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Autore: fumiko    29/02/2008    6 recensioni
NaruxHina. Hinata decide di dichiararsi a Naruto il giorno di San Valentino, ma qualcosa non va come aveva progettato... La storia è raccontata in prima persona alternativamente dai vari protagonisti..un esperimento XDDD
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Altri, Naruto Uzumaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PRIMO CAPITOLO.


Ero accovacciata in quel cespuglio da circa mezz’ora, ferma nella stessa posizione.
Le gambe cominciavano a farmi male, la schiena mi supplicava di alzarmi, ma avevo promesso a me stessa che non sarei andata via di lì, se non avessi prima consegnato a Naruto la scatola che stringevo gelosamente tra le mani, stracolma di cioccolatini preparati da me, nonostante il mio mestiere fosse quello di ninja e non di cuoca.
Ebbene sì, era San Valentino, e finalmente avevo deciso di compiere quel passo che desideravo fare da tanto tempo, che aveva abitato i miei sogni e le mie fantasie per anni…

- N-Naruto-kun!-

L’avevo fatto davvero? Ero uscita allo scoperto!

- Hinata?- chiese lui, sorpreso

- Hem…si, sono io…- dissi, ridendo istericamente

- No…cioè…l’avevo capito che eri tu-

Ci mancava altro…

- Mi chiedevo…cosa ci fai qui?…-

Oddio! E ora che gli dovevo rispondere? “Sono pazzamente innamorata di te e ti volevo dichiarare i miei sentimenti con questa scatola di cioccolatini, dopo aver interrotto bruscamente il tuo allenamento quotidiano”?
No! Decisamente no!

Naruto continuava a fissarmi con aria interrogativa.

- Ecco…i-io…pe-pensavo…che…d-di darti…una…cosa- dissi con un filo di voce, tanto flebile che lo costrinsi ad avvicinarsi per sentire.

Abbassai il volto, sentendomi avvampare. Era a circa mezzo metro da me, ed ero troppo imbarazzata per parlare, anche solo per muovermi.
Ero ancora una volta vittima della mia timidezza, di quella terribile paura di sbagliare, che mi aveva reso una fallita.
Sbirciai Naruto con la coda dell’occhio.
Erano passati tre anni da quella promessa che feci a me stessa, con la quale mi impegnavo a cambiare…eppure, nonostante avessi acquisito sicurezza, coraggio, nonostante avessi trovato un’incredibile forza di andare avanti, di costruirmi un mio futuro, un po’ della mia originale incertezza, a volte, riaffiorava, soprattutto davanti a lui…davanti all’unico ragazzo che avessi mai amato, davanti alla persona alla quale maggiormente avrei voluto mostrare il nuovo lato combattivo del mio carattere…

- Hinata-chan…che succede? Mi fai preoccupare…- disse lui appoggiandomi le mani sulle spalle

Quel gesto avrebbe dovuto confortarmi, ma non fece altro che accrescere il mio imbarazzo: il solo sguardo di Naruto riusciva a farmi arrossire, immaginate che effetto potessero farmi le sue mani che mi toccavano.

Che dovevo fare?
La leggera pressione esercitata dalle sue dolci mani, sulle mie spalle, sembrava schiacciarmi.
Mi resi conto che, in quella situazione, sia il “quando” e sia il “dove”, non potevano essere più sbagliati.
E i suoi occhi erano così penetranti…
Sarei mai riuscita ad affrontarli? Sarei mai stata capace di guardarlo negli occhi e di dirgli quanto lui mi fosse indispensabile, quanto lo avessi sempre ammirato e amato?
Sin dai tempi dell’accademia, mi soffermavo spesso ad osservarlo. Il mio diploma e la mia promozione a chuunin, li dovevo a lui, ai suoi occhi, alla sua determinazione.

Non esagero, dicendo che lo consideravo più importante della mia stessa vita. Non sarei davvero nessuno, se lui non fosse stato presente e se non mi avesse aiutato, seppur involontariamente.

- Hinata-chan…perché piangi?- disse Naruto, interrompendo i miei pensieri, con una nota di panico nella voce.

Avevo addirittura cominciato a piangere…non volevo, non potevo piangere davanti a lui…

Mi tolse le mani dalle spalle e disse:
- Che succede?-

- N-n-nulla, Naruto-kun…tu…bhe…n-non puoi fare nulla…s-s-scusami…-

Mi voltai, tremando come una foglia.
Mi ero già allontanata di qualche passo, quando lui richiamò la mia attenzione.

