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Autore: Good_Riddance    25/08/2013    0 recensioni
Natasha è una ragazza di 16 anni, trasferitasi a Oakland per via del lavoro dei suoi genitori.
Frequenta la Oakland High School dove farà nuove conoscenze e avrà nuove esperienze che la aiuteranno a diventare ciò che lei vuole davvero: una critica musicale.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Adrienne Nesser Armstrong, Altri, Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Tré Cool
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Mi svegliai con un unico pensiero: “La mia vita ricomincia e sarà tutto perfetto”.
Ero spensierata, scesi a fare colazione e a quanto pare i miei genitori erano più entusiasti di me, facevano progetti su progetti e non li avevo mai visti così felici, forse trasferirci a Oakland è stata la cosa migliore che potesse mai capitare.
Indossavo una maglietta color corallo a maniche corte con degli strappi,  un teschio applicato sulla parte sinistra del petto e su quest’ultimo c’erano delle catene appese, un pantalone nero con le borchie ai lati, converse e un po’ di matita, lucidalabbra ed eyeliner completarono il tocco.
Non volevo esagerare nel modo di vestirmi, non volevo essere troppo “vistosa” come primo giorno vorrei passare in osservato e abituarmi al nuovo ambiente. Presi un braccialetto di cuoio, l’orologio da polso e lasciai i capelli morbidi sulle spalle. Prima di partire me li ero fatti tingere di blu (il mio colore preferito), borsa con la bandiera dell’Inghilterra e via! Mio padre mi accompagnò.
“Allora, mi raccomando non fare casini” disse sorridendo
“Papà mi conosci al massimo farò conoscenza con qualche secchione in mensa per cercare un posto dove sedermi” replicai con un sorriso
“Non ti sono mai piaciuti i perfettini”
“Lo so ma mi devo adattare” risposi ridendo.
Mi diede un bacio sulla guancia e varcai il cancello.
Il cortile era davvero bello: gruppi di ragazzi che scherzavano, chi parcheggiava in vista per far vedere l’auto nuova, i gruppetti di ragazze ‘trendy’, skaters. Mi saltarono all’occhio gli skaters.
Uno cadde e lo skateboard scivolò verso di me e io come una tonta senza accorgermene ci misi il piede sopra scivolando all’indietro.
Ridevano. Tutti. Mi prendevano in giro.
“Che figura! Brava Natasha! Il primo giorno di scuola e non è neanche cominciata la giornata, o forse si. Ma non doveva andare così”, quel pensiero frullò in testa per tutta la mattinata.
Mi alzai ed entrai senza curarmi della gente lì fuori. 
Il mio armadietto era il numero 18. Ci misi dentro la borsa e presi i libri della prima ora. “Spagnolo alla prima ora, perché no!?” esclamai tra me e me.
Entrai in classe e decisi di sedermi in prima fila, giusto per seguire meglio, d'altronde ero quella nuova! La campanella suonò e l’insegnante entrò entusiasta in classe. Posò il registro sulla cattedra, si accomodò e iniziò a fare l’appello. Natasha Castro. Ero la terza dell’appello il primo era Armstrong. Mi voltai e.. no! Non ci credevo! Joey il figlio di Billie Joe Armstrong era in classe con me. Era seduto in terza fila con altri tre ragazzi. Sghignazzavano e ridevano sotto i baffi quando l’insegnante li riprese: “Smettetela altrimenti vado a chiamare i vostri genitori”
“Mio padre è in tour!” esclamò il ragazzo
“E perché non sei andato con lui?” chiese l’insegnante
“Perché mia madre mi costringe a venire a scuola! La fate facile voi!”
“Armstrong ultimamente non fai altro che avere la risposta pronta! Quando tuo padre torna lo mando a chiamare”
“Ci vediamo l’anno prossimo allora!” il suo gruppetto iniziò a ridere insieme al resto della classe, quando la prof riprese la parola: “Si hai ragione, l’anno prossimo! Mi farà piacere riaverti nuovamente in questa classe”, la classe tacque.
“Lei è la signorina Castro vero? La ragazza nuova?”
