Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: ChiakiAkito    29/02/2008    4 recensioni
Come da titolo, la Big Damn Table secondo il KuroFay! XD Scritta in comune da me e Pucchyko_Girl.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Genitori Prompt: 0.27 “genitori”
Subtitle:-Kuro-chichi... Cosa vuol dire "Proteggere?"-
Rating: Decisamente verde XD
Note: shonen-ai, m-preg, post-manga, fluff da diabete, forse leggermente OOC? XD
Before you begin… E' la prima fanfiction che scrivo per questo fandom, sono emozionata! *_* in più, ho involontariamente scritto un seguito al prompt di Pucchy XD Ma funziona anche leggendola a sè, penso...


La luce della luna piena rischiarava la stanza, passando attraverso la porta scorrevole aperta sul giardino e giungendo, sottoforma di lama, sino ad un grande tatami addossato alla parete. Lì, schiena contro al muro, Kurogane sedeva a gambe incrociate, una mano a reggere un vecchio volume di Maganyan e l'altra intrecciata tra le ciocche bionde di una zazzera arruffata, il cui proprietario dormiva pacifico abbracciato alla sua gamba.
I suoi occhi scarlatti si muovevano la pagina, senza vederla davvero: il suo pensiero, in quel momento, era diretto al mago assopito e tutto ciò che avevano passato insieme, loro due e quelli che, almeno nella sua mente, erano diventati al pari di figli.
Era stato pochi anni fa, che la loro missione si era conclusa: recuperata la memoria della principessa e sconfitto Fei Wong, Sakura e Shaoran se n'erano tornati a Clow, e lui aveva preso il titolo che gli spettava come erede del signore di Suwa, trascinandosi dietro il manjuu bianco, che aveva affermato, testuali parole, di essersi affezionata al mio Kuro-wankoro, puu! e un mago sovreccitato dagli occhi male assortiti -perchè, pur avendo recuperato quella parte della sua magia rubata da Shaoran, una delle due iridi era rimasta irrimediamilmente dorata. Yuui aveva cominciato a vivere con lui, alimentando i già enormi pettegolezzi sul suo conto. Che razza di feudatario era uno che scompariva per anni, e poi tornava con un amante, uomo, senza nemmeno legittimare il loro rapporto?
Poi Tomoyo-hime aveva deciso di intervenire, ignorando blatantemente ogni norma sul matrimonio tra due maschi e sposandoli. Questo, almeno, aveva fatto tacere le voci come le minacce del ninja non avrebbero mai potuto.

E la loro vita era continuata, per un paio d'anni... Si amavano, e per un po' era bastato. Ma una sera il mago gli aveva rivelato, con molta nonchalanche, che nel suo mondo gli uomini con più potere magico potevano avere figli in un modo leggermente non convenzionale. E, considerando che anche con solo metà della sua forza il biondo poteva quasi raggiungere la Tsukuyomi...

All'inizio, Kurogane aveva avuto un po' di dubbi. Ci pensava, è vero, e dopotutto aveva sempre desiderato un figlio da crescere. Ma da lì a veramente averne uno, il passo non era poi così corto... Era stata la luce negli occhi di Yuui quando ne parlavano, quella che sembrava gridargli contro di decidersi e di fare in fretta, perchè lui il bambino lo voleva, a convincerlo.
Nove mesi dopo, stringeva tra le braccia un mago esausto dopo il lungo parto e fissava una creaturina fragile avvolta in una coperta, che ricambiava il suo sguardo con due occhi di un blu innaturale.
Da lì le cose erano cambiate. Ricordava ancora i giorni interi spesi accucciato sul pavimento, a tenere per mano il piccolo cocciuto che si era messo in testa di camminare, la voce leggera di Yuui che gli faceva notare quanto Shiro -questo il nome, datogli dai genitori quasi ironicamente- fosse tutto suo padre in quanto a testardaggine, e le notti insonni durante le quali i due uomini facevano a turno nel tentare di calmare i nervi al bimbo mentre questo metteva i primi dentini.

Adesso, da neonato era diventato bambino, e i pazzi che gli scorrazzavano per casa chiamandolo con nomignoli strani erano due. Già, perchè la prima parola del piccolo era stata Kuro-chichi, e adesso nemmeno le minaccie di morte potevano convincerlo a dire semplicemente "papà"...