- Davvero non posso far nulla? Davvero non posso darti una mano?-

Lo guardai un attimo. Aveva appena assistito ad un mio pianto, di cui non poteva capire il motivo. Era evidentemente scosso.

- No, Naruto-kun, non è assolutamente vero-

Dopodiché me ne andai, senza aggiungere altro.

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Hinata aveva qualche problema, questo era evidente, e io dovevo fare assolutamente qualcosa per aiutarla!

Cosa fare?

Seduto a terra, con le gambe incrociate e il mento pesantemente appoggiato sui palmi delle mani, cominciai a pensare a come farle tornare il sorriso…e a come risolvere il suo problema…
Ma…prima di tutto…come facevo a scoprire il motivo del suo malessere?
Era semplice! Dovevo spiarla!
“Pessima idea” pensai “mi scoprirebbe in due minuti, col Byakugan…”
 E allora, forse, avrei dovuto provare a mettermi nei suoi panni…avrei dovuto pensare come la tenera, timida e dolce Hinata, incapace di arrabbiarsi con qualcuno e schiacciata dalla famiglia…

…Neji!

Doveva essere sicuramente lui la causa di tutto! Era ormai da tempo che frequentava sempre più spesso casa Hyuuga…chissà cosa le aveva fatto!
Pensavo fosse cambiato, che avesse addirittura cominciato a voler bene alla cugina, ma evidentemente mi ero sbagliato…

Mi misi in piedi e sventolai rabbiosamente un pugno per aria.
Me l’avrebbe pagata! E gli avrei fatto capire che doveva lasciar perdere Hinata, una volta per tutte! La rivalità tra le due casate doveva finire! La causa della sua infelicità non era Hinata!

Sarei andato subito a dargli un cazzotto in faccia!

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- Hinata-san non c’è?-
Ormai ero abituato a bere il suo tè, dopo l’allenamento…
Hiashi-sama abbozzò un sorriso e mi guardò.

- Caro Neji, non avrai davvero pensato che Hinata sarebbe stata a casa, oggi, dopo aver passato tutta ieri a preparar dolci, in cucina…-

Abbassai lo sguardo al suolo. Era vero. Aveva passato il pomeriggio in cucina…allegra come non mai…
Perché sentivo una strana stretta allo stomaco? Forse perché io, che le regalavo attenzioni ogni giorno, non avevo mai ricevuto da lei neanche mezzo cioccolatino?
E perché provavo un certo senso di disgusto, al pensiero di mia cugina con Naruto, nonostante stimassi infinitamente quest’ultimo?

Hiashi-sama mi diede una paterna pacca sulla spalla, stava per dire qualcosa, quando la porta d’ingresso al giardino si spalancò. Sulla soglia c’era Naruto, terribilmente arrabbiato e dietro di lui la domestica, che mormorava supplichevole delle scuse, per non essere riuscita a fermare l’intruso.

Fui stupito nel vedere Naruto additarmi con aria minacciosa…

- Naruto, che succede?- chiesi sconcertato

- Lo dovresti sapere, Neji. Che hai fatto a Hinata?-

Guardai Hiashi-sama con aria sconvolta, il quale, però, mi sembrava alquanto divertito.

- Io? Io non le ho fatto proprio niente!-

- Ah, sì? E allora perché oggi piangeva?-

Sentii un tuffo al cuore.

- Piangeva? Perché piangeva?- chiesi preoccupato, alzandomi in piedi di scatto.

Naruto sembrava confuso.
- Io…io pensavo fosse colpa tua…-disse

- Colpa mia? Ma sei pazzo?- ormai urlavo, tanto ero agitato.

Qualcuno aveva fatto piangere Hinata! Doveva chiederle scusa in ginocchio!

- Calmati, Neji- disse Hiashi-sama – E tu, Naruto, credo che Hinata abbia qualcosa da darti…e credo che non ci sia nessuno più adatto di te per farla sorridere. e ti posso assicurare che né io né Neji, centriamo nulla con le sue lacrime.-

Naruto guardò un attimo Hiashi-sama, poi me, che avevo cominciato a tremare dalla rabbia.

- Oh, scusate…andrò a parlare direttamente con Hinata-chan- disse, prima di fuggire dalla scena.

