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Autore: the lost arch angel    28/02/2008    0 recensioni
La guerra incombe e ogniuno reagisce come meglio crede e secondo le sue poche possibilità...
Genere: Romantico, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 1

RANDOM WALK

Da leggere necessariamente con Lux Aeterna

di Clint Mansell + The Kronos Quartet

( ovvero già colonna sonora del filmRequiem For A Dream’ )

 

 

* * *

 

 

Capitolo       1

 

 

L’ INVESTITURA DI DRACO

 

 

 

Lo schianto del portone buttato giù infranse il silenzio della notte e stormi di uccelli terrorizzati si levarono in volo dai cipressi del parco. Draco si svegliò di soprassalto e tese l’orecchio ai rumori provenienti dai piani inferiori del maniero e alle voci indistinte che gridavano incantesimi. Pochi minuti dopo due individui vestiti di nero vennero a strapparlo dal suo comodo letto.

Lo trascinarono come un sacco di patate, ancora in pigiama, giù per lo scalone.

Sentiva le grida di rabbia e di supplica di sua madre.

“ Come osate entrare così in casa mia?!NO! Non lui, non ha fatto niente! CANI! “

All’ inizio , oltraggiato da quell’intrusione, aveva provato invano a dibattersi dalla stretta dei due uomini che lo scortavano, disarmato e bendato. Riconobbe le loro voci, erano stati ospiti di suo padre molte volte nel grande studio al pianterreno.

Quello con la gigantesca poltrona di pelle marrone, su cui da piccolo di divertiva a girare in tondo e facendo finta di essere suo padre di ricevere persone che lo temevano e lo rispettavano, con i piedi sulla scrivania di quercia e un sigaro spento in bocca.

Chissà cosa avrebbe detto suo padre in quel momento. Avrebbe protestato? Dato battaglia invano come sua madre? O, più probabilmente, avrebbe approvato?

 

Ma certo che avrebbe approvato. D'altronde era quello che aveva sempre sperato per lui, il suo erede.

Si. Draco sapeva perché erano li, quei vecchi compari di suo padre. Sapeva dove lo stavano portando. Perché sua madre si era opposta con tanta ferocia, l’ aveva sentita anche litigare con Bellatrix più e più volte in quella settimana.

 

Non lo permetterò mai! Mi hai sentito Bella? Mai “ aveva ringhiato alla sua misconosciuta zietta non più tardi di quella sera stessa           Dovrà passare sul mio cadavere prima di riuscire a mettere le mani su mio figlio!

 

Aveva temuto e aspettato questo giorno.

Sua madre lo credeva ancora un bambino e questo non faceva che irritarlo e instillare in lui la scintilla della ribellione. Poteva dimostrare, adesso, di non esserlo più. Di poter essere di aiuto a suo padre e conquistare il rispetto e l’onore andato perduto in quei mesi.

Si fece portar via a testa alta, come un re diretto alla sua incoronazione, anche se dentro si sentiva un agnello pronto per essere scannato.

***

Lo portarono con la Materializzazione Congiunta, il posto era umido e l’aria era densa come se ci si trovasse sottoterra. Il freddo che vi regnava era sovrannaturale, batteva i denti nel suo leggero pigiama di cotone.

Sotto i piedi nudi sentiva la terra compatta e avvallata, poteva essere un tunnel, era ancora bendato.

Camminarono in silenzio per un bel pezzo, quando si fermarono, poi, comprese di trovarsi in un ambiente più grande e gremito di persone. Sentiva il loro brusio al suo passaggio.

Lo fecero fermare e lo costrinsero ad inginocchiarsi.

Si ritrovò le mani libere e subito si sciolse la benda.

A pochi metri da dove era inginocchiato c’erano le gambe di una poltrona dallo schienale alto, all’apparenza molto antica e molto tarlata. Ne comprese subito la funzione di trono e cominciò a sudare freddo. Si guardò intorno, tutti i Mangiamorte avevano il viso coperto da una maschera d’argento, gli unici a viso scoperto erano davanti a lui ai due lati del trono. Bellatrix Lestrange che gli sorrideva melliflua snudando una grande quantità di denti giallastri e Severus Snape con il cappuccio del mantello da viaggio calato sulla fronte e la solita espressione imperscrutabile.

 

Draco cercò di comunicare con lo sguardo con lui, ponendogli una muta domanda, e sperando di trovare un alleato nel suo caro professore di Pozioni. Snape si limitò a fare un impercettibile cenno dietro di lui. Infatti quasi subito sentì un sibilo provenire da un secondo tunnel che si apriva subito dietro il trono, nella nuda terra.

E lui arrivò. Preceduto da quel suo serpente infernale che fece oscillare pericolosamente la sua brutta testa triangolare in direzione di Draco per poi correre ad avvolgersi intorno ai piedi del suo padrone.

Tutti i Mangiamorte si erano inginocchiati e lui mantenne fisso lo sguardo per terra.

Aveva paura adesso. Come non ne aveva mai avuta in vita sua.

 

“ Draco…” esordì Lord Voldemort, con la voce ridotta ad un sibilo terrificante “…ragazzo mio non essere timido. Alzati e guarda il tuo Signore ”

 

Draco sentì di toccare il picco del terrore sopportabile, scattò in piedi all’istante ma ci mise molto più tempo a trovare il coraggio di guardarlo finalmente. Cominciò a pensare che forse non era stata una idea tanto buona lasciarsi portare lì e aver creduto di poter sistemare tutto da solo. Voleva andarsene ma sapeva che se solo ci avesse provato avrebbe significato un Avada in mezzo alle scapole come minimo.