Le sue riflessioni furono interrotte quando percepì una presenza familiare di fronte alla porta del corridoio. Alzò lo sguardo dal fumetto, solo per vedere una seconda testa arruffata, stavolta nera, che faceva capolino dall'altra stanza. Con un mezzo sospiro, pose Magayan sul pavimento e diede un colpetto al tatami; il piccolo gli si avvicinò in silenzio e si accoccolò contro di lui, osservandolo come se stesse riflettendo su qualcosa di molto importante.
-Che ci fai ancora sveglio, tu?- Chiese sottovoce, per evitare di svegliare suo marito.
-Stavo parlando con Yuuko-obaachan.- Kurogane fece un mezzo grugnito. Era proprio da lei, tenere alzato Shiro fino a quell'ora di notte, probabilmente raccontandogli cose strane sul suo conto! Certo, qualcosa di buono quella strega l'aveva fatto. Per tenere unita l'allegra famigliola, come la definiva lei, aveva architettato un complesso sistema di specchi magici e passaggi dimensionali che collegava il palazzo di Clow, quello di Suwa e il negozio... Ovviamente, però, non gratis. Il ninja ricordava ancora le due settimane spese alla ricerca di una sottospecie di oggetto leggendario che Yuuko gli aveva imposto come prezzo.
-Sentiamo cosa ti ha detto stavolta, quella mentecatta...- Borbottò esasperato. Ogni volta che il bambino parlava da solo con lei, poi si ritrovava a dover rispondere a imbarazzantissime domande su quello che era successo mentre viaggiavano.
-Ha detto che mentre giravate per i mondi tu pro... proteggevi Yuui-okaasan,- gli rispose il piccolo, fermandosi a metà frase per assicurarsi di aver ripetuto esattamente le parole di Yuuko.
A questo, il ninja parve leggermente sorpreso. La vecchia pazza che diceva qualcosa di buono su di lui? Da quando?
-Kuro-chichi... Cosa vuol dire "proteggere"?- Continuò imperterrito Shiro, curioso di sapere cos'altro esattamente avesse fatto il suo otoo-san alla okaa-san. Di solito non erano cose molto belle, ma lui negava sempre tutto...
-Proteggere significa fare tutto perchè una persona non si faccia male, o venga ferita. Quando vuoi proteggere una persona sei pronto a dare la vita in cambio della sua.- Gli rispose lui, dopo alcuni attimi di riflessione. Forse quell'ultima parte non era stata una bella cosa da dire ad un bambino di appena sei anni, ma voleva che il piccolo capisse.
L'espressione confusa di Shiro si trasformò in una ammirata alle parole di Kurogane; la sua okaa-san glielo aveva detto tante volte, quanto era coraggioso il suo papà, e questa ne era l'ennesima prova. Voler dare la vita per il suo koibito...
-Quindi tu proteggevi l'okaa-san?-
-Lo proteggo ancora. Proteggo anche te, marmocchio.- Gli rispose lui, stringendolo col braccio che teneva attorno alle sue spalle. Il bimbo rimase in silenzio, pensoso.
Proprio quando l'uomo cominciò a pensare che si fosse addormentato da seduto, Shiro alzò lo sguardo e incontro i suoi occhi, determinato.
-Voglio farlo anch'io!- Esclamò, a voce un po' troppo alta. -Diventerò forte e poi non dovrai più proteggere la mamma: ci penserò io a difendervi, tutti e due!-
E a Kurogane venne quasi da ridere, mentre l'orgoglio paterno gli riscaldava il petto. Quel bimbo era davvero come lui... Non aveva forse affermato la stessa cosa, innumerevoli volte, di fronte a suo padre?
-Frena l'entusiasmo, marmocchio... Sei ancora piccolo,- gli rispose, ma i suoi occhi lasciavano trasparire quanto fosse fiero di lui. -Pensa a crescere, per adesso.-
-Ma...- Tentò di protestare Shiro, nonostante sapesse che infondo suo padre aveva ragione.
-Niente discussioni... Tu continua così,- gli fece l'uomo, spingendo leggermente sulla sua spalla perchè si sdraiasse. -Continua a credere in quello che mi hai detto, e quando sarai abbastanza grande ti insegnerò a usare la spada.-
Il bimbo accomodò le mosse del padre, stendendosi sul tatami, e chiuse gli occhi. Tentò di replicare, ma gli uscì soltanto un lungo sbadiglio: sarebbe dovuto essere a letto da ore...
-Dormi,- intimò la voce profonda del padre, e lui non tardò a eseguire.

-Tutto suo padre, non trovi?-
Kurogane guardò in basso, sorpreso e incontrò due occhi assonnati che lo osservavano allegri. Spostò lo sguardo sul bambino addormentato al suo fianco, orgoglio lampante sul suo volto.
-E' un marmocchio testardo. E coraggioso.-
-Mi ricorda qualcuno che conosco...- Il biondo si tirò su, incontrando le sue labbra in un casto bacio. -Non dormi con me, Kuro-koi?-
E mentre si stendeva aspettando che il sonno lo cogliesse, con suo figlio da un lato e l'uomo che amava dall'altro, il ninja non potè fare a meno di sorridere.

The end… AAAAAAAH! Mi è venuta una cariee XD comunque questa fic fa parte della mia m-preg mentale, quindi probabilmente vedrete Shicchan più di una volta! Ho paura che Kuro-wan sia leggermente OOC, voi che dite?
Japanese time...
Per chi non abbia idea di cosa vogliano dire certi termini che ho usato XD
Tomoyo-hime: Principessa Tomoyo.
Shiro: Letteralmente "bianco". Vi ricordo che Kuro vuol dire "nero" XDDD Nome gentilmente suggeritomi da Pucchy.
Kuro-chichi: "Chichi" vuol dire papà. Quindi può voler dire Kuro-papino o Papà nero, a voi la scelta...
Yuuko-obaachan: "Obaa-chan" può voler dire "nonna" o "zia".
Yuui-okaasan, Okaa-san: "Okaa-san" vuol dire mamma.
Otoo-san: Papà.
Koibito: Amante, fidanzato.
Kuro-koi: "Koi" vuol dire amore °w°

  
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