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Autore: Zomi    25/08/2013    5 recensioni
Sole, sabbia, mare…
Un paradiso in terra, lo doveva ammettere.
Nonostante gli schiamazzi fastidiosi di Rufy e Chopper, tutt’intenti a prendere lezioni di nuoto da Usopp sul bagno asciuga, completamente avvolti da braccioli e salvagente a strisce, riusciva comunque a godersi la calura e la pace di quell’isola estiva, rosolandosi al sole sul suo lettino da piaggia.
-Mmm!!!- si stiracchiò, muovendo la chioma rossa e ribelle sulle spalle –Che paradiso!!!-
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PARADISE & SKIN 

 



Sole, sabbia, mare…
Un paradiso in terra, lo doveva ammettere.
Nonostante gli schiamazzi fastidiosi di Rufy e Chopper, tutt’intenti a prendere lezioni di nuoto da Usopp sul bagno asciuga, completamente avvolti da braccioli e salvagente a strisce, riusciva comunque a godersi la calura e la pace di quell’isola estiva, rosolandosi al sole sul suo lettino da piaggia.
-Mmm!!!- si stiracchiò, muovendo la chioma rossa e ribelle sulle spalle –Che paradiso!!!-
-Concordo Nami- le sorrise Robin, alzando gli occhi dal libro che leggeva, riportandoveli prontamente.
La rossa sorrise, crogiolandosi al sole, mentre si ungeva le braccia con la crema solare.
Passò le dita affusolate sugli avambracci, colorandoli di un mite color crema, prima di passare alle gambe e oliare anche quelle.
Fu così, volgendo lo sguardo attorno a se, che si accorse della presenza statica e incosciente di un suo Nakama.
Un’idea maligna e approfittatrice si illuminò nel suo astuto cervello, facendola sorridere malandrina.
-Certo, però…- stiracchiò le gambe, rigirandosi sul lettino -… se ci fosse qualcuno così gentile da mettermi la crema solare sulla schiena, sarebbe ancora meglio…-
Con gli occhi furbi e nocciola, la gatta scandagliò la spiaggia, fino a posarli sulla sua vittima.
Sorrise diabolicamente, posando il capo sulle braccia intrecciate sullo schienale abbassato del lettino, fissandolo dormicchiare all’ombra di una palma.
Ignaro del suo destino infatti, Zoro sonnecchiava rumorosamente, assordando Franky, intento a costruire un castello di sabbia e costretto ad allontanarsi per evitare di veder crollare la sua opera a causa delle russanti vibrazioni del verde.
Nami lo studiò ben bene, nei suoi bermuda neri e a petto nudo, le braccia piegate dietro il capo e le spade appoggiate al fianco.
Dormiva tranquillo, del tutto rilassato e placido.
Niente avrebbe potuto turbare il suo riposo, e la calma che traspariva dalla sua espressione rilassata e dormiente lo confermava.
Nami ridacchiò diabolica e, riempiti ben bene i suoi floridi polmoni, lo richiamò alla realtà.
-Buzzurro!!!- vociò in sua direzione, alzando quanto più poteva la sua acuta voce.
Un leggero borbottio smosse la cassa toracica dello spadaccino che, disturbato dal richiamo, aprì scontroso l’occhio sano, posandolo con fastidio sulla spiaggia, in cerca di chi aveva osato svegliarlo.
Scivolò con l’iride nera sui compagni intenti a giocare sulla sabbia, contandoli e studiandoli uno ad uno, prima di indirizzare lo sguardo sui lettini prendi sole alla sua sinistra, dove appunto una chioma rossa e ribelle ridacchiava fissandolo.
Grugnì, storcendo il naso alla vista degli occhi felini e del sorriso malefico della navigatrice.
Che voleva, quella mocciosa, ora?
-Mocciosa…- ringhiò, digrignando i denti.
-Mi metteresti la crema solare?- gliela sventolò a distanza lei, muovendo un braccio in sua direzione e sbattendo angelica le ciglia –Se no mi scotto…-
Zoro smosse la mascella rudemente, schioccando le labbra.
Uhm… crema solare sulla schiena della mocciosa?
Implicava posare le mani sulla sua bella pelle chiara, scivolando con i polpastrelli tra le curve dei suoi fianchi e delle spalle, sfiorando magari anche un accenno di seno, mentre annegava nel suo dolce profumo… ma comportava anche alzarsi da quel morbido e fresco cantuccio sotto la palma, spostandosi sulla sabbia bollente e sotto il sole cuocente.
Uhm…
-Arrangiati- sbottò, tornando a chiudere l’occhio.
-Idiota-
-Mocciosa-
-Baka-
-Strega-
-Scemo-
-Io torno a dormire-
-No, Zoro: daiiiii…- strillò sgambettando infantile –Mettimi la crema, altrimenti mi scotto come un’aragosta…-
-Uhm… mocciosa al flambè? Mai assaggiata…-
Nami soffiò rabbiosa, gonfiando le guance e inveendo contro il verde, che chiuse definitivamente l’occhio buono, immergendosi nei suoi sogni, non curandosi delle proteste della rossa.
Sghignazzò, affondando con il capo tra le braccia piegate al ritmo dei suoi insulti: sole, sabbia, mare, Nami che sbuffava chiedendo di lui… era in paradio!!!
