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Autore: Agente Isa88    10/10/2004    1 recensioni
Questa storia è il continuo di matrix revolution dove il protagonista è smith... questa è la mia prima ff leggete e commentate.
Genere: Malinconico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I Feel like Human

I Feel like Human

 

 

Erano passati parecchi mesi da quando Morpheus, Seraph e Smith sconfissero gli uomini del Merovingio, e da allora non aveva più provato a minacciare l’Oracolo. Il Merovingio temeva che Smith si potesse ancora impossessare di lui, ma lui non sapeva che Smith non aveva più quei poteri.

 

Erano giorni felici quelli, e ormai Smith aveva imparato a convivere con quella gente, quella gente lo accettava, e ormai non avevano più paura di lui. Questo lo rendeva felice.

 

In particolar modo aveva fatto molta amicizia con la piccola Sati. Ormai non più Seraph, ma Smith a occuparsi di lei. L’accompagnava a scuola, la portava a passeggiare, e Sati gli era molto affezionato.

 

Seraph quasi ogni pomeriggio era nel suo Dojo, e spesso si sfidava con Smith, la cosa che stupiva Seraph era il fatto che Smith non finiva mai di essere più forte, non aveva un limite, a differenza degli altri programmi.

 

Qualche volta invitavano anche Morpheus per qualche sfida, e anche lui si accorse di qualche cambiamento nella forza di Smith “Ormai non riesco più a batterti! Fino a qualche tempo fa eri tu a non riuscire a battere me, come diavolo hai fatto a diventare così?” gli chiedeva Morpheus.

 

“Non capisco, così come? Non mi sento cambiato, anche se mi sono accorto anche io che miglioro ogni volta che combatto….Saranno i biscotti dell’Oracolo?” ironizzò Smith.

 

“I programmi come te dovrebbero avere un limite in fatto di forza fisica e velocità, non puoi superare i limiti…” disse Seraph.

 

“…e perché no?”

 

“Perché tu sei parte di Matrix, e come tale devi rispettare le sue regole…” concluse Seraph dando un’occhiata sia a Smith che a Morpheus.

 

“Quando il Signor Anderson mi ha liberato ho superato anche io, come lui, le leggi di Matrix…” ricordò Smith.

 

“Gia, ma ora non sei più libero, Matrix ti possiede ancora.” Disse Seraph.

 

“Comunque sia non m’importa, sto bene così, se succede vuol dire che è possibile.” Disse Smith uscendo dal Dojo.

 

Seraph guardò Morpheus “credi che Smith possa essere…”

 

“Non lo so, ma l’Oracolo può rispondere a questa domanda” Disse Morpheus dirigendosi verso l’uscita del Dojo.

 

~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~

 

Smith, arrivato a casa dell’Oracolo, si sedette sul divano in salotto, qualcosa lo turbava, le parole di Seraph e Morpheus l’avevano confuso, che cosa stava mai diventando da sorprenderli tanto?

 

L’Oracolo non badò a Smith, era in cucina a fare da mangiare, Sati usci dalla sua stanza e corse incontro a Smith, lo abbracciò, ma vide che Smith non era molto allegro quell’oggi. “Che cos’hai signor Smith? Oggi non sei felice, ti hanno fatto del male?” chiese la piccola preoccupata.

 

Gli faceva uno strano piacere quando qualcuno si preoccupava per lui, e come Sati, nessuno mai l’ha fatto sentire in quel modo. “…io, ti sembro strano?” chiese alla piccola.

 

“strano? In che senso?”

 

“voglio dire, ti sembro diverso da prima?” voleva un suo parere.

 

“… forse sei diventato più amichevole con tutti noi, e sei diventato sempre più gentile… il tuo carattere è cambiato, penso che tu ora sia più umano” disse Sati sorridente mentre si sedeva vicino a lui.

 

Quando sentì l’ultima frase gli si blocco il respiro, lui? Più umano? Com’è possibile? Aveva bisogno di prendere un po’ d’aria. Si alzò dal divano a chiuse di fretta la porta di casa. L’Oracolo si affacciò dalla cucina “dove sta andando?”

 

“…io… non volevo offenderlo… non gli ho detto nulla di male…” Sati cominciò a piangere.

 

L’Oracolo, ignara di quello che stava succedendo, si sedette vicino a Sati “ Che hai tesoro? Perché stai piangendo?” chiese dolcemente accarezzandola al viso.

