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Autore: Dania    24/08/2013    2 recensioni
Castiel è riuscito a rintracciare un'altra arma angelica. Avrà perè bisogno dell'aiuto dei Winchester per recuperarla. Non tutto però andrà bene come sperato.
Se solo il volume della musica fosse stato un po' più basso avrebbero sentito il frullio delle ali. Se solo il volume della musica fosse stato un po' più basso non avrebbero rischiato l'ennesimo incidente, quando una voce profonda parlò dal sedile posteriore della macchina.
|Destiel|
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sesta stagione
Capitoli:
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Titolo: Il filo rosso.
Autore
: Dania.
Fandom
: Supernatural
Pairing/Personaggi
: Dean Winchester/Castiel, Sam Winchester, nominato Balthazar.
Rating
: Momentaneamente verde, destinato a salire nel corso dei capitoli.
Charapter
: 3/?
Words
: 1971/?.
Genere
: Introspettivo, Sentimentale.
Summary
: Castiel è riuscito a rintracciare un'altra arma angelica. Avrà perè bisogno dell'aiuto dei Winchester per recuperarla. Non tutto però andrà bene come sperato.

DISCLAIMER: Non mi appartengono, non ci guadagno nulla.




Capitolo 2

[ Dean's POV ]

Castiel allungò la mano, lasciò che il carosello girasse e le bende rosse gli sfiorassero l'arto. Sembrò passare un lasso di tempo infinito, probabilmente la giostra aveva già fatto più di un giro, o forse era solo una sua impressione. Poi ci fu un lampo nei suoi occhi e strinse il pugno.
« Signore, può legarla al polso, se vuole. Mi segua, per favore. Ecco, può sedersi ad uno di questi tavoli. Si ricordi: solo una partita, poi deve tornare al nostro tavolo e restituirci la benda.» Dean riuscì a stento a comprendere le parole che la ragazza mora, quella che aveva trillato poco prima il benvenuto, disse con la velocità di un treno. Ah, e dire che come aspetto non era nemmeno male, peccato per la parlantina.
E così come era comparsa e aveva parlato, era pure scomparsa. Un vero e proprio treno.
Aveva intenzione di tenersi ad una certa distanza e lasciar giocare Castiel, in fondo era stato lui a prendere la benda (come se qualcun altro lo potesse fare!), ma gli sembrava così spaurito che ritenne più saggio avvicinarsi. Non che questo sembrò calmare l'amico, anzi. Dean lo guardò incuriosito, forse leggermente divertito.
« Se è per la partita, ho già preso le fiches e poi non è così difficile come sembra! » Sorrise ammiccandogli, sperando di rassicurarlo. Vedere un angelo così turbato non poteva che far preoccupare anche lui.
« Dean non siamo venuti qui per 'fare una partita'. Dovevamo recuperare l'arma. »
Il cacciatore gli si avvicino maggiormente, cingendogli le spalle con un braccio.
« E tu non urlare ai quattro venti di avere un'arma. Sai, le persone normali non pensano alla guerra in Paradiso e sicuramente crederebbero che tu li voglia derubare e uccidere. Per il resto: non ti preoccupare. » Ghignò, più che convinto nella grandezza del proprio piano. L'angelo di rimando non sembrava minimamente convinto.
Il cacciatore lo fece accomodare ad un tavolo: non sembrava esserci nessuno di particolarmente bravo. O lo erano così tanto da saper imbrogliare persino lui. A prima vista pareva comunque il tavolo giusto per un principiante come Castiel. Qualche anziano, qualche cliente abituale del casinò, qualche disperato in cerca di fortuna, che magari sperava di trovare in una fascia rossa, ma che non aveva avuto la pazienza di prendere. Nessuno dava l'idea di avere vere e proprie possibilità di vittoria. Anche perché loro avevano un pizzico di fortuna in più, dalla loro parte.
