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Autore: Sayumi    28/02/2008    5 recensioni
Lei odia suo padre, gli uomini e nasconde dietro una maschera un carattere che nessuno conosce insieme ad un amore viscerale per l'arte. Lui ama le donne, è un maschilista convinto e ha una vita perfetta fino a che il destino non deciderà di farli incontrare...
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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cap 9 Spero di riuscire ad aggiornare decentemente senza qualcuno che mi strilli nelle orecchie o rompa i cosiddetti...
Come al solito, nonostante la pausa dalla scuola, sono più stressata del normale... e ovviamente stress= niente di decente... confesso se prima credevo mi fosse tornata l'ispirazione me l'hanno fatta abbondantemente passare... Potrei passare ore a lamentarmi ma credo non basterebbero nemmeno quelle... l'unica forse è avere un telecomando stile "cambia la tua vita con un click" forse schiacciando abbondantemente sul tasto pausa, riuscirei a fermare il tempo che inesorabile sembra avercela con me e la mia voglia di lavorare...
Fatto sta, che avendo per nemico il tempo e la pigrizia, non ho ancora scritto il capitolo 13 di "Parlami d'amore", sono riuscita miracolosamente a trovare il tempo per vedere Sweeney Todd (Tim Burton è mitico come sempre *_*) e ora cerco di aggiornarvi anche questa fic...
Prometto che prima o poi (magari quando la pace tornerà in questa casa (e spero anche la solita routine)) mi metto a scrivere anche qualche altra storiella (per la quale diverse idee mi circolano nella testa da anni, ma che ancora non riesco a stendere a dovere).
Chiedo quindi scusa per il ritardo, ci sentiamo alla fine per le risposte alle recensioni del capitolo 7^^

