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Autore: Lady Atena    25/08/2013    2 recensioni
Dopo Malibu, Tony torna nuovamente alla Tower finalmente ristrutturata.
È una persona diversa, con un cuore vero e una relazione vera.
Finché non scopre che la Tower è davvero troppo grande, per una persona sola.
Post-The Avengers.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Bruce Banner/Hulk, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Trucchetti scadenti di un genio di latta.'
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De: “Un trucchetto scadente e una battutaccia"; autobiografia di un genio, miliardario, playboy, filantropo nonché super-eroe.

Nick: Lady Atena.
Fandom: The Avengers.
Challenge: La sfida dei duecento prompt.
Prompt: 13; Solitudine.
NdA: Questa doveva essere una raccolta sugli Avengers e la loro convivenza – più o meno volontaria – alla Stark Tower, ma adesso è una long. Ma giuro che non è colpa mia, ecco.

Tony osservò il soggiorno davanti a sé. Il vetro della finestra rifletteva sulla città permettendo alla luce d'illuminare tutta la stanza dalla forma circolare. Avanzò affiancandosi alla parete di sinistra, camminando vicino al bancone del piano bar adibito lungo tutto il muro. Vi si poggiò guardando dal lato opposto, un divano ad angolo occupava il muro di fronte ad una televisione al plasma piatta a cui erano collegate una serie di console poggiate su un tavolinetto di vetro tra divano e televisione.
“Le riparazioni sono definitivamente completate e tutti i luoghi sono agibili, signore” comunicò Jarvis.
Tony strinse le labbra camminando in avanti, ruotò su se stesso guardando verso l'alto e arricciò il labbro.
“Non credi manchi qualcosa, J?” chiese.
Si sedette su una poltrona a lato del divano, guardò verso la finestra osservando il profilo di alcuni grattaceli che si stagliavano a poco dalla Tower.
“Se si riferisce alla signorina Potts, signore, tornerà entro quindici giorni” rispose l'A.I.
Tony piegò la schiena in avanti poggiando i gomiti sulle ginocchia mentre scuoteva il capo facendo ticchettare le punte dei piedi sul pavimento.
“Questo posto è decisamente troppo grande e troppo vuoto, amico”.
Si alzò, raggiunse il piano bar passandovi la mano sopra sentendo il legno liscio sotto le dita callose. Ne seguì le linee fino ad entrarvi, si poggiò con la schiena al bancone guardando la serie di bottiglie sugli scaffali a muro.
“Le indicazioni per la ristrutturazione erano state date in modo potessero ospitare il gruppo del progetto Avengers al completo, signore” disse Jarvis.
Tony si stropicciò le palpebre con pollice e indice sospirando sonoramente, scosse il capo poggiando la mano sul bancone dietro di sé mentre piegava le ginocchia in avanti.
“Ma io non faccio più il super-eroe, giusto?” borbottò.
Sbuffò, si diede la spinta contro il bancone di legno rizzandosi e guardò la serie di bottiglie.
“Credo di aver sviluppato una sorta di dipendenza dalla presenza di Pepper” disse.
Allungò un braccio alzando l'indice, lo fece scorrere lungo il terzo ripiano delle mensole a muro superando una serie di bottiglie.
“Il termine esatto è senso di solitudine, signore” corresse Jarvis.
Tony soffiò roteando gli occhi, afferrò una bottiglia di Martini stringendola nella mano e si voltò verso il bancone poggiandovela sopra. Si chinò, prese dagli incavi sotto il bancone un bicchiere e aprì uno sportellino tirando fuori un'insalatiera ricolma di ghiaccio fumante. Mise entrambi sul bancone, scosse il capo.
“J, io non soffro di solitudine. È Cap quello con le manie di squadra” rispose.
Fece due passi a destra aprendo un cassetto, prese un coltello, un cavatappi metallico e delle pinze tirandole fuori; intravide una confezione di cannucce poggiate sopra una di ombrellini e le afferrò entrambe con la mano libera.
“Signore, le ricordo che aveva promesso alla signorina Potts di non esagerare con il bere” disse l'A.I.
Tony sbuffò, poggiò gli oggetti sul piano bar e guardò la bottiglia.
“Sai J, mi viene difficile percepire la solitudine con te che mi ricordi cosa mi ha detto Pep ogni due secondi”.
Afferrò la bottiglia con una mano prendendo il cavatappi, fece passare il collo della bottiglia dentro l'oggetto e tirò togliendo il tappo che schizzò di lato cadendo in terra con un tintinnio. Poggiò il cavatappi, si versò il Martini nel bicchiere e lo guardò.
“J? Hai mica idea di dove viva Cap?”.
Aprì la confezione di cannucce infilandone una viola nel bicchiere, guardò quella di ombrellini e l'aprì prendendone uno rosato a fiorellini.
“L'indirizzo del Capirano Rogers era registrato nei dati trasferiti alla Mark VII, signore”.
Tony sospirò, si rigirò tra pollice e indice l'ombrellino aperto guardandolo roteare.
“E solitudine sia, allora”.
Fece due passi di lato piegandosi, aprì un altro sportello tirando fuori una bottiglia alta un palmo.
“Veramente, signore, il Generale Fury le ha mandato una copia dei bracciali dell'armatura insieme alla valigetta contenente i pezzi per posta, appena ha saputo che tornava in città” disse Jarvis.
Tony alzò lo sguardo, si rizzò e sogghignò. Poggiò la bottiglietta e l'ombrellino sul tavolo, chiuse lo sportello con il ginocchio e uscì da dietro al piano bar.
“J? Cambio di programma. Consegnami la posta, si va a trovare il boy-scout d'America”.

  
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