« Ora cerca di desiderare ardentemente di farci guadagnare qualche soldo. Forse riusciamo a lasciare quella topaia per una notte. » Fu un sussurro a qualche centimetro dall'orecchio dell'angelo. Vide un leggero brivido scuotergli le spalle. Che gli avesse fatto del solletico senza rendersene conto? Un mezzo sorriso si fece largo sul suo volto.
« Dean... » Un attimo di pausa, come se non fosse del tutto sicuro di quello che stava per dire. « Non posso farlo. »
« Andiamo Cass! Questa volta andrà tutto bene. Ti divertirai. Te lo assicuro. Ne sono sicuro.» Si scostò un attimo, per osservarlo negli occhi. Il suo verde prato dentro quel mare profondo. Giusto un attimo, poi si riavvicinò al suo orecchio. « Va bene, Castiel? »
Perché lo stava facendo?
Sentì l'altro annuire ed allontanarsi impercettibilmente dalla sua bocca e così fece anche lui, questa volta totalmente, spostandosi dietro la sedia su cui l'amico si era accomodato già prima. Lo vide agitarsi leggermente sul posto, mentre sistemava davanti a sé le fiches.
Il tavolo si era ormai riempito e il banco stava raccogliendo le puntate minime per poter poi distribuire le carte. Gli sembrò che Castiel gli avesse lanciato uno sguardo preoccupato, ma era stato un attimo, troppo veloce per esserne veramente sicuro. Gli strinse una spalla, sperando ancora che quel gesto potesse confortarlo.
Niente. Sembrava non sortire alcun effetto.
Lo vide raccogliere le proprie cinque carte. Vi lanciò un fugace sguardo. Come prima mano non era per niente male. Una coppia di tre. Non era una delle combinazioni vincenti, ma non era nemmeno da buttare via. Come invece le altre carte. Se magari... ecco, sì, così, bene. Castiel se le era fatte sostituire e... niente. La mano non era migliorata. Lui però rilanciò. Probabilmente avrebbe dovuto assicurarsi di spiegargli per bene le regole, prima di farlo giocare e non dare per scontato che in parte le sapesse. In parte non era decisamente sufficiente.
Aumentò leggermente la presa sulla sua spalla, sperando che il messaggio potesse passare per quel contatto e raggiungere il cervello dell'amico, ma da parte sua non ricevette nessun tipo di risposta, nessun segno. Che Sam avesse ragione? Che razza di idea era quella di far giocare d'azzardo un angelo?
Qualcuno nel tavolo aveva però lasciato il turno, gli altri avevano rilanciato e poi deciso di bussare.
Un brivido freddo rotolò giù per la schiena del biondo. Un flash nella sua mente, il volto di un altro angelo, uno spaventapasseri; forse lui sarebbe stata la scelta migliore per un piano simile, non una creatura pura come il moro. Bisognava solo sperare che Castiel sapesse quello che stava facendo.
Le carte vennero man mano scoperte: un bluff senza niente di rilevante in mano, un re, una copia di due, un asso, un alto bluff, e poi la coppia di tre.
Improvvisamente si rese conto che stava stritolando la spalla dell'amico. Lasciò la presa, ma notò che probabilmente l'altro nemmeno si era reso conto di quel contatto. Si sentì per un attimo sollevato: non si doveva sentire esposto per aver mostrato la propria ansia; d'altra parte un'inspiegabile e leggera fitta lo colpì all'altezza dello stomaco.
Aveva mangiato qualcosa di strano, nelle ultime ore?
Non peggio del solito.
Castiel raccolse piatto, sistemando poi le nuove fiches in pile ordinate.
Dean sorrise e fece un (doloroso? No, no.) passo indietro: il tavolo era grande e i giocatori erano pochi, ma se la benda stava realmente portando fortuna all'angelo, non poteva rischiare che qualcuno li accusasse di barare.