“Si sono io” dissi accentuando un sorriso
“Bene, spero che ti trovi bene in questa classe, Joey penso che lo conosci”
“Si, i Green day sono la mia band preferita!”
“Che cara” disse il ragazzo imitando la sua voce, e il gruppetto rise nuovamente
“Tu non fai altro che rispondere vero?” dissi girandomi verso la sua posizione
“Ah vedo che impari in fretta, brava ragazza!” disse con un’espressione allegra
“Presentati” esclamò l’insegnante con il sorriso stampato in faccia
“Allora mi chiamo Natasha Castro, sono Italiana, vengo da Napoli e.. non c’è quasi niente da dire su di me le cose che mi piacciono sono: scrivere testi e poesie, ascoltare la musica, danzare, viaggiare e parlare le lingue straniere”
“Insomma una brava ragazza e ascoltami, oltre ai Green day quali altre band ti piacciono? O meglio che genere di musica ascolti?” chiese nuovamente la prof
“Beh mi piace il punk rock e tutti i sotto generi del rock, non vado d’accordo con l’house e il rap, una band oltre ai Green day è quella dei Sex Pistols, poi.. i Nirvana, Ramones insomma.. può immaginare il resto”
“Ma io adoro quella ragazza” disse Joey sbalordito
“Armstrong fai silenzio”
“Scusi” rispose ridendo
“Va bene spero che tu sia ben accolta in questa scuola, hai mai studiato spagnolo?”
“No, a dire il vero dovevo iniziare quest’anno in Italia ma.. so che qui in America iniziate già dal primo anno” dissi imbarazzata
“Si, ti sei persa il programma dei primi due anni ma da quello che hai detto e da quello che leggo sul tuo curriculum hai buone capacità e non dovresti avere difficoltà”
“Lo spero, mi impegnerò”
“Senti prima hai detto che ti piace danzare, potresti approfondire questa cosa?” chiese la prof con aria interessata
“Oh a dire il vero ho iniziato danza classica quando avevo sette anni e mezzo, con questo dovrebbero essere nove anni in tutto e.. ho partecipato a gare nazionali ho vinto i primi premi poi ogni estate mi capita di fare almeno tre o quattro spettacoli e durante l’anno partecipo a stage, concorsi e rassegne nei teatri”
“Insomma ti piacerebbe farne un mestiere?”
“Si a dire il vero io vorrei diventare anche una scrittrice visto che mi piace tanto scrivere”
“Potresti partecipare al giornalino della scuola, però è strano ti piace il punk rock e allo stesso tempo sei una ballerina di danza classica?”
“Si, fa parte del mio carattere contraddittorio a dire il vero mi piacerebbe anche imparare a suonare qualche strumento ma.. non l’ho mai  chiesto ai miei genitori”
“E come mai?”
“Non lo so, c’è qualcosa che mi blocca”
“Va bene, concluso questo vediamo.. chi dovevo interrogare oggi? Ah Joey proprio tu allora vieni alla lavagna”
“Prof a dire il vero ieri ho avuto da fare e  non ho potuto studiare, posso venire volontario la prossima volta?” disse preoccupato
“Anche tuo fratello mi ha detto la stessa cosa ieri, so che siete impegnati con le vostre famiglie e capisco la situazione ma dovete trovare il modo per incastrare tutto quello che fate”
“Si ma ieri c’è stata un’emergenza e tutto all’improvviso quindi non ho avuto proprio modo per rimediare, posso venire la prossima volta?” chiese nuovamente
“Va bene stavolta passi, ma se non sei preparato la prossima volta ti becchi il due”
“Va bene”.
La lezione di spagnolo fu davvero pesante, non vedevo l’ora di uscire da quella classe. L’ora non passava e ogni tanto perdevo il discorso dell’insegnante, certo era difficile seguire parlava così perfettamente lo spagnolo e l’inglese che io mi perdevo e cercavo sempre di tradurre in italiano, o forse in quel momento era una lingua da dimenticare.