Ora più che mai non riuscì a credere alle tante storie su Potter che affronta il Signore Oscuro a testa alta armato solo del suo splendente coraggio.

 

Lo sguardo di quegli occhi rossi era insostenibile, i lineamenti serpentini e incisi così a fondo da sembrare una maschera, quando ricominciò a parlare fu grato di poter spostare la sua attenzione sulle sue labbra ( più un taglio che si apriva sul viso tra le fessure delle narici e il mento appuntito che una vera bocca ).

Voldemort fece un cenno pigro con la mano che teneva la bacchetta e tutti i presenti si dileguarono lasciandoli soli.

 

“ Immagino che tu sia curioso ” esordì “ Vorrai sapere la ragione di un colloquio così inaspettato e segreto. Ma tua madre, con le sue inutili e puerili proteste, non mi ha lasciato altra scelta. Ti ho fatto chiamare perché ritengo che tu sia abbastanza adulto e degno di fiducia da meritare un incarico di grande prestigio ”

Fece una pausa, Draco capì che si aspettava una risposta.

“ Io…cosa…di cosa si tratta mio Signore? ” domandò trepidante

Voldemort si prese tutto il tempo per rispondere, rigirandosi la bacchetta tra le lunghe pallide dita.

“ Voglio che tu elimini Albus Dumbledore

Draco si sentì come schiantato all’improvviso, invaso dal panico, ma sapeva che non era saggio obiettare.

“ Il mio vecchio insegnante sta diventando un problema parecchio fastidioso. Liberami di lui. Non mi importa come ci riuscirai, hai tempo fino alla fine di questo tuo anno a Hogwarts 

 

Draco tremava da capo a piedi, era stordito e ogni centimetro del suo corpo gli doleva per la tensione accumulata ma capì il suo discorso perfettamente. Registrò automaticamente le poche istruzioni che gli diede. Non ce l’avrebbe mai fatta, lo sapeva lui come lo sapeva Voldemort, ma doveva tentare.

 

“ Vedi Draco, se tu riuscirai in questo incarico, verrai onorato sopra ogni altro prenderai il posto di quello sventato di Lucius e sarai tu, come unico erede, a mandare avanti la casata dei Malfoy e dei Black d’ora in poi ” sghignazzò con evidente ironia il Signore Oscuro “ Ma se fallirai…”

 

Draco cercò di non deglutire troppo rumorosamente, le orecchie facevano male tanto erano tese.

 

“…Se fallirai  morte e rovina si scateneranno sulla tua famiglia e i tuoi beni. Questa è la possibilità che ti do di dimostrarmi fedeltà e capacità superiori a quelle di tuo padre ” il suo sorriso parve allargarsi 

“ Ora figliolo, se vuoi porgermi il tuo braccio…”

 

Tornò a casa alle prime luci dell’alba. Lo depositarono nell’ingresso, o meglio i suoi accompagnatori lo gettarono malamente sul marmo freddo del pavimento, esausto e provato, si smaterializzarono malcelando risatine maligne.

Lentamente Draco si rimise in piedi asciugandosi la fronte imperlata di sudore con la manica, già lurida di terra, della casacca. Entrò nel salotto dove trovò sua madre ad aspettarlo. Scarmigliata e pallidissima. Non gli corse in contro come si sarebbe aspettato.

Gli guardò la manica sinistra bruciata all’altezza dell’ avambraccio pulsante di dolore e sospirò forte.

Narcissa Malfoy si lasciò cadere sul sofà senza forze e scoppiò a piangere.

Draco che era entrato con passo sicuro rimase scioccato e sentì il poco di spavalderia acquistato svanire nelle grosse e copiose lacrime che bagnavano le guance di sua madre. Decise di tornare nella sua stanza per darsi una sistemata e cercare di tornare a dormire.

 

Narcissa si concesse solo pochi minuti di sfogo, poi si alzò con uno sguardo febbrile, parve prendere una decisione.

Richiamò a se un mantello da viaggio e si avviò rapidamente verso l’ingresso. In quel momento Bellatrix si materializzò con un sonoro schioccò proprio davanti la sua traiettoria.

 

“ So cosa vuoi fare Cissy “ sibilò sospettosa “ Non puoi fidarti di lui, non puoi disobbedire al Signore Oscuro. Verrai punita e potrai dire addio al tuo prezioso figlio ”

 

“ Non t’azzardare a metterti ancora in mezzo sorella ” la minacciò Narcissa con la bacchetta tesa e gli occhi spiritati.

Senza aggiungere altro si smaterializzò all’istante e Bella la seguì.

 

La residenza Malfoy tornò silenziosa.

Draco non riuscì a riaddormentarsi. Si era cacciato in un guaio immane. Non aveva scelta, doveva portare a termine quel compito a qualunque costo o ci avrebbero rimesso i suoi genitori.

Uccidere Dumbledore.

Per quanto lo disprezzasse, Draco sapeva che era il mago più abile in circolazione, l’unico che teneva testa al Signore Oscuro. E non che fosse comunque molto esaltato all’idea di diventare un assassino.

I sudori freddi tornarono.

Cazzo non l’aveva mai visto sotto questo aspetto.

Anche suo padre era un assassino?

Come, come avrebbe potuto fare per salvare la sua famiglia…

Con un pizzico del suo humour nero rifletté che questo era un pensiero molto più da eroe altruista Griffyndor che da vigliacco opportunista Slytherin.

 

Magnifico, pensò scoppiando in una risatina isterica, mi sto Potterizzando.

 

  
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