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Autore: Alex Wolf    24/08/2013    5 recensioni
Dal primo capitolo:
« Ma che cosa fai? Mettimi giù rampollo viziato!. »protestai nel mentre il mio sedere toccava il cuoio chiaro della sua sella.
« Quanto sei bisbetica. » borbottò salendo dietro di me e passando le sue mani attorno ai miei fianchi per prendere le redini.
« Togli quelle mani, guido io. » ringhiai afferrando d’impulso le redini e procurandomi una fitta alla spalla.
« Smettila. » mi riprese il principe scocciato levando le mie mani dalla giuda e riportandoci le sue. « E sta zitta. Hai già parlato troppo. » spronò il cavallo.
Risucchiai le guance e le labbra all’interno e le rilasciai andare con uno schiocco frustrato.
« Se dovrò viaggiare così, tanto vale che mi metta comoda. » borbottai appoggiando la mia schiena al suo torace e chiusi gli occhi. « Se ti metti a cantare qualche canzone in elfico ti strappo le labbra. » aggiunsi.
Non fatevi ingannare dalle apparenze, leggete e poi saprete dirmi che ne pensate ;)
Storia ispirata al film "la compagnia dell'anello"
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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When you let her go.
 
 
 
 




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« Sei totalmente, concretamente, impassibilmente scomodo Legolas.  » borbottai, ma non era vero.
 
Dopo averlo incontrato e essere stata ferita, da lui, mi ero sorbita circa due ore di cammino sul suo cavallo, rigorosamente bianco come si addice a un rampollo – a mio dire viziato -, appoggiata alla sua schiena con le braccia incrociate e un broncio in viso.
 
« Neanche voi siete una buona compagnia, se vi interessa. » rispose lui muovendo le braccia per fermare il cavallo.
 
Sfiorò la mia ferita e io borbottai contrariata.
 
« Scusi. »
 
« La vuoi smettere di darmi del “voi” e usare il “tu”?. Nei film sembravi più simpatico. »
 
« Nei film?. » scese dall’equino e lo condusse a mano.
La sua scorta dietro di noi restava muta e quando incuriosita mi voltai a guardarla uno di loro sbarrò gli occhi e li poggiò sulla criniera baia del suo cavallo.
Sorrisi divertita e mi distesi sul collo dell’animale abbracciandolo.
 
« State… ti senti bene? Non hai una bella cera. » osservò il principe.
 
« La fasciatura che i tuoi servitori mi hanno fatto aiuta ma non so quanto tempo ci vorrà per guarire. »
 
« Se io avessi saputo… »
 
« Già ma non lo sapevi, quindi basta parlarne. » mi girai verso di lui e osservai i suoi capelli biondi, la linea decisa ed elegante della mascella e il profilo del suo volto.
Per quanto io pensassi che fosse un egocentrico non potevo certo negare che non fosse bello, era la copia sputata di Orlando Bloom, quindi dedussi che io ero finita nel film e non nel libro ma mi andava bene così.
Avevo sempre avuto una cotta per quell’attore ma quell’elfo, aveva qualcosa di diverso.
 
« Tra poco arriveremo a Gran Burrone. » annunciò
 
« Non sali a cavallo?. » mi accigliai.
 
« I-io credevo volessi stare da sola in sella… »
 
« Perciò tu entreresti a Gran Burrone, davanti a tutti a piedi?. » rizzai la schiena. « Sei sicuro?. »
 
 
Qualche ora dopo ero bloccata su un letto mentre uno stregone, che riconobbi come Gandalf, stava sparlottando parole sottovoce.
Guardandomi intorno esaminai le pareti color rame, la luce dorata che attraversava le tende di stoffa bianca ricamata con cura e abbellita da fili argentei.
Stavo alloggiando in una delle stanze di Gran Burrone e mi piaceva la tranquillità che c’era li dentro.
Quando lo stregone ebbe finito mi aiutò ad alzarmi e solo allora mi accorsi che la spalla era guarita ma i vestiti  erano ancora logori. La giubba che indossavo era lacera sulla spalla e tagliata sulla schiena così come la camicia bianca era venata di sangue e i pantaloni di cuoio rovinati.
Gli stivali erano l’unica cosa sopravvissuta.
 