 

“Il signor Smith mi hai chiesto se lo trovavo diverso ultimamente… io gli ho risposto che mi sembra più umano… dopo si è alzato, non mi ha neanche guardata ed è uscito… ora è arrabbiato con me per quello che gli ho detto…non voglio che sia arrabbiato con me, gli voglio bene…” disse la piccola singhiozzando.

 

“…suvvia Sati, non piangere, lui non c’è l’ha con te… è un po’ strano Smith, lui quando era cattivo odiava gli umani, si è solo spaventato quando gli hai detto che lui si comporta come loro… stai tranquilla, lui non se la prenderebbe mai con te…” la confortò l’Oracolo.

 

“come fai a dirlo?”

 

“l’ho osservato nei momenti in cui stavate insieme, lui tiene a te più di quanto immagini, si fida di te… crede più a te che a me…”  disse sorridendo “credo che sia un po’ confuso ora… avrà bisogno di chiarirsi le idee…”

 

Intanto Smith arrivò al parco dove portava sempre la piccola a giocare, si sedette su una panchina. Pensava. “Umano”, questa parola gli è sempre suonata male. Effettivamente era cambiato molto di carattere, e pensare che lui aveva paura a diventare così, ma non ne ebbe fino a quando qualcuno non glielo fece notare.

 

Era più forte fisicamente, non aveva un limite, lui l’aveva gia superato. Anche se tutta quella forza lo faceva stare bene. Era confuso. Decise che un colloquio con l’Oracolo lo avrebbe aiutato.

 

~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~

 

“capisci Oracolo, è troppo forte per essere un programma… ha anche superato la forza di Morpheus, e anche la mia” disse l’Angelo.

 

“Me ne ha gia parlato Sati, a anche io me ne sono accorto che lui è cambiato, ma è cambiato in positivo…non ti devi preoccupare.” Disse l’Oracolo mentre si accese una sigaretta.

 

“Ma, non vorrei che… magari se supera ancora il limite riacquisterà il potere che aveva un tempo…”

 

“no, non preoccuparti, lui non vuole più fare del male a nessuno… lui presto verrà da me e mi chiederà delle risposte.” Sorrise lei.

 

~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~

 

Smith era ancora seduto su quella panchina, era pomeriggio ormai. Voleva provare a superare davvero il limite, come una volta. Si mise in piedi e chiuse gli occhi. Strinse i pugni. Piegò leggermente le ginocchia e spiccò il volo. Quando aprì gli occhi si trovò a quasi cento metri dal suolo.

 

Non poteva crederci, stava galleggiando tra le nuvole, era al culmine della felicità, stava volando, poteva di nuovo volare, scoppiò a ridere.

 

Cominciò a volare a una velocità elevatissima tra i palazzi di quella città, voleva riuscire a volare più velocemente di quanto abbia mai fatto. Si fermò a raccogliere le forze per provare a superare la sua velocità. Quando si sentì pronto si diede una grande spinta. La sua velocità era pari a quella di un proiettile.

 

Non gli bastava, era troppo eccitato per volersi fermare, provò ad aumentare ancora la velocità, ma appena ci provò si fermò il tempo davanti a lui, improvvisamente i palazzi scomparvero, lettere verdi cominciarono a uscire dal suolo, non capiva che stava succedendo.

 

Era bloccato, ma a lui non piaceva quella situazione, provò allora a muoversi, provò con tutte le sue forze a muoversi, e quando riuscì a sconfiggere quella forza sconosciuta e a muovere, anche se a rallentatore, le gambe, improvvisamente tutte quelle lettere verdi scomparvero.

 

Per un momento tutto rosso, non vide altro che rosso, si accorse di non essere più dentro Matrix, quella non era Matrix, e quello non era lui, era diverso, era completamente ricoperto di fili, collegati al suo corpo, non aveva abiti, era nudo. Non appena si agitò in quello strano liquido, cercando di uscire, dei lacci lo afferrarono per le braccia e lo immobilizzarono.

 

Dopo di che il nulla, il liquido rosso scomparve, e quando Smith riprese conoscenza si accorse che stava cadendo, provò a cercare di rimettersi in volo per evitare la caduta, ma era ormai inevitabile, non aveva più forze, chiuse gli occhi e cadde al suolo violentemente, rotolando per parecchi metri.

