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Autore: oOPoisonGatebOo    24/08/2013    2 recensioni
Axel viene assunto come commesso in un orfanotrofio e conosce Roxas, un ragazzino di quindici anni che ha perso la propria famiglia in passato.
Riku, il migliore amico del rosso, sembra provare qualcosa di più di semplice amicizia.
E' possibile rendere felici più persone nell'arco di una vita?
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Axel, Riku, Roxas, Sora
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
Capitoli:
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Il rosso si rigirò nel letto, leggermente turbato. Non riusciva più a dimenticare gli occhi di Roxas, insieme allo stampo leggero della sua voce. Erano un punto fisso nella sua mente.
-Qualcosa non va?- chiese sottovoce Riku, sdraiato nel letto vicino al suo. 
Era da un po' che vedeva il rosso cambiare posizione ogni due millesimi di secondo.
-Se devi andare al bagno non farti paranoie, casa mia è anche casa tua- continuò poi, beccandosi una cuscinata.
-No demente, non ho il cagotto. Semplicemente non riesco a prendere sonno. Poi con te sveglio non mi conviene, l'ultima volta mi hai messo del ghiaccio nelle mutande- disse Axel, ricordando il modo pietoso in cui si era messo a saltellare, insultando Riku che era intento ad asciugarsi le lacrime a forza di ridere.
L'argenteo scoppiò in una fragorosa risata, cosa che gli fece arrivare un'altra cuscinata.
-Ti metto un cubetto su per il culo e vediamo chi ride...- 
-Axi-chan, eri esilarante, te lo giuro!- continuò il minore piangendo, letteralmente.
Axel salì sul suo letto, mettendosi a cavalcioni su di lui. Avvicinò il viso al suo orecchio e sussurrò minaccioso: -smettila di ridere o..-
Riku sbarrò gli occhi con le guance in fiamme. Sentiva il respiro del rosso sull'orecchio, mentre i loro petti si sfioravano. Le mani del maggiore erano ai lati del suo viso e, prima di continuare a parlare, si leccò le labbra, mandando in tilt il povero argenteo.
-..distruggo tutta la tua preziosa collezione di manga. Prendo ogni singolo fumetto e lo brucio davanti ai tuoi occhi- disse poi, contro ogni previsione di Riku.
-Cooooosa?! Provaci e ti rapo a zero!- rispose il minore, regalandogli un'occhiataccia.
Axel rise, tornando sul suo letto: -io ho avvisato!-
Riku sbuffò, girandosi di fianco e dando le spalle al rosso.
Sentiva le guance ancora calde, quasi bollenti. Sospirò e chiuse gli occhi, nel tentativo di dormire.
 
 
Axel, mentre scorrazzava per il cortile della scuola elementare, notò un bambino seduto per terra con la schiena contro il muro. Aveva le ginocchia strette al petto e le sue esili spalle sussultavano.
Decise di avvicinarsi e si sedette accanto a lui.
L'argenteo alzò la testa, guardandolo in faccia.
-Sei venuto anche tu a prendermi in giro?-
-Perché dovrei?- chiese il rosso.
-Perché sono antipatico- rispose corrucciato, spostando lo sguardo per terra.
-A me non sembra- disse Axel, continuando a fissarlo.
-Allora ti sembra male. Mi odiano tutti-
Il maggiore si alzò.
-Te ne stai andando?- chiese l'argenteo, sentendo di nuovo delle lacrime percorrergli le guance. Contro ogni sua previsione, invece, il rosso si inginocchiò esattamente davanti a lui, allungando un braccio e asciugandogli le gote con le dita.
-Mi chiamo Axel-
-I-io Riku..- disse, confuso.
-Bene. Riku, vuoi essere mio amico?- chiese il rosso, con un sorriso.
L'argenteo rimase a bocca aperta, ma finì con l'annuire, incredibilmente felice. Le uniche parole che gli circolavano per la mente erano "Axel" e "amico". Non riusciva a crederci.
Il maggiore sorrise, porgendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi.
-Che classe fai?- domandò Riku.
-Io sono della terza, sezione A. Tu?- rispose Axel.
-Oh..anch'io sono della tua stessa sezione,ma di un anno in meno-
Fu così, che quel freddo autunno, l'anima rossa e l'anima bianca si unirono in un'amicizia che durò negli anni. L'argenteo iniziò ben presto a provare dei sentimenti diversi da quelli di Axel..ma riuscirà a conquistarlo? Forse no. 
 
