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Autore: Aibaf    25/08/2013    8 recensioni
«Ti amo»
«Non mi aspettare»
«Va bene»
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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M’abituerò

 
“Dove vai?”
“A fare un giro”
 
E di te mi rimane solo una porta che sbatte, una zaffata del tuo profumo, una folata di vento che mi smuove i capelli dal viso. Perché dobbiamo sempre ridurci così, a questo inutile rincorrersi senza mai trovarsi per davvero? Questo fuggire continuo non ci fa bene, e lo so, lo sai anche tu, ma “Non sto fuggendo” mi diresti, seduto al bordo del letto.  Senza guardarmi. Non so se guardarmi ti faccia più male o se davvero tu non abbia voglia di stare a guardare tutta la mortificazione che mi si dipinge in volto quando tu scappi.
“Vado solo a fare un giro, non rompere il cazzo” continui, infilandoti le scarpe e prendendo la tua agenda rossa.
“Ti amo”
“Non mi aspettare”
“Va bene” è tutto quello che riesco a sussurrare, mordendomi le labbra. Va bene, non ti aspetterò. Farò finta di addormentarmi fino a quando non torni all’alba, stremato, sconvolto, con gli occhi rossi ed i capelli in disordine e non ti stendi accanto a me, dimenticando persino di toglierti il giubbotto. Profumi di una notte passato da solo, nel parco, e ti stringi a me senza fare rumore: hai il volto bagnato dalle lacrime e lo premi forte contro il mio collo, come se potessi fare qualcosa, come se potessi fare finta di niente. Ti ho detto che va bene, e a me va bene cercare di non dare peso al fatto che mi hai lasciato ore da sola ed ora stai singhiozzando sulla mia spalla e “scusa” mugugni ogni tanto. Come se non ti sentissi.
Va bene, non ti aspetterò. Farò finta di non averti mai detto di amarti, di non avertelo ripetuto all’orecchio senza avere una tua risposta tanto da farmi venire la nausea. Fingerò di non avertelo sussurrato mentre ti accarezzo i capelli e sposto il tazzone di cioccolata calda dall’equilibrio precario che ha tra le tue mani. Prendiamo sempre un film a noleggio ma tu crolli sempre dopo venti minuti, con la testa sul mio petto e la bocca ridicolamente spalancata. La tua presa sulla tua ciotola è lenta, quindi la sposto sempre sul tavolino: la mattina ti piace trovarla lì, accanto alla televisione. Sei l’unico che riesce a bere la cioccolata ugualmente fredda e trovarla buona, nonostante il grumo di cannella rappresa sul fondo.
 
Sono passati esattamente quindici minuti da quando te ne sei andato e non faccio altro che guardare l’orologio per non aggrapparmi ai ricordi. Vorrei solo che tornassi indietro, ti catapultassi sul letto tra le mie braccia, saltando e facendo capriole come un bambino e mi baciassi così forte da farmi esplodere il cuore. Vorrei che mi baciassi sorridendo e vorrei che mi sussurrassi che mi ami anche tu almeno quante volte te l’ho detto io. Vorrei poggiare la mia schiena al tuo petto e non sentirmi un peso. Vorrei che fosse l’abitudine e non l’eccezione, sentirmi amata etua.
E invece l’unica pelle che sento è quella della testata del nostro letto che preme contro le mie scapole. Dove sei? Cosa fai? Per quanto dovrò fare finta di dormire tranquilla?
Torna Louis. Torniamo ragazzi. Torniamo ad essere felici come prima.
 
