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Autore: Hipatya    28/02/2008    6 recensioni
"Come siamo arrivati a questo?"
Quella voce non ha il diritto di parlare nella testa di Sasuke.
Esiste un ninjutsu che blocca i pensieri? Se esiste, lui non lo conosce.
Come non conosce quella voce che parla nella sua testa, a essere sinceri.
A essere ancora più sinceri, quella voce la conosce bene, un minuto prima risuonava nel sogno che definirebbe piacevole se amasse dare i nomi alle cose, ma lui non ama affatto dare i nomi alle cose. E' più facile sbagliare se si nomina una cosa. E poi sono cose, che bisogno hanno di un nome? Nessuno. E quindi? Quindi niente. Irrilevante. Solo buio.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: I personaggi citati appartengono a Masashi Kishimoto; il verso della canzone citato nel titolo e nel finale fa parte dellasplendida Tallulah dei Sonata Arctica, che ne detengono il legittimo copyright. Infine, l'ispirazione è dovuta a uno dei temi della raccolta "Melodies of Life" della writing-community True Colors.









To fear the time it's over







Ogni tanto ci pensa. Non spesso, eh, solo qualche volta, quando gli torna in mente per caso. Non perde mai tempo a ricordare, lui.
E' che i pensieri non si possono controllare, tutto qui. Se lui potesse farlo, non penserebbe più.

Non ricorda cos'ha sognato, ma ha la sensazione che non fosse poi tanto male. Niente cadaveri, niente sangue, niente Sharingan. Una notte piuttosto tranquilla, una delle poche. Potrebbe dire che è stata quasi piacevole, se proprio volesse trovare un aggettivo per definirla, ma ovviamente non vuole, non è importante, è solo un'altra notte, solo un altro giorno.
Che c'è di così importante?
"Sasuke."
Due colpi discreti ma netti alla porta chiusa.
La voce là fuori non attende risposta:"Orochimaru-sama ti sta aspettando per l'allenamento mattutino."
Kabuto, ovvio. L'appendice lievemente umana del Re dei Mostri.
"Aspetterà un'altra ora" e si volta dall'altra parte, viso premuto contro la superficie porosa della parete di terra.
Dietro la porta Kabuto grugnisce una maledizione che comunque non gli arriva neppure all'orecchio. Maledisca pure, a lui non interessa.
(Non le conta più le maledizioni che si trascina dietro, non contano nulla ormai).
Ode i passi attutiti allontanarsi lugubri uno dopo l'altro, poi più niente. Silenzio.

Solo stanchezza in fondo, solo stanchezza e noia. Ecco perchè ha rifiutato di cominciare subito l'allenamento, non c'è altra ragione (dovrebbe esserci? No).
Quelle maledette foglie che Kabuto gli ha fatto masticare, ecco di chi è la colpa. Avrebbe preferito sopportare la nausea e gli spasmi allo stomaco piuttosto che annegare in quel limbo allucinogeno. Detesta essere sopraffatto dalla droga: si ritrova con un corpo dannatamente ottuso, un peso più che un aiuto negli allenamenti.
Ma non importa, non importa.
Non importi neppure tu stesso, importa solo la tua vendetta, non è così?





Sì.



"Come siamo arrivati a questo?"


Non è sua quella voce. E' una voce cancellata, chiusa in una scatola poi data alle fiamme. Un bel falò di ricordi.
Tace, Sasuke. Capitelo, non è colpa sua, non sa ancora come si fa a smettere di pensare.





"Quando le cose hanno cominciato a degenerare così tanto da crollarci addosso? Quando è stato il momento?
Io... io non capisco, è stato tutto così... troppo, troppo veloce."





Quella voce non ha il diritto di parlare nella testa di Sasuke.
Esiste un ninjutsu che blocca i pensieri? Se esiste, lui non lo conosce.
Come non conosce quella voce che parla nella sua testa, a essere sinceri.
A essere ancora più sinceri, quella voce la conosce bene, un minuto prima risuonava nel sogno che definirebbe piacevole se amasse dare i nomi alle cose, ma lui non ama affatto dare i nomi alle cose. E' più facile sbagliare se si nomina una cosa. E poi sono cose, che bisogno hanno di un nome? Nessuno. E quindi? Quindi niente. Irrilevante. Solo buio.



"Mi avrebbe uccisa, secondo te?"