 

Quando riaprì gli occhi si trovò tanta gente attorno a lui, che lo fissava, era caduto nel centro di una strada. Quando si rimise in piedi e si sistemò la cravatta la gente lo guardò in modo strano “non si muova, abbiamo chiamato un ambulanza, è un miracolo che sia ancora vivo dopo quella caduta!Come fa a stare ancora in piedi?” disse uno.

 

Smith non badò a quegl’esseri così inconsapevoli della verità, si fece strada tra di loro e corse via tra lo stupore generale delle persone. Aveva assolutamente bisogno di parlare con l’Oracolo. Arrivato davanti al palazzo vide un donna all’ interno, vestita in pelle nera, attillata, una giacca che le arrivava ai fianchi e un paio di occhiali rettangolari neri.

 

Quella donna lo incuriosì molto, ma in quel momento aveva cose più importanti a cui pensare. Arrivato davanti all’appartamento dell’Oracolo bussò, alla porta si presentò Morpheus. Si salutarono, e Smith gli chiese che ci faceva dall’Oracolo.

 

“Voglio ricostruire il mio equipaggio, sono passato dall’Oracolo per farle conoscere Era!” disse soddisfatto.

 

“Era? Forse era quella donna che ho visto qua sotto” disse Smith.

 

“bene, allora è arrivata” estrasse dalla tasca della lunga giacca il suo cellulare “puoi salire” dopo di che rimise il cellulare nella tasca.

 

L’Oracolo vide che Smith era rientrato a casa “dov’eri finito? Ci hai fatto tutti spaventare, e hai fatto pure piangere Sati, dopo andrai in camera sua e ti scuserai con lei!” disse con tono deciso.

 

“…Oracolo, ho bisogno di parlarti… è urgente” disse Smith a bassa voce.

 

“Non ti preoccupare, c’è tempo, ora devo conoscere Era” sorrise l’Oracolo.

 

In quel momento bussarono la porta, Era era arrivata. Quando Morpheus aprì la porta la presentò “Questa è Era, il nuovo membro del mio equipaggio!” “sei tu l’Oracolo?” chiese lei, aveva un voce dolce e tranquilla. “Si, lui è Smith, uno dei nostri angeli custodi”

 

Era tese la mano verso di Smith per presentarsi, e quando gliela strinse Era si accorse che la mano di Smith era fredda “sei un programma?” gli chiese. “…si.” Disse lui cercando di vedere attraverso i suoi occhiali.

 

“Era, entra pure dentro la mia cucina, così potrò conoscerti meglio…” disse l’Oracolo.

 

Era lasciò Smith e Morpheus in salotto. “Sai Morheus, penso che ho ancore molte cose da capire…”gli confessò Smith.

 

“E per questo che vuoi parlare con l’Oracolo?” chiese lui.

 

“si, sono certo che avrà delle buone risposte alle mie domande…”

 

Passarono parecchi minuti, ed Era uscì dalla cucina dell’Oracolo. Morpheus si scusò con Smith perché era di fretta, Era salutò sia Smith che l’Oracolo. Ora che erano andati via Smith poteva avere finalmente delle risposte.

 

“Coraggio Smith, andiamo in cucina, sto finendo di preparare i biscotti, così mi parlerai dei tuoi problemi” disse lei.

 

~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~

 

“allora? Che ti è preso quest’oggi?”  domandò l’Oracolo.

 

“Mi sento strano, non capisco che mi succede, sono cambiato… voglio sapere che mi prende” disse guardandola indaffarata ai fornelli.

 

“è vero che sei cambiato, ma è quello che hai voluto anche tu, non ti ricordi cosa ti dissi quando Morpheus ti buttò sul tavolino? Ti dissi che se avessi dato loro la tua fiducia tutto sarebbe andato meglio… e tu hai seguito il mio consiglio”

 

 “…gia, sono stato io… ma se lo voluto io perché mi sento così?”

 

“Sei un tipo orgoglioso, tu. Non avresti mai immaginato che uno come te sarebbe cambiato tanto, ma devi accettarle come sono le cose, così starai meglio con te stesso.” Disse l’Oracolo togliendo i biscotti dal forno.

 

“ …Voglio anche sapere come mai posso riuscire ancora a superare i miei limiti, se davvero sono sotto sorveglianza del Mainframe, perché mi stanno permettendo di superare il limite”

 

“Mi dispiace, ma è un'altra persona ad avere la risposta a questa domanda.” Disse l’Oracolo poggiando il vassoio coi biscotti sul tavolo.

 

“Come sarebbe a dire un’altra persona, chi?” chiese incuriosito.