 
Riku si svegliò di soprassalto. Di nuovo..aveva fatto di nuovo lo stesso sogno. E quella voce alla fine lo spaventava. Non era molto virile, ma si sentiva che apparteneva ad un ragazzo. Non riusciva a non chiedersi per quale motivo quella voce irrompesse nel suo sogno, o per meglio dire ricordo, ogni notte.
Si girò, osservando Axel. Quest'ultimo era sdraiato a pancia in su, con gli occhi chiusi e il respiro calmo e delicato. 
Rimase incantato, mentre guardava il suo profilo debolmente illuminato dalla luce della luna. Si allungò, posando dolcemente le labbra sulle sue. Erano estremamente calde e morbide, proprio come si aspettava. Dopo tutto ciò, tornò al suo posto, continuando a premersi un dito sulle labbra, bollenti dopo quel piccolo bacio non ricambiato.
 
 
Axel sbadigliò, stiracchiandosi così tanto da far invidia pure ai gatti. Cercò di aprire gli occhi, ma la luce che penetrava dalla finestra lo costringeva a socchiuderli. Guardò l'orologio appeso alla parete, leggendo chiaramente che erano le undici del mattino. 
Prese il proprio cuscino e lo tirò in faccia a Riku.
-Nhh...ahio! Buongiorno neh!- disse l'argenteo, massaggiandosi la guancia contro la quale era arrivata la cerniera del cuscino. 
-Sai cos'è una sveglia vero? O non ne hai mai vista una in vita tua?- domandò invece Axel, alzandosi e iniziando a infilarsi i pantaloni.
Riku di tutta risposta sbuffò, seguendolo a ruota.
Fecero a turno per andare in bagno, per poi iniziare a scegliere chi dei due avrebbe cucinato.
-No bello, io ti voglio bene e non sai quanto, ma vuoi mandare a fuoco la casa?- chiese il rosso, facendo una finta faccia spaventata.
-Allora dimmi, cos'ho mangiato fino ad ora dato che vivo da solo?- ribatté l'argenteo, leggermente seccato.
-Pizze da asporto e spinaci surgelati- rispose il maggiore, annuendo solennemente.
-Io non li ho neanche gli spinaci surgelati!- disse aprendo il freezer, rimanendo di sasso vedendone invece la confezione.
-Sei perso..non sai neanche cosa metti nel carrello!- esclamò Axel, ridendo.
Riku rimase in silenzio per evitare altre figuracce, chiudendo il freezer e facendo una faccia come per dire "hai vinto tu".
-Vedo che hai capito- gli disse il rosso, scompigliandogli i capelli.
-Zitto e cucina, puttano-
Il diretto interessato soffocò l'ennesima risata, mettendosi al lavoro.
 
 
-Due pizze margherita e due coca-cole- disse Axel in pizzeria.
-Arrivano subito- rispose un uomo sulla quarantina, sorridendo.
Il rosso si sedette al tavolo, senza alzare lo sguardo.
Era così, che dopo aver fatto bruciare le lasagne nel forno, si erano ritrovati a vestirsi per andare in pizzeria.
-"No bello, io ti voglio bene e non sai quanto, ma vuoi mandare a fuoco la casa?"- disse Riku sarcasticamente, imitandolo.
-Ehi, io intanto ho fatto bruciare solo le lasagne, tu avresti mandato a fuoco anche l'intero palazzo, quindi taci- ribatté il rosso, incrociando le braccia e accavallando le gambe.
-Si certo..- 
 
