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Autore: Hermes    24/08/2013    1 recensioni
Questa non è la classica storia sui Nightwish in se e per sè...a dire il vero non ho idea da dove diavolo sia uscita e non so come ho fatto a trovare il coraggio di postarla...
"Perdona la Bestia che adora...” mormorò ancora “Perdona Me.”
Il bacio che seguì fu aspettato, implorato, desiderato…tutto meno che amaro.
Dimenticammo il resto…il mattino non ci svegliò...
L’unica certezza che mi rimase fu quella della sua presenza, del movimento del suo corpo contro il mio.
Non c’era riposo…ma sognai…
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti, Tuomas Holopainen
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dreams of Reality'
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14 Febbraio 2018, ore 8 e 27
Finlandia, Kitee, Lago Pyhäjärvi, Casa sull’isola
Silenzio.
La casa era un bozzolo quieto e tranquillo tanto che Tuomas cercava di fare il meno rumore possibile mentre si preparava il caffè ed aggiustava il timer della torta margherita a forma di cuore che aveva fatto apposta per San Valentino.
Anette era uscita quel mattino e Joseph era a scuola, il pargolo aveva trafugato una grande quantità di biscotti quel mattino, probabilmente per condividerli con Andrea.
L’unico suono era la brezza che spirava fra i rami e sparpagliava la neve asciutta.
I fiocchi volteggiavano nell’aria limpidissima, brillando nel timido sole e compiendo evoluzioni complesse ad ogni nuovo refolo.
Riempita la tazza si allontanò in punta di piedi verso l’ingresso, s’infilò cappotto e stivali ed uscì fuori, sedendosi sui gradini.
Il silenzio era ancora più profondo lì, come quello che segue quando le corde di un piano smettono di vibrare.
Il tastierista respirò a fondo, riempiendosi i polmoni dell’aria così gelida da far fisicamente male.
Il sole faceva brillare il ghiaccio sulle foglie secche degli alberi attorno alla casa, creando giochi di luce.
Tuomas si affrettò a bere il caffè prima che ghiacciasse e si appoggiò ad una delle colonnine, chiudendo gli occhi ed ascoltando il silenzio.
Ora che aveva il tempo di riflettere sul serio al nuovo album, preferiva temporeggiare.
Eppure avrei così tante cose da fare…
L’idea generale c’era da mesi ma il pensiero di unire il tema del nuovo album in un unico lungometraggio…Stobe pensa in grande.
Insomma si era preso del tempo per pensarci, ci sarebbero voluti anni per assicurarsi dei fondi per la produzione di un film, e con il tipo di storia che aveva in mente gli effetti speciali non si sarebbero risparmiati.
In quella qualcosa di gelido gli si posò sulla punta del naso ed il tastierista aprì gli occhi, incrociandoli mentre un fiocco di neve si scioglieva a contatto con la pelle calda.
Tuomas sorrise, strofinando la gocciolina d’acqua.
Fatto stava che la storia riempiva tre moleskine a quella data, ed ormai risultava un po’ difficile da ignorare.
Prenderò una decisione, ma non subito.
È una mattina troppo bella per passarla in congetture…

Ma intanto i tasti nella mente di Tuomas suonavano, non smettevano mai.
Nemmeno quando cercava il silenzio nell’inverno.

On wintery earth, a moment stands still forever
Like a kitten it slowly comes for me.
Here at the tale's roots perhaps I can stay,
where a violin sings of longing.
Its eternal melody painting
a song that awakens the earth.
Nightwish ~ Taikatalvi