Dopo le lezioni arrivò l’ora del pranzo, in mensa il cibo era davvero strano ma non potevo rimanere a stomaco vuoto quindi presi un hamburger e un’insalatina, da bere dell’acqua.
Vidi Joey sedersi con i tre che stavano in classe con noi e non volevo disturbarli. Sedetti da sola (almeno per quel giorno) e i ragazzi di quel posto mi squadravano da testa a piedi quasi come per cogliere la mia personalità. Si fermavano solo all’aspetto esteriore e iniziarono a chiamarmi “The Rock”.
“Ma bravi così si tratta quella nuova?” risuonò nella mia mente con rabbia
Alla fine della giornata notai che l’armadietto di Joey era proprio di fronte al mio, si girò e mi guardò attaccare una foto dei Green day così gli scappò una risatina: “Scusa?” gli chiesi girandomi
“No nulla, è solo che la tua è una fissa, comunque prima lo skateboard era il mio, scusa se non ho preso le tue parti in cortile, comunque non sembra che ti sei fatta male o sbaglio?”
“No, non mi sono fatta niente e.. si la band di tuo padre per me è una fissa” risposi sorridendo
“Sei simpatica, ho visto che a mensa ti sei seduta da sola, se vuoi domani puoi sedere con me e i miei amici insomma.. sei nuova e non conosci nessuno e visto che ti piacciono i Green day” lasciò la frase in sospeso
“Si, ti ringrazio sei gentile”
“Shh non dirlo a nessuno potresti rovinarmi la reputazione” disse ridendo
“Devo andare, ci si vede ciao Joey!”
“Ciao Natasha”.
Non riuscivo a crederci, la giornata non andò male anzi, andava di bene in meglio!
“Ciao papà”
“Com’è andata?” chiese con un sorriso enorme
“E’ stata dura ma alla fine c’è l’ho fatta, sono caduta appena entrata in cortile e là hanno iniziato a prendermi in giro ma niente di che capita a tutti di cadere” risposi ridendo
“Ti avevo detto di non fare guai”
“Sapessi.. c’è una novità!”
“Di che si tratta tesoro?”
“Joey il figlio di Billie Joe Armstrong il leader dei green day è in classe con me”
“Ah, ma guarda un po’! L’hai conosciuto? Com’è? E’ un bravo ragazzo?”
“Papà calmati! Si è un bravo ragazzo a mensa mi sono seduta da sola e poco fa mi ha chiesto se domani..” mi anticipò
“Ha chiesto di sedere con te?”
“Si” conclusi con tono sicuro
“Non si è innamorato vero? Lo devo conoscere prima io!”
“Ma papà cosa stai dicendo? Non ci conosciamo neanche e poi a me non interessa essere la sua ragazza, amica o migliore amica al massimo!”
“Ah ecco pensavo…”
“Cosa papà?”
“Nulla, sono geloso della mia stella”
“Ho sedici anni potresti piantarla con questi nomi?”
“Anche a novanta anni sarai la mia piccolina”
“Ok… a te com’è andata?”
“Bene, il capo mi ha fatto anche i complimenti per il lavoro ben svolto”
“Ah ti ha messo la lode quando a fine giornata gli hai consegnato i compiti?”
“Spiritosa, non vedo l’ora di sapere com’è andata a tua madre e.. ti abbiamo sistemato la stanza”
“Non è rosa e con i conigli vero?” dissi sbuffando mentre aprivo il finestrino
“No, abbiamo appeso i simboli delle band che più ti piacciono, poi c’è un mobiletto con tanti cd dentro e uno stereo con due casse”
“Ma io vi adoro!”
Tornai a casa e cercai di fare i compiti assegnati, guardai l’orario del giorno dopo e rimasi tutto il pomeriggio a sistemarmi nella mia nuova stanza. Era stupenda, simboli delle band da ogni parte, musica e musica. Una mensola con i miei libri preferiti e un pc portabile su una grande scrivania.
Insomma la giornata era andata a meraviglia, a cena decisi di parlare con i miei dei progetti pomeridiani, ne parlammo ed era deciso. Balletto e giornalino scolastico.
  
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