« Grazie. » sorrisi. « Ma ora non dovreste tornare da Frodo?. »
 
Lui si appoggiò al bastone e mi osservò curioso. La lunga barba grigia era folta come i suoi capelli e i suoi occhietti vispi erano ricchi di misteri.
 
« Come fate a sapere di Frodo?. »
 
« Come ho già detto all’elfo bisbeti… al principe Legolas so molte cose che non dovrei sapere. »
 
« Da dove venite?. »
 
« Dalla Terra. »
 
« Oh mia cara, tutti veniamo dalla terra, dal cielo e da tutto ciò che c’è di buono. » si avvicinò alla porta mettendosi il cappello. « Non è così?. »
Sorrisi annuendo.
 
« Re Elrond. » rise il vecchio abbracciando l’elfo dalla corona che si fece largo sulla soglia.
 
« Amico mio. » ricambiò il re.
Quando i due si furono salutati Gandalf il grigio si diresse verso gli alloggi dell’Hobbit  mentre il re mi esaminò con il suo sguardo.
 
« Dunque tu sei la ragazza del drago. » parlò con  calma Elrond.
I capelli color cioccolato del re ricadevano morbidi sulle sue spalle mentre due piccole trecce gli adornavano la testa sotto la corona di fine argento.
 
« Esatto. » mi tolsi la giubba e la controllai per poi gettarla sul letto.
 
« Non ti è stato insegnato come comportarsi di fronte ad un re, non è così?. »
 
« Con tutto il rispetto che nutro nei suoi confronti Re Elrond. » lo guardai legandomi i capelli in una coda alta con un codino che avevo tenuto al momento del salto in quel mondo. « Da dove vengo io non c’è un re, c’è un governo » che fa schifo « Perciò no, non mi è stato insegnato come parlare a un re. »
 
Elrond inarcò le sopracciglia e scese i gradini che portavano nello spiazzo della mia piccola stanza e la sua veste argentea risplendette alla luce solare.
 
« Da dove vieni?. » il suo tono millefluo raggiunse il mio orecchio quasi danzando.
 
« Dalla Terra, come già ho detto allo stregone. »
 
« E dove si trova la… Terra?. » domandò curioso accarezzando con le mani il tessuto delle tende che sventolavano nell’aria limpida.
Da fuori arrivava il suono delle cascate e dei fiumi che tagliavano Gran Burrone con i loro flussi e potevo sentire le foglie muoversi leggiadre cantando nel vento.
 
« Lontano da qui, molto lontano. » la mia voce si velò di tristezza e dovetti stringere le mie braccia nelle spalle per tentare di riacquistare sicurezza.
 
« Sembri triste ragazza del drago. »
 
« Eleonora, vi prego chiamatemi Eleonora. »
 
« Non ho mai sentito questo nome qui nella Terra di Mezzo. »
 
« Certo che no maestà, qui il mio nome è unico. »
 
« Come lo è la tua persona. » sorrise porgendomi degli abiti ripiegati con cura.
 
Da dove li aveva tirati fuori?
 
Li presi sorridente e lo ringraziai.
 
« Ti ho fatto portare vestiti da uomo solo perché Legolas ci ha detto che non vuoi indossare gonne. »
 
Legolas ha detto coooosa?
 
« Si, è vero. » ma come faceva l’elfo a saperlo?.
 
 
 
« Voi siete la ragazza del drago. » Arwen sorrise splendidamente.                 
I suoi capelli erano castani e i suoi occhi azzurri ed era stupenda. Ora capivo perché Aragron era pazzo di lei.
Era così bella e così innocente al tempo stesso.
 