8 Marzo 2019, ore 11 e 12
Finlandia, Kitee, Lago Pyhäjärvi, Casa sull’isola, saletta

“Tuom! Hai mica visto per caso dove ho messo il make-up per le trasferte?”
La testa di An era sbucata da uno spiraglio della porta ed il tastierista si voltò paziente “Hai provato a guardare in bagno?"
Quel mattino la cantante friggeva tutta per i preparativi ciò significava che quel giorno non ci sarebbe stata pace.
Da una parte era meglio così, perché qualcosa si dimenticavano sempre di metterlo in valigia fino all’ultimo momento.
Joseph si era già spostato a casa dei nonni prendendo dominio nella sua camera su in piccionaia con tanto di Korghina, quella stanza non era cambiata poi molto dai tempi di Once.
Il ghiaccio del lago si stava finalmente sciogliendo, fessurandosi. Alcuni pezzi galleggiavano e dato che erano grossi usare il motoscafo non era ancora sicuro, quindi avevano rispolverato i remi tanto per evitare un fato annunciato alla Titanic.
François aveva chiamato alcuni giorni prima annunciando che avevano deciso la data del matrimonio per l’ultima domenica di quel Maggio, assicurandosi così che lui ed An fossero presenti e ben riposati dal mini-tour americano che Ewo aveva organizzato per coprire il flop di quello precedente.
Tuomas osservò i bottoncini dell’Oasis, poi con un sospiro spense la tastiera e si alzò, stiracchiandosi ed avviandosi di sotto dove dal rumore sembrava che Anette avesse intenzione di portarsi dietro anche la batteria di pentole.
Arrivato in cucina la vide mentre raggruppava tutte le formine per i biscotti.
“An…cosa fai?” domandò quindi, raggiungendo i ganci delle tazze ed afferrando quella di Paperinik pronto per una nuova dose di caffeina.
“Pensavo che sarebbe meglio portarli dietro casomai mi venisse voglia di infornare i biscotti…”
Oddio…sarebbe un sogno ma forse è meglio di no!
Tuomas si immaginava già la tonnellata di dolci che la consorte era capace di sfornare quando le prendevano i suoi periodi culinari…c’era il posto che tutti loro sarebbero ingrassati dieci chili ciascuno ed a quel punto si immaginava già come sarebbero risultati nelle foto live con rotolini di ciccia, panzerotti e doppio mento.
“Anette, lascia stare…che poi a Emppu gli viene l’indigestione, il nano non ha mezze misure.”
“Giusto…ma se mi annoio?” la donna si lasciò avvolgere dall’abbraccio del marito.
“Non ti annoierai, tranquilla…basta far tracannare a Tero e vedi che lo spettacolo è assicurato.”
“Alle solite.” An sorrise, sfregando affettuosamente una mano sullo stomaco del marito “Non vedo l’ora di tornare on-the-road!”
“Carica come una molla, eh?” le scompigliò i capelli facendola ridacchiare.
Anette lo liberò, prendendo un bicchiere dalla rastrelliera e versandosi una spremuta scaccia-malanni, mimando il marito che sorseggiava, appoggiato al bancone.
“An.”
“Sì?”
“Avresti voglia di leggere quello che ho scritto? Ho bisogno di un’opinione esterna.”
La donna osservò il contenuto del bicchiere a disagio “Sono la persona più adatta?”
“Non ne ho idea, ma mi piacerebbe un’opinione disinteressata. Magari più in là passerò a Marco e gli altri.”
“Tuom, ma questo racconto-”
“Non è un racconto…è un’insieme di immagini musicate che formano una storia. Lo so, sembra pazzo.”
Anette gli lanciò un’occhiata indiscreta “Ed i Nightwish? Fanno parte di quella storia?”
“Sì e no.”
La donna corrucciò la fronte “Okay, sono ufficialmente curiosa…quando vuoi, Tuom.”
Il tastierista annuì, ed infilò la tazza nel lavello “Vuoi una mano con i bagagli?”
“Nah…tutto sotto controllo, mi servirai poi per chiudere le valigie con il tuo dolce peso massimo!”
“Sì, capitana!” ridacchiò, facendole l’occhiolino e tornando di sopra.
No, non sapeva se era una buona idea ma Thomas e la sua storia premevano per uscire…pensandoci bene, perché no ad un film?
Però prima bisognava capire se l’intera struttura avrebbe retto alla lettura.
Tuomas teneva le dita incrociate e sperava.
Anche se il finale era ancora in fase di scrittura.

