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Autore: shineupps    24/08/2013    3 recensioni
« Perché me? Perché stai con me? » Chiedeva Bonnie di tanto intanto.
Harry sentiva crescere nel petto quella voglia di urlare al mondo intero che Bonnie era perfetta, che lei era reale e che nessuno gliel'avrebbe portata via.
« Tu hai tutto ciò di cui ho bisogno. » Le rispondeva a denti stretti, cercando di apparire calmo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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“La ragazza della libreria”,la chiamava Harry.
Il suo nome era Bonnie.
Bonnie era una ragazza davvero troppo timida, seduta sulla solita poltrona della libreria con il suo solito caffè macchiato nella mano e un libro nell'altra.
Harry lo sapeva, sapeva che Bonnie, nonostante fosse davvero troppo timida, veniva di proposito in quella libreria solo per vederlo, solo per incontrare i suoi profondi occhi verdi e le sue fossette belle da morire.
Harry la guardava in continuazione, non riusciva a staccare gli occhi da lei, dai suoi capelli neri come la pece, dalla pelle scarlatta e affusolata.
Ad Harry capitava di bloccarsi mentre la guardava, avrebbe voluto solo perdersi in quei grandi occhi neri.
Capitava anche che a guardarlo fosse lei, Harry si girava e di sottecchi la beccava. Lei distoglieva lo sguardo frettolosamente facendo diventare le guance fin troppo rosse.
Fu Harry a fare il primo passo, troppo preso da quella ragazza per contenersi, troppo preso per lasciarsela scappare.
Un « Ciao » sussurrato, uscito dalle labbra a malapena.
Lei alzò lo sguardo e sorrise imbarazzata, arrossendo lievemente.
Bonnie era fatta solo ed esclusivamente per Harry.
Arrossiva spesso e Harry si sentiva lusingato.
Non poteva credere di far quell'effetto.
Bonnie diceva di avere una camminata goffa; Harry invece la trovata bellissima.
Harry, a dir la verità, trovata bellissimo tutto quello che Bonnie faceva.
Quando arrossiva e arricciata il naso formando tutte quelle piccole rughe sulla fronte, quando all'improvviso si bloccava a guardare un punto fisso davanti a sé persa nei suoi pensieri.
Quando si portava delle ciocche di capelli che erano scappate dall'alta coda di cavallo dietro l'orecchio.
Perfino quando si guardava allo specchio e faceva quella strana smorfia di disgusto che Harry tanto odiava.
« La smetti? » Chiedeva infastidito.
« Di fare cosa? »
« Questo. Sei bellissima, smettila. »
E allora Bonnie sorrideva timidamente e faceva finta di crederci.
Harry però lo sapeva che fingeva, e forse per questo non perdeva mai l'occasione di ripeterglielo.
Harry amava tutto di Bonnie, le sue insicurezze, le sue paure, le sue incertezze.
Tutte cose che lui trovava inutili perché, a parer suo, lei era perfetta.
« Perché me? Perché stai con me? » Gli chiedeva di tanto intanto.
Harry si arrabbiava. Con Bonnie. Con se stesso.
Sentiva crescere nel petto quella voglia di urlare al mondo intero che Bonnie era perfetta, che lei era reale e che nessuno gliel'avrebbe portata via, che lei era l'unica e che sarebbe scappato volentieri con lei, per lei.
Che avrebbe ucciso per lei.
Che si sarebbe ucciso per lei.
Perché lei era tutto ciò che faceva sentire Harry libero, felice.
Poi si lasciava andare in un sospiro rassegnato e scuoteva la testa, cercando di calmare l'istinto di buttarsi sotto un treno.
« Tu hai tutto ciò di cui ho bisogno. » Le rispondeva a denti stretti, cercando di apparire calmo.
« Bonnie, tu sei la pioggia e la cioccolata calda in inverno, sei i maglioncini caldi quando fa freddo, sei la neve sulla strada che blocca la circolazione e impedisce di uscire, sei il sole in primavera, sei la macchina da scrivere per uno scrittore, sei il libro preferito, sei la gioia della mia vita. Il mio rifugio.
Sei il mio posto preferito quando mi sento terribilmente pazzo e solo. Bonnie, amarti è sbagliato, eppure non posso farne a meno. »
Bonnie si costringeva a trattenere le lacrime e si mordeva il labbro inferiore, torturandolo.
Solo quando sentiva il sapore ferroso e amaro del sangue, si accorgeva che stava esagerando.
Bonnie gli accarezzava la guancia, passando dolcemente i suoi delicati polpastrelli sulle evidenti occhiaie di Harry.
« Mi dispiace. » Ripeteva, incapace di dire altro.
E le dispiaceva davvero, perché lei non poteva stare con Harry senza fargli del male, e questo lo sapevano entrambi.
Però Bonnie non poteva andarsene, non finché non era Harry a chiederglielo.
Lei era intrappolata lì tra le sue braccia, costretta a fargli del male, costretta ad illuderlo, costretta ad essere qualcuno che non poteva essere.