 

“…L’Architetto”

 

“L’Architetto? Come può avere lui la risposta alla mia domanda?”

 

“Tu sei stato creato da lui, gli agenti sono stati creati da lui, quindi lui è l’unico in grado di dirti chi sei e cosa ti succede, solo lui.” Disse l’Oracolo invitandolo a prendere qualche biscotto.

 

Smith ne prese “E come faccio ad arrivarci?” chiese.

 

“Seraph, Morpheus e Era possono accompagnarti da lui, conoscono la strada.”

 

L’Oracolo ordinò a Seraph di avvisare Morpheus e Era che domani avrebbero accompagnato Smith dall’Architetto.

 

Arrivò notte. Smith non aveva sonno. Aveva troppe domande che gli giravano in testa. Si era pure scordato di chiedere scusa a Sati. Si alzò dal divano e andò verso camera sua. Quando entrò vide che dormiva, allora si sedette su una sedia nella stanza. Sati alzò la testa “non hai sonno?”

 

“Scusa… pensavo che dormivi, ti ho svegliato?” chiese Smith.

 

“no, anche io non riesco a dormire…”

 

“come mai?”

 

“ho paura di averti offeso, sei arrabbiato con me, e a me dispiace tanto” gli confessò la piccola.

 

“Ma cosa dici? In non sono arrabbiato con te… infatti volevo chiederti scusa per come mi sono comportato…”

 

“Quindi  non sei arrabbiato con me?” sorrise la piccola.

 

“no, sta tranquilla…” la piccola uscì dal letto e corse verso di lui ad abbracciarlo.

 

“devi capire che ci sono anche dei giorni in cui non tutto va bene… e forse anche domani sarà uno di quei giorni…”

 

“io e l’Oracolo ti aiuteremo nei momenti più bui” disse guardandolo.

 

“Sei così piccola, eppure mi sembra che tu riesca a capirmi più di lei… io sono ormai adulto, mi chiedo come mai mi trovo così a mio agio con te, che sei così piccola” chiese a se stesso.

 

“Tu non hai una donna a cui vuoi bene?” chiese la piccola per sapere qualcosa di più su di lui.

 

“…Una donna? A cui voglio bene?…no, e sinceramente non ne ho l’interesse.” Disse sorpreso di quella domanda.

 

“sai, te l’ho chiesto perché tu mi ricordi tanto il mio papà, lui ha chiesto a l’Oracolo di prendersi cura di me perché così non sarei più stata in pericolo… Tu sei come il mio papà, ti comporti come lui quando sei con me… allora ho pensato che forse tu avessi una donna, e forse anche dei figli…” disse la piccola.

 

“No… anche se ormai sono abbastanza cresciutello, comunque è abbastanza tardino, e meglio che dormi”

 

“va bene, ci vediamo domani, buona notte”

 

~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~

 

Il mattino dopo, quando Smith entrò in cucina vide Sati che era gia lì, evidentemente si era svegliata prima di lui. L’Oracolo fece uno strano sorrisetto quando lo vide, e lui non capì cosa aveva da sorridere in quel modo.

 

“Sati, tesoro, devo parlare con Smith, vai da Seraph…” disse dolcemente l’Oracolo.

 

Sati usci dalla cucina lasciando i due da soli.

 

“ a quanto pare non smetti di stupirmi…”

 

“ma di che parli? Non capisco…”

 

“Sati mi ha detto della vostra conversazione… a quanto pare ti sei molto affezionato a lei, nevvero?” chiese sorridente.

 

“Io? Affezionato? Ma che sciocchezze vai dicendo? Io non sono il tipo che si fa prendere dai sentimenti…” disse Smith cercando una valida giustificazione.

 

“Sono o no l’Oracolo? Ormai l’ho capito, sai? E poi hai provato un sacco si sentimenti umani in questi anni, perché non potresti affezionarti a qualcuno?”

 

“Perché è solo una debolezza l’amore… non è cosa con cui voglio avere a che fare” disse deciso.

 

“purtroppo, come programma, non puoi conoscere l’amore, quindi mi spieghi come potresti mai accorgertene se lo provi o no?”

 

Smith la fissò in silenzio, non sapeva che dirle.

 

“Rassegnati Smith, non continuare a cercare di sfuggire alla verità, tu non sei più quello che eri, non avere paura delle conseguenze che portano i sentimenti, e poi sei anche adulto, voglio dire, alla tua età potresti benissimo essere padre, per quale motivo pensi che tu le dedichi tante attenzioni?”

