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Autore: l_s    28/02/2008    5 recensioni
una ragazza ridotta ad un fantoccio, una scatola vuota, da un destino crudele che ella stessa ha scelto per sè; forse una debole, che si è arresa invece di continuare a combattere...cambierà idea o continuerà a crogiolarsi nel cupo torpore della sua apatia?
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5

“Ananke”
Ancora un sussurro di quella voce calda, impossibile da ignorare. La ragazza si morse il labbro inferiore, mentre sentiva la sua anima fremere e un brivido risalirle la schiena. Conosceva già le idee di quel corpo traditore, ma oramai anche la mente la stava abbandonando.
Avrebbe voluto passare la vita a sentirsi chiamare così.
E ancora una volta, incapace di resistergli, si voltò impercettibilmente a guardarlo. Un sorriso incurvò le sue belle labbra morbide, prima di cedere il posto ad una domanda: “Cosa ti spinge ad alzarti ogni giorno?”
Nella sua voce s’intuiva serietà, accompagnata da quel velo di tristezza che Ananke aveva imparato a riconoscere in lui.
Si concentrò sulla domanda, donandogli, come sempre, una semplice e fredda risposta, che egli pareva apprezzare più d’ogni altra cosa: era un compromesso tra le due fazioni in lotta.
“L’abitudine”
La ragazza pronunciò a fatica quelle parole, ma i suoi occhi scuri compresero, e si volsero altrove.
Ricominciò a canticchiare, con la sua dannata voce travolgente, e la ragazza, percorsa da continui tremori, credette di detestarlo. Si alzò per andare via, ma si bloccò d’improvviso.
“Ananke” aveva sussurrato ancora lui, “Perché sei così fredda con me?”
Non nutriva nessuna speranza di un cambiamento di quell’atteggiamento, lo si intuiva facilmente.
Ma la ragazza non rispose. Non poteva dirgli il vero, o sarebbe diventato più tenace. Ma non sapeva mentire. Non a lui.
“Perché ti ostini a parlarmi?” gli chiese, glaciale.
Attese per qualche secondo una risposta che non arrivò, senza guardarlo, quindi si trascinò fino a casa.

Il giorno dopo lo trovò seduto ad aspettarla. Fu subito affascinata dal suo rigirarsi i riccioli tra le dita, soprappensiero.
Gli sedette di fianco, meritandosi come premio uno dei suoi caldi sorrisi e, paradossalmente, si sentì felice, in pace con se stessa e non riuscì a capire come avesse potuto odiarlo solo il giorno prima. Percepiva quasi fisicamente il corpo di lui irradiare calore e si sentiva invasa, ammaliata, assuefatta, sebbene restasse rigida e cauta. Non riuscì a staccare lo sguardo da lui e seguì ogni movimento delle sue labbra, ogni cambiamento d’espressione nei suoi occhi, finché quella creatura meravigliosa che solo per caso solcava incerta l’impuro suolo terrestre si voltò e le parlò.
“Ananke” la cullò la sua voce, con un filo d’impazienza, “Ti prego, dammi una possibilità...”
Quel sussurrò la soggiogò completamente. Avrebbe fatto qualsiasi cosa lui le avesse chiesto, l’avrebbe seguito ovunque pur di respirare ancora una boccata di quella voce.
“Sì” sussurrò di rimando.
Lui esitò, tenendo il capo basso, poi si decise ad alzarlo e a fissarla in volto. “Scruta nei miei occhi...”, mormorò infine, con voce apparentemente serena.
Ananke arretrò, spaventata da quell’invito troppo pericoloso per poter essere accettato, ma troppo attraente per poter essere rifiutato. Posò virtualmente dei fiori sulla tomba fresca di Prudenza e sollevò la testa.
Scrutò nei suoi occhi neri, splendenti, vivi, e vi scorse la quiete, la speranza. Li vide sorridere, confortanti, prima di trovare l’inganno.
C’era un’emozione ch’essi tentavano di nascondere, che la ragazza non riusciva a cogliere ma della quale percepiva l’esistenza.
La realtà le piombò addosso con tutto il suo peso, mozzandole il respiro, e la freddezza riprese possesso di lei.
Non era poi tanto diverso dagli altri ragazzi, da Mike. Anche lui voleva usarla e gettarla via, in fondo.
Lui, ignaro di tutto, continuò nel suo intento. La sua voce dolce sussurrò ancora, più decisa: “...e ora, te ne prego, lasciami vedere i tuoi”
La ragazza non protestò, troppo sconvolta dalla rottura di tutte le sue illusioni, e gli permise di abbattere anche quell’ultima, assoluta, difesa.
Lui, esitante, protese la sua mano leggera e le scostò delicatamente i capelli del volto. Per un momento, si guardarono negli occhi. E fu nero contro verde. Caldo contro freddo. Sentimento contro vuoto. E fu Ananke a vincere, quando lui cedette ed abbassò la mano, stringendola in un pugno. I suoi occhi si ancorarono al suolo, rendendo palese tutto ciò che aveva tentato di trattenere. Una sofferenza ch’era quasi agonia sgorgava copiosa dai suoi occhi, e i denti mordevano a sangue il suo labbro inferiore. Tutte le barriere della ragazza crollarono in un solo colpo, abbattute dalla sorpresa, sostituita dopo un attimo da una tristezza immotivata. Istintivamente, gli si avvicinò e provò l’irrefrenabile impulso di consolarlo, o almeno di toccarlo. Levò una mano, incerta e tremante, e sfiorò il dorso della sua. La reazione fu immediata: egli si voltò di scatto, guardando con stupore le dita sottili che timidamente si erano insinuate tra le sue, ma esse non si fecero spaventare, e condussero lentamente quelle di lui verso il crine, dove le abbandonarono. Egli comprese, le scostò nuovamente i ciuffi neri dagli occhi, e prese a fissarli. Era stanco di combattere, non ne avrebbe avuto la forza. Con stupore crescente, vide la fatica affliggere anche quel verde intenso, vivo e cangiante.
La tristezza del nero si riflesse nel verde.
La speranza del nero si riflesse nel verde.
La gioia del nero si riflesse nel verde.
E il corpo freddo e pallido cercò timidamente colore e calore in quello vicino, che lo accolse, completandosi. Le sue braccia la avvolgevano delicatamente, cullandola e il fiato dolce del suo respiro le carezzava l’orecchio. Ananke si strinse al suo petto e, rabbrividì, suo malgrado, per il freddo. Lui se ne accorse e si alzò prendendola tra le braccia, e la ragazza lo abbracciò stretto, con la pelle d’oca.
“Fa freddo” bisbigliò, guardandolo.
“E’ novembre” rispose lui, con un sorriso più dolce del solito.

FINE

Ebbene sì, questo essere assolutamente pigro e incostante ha terminato la sua prima storia...dobbiamo festeggiare!

Sono davvero grata a tutti coloro che sono giunti fin qui.

In particolare, vorrei che spleen fosse più sicura di sé, sia quando scrive(l’ho aggiunta anche ai preferiti), che quando commenta (ogni volta che leggo le sue recensioni comincio a saltellare euforica per la casa, esasperando tutti)...

Beh, questa è la fine...alla prossima!
   
 
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