gli occhi spalancati che fissavano
il
vuoto, il respiro corto come se avesse appena corso e sudore freddo che
imperlava la sua fronte. Non faceva caldo, insomma era autunno, le
foglie
precipitavano a terra e il suo ultimo colloquio telefonico di
traduzione simultanea
parlava di una fiera ventura per la fine di autunno, non poteva far
caldo!
Ragionò scuotendo il
capo, dato
l’ultimo giorno però dubitava sulla sua
capacità di capire il passare del
tempo, era un inetto in fondo in fondo, Luis aveva sempre avuto ragione
sul suo conto. Prese un lungo respiro e chiuse
gli occhi provando ad addormentarsi, ma un trillo accanto al letto,
dal
comodino, lo fece destare, aveva scordato di spegnere il suo
telefinino?
Si volse e lo afferrò
pregando
che Luis non si arrabbiasse, rispose senza guardare, alzandosi dal
letto
con il
pigiama di seta e a piedi nudi camminò fino alla porta.
Uscì dalla camera, in
punta di piedi, cercando di non far alcun rumore, guai a destare il
biondo! Il
gatto, incuriosito seguì il suo esempio alzandosi e
seguendolo.
Pro..pronto chi è ?
Chiese con voce tremante ed il
corpo rigido.
Sono
io. Devi fare, il tempo è scaduto.
Ti prego, ne ho bisogno e ne
hai anche tu, dimentichi sempre più velocemente,
è come se stesse crol…
La voce s’interruppe, la
linea
cadde, il telefono iniziò a emettere strani suoni, come se
qualcuno avesse
interrotto volontariamente la comunicazione manipolando il segnale.
Più fissava l'oggetto e più gli sembrò
che l’apparecchio
scottasse, si ritrovò quindi a gettarlo a
terra rabbrividendo. Oggetti malefico! Rientrò in
camera, ora era davvero spaventato e aveva bisogno
del proprio ragazzo!
Si avvicinò quatto
quatto, si
mise a sedere sul letto e iniziò a carezzargli il braccio,
ma il ragazzo gli dava la schiena,, non poteva vedere il suo volto,
così il moretto si sporse un po’
cercando di farlo
voltare in modo da poter trovare le sue labbra..
Oh mio dio LUIS
Per un secondo aveva visto il volto
del biondo diventare nero, offuscato o meglio cancellato, come se
non… esistesse!
Si gettò all’indietro scuotendo testa e il corpo, no non aveva senso, basta! Quello era il suo ragazzo, quella la sua vita, doveva essere così!
Il biondo aprì gli occhi e si volse completamente con un’espressione molto irritata le membra tese, come se da un momento all'altro avrebbe potuto alzarsi e prenderlo a schiaffi.
Si gettò all’indietro scuotendo testa e il corpo, no non aveva senso, basta! Quello era il suo ragazzo, quella la sua vita, doveva essere così!
Il biondo aprì gli occhi e si volse completamente con un’espressione molto irritata le membra tese, come se da un momento all'altro avrebbe potuto alzarsi e prenderlo a schiaffi.
Fammi
un favore, vai a dormire nella camera degli ospiti, Non stai bene!
Riprenditi,
chiaro?
Ordinò lui senza un
briciolo di
comprensione, rimettendosi frettolosamente a dormire, ma Nat vi
trovò conforto
in quell’azione, quello era il solito Luis, era lui, non
poteva sbagliarsi. Si spostò dal muro,
contro cui si
era schiacciato, prese il cuscino e uscì dalla stanza,
trovò il povero telefono
ancora illuminato come se qualcuno stesse chiamando. a terra.
Si chinò e lo prese in
mano,
giusto in tempo per prendere una scossa che gli fece lasciare di nuovo
l’apparecchiò. Sconvolto, ancor più di
prima,
decise che era solo molta sfortuna quella che gli stava capitando.
Diede le spalle all'apparecchio ed
entrò nella camera
degli ospiti con in mano la sua solita tazza di latte che tutte le sere
il
suo Luis
gli preparava, stranamente era l’unica cosa carina che
facesse per lui, era
deciso a dormire e dimenticare il giorno appena trascorso e appena
toccato il
materasso lo sguardo si appannò e il fiato
divenne molto corto, pesante, si
sdraiò senza forze cadendo fra la braccia di
morfeo.
TI
SCONGIU….RO NAT
TI P….EGO SCAP…
VA VIA DA …. CASA … IO TI
SALVER… QUESTA
VOL… LO FARO’
NAT IO
TI A…
Tutututu....
Tutututu....
La linea fortemente disturbata
s’interruppe, senza che il ragazzo steso a letto potesse
sentire una di
quelle parole. e non solo perchè il telefono era rovinato a
terra, ma perchè probabilmente per il moretto era
già troppo tardi....
Vi lascio con l'immagine di Chuck, giusto per darvi un'idea di qual'è l'aspetto fisico del pg.
ps: Se vi va di lasciare qualche commento, si sa fa sempre piacere!