 

“Che cosa vuoi insinuare?” disse un po’ innervosito Smith.

 

“Tu hai capito cosa intendo dire Smith… e presto ti accorgerai che avere una donna al proprio fianco non è una cosa così negativa come pensi… devi solo capirlo, e l’Architetto ti aiuterà…”

 

Smith non voleva farsi condizionare dalle sue parole, è lui che decide cosa fare e cosa non, cosa provare e cosa non, è lui che decide per se stesso.

 

~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~

 

Arrivò pomeriggio, e Smith aspettava che Morpheus ed Era si presentassero a casa dell’Oracolo, Seraph si presentò in salotto “sei pronto? Aspettiamoli giù nella via…” I due scesero lungo le scale a arrivarono il strada, da lontano Smith avvistò l’auto di Morpheus. Stavano arrivando.

 

Dall’auto scesero sia Era che Morpheus, Seraph li avvisò che non era lontano da lì, e che la macchina non era necessaria, così Morpheus la parcheggiò nella via.

 

“a quanto pare non ti bastano le risposte dell’Oracolo, eh?” Disse Era guardando Smith.

 

“… l’Oracolo non sa proprio tutto…” disse sorridendo Smith “spero che l’Architetto possa fermare la mia sete di domande!”

 

I Quattro camminarono lungo una viuzza, era un vicolo cieco, solo una piccola porta davanti a loro, Seraph prese un paio di chiavi e l’aprì, improvvisamente si trovarono in un lungo corridoio pieno di porte, porte che portano ovunque.

 

“Queste sono le Back Doors… le conosco” si ricordò Smith.

 

“E da una di queste porte che potrai avere accesso allo studio dell’Architetto.” Disse Seraph.

 

Dopo una lunga camminata Seraph si fermò davanti a una porta, infilò la chiave lungo la serratura e l’aprì, invitò il gruppo ad entrarci. Chiusa la porta si trovarono in un luogo buio, pieno di travi di legno. Al di la delle travi un porta bianca. Smith chiese a Seraph ed Era di attenderlo fuori, mentre chiese a Morpheus di accompagnarlo.

 

Smith infilò la chiave nella serratura di quella porta, e improvvisamente sia lui che Morpheus vennero investiti da una luce intensa. E Dopo quel bagliore Entrambi si trovarono in mezzo a una stanza le cui pareti erano coperte di schermi, solo una poltrona davanti a loro, quando la poltrona si girò mostrò l’Architetto che vi era seduto sopra.

 

“Salve ragazzi, non mi aspettavo una vostra visita, posso sapere perché siete qui?” Chiese l’Architetto.

 

Smith prese la parola “l’Oracolo mi ha detto che tu avresti potuto rispondere alle mie domande…”

 

“Smith… gia, tu hai avuto un’ultima possibilità di rimanere in vita, e da quanto vedo, l’hai sfruttata bene… parla, che cosa vuoi sapere?”

 

“Voglio sapere perché posso superare ancora i limiti, non mi era più possibile”

 

“I tuoi limiti? Li hai potuti superare perché il Mainframe ritiene che non userai più quei poteri per scopi tutt’altro che benevoli… altrimenti, se così farai, il Mainframe procederà con la tua cancellazione, per sempre.”

 

“Va bene, ma come si spiega quella visione, non appena ho provato a sfidare i miei limiti ho avuto una strana visione, mi sono visto in mezzo a un liquido rossastro, ero pieno di fili, erano collegati nel mio corpo, e quando ho provato a uscirne dei lacci mi hanno tenuto fermo…”

 

Morpheus cominciò a capire e si voltò per guardarlo, era sorpreso. L’Architetto invece si accinse a spiegare.

 

“Credo che tu debba sapere una cosa ora, devi sapere che a voi agenti vi ho creati mediante l’uso di esseri umani…”

 

Smith e Morpheus erano confusi “Come?”

 

“Gli agenti sono esseri umani, esseri umani proprio come te Morpheus. Ma Matrix segue delle regole, ed è per questo che gli agenti hanno una forza limitata. Un agente riesce a giungere alla verità in casi rari Smith, casi rari come il tuo”

 

“E quali sono questi casi?” Chiese Smith . Sia lui che Morpheus erano increduli davanti alle parole dell’Architetto.