- Merda!- urlai, tirando un pugno al muro.

Rimasi lì, a tremare, ancora per un po’.
Hiashi rientrò in casa e, mentre si allontanava, mi sembrò che dicesse:
- Lo sapevo che quella ragazza mi avrebbe dato solo problemi…-

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Era già il tramonto.
Faceva freddo, soffiava un vento gelido, che increspava la lucida superficie del fiume. Ero seduta su una panchina, sola, e immensamente triste…piangevo disperata, tenendomi la testa tra le mani.
Avevo abbandonato la scatola di cioccolatini davanti a casa di Naruto, senza né una firma, né un biglietto. Li avrebbe gustati senza mai sapere di chi fossero, senza mai sapere quanto lo amassi.

Ormai dubitavo che sarei riuscita a dichiararmi…era un compito troppo difficile per me, praticamente impossibile…se avessi continuato ad amare Naruto, avrei solo avuto sofferenze, dalla vita…probabilmente non sarei riuscita a sorridere.
La speranza, che era la mia unica fonte di gioia, era sfiorita per sempre…

Dovevo dimenticarlo…

Sentii un brivido lungo la schiena, ma subito dopo sentii un calore, sentii due forti braccia stringermi.

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Era il tramonto, quando raggiunsi il fiume.
Lo spettacolo era davvero incantevole, pieno di profumi, colori.
Ad un tratto vidi Hinata, piegata su sé stessa, a piangere, seduta da sola su una panchina.

La tenera e dolce Hinata, bella, intelligente, educata…credevo fosse davvero perfetta…forse solo un po’ troppo timida…
La fissai.
Aveva bisogno di me.
Solo io potevo aiutarla.
Arrivai tanto silenziosamente alla panchina, che quando mi sedetti al suo fianco, non si accorse della mia presenza.
Rimasi un momento a fissarla, in silenzio.

La tenera, dolce Hinata…quanto avevo desiderato attirare la sua attenzione?
E quanto avevo sofferto, nel vederla sempre e solo presa da Naruto?

Ma ora lei aveva bisogno di me.
Fu colta da un brivido, dopodiché l’abbracciai.

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Conoscevo quelle braccia.
Mi voltai lentamente, verso di lui.

- Kiba-kun…che ci fai qui?-

Notai subito quanto fosse strano, diverso dal solito. Aveva una strana luce negli occhi.
Mi fissava, con le labbra leggermente dischiuse.

- Hinata, non piangere. Ci sono io, ora- mi disse in un filo di voce, accarezzando dolcemente il mio volto con la sua mano.

Nonostante quella situazione mi mettesse a disagio, non mi allontanai da lui, non sciolsi il suo abbraccio. Non avevo motivo per farlo, e poi, mi teneva al caldo, al riparo dal vento, e mi tranquillizzava.

Avvicinò il suo viso al mio ancora di qualche centimetro.

Era così vicino…
Sentii il suo fiato unirsi al mio, in un’ondata di calore.

Stava evidentemente per baciarmi.
Mi sarei sottratta?
E perché mai?
Era così calda, così rassicurante, quella stretta…

Poggiò le sue labbra sulle mie per un istante.
Poi ancora…e ancora…con sempre più sicurezza, con sempre più foga.
Si nutriva golosamente di me, e io glielo permettevo.

Forse, pensai, avevo trovato il modo per dimenticare Naruto…

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Al tramonto arrivai al fiume.
Avevo cercato Hinata ovunque, senza trovarla, ma non mi sarei arreso così facilmente: avrei girovagato anche tutta la notte, pur di trovarla.

Poi vidi, su una panchina, a qualche metro da me, Kiba che baciava Hinata.

Per qualche secondo rimasi impalato a fissarli.
Non sapevo che stessero insieme. A dire la verità, non sapevo neanche che a Hinata piacesse un tipaccio come Kiba.

Lei era dolce e raffinata, lui era rozzo e puzzone.
Non credevo che al mondo potesse esistere una coppia peggio assortita.

Però, guardando meglio, notai che Hinata aveva smesso di piangere.
Forse prima stava piangendo per lui e ora la situazione si era risolta…

In quella scena mi sentivo di troppo.
E poi…non riuscivo più a sopportare la vista delle labbra di Kiba che si univano a quelle di Hinata.

Sarei tornato a casa.
Hinata aveva smesso di piangere, quello era l’importante.
  
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