« E’ un onore conoscervi mia signora. » mormorai inchinandomi davanti a lei.
 
« Oh no vi prego, non inchinatevi. Chiunque abbia affrontato con quel coraggio il principe Legolas e le sua scorta non deve inchinarsi. »
 
« Volevo solo proteggermi e proteggere il mio drago, mia signora. »
 
Gli occhi dell’elfa si illuminarono e la sua bocca sorrise divertita.
 
« Ditemi, dov’è ora la creatura?. » il suo vestito bianco frusciò contro la sedia su cui sedeva.
Dopo che mi ero cambiata, e avevo scoperto che i vestiti mi stavano davvero bene ed erano comodi, la principessa Arwen mi aveva domandato di accompagnarla a fare un giro per Gran Burrone. Avevano passeggiato per le strade della sua casa e ci eravamo fermate sotto un gazebo coperto da rampicanti che andavano a imbrunirsi col tempo.
Le sedie su cui stavamo erano comode ma scricchiolavano contro la spada che mi ero legata in vita.
Ormai era buio e il sole scompariva in lontananza regalando a Gran Burrone e alle sue acque sfumature arancio, giallo e persino un po’ di rosso.
 
« Titano? E’ scappato via spaventato, mia signora. » i suoi occhi si fecero tristi.
 
« Sono sicura che troverà la strada per tornare da voi. »  mormorò .
 
« Lo spero molto, mia signora. Titano è un regalo di un vecchio amico. »
 
« Mia signora. » Legolas spuntò dal nulla facendoci voltare allo stesso momento.
 
« Principe Legolas, è un piacere vedevi. » la principessa si alzò e lasciò che il biondo elfo le baciasse la mano poi si congedò lasciandoci soli.
 
« E tu non ti alzi per salutarmi?. » sussurrò lui sedendosi dove prima stava Arwen.
 
Lo fissai per un attimo e poi dissi:
 
« Ti ringrazio per avermi fatto portare questi vestiti, Legolas, ma no non mi alzerò per salutarti. »
 
« Perché no?. » si accigliò.
 
« Perché non voglio. » ammisi serrando le braccia al petto.
 
« Sei cocciuta. »
 
« Peggio per te. » mi alzai e la spada tintinnò contro un bracciolo della sedia.
I pantaloni di pelle nera che portavo rilucerono agli ultimi raggi di sole, mentre la casacca bianca – a me sembrava più una camicia da corsaro sinceramente – che avevo infilato maldestramente al loro interno si mosse con il vento.
 
« Comunque i tuoi vestiti sono davvero di ottima fattura. » sorrise divertito gettando un braccio oltre lo schienale.
 
Dov’era finito il principe ben educato e serio che conoscevo io – o almeno credevo di conoscere- ?
 
« Non fare lo gnorri solo perché ho accettato un tuo dono. » sbuffai.
 
« Lo gnorri?. » ripeté lui confuso.
 
« Dalle mie parti vuol dire cretino. » tradussi divertita lasciandolo di stucco.
 
« Tu sei così… » si alzò e mi raggiunse puntandomi un dito contro.
 
« Siiii?. » risi.
 
Lui ritirò la mano prendendo un bel respiro e serrando le labbra dalla frustrazione poi chiuse gli occhi e si allontanò dicendo:
 
« Insopportabile. »
 
« Mi fa piacere che tu lo dica, perché io penso la stessa cosa di te. » sorrisi voltandomi  a testa alta ed andandomene.
 
Era ora di conoscere qualcuno che non mi desse sui nervi … magari un nano.
 
 
 
 
 
 
 
Altro capitolo.
Ok questo è orrendo ma vado di fretta ma sappiate che i prossimi saranno migliori <3
Allora guardatevi un po’ questo ;) :    

www.youtube.com/watch?v=yq4oK9jEI_M
  
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