Sayu

Quello che sta dietro la maschera

Capitolo 9

-Il telefono squilla-


La sera prima Claudio aveva messo mano a tutto il suo autocontrollo, un milione di pensieri gli affollavano la mente dalla sera prima e solo un'idea era perfettamente chiara nella sua testa:
"Sono nella merda"
Come aveva potuto sottovalutare quel piano?
Semplice, non aveva considerato che i baci di quella semi-sconosciuta gli sarebbero piaciuti tanto.
Fortunatamente lei aveva considerato quel suo bisogno morboso di baciarla come una "finzione".
Sapeva di essere in un guaio e cosa ancora più assurda, non gli importava poi molto se Lara fosse arrabbiata o meno.
La sveglia elettronica sul comodino segnava le 6.34 del mattino, non aveva chiuso occhio, ogni volta che lo faceva si vedeva la faccia imbronciata di Agatha. Afferrò il cuscino alla sua sinistra e se lo sbattè in faccia, avrebbe voluto urlare, anzi, avrebbe voluto fare ben altro, ma sapeva che un urlo al mondo era l'unica cosa che poteva permettersi.
A peggiorare la sua situazione, l'idea che a pochi metri di distanza, Agatha stava dormendo nel suo letto, con i suoi capelli rossi sparsi sul cuscino, le labbra socchiuse e il respiro regolare, avvolta solo da un sottile strato di vestiti...
-Maledizione!- disse ad alta voce, sebbene il cuscino aveva attutito gran parte del rumore.
Si sollevò a sedere, i capelli erano sparati in mille direzioni, aveva bisogno di una doccia. L'acqua calda forse sarebbe stata d'aiuto.
Varcò la soglia con un fagotto di vestiti sotto braccio e il pigiama penzolante, le pantofole con la faccia dei Signor Burns dei Simpson che gli aveva regalato un suo amico. Aveva detto: "E' il personaggio che più ti somiglia". Claudio in quel momento pensò che era ciò di più diverso possibile da lui, almeno il Signor Burns non si alzava la mattina con il desiderio di farsi il suo "vicino di fabbrica".
Quando mezz'ora dopo uscì dal box, vestito con una semplice tuta (non lavorava, tanto meno aveva voglia di mettere piede fuori di casa), sua madre alzò un sopracciglio e lo guardò da dietro la sua tazza di caffè mattutino.
-In piedi a quest'ora? Che è successo?- guardò fuori dalla finestra preoccupata, poi mise mano al giornale spostando la pagina dalla sezionme "cultura" a quella di "cronaca nera".
Il figlio fulminò la donna con lo sguardo. -Non ho ucciso nessuno, anche se qualcuno avrebbe voluto uccidere me- constatò afferrando la maniglia del frigorifero e prendendo dal fondo una bottiglia di latte al cioccolato.
-Chi avrebbe voluto ucciderti? Qualche ex gelosa della tua nuova fiamma?- chiese maliziosa sorseggiando la bevanda scura.
-Cosa stai insinuando?- brontolò versando il latte nel pentolino, per scaldarlo.
-Ieri sei uscito con la vicina, devo ammettere che se si curasse di più sarebbe almeno carina, sebbene continui ad indossare vestiti scialbi- disse vagamente annoiata, riprendendo il giornale sulla pagina "cultura".
Claudio quasi lasciò scivolare la bottiglia del liquido, l'appoggiò con rabbia sul piano della cucina e si voltò verso la madre. -Non giudicarla solo per il suo aspetto!- scoppiò.
La donna posò per la prima volta, da che il figlio era entrato, la tazza sul tavolo, alzò lo sguardo e sorrise dolcemente, quasi stupita. -Ti sei preso una cotta.- affermò, non era una domanda. -Sia ringraziato il cielo, almeno non sei come tuo padre-
Claudio non rispose a quel commento, si limitò ad accendere il fuoco e tirare fuori la sua tazza con una "C" stampata in azzurro.
Prima ancora che il latte divenisse tiepido sua madre abbandonò la stanza canticchiando tranquilla. Il giornale era rimasto aperto sulla pagina dell'Economia.
Dopo essersi versato del latte e afferrata la scatola di biscotti, il ragazzo guardò distrattamente la notizia in prima pagina. La foto di suo padre troneggiava, stringeva la mano ad un noto politico e tutti e due sembravano soddisfatti.
L'articolo citava "Possibile risalita o nuovo inizio?"
Non fece in tempo a proseguire che il telefono cellulare squillò nell'altra stanza, diffondendo le sue note per tutta la casa.
Corse a vedere chi fosse, quando afferrò il cellulare la scritta era circondata da cuoricini e lampeggiava in rosso.
"Lara"
Lo rigirò tra le dita, combattuto tra il rispondere o il lasciare che smettesse.
Visto che non accennava a cedere aprì lo sportello e finse un tono assonnato.
-Tata sei tu?- chiese sapendo che sicuramente si sarebbe infuriata a sentir nominare il nomignolo con cui chiamava Agatha.
-No e mi stupisco, non dovrebbe essere nel tuo letto in questo momento? Prova a guardare meglio sotto le coperte- sibilò sarcastica e spietata la bionda.
-Lara, sei tu- rispose senza entusiasmo. In effetti per questo non dovette fingere, gli sembrava di dover parlare con un amico qualunque.
-No è tuo nonno che ti chiama dall'oltretomba! Ovvio che sono io!- strillò isterica -Allora, da dove spunta quella zoccola? Non me la bevo che ti sei messo con quella! Non è nemmeno il tuo tipo-
-Credevo mi avessi lasciato, non vedo come possa interessarti- si lamentò lui, sedendosi sul bordo del letto, che nel frattempo sua madre aveva rifatto.
-Andiamo, so benissimo che è un modo patetico per farmi ingelosire, cos'è un'attrice pagata? Non sapevo che potessi permettertelo.-