« Lasciami andare, Harry. » Lo pregava.
Ed Harry si sentiva così male, si sentiva una totale merda ad essere così egoista, così masochista.
Si sentiva costretto a trattenerla solo per stare bene, ignorando la malinconia che lo avvolgeva subito dopo, facendogli mancare il fiato, facendolo sentire ridicolo, inadatto, sbagliato.
« Ho bisogno di te, Bonnie. » Le rispondeva, le mani attorcigliate tra suoi capelli lisci e le labbra sul suo collo.
Harry aveva bisogno di qualcuno, aveva paura.
Paura perché prima o poi sarebbe dovuto crescere, avrebbe dovuto imparare a vivere la realtà.
Ma come avrebbe potuto farlo, senza di lei?
Aveva paura perché prima o poi lei se ne sarebbe dovuta andar via, scomparire per sempre.
Ed era arrabbiato, furioso.
Arrabbiato perché non poteva presentare Bonnie ai suoi amici.
“Mi prenderebbero per pazzo, se sapessero.”
Era arrabbiato perché sapeva che era terribilmente e tremendamente sbagliato amarla, perché sapeva che avrebbe dovuto smetterla di disegnarla su quei fogli bianchi, smetterla di disegnarla nella sua mente, come una foto che non sarebbe mai scomparsa, che non sarebbe mai sbiadita e che non il vento non avrebbe mai fatto volar via.
Harry a volte ci sperava ancora.
Durante i suoi pochi momenti di lucidità si girava e sperava di vederla, la sua Bonnie.
Seduta nella sua solita poltroncina a bere caffè e tra le dita affusolate le pagine di un libro.
Invece non vedeva nessuno.
E si arrabbiava.
Si sarebbe preso a calci e a pugni da solo, per quanto si odiava.
Si odiava perché l'aveva costretta vivere una vita che non era la sua, costretta a fargli del male.
Si odiava perché lei non era nessuno, perché lui l'aveva solo creata, esisteva solo nella sua testa.
Si dava dello stupido, del coglione.
« Perché cazzo l'hai fatto?! » Urlava quando era solo, nel suo appartamento schifosamente abbandonato.
Schifosamente solo come lui.
« Sono pazzo? » Si chiedeva a volte, tra le la lacrime.
Lacrime infuocate che gli bruciavano le guance, che gli facevano male, ma nulla in confronto al dolore che sentiva al centro del petto.
Quel peso nel cuore che lo torturava fino a sfinirlo, perché si sentiva spaventosamente solo, ridicolo, insignificante, bizzarro, pazzo.
Eppure la desiderava tanto.
Desiderava sentirla tra le sue braccia, per stringerla e proteggerla, per amarla.
« Perché, perché non è reale? »
Perché Bonnie non poteva essere sua? Perché Bonnie non poteva essere reale? Perché Harry non poteva amarla come avrebbe voluto tanto fare?
Perché non poteva portarla al mare, alle giostre, al ristorante?
Perché non poteva creare una meravigliosa famiglia?
Magari con due bambini che le avrebbero somigliato tanto, una piccola villa in periferia e un labrador in giardino.
Perché no, perché?
« Perché sei un coglione cronico, ecco perché. » Si rispondeva, accasciato a terra, la schiena poggiata alla porta d'ingresso del suo appartamento, la testa tra le mani e le famose lacrime fredde e amare che gli rigavano il volto.
Harry sapeva che era tutto dannatamente sbagliato, sapeva che  non doveva amarla, sapeva che non era giusto, eppure  non riusciva a farne a meno, perché con lei si sentiva bene.
E forse era meglio continuare ad immaginarla accanto a lui, immaginare di amarla più della sua vita, invece che lasciarla andare via, insieme al suo cuore.
« Perché Bonnie, amore mio? Perché sei solo frutto della mia immaginazione? »

Buonaseera!
Boh, questa os ce l'avevo in mente già da un bel po' e oggi ho deciso di pubblicarla. 
Diciamo che è un po' diversa da tutte le altre ahahah
Spiego per chi non avesse capito molto:
In questa os Harry è un semplice ragazzo che lavora in libreria e che pensa di vedere questa ragazza, Bonnie, che però è solo frutto della sua immaginazione.
Il mio scopo è che quello di farvi arrivare il dolore e i sentimenti che prova Harry, che è totalmente innamorato di Bonnie e che non vuole lasciarla andare, nonostante lui sappia che è sbagliato e ridicolo amarla. 
So che è piuttosto inverosimile, ma è una semplice os, no?
Spero davvero che vi piaccia e che siate riuscite a capire quello che Harry prova. 
Sarei davvero felicissima se mi faceste sapere cosa ne pensate, critiche e consigli sempre ben accettati :)
Vi lascio il link di un'altra mia os, QUI, su Zayn. 
Ok, se avete letto fino a qui, complimenti! ahahahah 
Grazie immensamente a chi si fermerà a leggere questa storia, davvero.
Alla prossima, Lory. (:

  
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