Non si poteva dire che la partita, però, stesse iniziando ad avere una routine. Per qualche motivo sembrava come se non ci fosse nessun portafortuna, come se si trattasse di un gioco normale. Alcuni turni li perdevano, altri li vincevano. Alcune volte sembrava che l'angelo perdesse di vista lo scopo della partita.
Sorrise. Poteva capirlo anche da quella distanza che l'amico stava bluffando, eppure non riusciva a non sorridere. Sentiva un leggero calore, al centro del petto. Distolse per un momento lo sguardo dal tavolo. Sentiva il bisogno di prendersi uno scotch. Fortunatamente il bar non era molto distante. Doveva tenere d'occhio il proprio angelo, no? Il... no.
Scosse la testa, passandosi le mani sul volto e stropicciandosi gli occhi. Le ultime notti aveva dormito meno del solito, non che fosse abituato a passare molte ore in compagnia di Morfeo, solo che di recente stava quasi diventando impossibile lasciarsi cullare dal dolce nulla della notte. Nulla, poi. Erano passati anni dall'ultima volta che aveva trascorso una nottata decente, senza fantasmi a tormentare i suoi sogni. Per quanto riguardava la realtà, probabilmente non era mai accaduto che non lo tormentassero. Questa però era un'altra storia, doveva... Doveva tornare al tavolo, controllare la partita, controllare Castiel.
Già, Castiel.
Mandò giù un sorso del liquido color caramello.La sensazione di calore al petto questa volta fu accolta con felicità, con un gorgoglio gutturale di piacere.
C'era qualcosa che non andava. Non sapeva nemmeno come spiegarselo. L'angelo sembrava troppo teso. Poteva apparire impossibile, ma sembrava veramente più teso del solito, con quel suo palo su per il culo. E questo non poteva significare niente di buono. E poi c'era il suo modo di comportarsi strano, quel formulare pensieri insensati e avere reazioni senza senso.
Dov'era Sam quando serviva? Davvero gli ci voleva così tanto tempo per interrogare un paio di persone? Accidenti.
L'aveva supposto, no? Quel posto poteva essere sotto le mani di un qualche demone, di uno djiin, doveva esserci qualcosa che alterava le normali percezioni o qualcosa di simile. Doveva.
Una voce più alta del normale brusio che infestava il casinò riportò l'attenzione di Dean alla realtà.
Un uomo si era alzato violentemente dalla propria sedia, che era caduta a terra. La voce non arrivava in modo chiaro, da quella distanza, ma era quasi del tutto sicuro che si stesse lamentando per il gioco, in base a come era vestito e al resto del suo aspetto, per l'ennesima perdita.
Controllò il resto del tavolo e lo vide. Era il loro.
Prese il suo bicchiere di scotch, sì ne avrebbe avuto molto probabilmente bisogno, e si avvicinò. Castiel stava riordinando un grande numero di fiches in tante altre piccole colonne, vicino a quelle già accumulate fino a quel momento. L'altro uomo si stava lamentando di come avrebbe avuto bisogno di vincere i soldi che invece aveva apena perso. Un tipico soggetto che infestava quei luoghi.
Dean sospirò sollevato, bevve un altro sorso e si posizionò nuovamente dietro l'angelo, tenendo però una certa distanza. Ormai il tavolo era quasi vuoto. A giudicare dalle fiches, dovevano aver vinto diversi turni e aver mandato in bancarotta diverse persone, o forse alcune si erano astutamente ritirate prima di far la fine del poveretto che ormai si stava dirigendo verso l'uscita.
Il croupier fece ricominciare quello che sembrava essere il penutlimo o ultimo turno della partita. Erano ormai solo in tre seduti al tavolo, Castiel compreso.
Controllarono le loro carte, le cambiarono, rilanciarono tutti i soldi che avevano accumulato e alla fine decisero di bussare. Una scala. Sudore freddo si stava raccogliendo sulla schiena di Dean. Un colore. Sentiva una goccia percorrergli la colonna vertebrale. Un full. Alzò le mani al cielo, il po' di scotch che era ancora nel bicchiere gli cadde sui capelli, scendendo verso la schiena a far compagnia al sudore di poco prima. Poggiò il bicchiere da qualche parte, imprecando per l'essersi bagnato e l'aver sprecato un così buon liquore.
Strinse Castiel in un abbraccio, felice.
« Ce l'hai fatta. »
« Come avevi detto. »
Sentì nuovamente quello strano calore al petto, vedendo le labbra carnose (ma erano sempre state così?) dell'angelo piegarsi verso l'alto. Durò poco, però, visto che Castiel si spostò tornando serio, come sempre. Una strana luce negli occhi, quasi fosse pentito di aver dimostrato emozioni umane.
« Ora devi toglierti la benda dal polso. Dammela e porta questa al carosello. Io intanto vado a cambiare le fiches. » Gli diede una perfetta copia del filo rosso che aveva avuto in tasca fin dall'inizio. Eccolo signore e signori il piano geniale di Dean Winchester: divertirsi nel vedere un angelo giocare a poker mentre la soluzione a tutto era al caldo nella tasca della sua giacca.
Inutile descrivere l'espressione del diretto interessato di quell'eserimento. Un sopracciglio alzato, l'espressione accigliata, un lampo di qualcosa di simile alla rabbia negli occhi.
Prese la benda e la sostituì alla prima, allontanandosi.
Ferito da quel comportamento il cacciatore raccolse le fiches della vincita, dirigendosi, come aveva già detto, alla cassa per farle cambiare.