Dì un po', l'avresti uccisa?


Sì.


E dopo avresti ucciso lui, l'altro e quell'altro ancora. Tutti in una volta sola. Poi davvero non ci sarebbe stato più niente.
Davvero.
Non ci sarebbero più state le voci che parlano nella testa -Kabuto e le sue droghe, già.
Niente più cose, niente più persone a cui dare nomi. Non avresti più nemmeno dovuto fare lo sforzo di pensarle.




"Io..."





Illusa.
L'avrei fatto.
Ti avrei uccisa.
Non mi credi? Non so cosa farmene della tua fiducia. Io ti avrei uccisa.


Continui a non credermi, mh?
Sei ancora noiosa, nonostante tutto. Un'altra nullità che vive d'illusioni. Un niente, non sei niente.
Perciò smetti di parlarmi nella testa e lasciami in pace.



"Lo riporteremo indietro la prossima volta."




Smettila.
Non mi riporterete da nessuna parte, siete piccoli quanto scarafaggi. Siete impotenti. Siete delle nullità. Non potete fare niente, proprio niente.
Perciò smetti di vedere solo quello che vuoi.
Smettila. Sei noiosa.
Smetti di sperare.
Ti avrei uccisa, non ti basta sapere questo? Non ti basta ancora?
Sta' zitta.
Sei noiosa. Sei monotona. Sei un'illusa. Sei patetica. Fà silenzio.
Smetti di parlare nella mia testa.




"Sì. Lo riporteremo indietro."





Se la testa non gli bruciasse scoppierebbe a ridere, Sasuke.
Si alza con più indolenza del solito, si prepara per l'allenamento con Orochimaru. Uno sguardo distratto a un plico di fogli buttati sul tavolaccio di legno che funge da scrivania: non ricorda neppure cosa c'è scritto.
Stringe il kimono in vita, infila i sandali.
La voce ha smesso di parlare nella sua testa.
E comunque Kabuto è un maledetto incapace.

Ma Sasuke non ride.
Le tempie non gli esplodono più, eppure non ride.
Cos'è, Uchiha, perchè non ridi?
Non vorrai dirmi che quella...?

(Richiude la porta dietro di sé.
L'assenza di rumore presente sotto terra continua a meravigliarlo.
Ci farà l'abitudine prima o poi.)
...Tutte scemenze.
Gli è solo passata la voglia di ridere.





...It´s easier to live alone than fear the time it´s over.






Fin










Nota dell'Autrice
Una SasuSaku. Dichiaratamente o meno.
Potrei dire "Immaginate chi volete nel ruolo della voce che parla nella testa di Sas'ke", ma putroppo La Noiosa di Konoha è solo una :) c'è poco da fare.
Questo breve flusso di coscienza o studio che dir si voglia su Sasuke è nato ripensando al volume 34 di Naruto, quando avviene il fatidico incontro tra il Nukenin e ciò che rimane del Team 7.
La domanda è:"Se Yamato non si fosse messo in mezzo, l'avrebbe uccisa?"
Io in tutta sincerità penso proprio di sì. Sasuke è arrivato al punto di non ritorno, ha superato il limite fra umano e disumano. Non è pazzo, è solo del tutto fuori da ogni comprensione umana, e avrebbe fatto una strage se Kyuubi e Orochimaru non l'avessero fermato.
Eppure non riesco a odiarlo. E' intrappolato nella sua spirale d'odio, mi fa solo tanta, tanta pena. Credo si faccia pena anche da solo e che ovviamente non gli importi.
Nel flusso di coscienza che avete appena letto c'è comunque un po' di umanità -colpa delle foglioline di Kabuto? Pensatela come volete. Io credo che l'unica colpa che si possa imputare agli allucinogeni è che portino alla luce cose a cui Sasuke si rifiuta di pensare ed è questo il sottinteso della "storia" di cui sopra.
Penso che tutto sommato non si possa mentire più di tanto a se stessi, questo è quello che ho voluto dire.
E poi, diamine, ho il vizio della speranza proprio come Sakura.

E, dulcis in fundo, at last but not the least, un ringraziamento di tutto cuore alla mia Beta, Chiara.
Non so quanto l'ho assillata con i miei aborti creativi (L)... Tesoro, ti ringrazio ancora per la pazienza, la comprensione e l'aiuto!
  
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