 
Dopo aver mangiato in pizzeria Riku e Axel fecero un po' di giri li nei dintorni, ma arrivò ben presto il momento per Axel di prendere la moto e andare all'orfanotrofio.
Parcheggiò nel posto riservato al personale e, dopo aver salutato il direttore, salì al secondo piano.
Corrugò la fronte quando trovò Roxas seduto sulla scrivania intento a fissare il pavimento. Cercò di non farci troppo caso, aprendo lo sgabuzzino per prendere il secchio e il mocio. Sospirò: era proprio un lavoro dimmerda il suo. Scritto tutto attaccato, per rendere l'idea.
Per andare al bagno era costretto a passare per i dormitori, con suo enorme disappunto. Si fece coraggio e passò in mezzo ai bambini. Molti smisero di giocare per guardarlo, altri invece continuarono a farsi i fatti propri, senza cagarlo di striscio. 
Riempì velocemente il secchio d'acqua e tornò a passo svelto nel "suo" corridoio. Ci inzuppò felicemente, per modo di dire, il mocio e iniziò a pulire il pavimento.
-Comunque io ho sporcato là- disse Roxas, indicando una macchia di sangue, proprio nel punto in cui guardava da cinque minuti buoni.
-Hai le mestruazioni per caso?- domandò ironicamente Axel, passando per pulirla.
-No, un ragazzo più o meno della mia età, forse più piccolo, mi ha tirato un pugno e mi ha fatto sanguinare il labbro. Dice che devo smetterla di aspettarti-
Il rosso cambiò il suo sorrisetto strafottente in una smorfia indecifrabile. 
-Aspettarmi?- domandò poi.
-Si. Ho passato la mattina appoggiato allo stipite. Sei il mio unico amico..vivo- rispose Roxas, dondolando le gambe.
Ad Axel le ultime parole ricordarono tanto il piccolo Riku, che intento ad affrontare la sua difficile infanzia, diceva che l'unico sostegno che aveva era lui..la sua unica speranza di felicità. Si chiese se per Roxas fosse la stessa cosa.
Lo guardò un attimo, poi scosse la testa. Sicuramente non era così importante nella sua vita, o almeno, non come lo era stato per Riku. E poi..cosa gli importava? Tanto Roxas era solo l'ennesimo ragazzino insopportabile, no? 
-Senti biondino, io non ti conosco nemmeno. Quindi ora vai a giocare con qualcuno o vai a fare il riposino del pomeriggio, su-
-Sora dice che sei un coglione- disse Roxas senza smettere di dondolare le gambe.
-Mi dici chi diavolo è sto Sora?! Il tuo amico immaginario?- domandò Axel iniziando a spazientirsi.
-No- rispose soltanto il biondo, scendendo dalla scrivania e tornando lentamente nei dormitori.
Il rosso si spiaccicò una mano sul viso. Odiava i marmocchi dai quindici anni in giù.
 
 
Roxas vide Axel prendere la sua roba e scendere al primo piano, molto probabilmente per tornare a casa, così decise di uscire sul piccolo terrazzo dei dormitori. Da li poteva vedere i parcheggi, così lo guardò prendere la moto e andarsene.
L'aria gli schiaffò un po' di capelli in faccia, ma non ci fece troppo caso.
-Perché insisti così tanto a fare amicizia con quello?- chiese una voce alle sue spalle.
-Non lo so..è diverso- rispose il biondo, stringendosi nel proprio maglione.
-Non vedi come ti tratta? Alcune sue frasi sembrano sottintendere chiaramente "sei solo un moccioso che sarebbe dovuto finire in un manicomio invece che in un orfanotrofio". Mi fa rabbia- ribatté il moro che gli si affiancò.
-Non importa Sora..nonostante mi possa additare come un pazzo, non ha ancora fatto niente per allontanarmi seriamente. Se per lui sono così stupido..perché mi ascolta?- chiese questa volta il biondo.
Il moro rimase un attimo in silenzio.
-Non lo so- fu l'unica risposta che riuscì ad uscirgli dalle labbra.



Note dell'autrice: per iniziare, mi scuso del ritardo! Ho passato il giovedì sul letto a dormire come un facocero e il giorno dopo non ritrovavo neanche più il quaderno, rinvenuto poi sotto i libri scolastici. Io l'ho sempre detto che quei cosi sono malefici, cercano pure di mangiarsi i miei preziosi quaderni, oltre al mio cervello..tsk. Ringrazio chi mi segue e la santa che ha trovato del tempo per recensirmi..al prossimo capitolo! (Che posterò tra giovedì e venerdì) Dato che sono le 5.19, direi pure di augurarvi la buonanotte \(°u°)
  
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