 

“Gli umani che riescono a percepire Matrix possiedono una grande sensibilità e curiosità, mentre gli agenti, come te Smith, sanno già cos’è, ma in casi rari un agente non accetta la sua schiavitù, può succedere che un agente non accetti di dover osservare delle regole per poi dopo essere eliminato, quindi può ribellarsi e anche lui superare i limiti, pur non essendo liberato come un umano gli agenti come te possono superare comunque le regole di Matrix”

 

continuò il discorso “Quando hai voluto superare te stesso sei addirittura riuscito a vedere al di la di Matrix, questo succede raramente, sei riuscito a vedere cosa sei veramente”

 

“E cioè?”

 

“uno schiavo, come gli altri esseri umani, perché anche tu lo sei, solo che non te l’ha mai detto nessuno, quando noi creiamo gli agenti gli cancelliamo i sentimenti umani per non farli diventare deboli, ma se un agente resta molto a contatto con gli umani può tuttavia ricordarsi di tali emozioni.”

 

Smith era rimasto paralizzato da tali parole, e neanche Morpheus ci crebbe . Smith umano? Chi l’avrebbe mai pensato…

 

“Ma allora dimmi, perché quando possedevo i miei vecchi poteri non è mai successo nulla di simile?”

 

“Abbastanza semplice da capire, hai odiato Neo a tal punto da non avere spazio per altro nella testa. Mentre ora che sei insieme all’Oracolo e ai suoi compagni hai capito cose che non hai mai capito, come l’amore e l’amicizia”

 

Smith cadde con le ginocchia per terra, mai si sarebbe aspettato simili risposte, lui che ha sempre odiato gli umani scopre di esserlo lui stesso, e aveva appena scoperto che li odiava perché gli era stato ordinato.

Morpheus voleva capirci di più “e può essere liberato come gli altri uomini?”

 

“Certo…se lui lo vorrà” disse con un mezzo sorriso.

 

Morpheus aiutò Smith ad alzarsi, e vide che i suoi occhi erano fissi sul pavimento “Dopo ti farò una proposta Smith…” gli disse Morpheus, ma Smith non alzò lo sguardo.

 

Smith e Morpheus si diressero verso la porta per uscire da quella stanza, l’Architetto li seguì con lo sguardo. Smith gli tirò uno sguardo mentre aprì la porta, una volta fuori videro Era e Seraph che erano ancora li ad aspettarli.

 

“allora? Avete scoperto qualcosa?” Chiese Seraph.

 

“Si, qualcosa l’abbiamo scoperto… “ rispose Morpheus “vuoi parlargliene Smith?”

 

“Fallo tu per me… ”

 

Dopo alcuni minuti di spiegazione sia Seraph che Era erano increduli a ciò che Morpheus gli stava dicendo.

 

“Adesso mi spiego i tuoi comportamenti” disse Seraph guardando Smith.

 

“Voglio chiederti una cosa Smith…” disse Morpheus, Smith alzò lo sguardo per ascoltarlo.

 

“Te la sentiresti di unirti al mio equipaggio? Potremo avere bisogno di uno come te” disse sorridendo.

 

Riguardò il pavimento “Non lo so… Come posso saperlo? ho le idee così confuse…”

 

“non ti preoccupare, prenditi pure il tempo che ti serve, e quando deciderai di ritornare a essere ciò che sei veramente basta che me lo fai sapere, ora hai bisogno di riposo.”

 

Il gruppo fece ritorno dall’Oracolo, e lei ormai sapeva cos’ era successo, ma non riuscì a trovare le parole. Smith si buttò sul divano e si addormentò, rimase li un giorno intero, senza muoversi, senza parlare. Sati era molto preoccupata ma l’Oracolo la rassicurò dicendogli che in questi giorni stava solo attraversando un momento difficile, e che aveva bisogno di tempo per riflettere.

 

Smith pensava che era già stato nel mondo reale, sottoforma di Bane, sapeva cosa lo attendeva, non era per quello che ora si sentiva in quel modo, si sentiva così perché era stato preso in giro. Lui credeva di essere solo un programma, ma in realtà anche lui era un essere umano, odiava gli umani, ma gliel’hanno solo fatto credere.

 

E stato manipolato come un burattino, come anche gli altri umani, sapessero anche gli altri agenti cosa sono in realtà, solo degli schiavi la cui energia viene succhiata per tenere in vita quelle dannate macchine. Smith voleva cercare un modo di vendicarsi, voleva fargliela pagare. Cominciò a tener presente la proposta di Morpheus.

 

 

 

 

  
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