29 Marzo 2019, ore 15 e 22
Italia, Trentino-Alto Adige, Lago di Garda, Riva di Garda

Era il primo giorno di libertà per la truppa completa ed il clima italico – nonostante fossero in semi-montagna – si faceva sentire.
La primavera era un tripudio di diciotto gradi e sole a picco, altro che Finlandia e Germania.
I ragazzi si erano dati al turismo della cittadina che vantava un centro storico del trecento, un museo di reperti archeologici, una chiesa ed una serie di traghetti semi-turistici che facevano il giro del lago.
La bella giornata invogliava al divertimento ed avevano dovuto trattenere Tero dal buttarsi nell’acqua per fare il bagno, prima che qualcuno del posto potesse chiamare le forze dell’ordine e metterli dentro.
Si erano fermati in una trattoria del posto, ingozzandosi di spaghetti e pesce locale poi, dato che nessun finlandese soffre il mal di mare appena dopo mangiato, si erano imbarcati su uno dei traghetti.
Si erano sparpagliati nella cabina passeggeri e Tuomas aveva posato il suo immancabile zainetto sul sedile accanto quello di Anette che preferiva stare al riparo dall’aria.
Il tastierista tirò la zip e frugò, trovando quello che cercava poi le dette un colpetto.
“Sì?” Anette lo guardava curiosa.
“Vado fuori con i ragazzi…questi sono per te, se te la senti.” così dicendo le porse i tre quadernetti.
“A-ha. ‘kay.”
Tuomas avrebbe voluto dire qualcos’altro ma chiuse la bocca, le strinse una mano sulla spalla e si allontanò.
Era inutile cercare di spiegarsi…poteva soltanto lasciarla leggere a quel punto.

31 Marzo 2019, ore 14 e 32
Italia, Mantova-Pordenone

Il concerto la sera prima era stato uno spasso in piena regola con il pubblico in prima fila che urlava oltre ai loro nomi anche quello di Tero, Ewo e dei tecnici. A fine spettacolo erano andati tutti a salutarli alle transenne, scendendo dal palco. Addirittura alcune canzoni An e Marco le avevano lasciate cantare alla gente.
Alla fine di quella sessione alla pari di un meet&greet il fonico si era ritrovato con le braccia stracolme di peluche e pieno di segni con il rossetto.
I ragazzi non se l’erano cavata peggio, Jukka ed Emppu avevano guadagnato anche loro pupazzetti e pizzicotti sulle guance: nel caso del nano Winnie the pooh vestito con un completo da karatè. Marco si stava lasciando tirare la barba poco più in là mentre faceva alcune foto e Tuomas aveva collezionato abbracci ed un nuovo nickname: tartarugo, il cui significato lasciava da scoprire ai posteri…
Il giorno dopo il tempo soleggiato continuava a reggere tanto che i ragazzi credevano nell’arrivo dell’estate anticipata e giravano per il caravan in magliettina, allegri e pimpanti.
Tuomas aveva preferito andare sul sicuro con una camicia dalle maniche arrotolate e suonava sulla tastiera portatile, dando uno sguardo ogni tanto all’autostrada sul quale stavano correndo da circa un paio d’ore.
Anette era dall’altra parte del pulmino, immersa nella lettura mentre i ragazzi facevano un po’ di cagnara parlando di videogiochi e del nuovo horror che non vedevano l’ora di vedere in America.
Tuomas non era più tornato sull’argomento, cercando di rispettare i suoi tempi di lettura.
Anette doveva essere all’incirca a tre quarti della storia. Il giorno prima l’aveva passato a risfogliare i primi due quadernetti con espressione ammattita, si vedeva a distanza che la donna si lambiccava il cervello cercando di seguire la trama nel modo più completo possibile senza smarrirsi ma c’era sempre qualcosa che non le tornava.
Il tastierista si stava pentendo di averle messo fra le mani i moleskine.
Era un sentimento istintivo. An sapeva essere super partes certo, però…