Voglio tornare a quando andavamo al liceo insieme eppure facevamo finta di non conoscerci: quando io ero troppo timida ed insicura, e tu mi sembravi sempre così coraggioso, così irriverente e spontaneo da fare desiderare a tutti, almeno una volta, almeno qualche minuto di essere proprio come te. Vorrei tornare a credere, come quando avevamo sedici anni, che essere coraggiosi significava istigare una rissa, rispondere a tono, ribellarsi e non essere incapaci di dire “Ti amo”. Voglio continuare a fissarti al parco, nascosta dietro il mio libro, immobile per paura di spezzare qualcosa qualora, con la mia goffaggine, mi fossi mossa. Vorrei tornare a vederti giocare a calcio, seduta tra il pubblico sugli spalti, silenziosa e sempre tranquilla, accogliendo con un sorriso timido ogni tua azione.
Vorrei tornare al momento in cui ci siamo accorti che esistevamo entrambi. A quegli sguardi rubati, di sottecchi, con la paura di incrociarsi, a quelle mani che avevano vergogna di cercarsi. Voglio tornare a condividere la mia prima birra con te, e poi un’altra e un’altra ancora fino a non ricordarmi il mio nome e a ridere così forte e spontaneamente da fare abbozzare un sorriso anche a te; voglio ritornare a quando –nonostante fossi anche tu alticcio e confuso-  mi hai stretto per tutto il tempo, continuando a sussurrarmi tra i capelli che andava tutto bene.
Voglio tornare ai nostri silenzi imbarazzanti, quelli in cui ogni fibra del tuo corpo mi parlava, raccontandomi cose che la tua voce non sarebbe mai stata in grado di cantare; voglio tornare ai tuoi occhi che mi scrutavano: e in quella espressione corrucciate leggevo ogni cosa. Tu trovavi che fossi bella, nonostante fossi bassa. Nonostante mi vestissi fuori moda. Nonostante gli occhiali da vista ed il fatto che a sedici anni avessi ancora bisogno di stringermi al mio orso di peluche per addormentarmi. Nonostante piangessi ogni singola volta vedendo Titanic, pur sapendolo a memoria. Tu mi trovavi esattamente me stessa, e non c’era cosa più bella.
Tu mi amavi, ma non me lo dicevi mai. Ci conoscevamo da qualche mese, andava bene così. Mi sarei abituata a farmelo andare  bene.
 
Non sei ancora tornato: sono strisciata via dal letto e ho preparato due cioccolate calde: una è davanti a me, come se ci fossi davvero e la stessi bevendo combinando il solito casino.
“Sei tutto sporco di panna”
“Ah sì, dove?” Con la lingua non ci arrivi. Ne hai una macchia persino sul naso. Scoppio a ridere.
“Ti amo”
“Non c’è bisogno di dirmelo così tanto spesso, sai?”
“Ti amo davvero”
“Dammi un bacio”
Baciarti è l’unico modo per farmi sentire l’eccezione, amata e protetta. È l’unico modo che ho per sentire che ti tieni tutto dentro, che il mio amore ti arriva ma non sai come mandarlo indietro. Cosa vorresti dirmi? Ragiona, parliamo. Anche se sarà un discorso sconclusionato. Anche se piangeremo o voleranno insulti. Sii impulsivo. Dimmi quello che ti pare. Dimmi che non mi vuoi più. Dimmi che ti piaccio ancora, che mi trovi bellissima. Dimmi che te ne andrai. Dimmi che mi ami.
Non parlare, se non vuoi. Io sono qui, così innamorata che continuerò ad aspettarti fino all’infinito. Dove stiamo andando, Louis?
 
Torno a respirare quando sento la serratura scattare. Stai tornando e, come al solito, credi che io stia dormendo. Do’ un’occhiata all’orologio: segna le quattro, ma fuori già albeggia.
È la prima volta che mi trovi seduta in cucina ad aspettarti: la tua cioccolata calda è ancora lì, imbevibile per tutti tranne che per te. La cannella si è già rappresa.
Ci guardiamo. Siamo un casino, Louis.  Un irrimediabile casino e siamo uno lo specchio dell’altro: i tuoi capelli in disordine come i miei e gli occhi lucidi. Abbiamo un groppo in gola e tutto quello che riesco a fare è stare immobile a bisbigliare rimproveri amorevoli che di certo, non sentirai.
Come al solito non parli mai: dentro hai un fuoco che lasci si spenga tra i grovigli dei tuoi pensieri, ma i tuoi occhi gridano, urlano di perdonarti. L’ho già fatto.
Sto cercando di uscire dal metro quadro in cui ogni cosa mi sembra dovuta. Se questo è tutto quello che sai darmi, accetterò di vivere con questo surrogato d’amore.
 

All my friends tell me I should move on
(..)Loving you forever can’t be wrong

 
 





Le tre righe di Fabia
Ciao a tutti. Torno vergognosamente dopo una pausa di diversi –troppi mesi- con questa OS ritrovata nei meandri del mio computer, mai pubblicata nonostante fosse lì dall’estate scorsa. Da allora sono cambiate un sacco di cose, a partire dal modo di scrivere (chi mi conosce sa che evito la prima persona per evitare sentimentalismi come questi) ma dopo averla letta ed essermi consultata con Sheila –sei stata gentilissima, tesoro çWç- ho deciso di postare, non avendo niente da perdere.
E’ la mia prima het e –come spero abbiate capito- parla di un amore un po’ particolare… Onde evitare di sprofondare in altre imbarazzanti cose, spero che piaccia a qualcuno e perché no, mi facciate sapere il vostro parere tramite recensione. Ne sarei davvero molto felice.
Per il banner ringrazio quella figona di Alice, aka nightfall (la trovate su FB).
Pace e amore e siate buoni! <3

   
 
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