In quel momento suonarono alla porta. A Claudio mancò un battito e per diversi minuti rimase a fissare la cornetta senza spiaccicare parola. Chiuse gli occhi. -Senti Lara, non so cosa tu...-
Ma una mano gelida gli staccò il cellulare di mano, aprendo gli occhi Agatha, con uno sguardo glaciale, lo fissava dall'alto, si portò tranquillamente il telefono all'orecchio e parlò tranquilla. -Chi sei e cosa vuoi da lui?- chiese con un mezzo sorriso diabolico impresso sulle labbra.
Claudio spalancò gli occhi e si alzò in piedi, lei adesso dovette sollevare il mento per vederlo in faccia.
Lara non rispose, ma semplicemente attaccò chiudendo la comunicazione.
-Che tempismo...- commentò lui, guardandola negli occhi, la tentazione di baciarla che lo bruciava.
-Immaginavo avesse chiamato presto, ma mi ha anticipato- commentò allontanandosi di qualche passo. Lui mantenne la vicinanza facendo qualche passo avanti, lei arrossì e abbassò la testa. -Meglio così, almeno la sceneggiata è servita a qualcosa, se abbocca entro pranzo te la trovi fuori dalla porta- fece per girarsi, ma Claudio afferrò il suo braccio destro e cedette alla tentazione che tutta la notte l'aveva tormentato.
La baciò, ma non come la sera prima, non più per dovere.
Questa volta era per qualche altro motivo, che lui preferì attribuire all'attrazione o, forse, all'astinenza.
Lei, prima protestò, poi si lasciò andare, pur rimanendo ferma, con le braccia lasciate ricadere lungo i fianchi.
-Cos...- iniziò lei, ma Claudio fu più veloce e la baciò di nuovo, con ancora più trasporto, affondando le dita tra i suoi capelli e azzerando completamente la distanza che li separava.
Rimasero in quella posizione per minuti che parvero durare anni.
Agatha era avvampata vistosamente e Claudio non riuscì a trattenere un sorriso. Sfiorò ancora una volta le sue labbra, con un lieve tocco, per poi guardarla negli occhi.
-Scusami, ma stavo impazzendo...- chiuse le palpebre e poggiò la fronte contro quella di lei.
Nessuno disse più niente fino a che la porta non si chiuse alle loro spalle. Agatha sussultò richiamata alla realtà che la colpì come un secchio di acqua gelata.
-No- portò le mani avanti e prese distanza. Lui non ne fu felice ma accettò in silenzio.
-Davvero io non so cosa...- si passò una mano tra i capelli, poi la guardò, era ancora rossa, sebbene cominciava a riprendersi. Il suo sguardo era strano, quasi spaventato per quello che era successo.
-Se la mettiamo su questo piano io non posso più aiutarti...- sussurrò infine, alzando lo sguardo, ora completamente freddo.
Claudio si morse un labbro, non si aspettava una reazione tanto spietata da parte sua, ma in un certo senso capiva il perchè di quel comportamento.
-Ha...Hai ragione, non avrei dovuto, è stato un errore-
Lei lo guardò quasi sconvolta e irritata da quelle parole.
-Cioè, non avrei mai dovuto chiederti di aiutarmi in quel piano assurdo...- precisò subito dopo, otando l'espressione.
Agatha inspirò lentamente. -Bene, in questo caso veditela tu con la tua ragazza, non avrà problemi a riconquistarti, lasciala sulle spine per un po' e...-
-Me la caverò- non le permise di continuare, allungò la mano e aspettò una sua reazione.
Lei dapprima sollevò un sopracciglio perplessa, poi si ricordò di avere ancora in mano il cellulare e glielo ridiede facendo attenzione a non sfiorarlo.
-Ci vedia...- iniziò Claudio ma Agatha fu più veloce e scosse il capo.
-Meglio di no.-
Lui fece un passo avanti, ma lei reagiì indietreggiando, prendendo dentro nello spigolo della scrivania.
Approfittando di quella distrazione Claudio la prese ancora una volta e la baciò, lei puntanto i pugni non rispose.
-Addio- mormorò infine rassegnato.
Agatha scappò fuori da quella casa, rifugiandosi dentro camera sua e isolandosi dal resto del mondo. Ringraziò di essere sola in quel momento, perchè non avrebbe sopportato le domande, le spiegazioni e soprattutto le risposte.
La musica invase il pianerottolo, una musica Metal, urlata e spaccatimpani, che ottenne diverse proteste, ma alla ragazza dentro la stanza questo non importava, aveva semplicemente bisogno di sentirsi isolata da tutto il resto.

***

Spazio di risposta ai commenti per il capitolo 7:

Questa volta ho notato che i commenti sono stati minori rispetto alla precedente... ma che ci vogliamo fare XD non si può sempre avere tutto dalla vita no? :P
Bchan: L'idea mi è venuta perchè confesso che a parer mio l'inganno a Lara poteva funzionare solo a quel modo con un personaggio come Claudio. In fin dei conti è un donnaiolo affermato, sentir dire una cosa del genere da lui fa capire che Agatha o è molto furba oppure "è diversa dalle altre"... a parte questa parentesi... beh ci avviciniamo inesorabilmente alla fine ormai^^
DarkGiliath: Grazie per i complimenti, mi fa piacere non averti deluso^^ A presto!
Angelo: Benvenuta e grazie per il tuo commento, mi spiace per il ritardo nell'aggiornamento, ma questo mese gira decisamente male... dopo il 6 di marzo, con un po' di fortuna le cose si dovrebbero risistemare (o almeno si spera!)

Alla prossima^^

Saluti
by SaYu

  
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