Trovò Castiel fuori dal casinò.
Sospirò di sollievo vedendo che non era volato via, ma era rimasto lì, ad aspettarlo.
« Grazie Cass. » Un sorriso sbieco, timido.
L'altro si voltò in silenzio, iniziando a dirigersi verso il parcheggio dove si trovava l'Impala. Dean lo seguì. Camminarono per quello che gli sembrò un tempo infinito; il silenzio pareva intenzionato ad ucciderlo, era come un grande macigno che gravava sul suo petto. Allungò il passo fino a raggiungere l'angelo, per poi afferrargli un polso.
Lo fece voltare. Fissò i propri occhi in quelli blu intenso dell'altro. Colore che sembrava risplendere pure alla fioca luce notturna. Com'è che si trovavano in una strada con così pochi lampioni?
Fu questione di un attimo, forse anche meno. Sentì un calore piacevole sulle proprie labbra e si rese conto che si era sbilanciato verso l'altro. Gli occhi chiusi.

___

Heilà! 

Questo capitolo è stato un grande parto e mi ha fatto capire quanto io odi il poker (che tra parentesi mi sono dovuta far spiegare da mio fratello di 13 anni, quindi...).
Non so esattamente cosa dire, perché l'ho appena finito di scrivere, non l'ho nemmeno riletto, altrimenti so che potrei starci un altro giorno a modificarlo, sistemarlo, allungarlo (visto che è più breve del precedente). Come ho detto, però, è stato un parto e non ci tengo a riviverlo. Sicuramente i prossimi farò in modo da non doverli ultimare pochi secondi prima di pubblicarlo, ahah!

Comunque volevo ringraziare chiunque di voi sia arrivato fino a questo punto, chi legge silenziosamente, chi inserisce tra i preferiti, chi tra i seguiti e chi tra le ricordate. Non sapete quanto piacere mi fa il vostro supporto. 
Un grazie speciale invece va a chi recensisce, perché sapere la vostra opinione calma le mie paranoie, può farmi venire idee sull'andamento della storia e farmi capire se sto prendendo la direzione giusta, sia come trama che come personaggi. Grazie. 

Per oggi è tutto, spero vi sia piaciuto, spero abbiate voglia di sapere come continua e spero di non deludervi.
A presto! 

   
 
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