1 Aprile 2019, ore 22 e 41
Croazia, Zagabria, Hotel Sava, dining hall

Benché non volesse, Tuomas aveva tenuto d’occhio lo stadio di avanzamento che Anette aveva raggiunto con i moleskine.
Mancavano poche pagine ed il tastierista era nervoso ormai.
La donna si era accomodata in un angolino tranquillo per leggere nella hall dell’albergo.
Mentre lui ed i ragazzi avevano deciso per un giro al bar prima d’andare a dormire.
La bevuta si era prolungata un po’ più a lungo del necessario e quando il tastierista alzò gli occhi per riposarli sulla divanetta dov’era An, la trovò vuota.
“Ewo, hai mica visto Anette?” domandò al manager biondo che arrivava da un giro nella città con Toni Peiju e Tero.
“No.”
O mamma…è fuggita con qualche bellimbusto!
No, Tuomas scherzava.
Esaminò la hall in lungo ed in largo con la sua vista da talpa, poi decise di tagliare corta la serata ed tornare in camera.
Aveva l’impressione che era meglio scovarla, tanto per misura.
La ricerca non fu difficoltosa dato che entrato nella loro camera udì subito dei singhiozzi sommessi.
Il tastierista accese una delle lampade ma la stanza era vuota, un refolo di vento faceva increspare la tenda dalla finestra aperta.
La stanza aveva un piccolo balcone che dava verso il fiume ora illuminato da due file di lampioni color ocra, ad una prima occhiata sembrava vuoto, ma Tuomas aveva notato i moleskine appoggiati su un angolo del letto.
Con circospezione camminò fino alla soglia della portafinestra aspettandosi quello che vide, con un tuffo al cuore.
An si era rannicchiata in un angolo fra la ringhiera ed il muro, piangeva anche se cercò subito di asciugarsi le guance.
L’unica cosa in cui sono davvero bravo è portarla alle lacrime…che bello.
“An-” fece per sedersi ed abbracciarla ma lei si ritrasse.
“Non è niente…mi sto sfogando, sto bene.”
“No che non va bene!”
“Tuom, non sono triste sul serio!”
“È colpa della storia…lo sapevo che era meglio evitare…”
Anette lo schiaffeggiò all’altezza del ginocchio con espressione truce “Non dirlo nemmeno per scherzo! Quella storia è- è…”
“Non sai nemmeno come definirla?”
“Perché devi sempre prenderla male?!” la voce di An sotto i singhiozzi era paziente “È molto bella, invece. Mi ha dato un mucchio di emozioni ed è per questo che sto piangendo, perché devo farle uscire in qualche modo o scoppierò!”
In lontananza l’ululato di un battello spezzò il silenzio, quindi Tuomas si sedette al suo fianco ma non aprì più bocca fu lei a parlare per entrambi.
“Credo…credo che in quelle pagine sia proiettata sia la tua paura che la tua speranza verso il futuro. Ci sono somiglianze con la realtà e riferimenti ai tuoi interessi. Ho sorriso e mi sono commossa. Cosa posso dire d’altro? Beh…alcuni passaggi sono un po’ infantili ma nell’insieme è una visione che merita nella sua bellezza e nella sua cattiveria. Sei sempre stato un buon bardo ma qui in tutta onestà ti sei superato, Tuom. L’unica cosa che mi preoccupa è come deciderai di trasporla in musica.” Anette si era arrestata, con espressione dubbiosa.
“Quindi per te ha un senso?”
“Sì, ci vuole un po’ per comprendere ed ordinare i tasselli del puzzle ma quando l’immagine ti si palesa davanti…beh io mi metto a piangere davanti ad un nonnulla quindi forse non sono la persona più adatta ma è stata un’avventura che, nonostante le lacrime, rifarei.”
Tuomas non replicò, fissando in silenzio il fiume in lontananza.
“Ti aspettavi qualcos’altro?”
“No.” Tuomas sbatté le palpebre e si voltò nella sua direzione “Vieni qui? Fa un po’ freddino e soffro…”
Anette scosse la testa con un sorriso, asciugando le ultime lacrime ed accoccolandosi accanto al marito.
Spero di non aver schiacciato le sue idee, ma come posso capirlo? È talmente ermetico quando si tratta dei suoi pensieri…

~~~

Come promesso eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo! xD
Imaginaerum sta arrivando, finalmente. I prossimi due capitoli saranno in esclusiva sul matrimonio del baffo! Preparatevi per l'esplosione! LoL
Purtroppo in questa settimana non sono riuscita a scrivere molto ma prevedo di recuperare nel weekend.
Si ringrazia Petitecherie per la recensione al capitolo precedente, se vi và lasciatemi pure una recensione! Sono una pseudoautrice brava e non mordo! ^o^
Al prossimo sabato!
Hermes

Ps: la traduzione in inglese di Taikatalvi non è opera mia, l'ho trovata qualche anno fa su internet e credo di averla modificata un po'. È molto poetica a mio avviso. =)

  
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