-E andiamo…- lo pregò con la sua voce più seducente e ammaliatrice -… ti chiedo solo di spalmarmi la crema sulla schiena… un lavoretto da poco-
-Chiedilo a Robin- piegò il capo in sua direzione, tornando a fissarla in viso –Ti è anche vicino-
-Ma sta leggendo, se poi unge le mani con la crema rischia di sporcare le pagine del libro…- rispose secca, ignorando il risolino saccente della mora.
E poi mica aveva le mani grandi come quelle dello spadaccino.
-Brook- chiamò in causa lo scheletro, intendo a farsi un bagno di sabbia.
-Non ha le mani-
Non calde come le sue.
-Franky-
-Ma ce le ha di ferro: mi maculerebbe le scapole!!!-
Oltre che scardinarle ogni articolazione.
-Rufy, Chopper, Usopp…?-
-Roronoa: muovi il culo e vieni a mettermi questa stupida crema, altrimenti ti raddoppio il debito che hai nei miei confronti!!!-
Il verde alzò gli occhi al cielo, sbuffando rudemente.
Quella mocciosa aveva un scusa valida per ogni frangente, per non parlare della sua dote infallibile nel convincerlo con le “buone” e “gentili” parole che usava con maestosa abilità.
-Schiavista capricciosa- mugugnò alzandosi dal tronco della palma, incamminandosi verso il suo lettino prendi sole.
Nami sorrise vittoriosa, godendosi il passo, pesante e grande del samurai, avanzare verso di lei, muovendo i suoi dannati addominali scolpiti e i fianchi bronzei, mentre il suo sedere ancheggiava con mascolina naturalezza.
Sole, sabbia, mare, Zoro che ancheggiava: si, era in paradiso.
-Uff, avanti…- sbottò, mentre la rossa si slacciava il nodo del bikini, liberandosi la schiena.
-… passami quella stupida crema solar…-
-Oh Robin chwannnn, oh Nam swannnnnnn… il vostro Mr Prince è qui!!!!!!!!!!-
Sia Nami che Zoro rivolsero lo sguardo verso la Sunny ormeggiava sulla riva dell’isola, da cui avanzava una trottola fumante avvolta da una massa scomposta di cuori e stelle, uggiolando ad ogni volteggio con strepitii acuti e mielosi.
-Oh Kami…- sospirò la rossa, scuotendo il capo.
Con un salto elastico e preciso, Sanji si precipitò tra i lettini prendisole delle due ragazze, roteando su un piede e porgendo loro due invitanti e freschi cocktail.
-Per voi, mie Dee…- sbuffò una nuvola di fumo.
-Grazie cuoco…-
-Grazie Sanji-kun…- prese il bicchiere offertole Nami, posandolo poi svogliatamente su un bracciolo del lettino, tornando a rivolgersi a Zoro.
Ora che lo aveva convinto, non aveva alcuna intenzione di lasciarselo sfuggire per una bevanda rinfrescante.
Prima Zoro, poi cocktail.
-Tieni…- gli porse il tubetto di crema, volgendo il capo verso di lui e dando le spalle al cuoco -… e cerca di fare un buon lav…-
-Cosa stai cercando di fare, Marmio?!?-
Un braccio del biondo sovrastò la figura della navigatrice, andando a bloccare con mano sicura il tubetto di crema indirizzato a Zoro, la cui mano lo aveva già afferrato per il tappo.
-Oh no…- piagnucolò Nami.
-Non avrai mica la stupida idea di posare le tue rozze e callose mani sulla mia crostatina al mandarino, spero…- azzannò la sigaretta che teneva sulle labbra, stringendo la sua parte di tubetto.
-Me l’ha chiesto lei, cuocastro…- sbottò scocciato il verde,  mantenendo ferrea la presa sul contenitore, fissando serio il compagno.
-Figuriamoci se ti credo, Marimo ammattito…- fumò -… la mia dolce Nami non  metterebbe mai a repentaglio la sua fragile e delicata pelle, affidando a te e alle tue manacce piene di calli: sarebbe come se si sfiorasse con la carta vetrata-
Il naso di Zoro si contrasse, emettendo un cavernoso suono.
-Pensa quel che vuoi, cuoco: me lo ha chiesto lei-
-Comunque sia, ora sono qui io e posso occuparmene personalmente- strattonò il tubetto di crema verso di se, trovandosi però a competere con la presa ferrea del verde, che non sembrava voler sottostare alla sua decisione.
-Tu va pure a cercare sirene sul fondo del mare, che qui ci penso io- ringhiò, riportando a metà tra loro due il tubicino.
-Vacci tu, alga di mare: così magari trovi anche dei tuoi simili-
-Non ci tengo: ho già di fronte un mollusco-
-Sai come si cucinano le alghe? Arrosto sono ottime…-
-Preferisco i molluschi giallognoli e senza cervello, ben fritti magari-
-Mi stai dando del invertebrato?!?-
-No: dell’idiota-
Ormai le fronti di Zoro e Sanji si frapponevano tra loro, spingendosi uno contro l’altro mentre strattonavano di là e di qua il tubicino di crema, il tutto sopra al diafano corpo della navigatrice, che li fissava innervosita.
Idiota.
Zoro era un idiota.
Ma quanto ci metteva a mettere KO Sanji e a posare le sue mani sulla sua schiena?
Voleva forse perdere tutto il giorno?
E che cavolo, non che gliene importasse molto, però non voleva ritrovarsi con la schiena rossa come un crostaceo. E poi, dov’era finito il paradiso che si era immaginata fino a pochi attimi prima, con sole, spiaggia, mare e Zoro a massaggiarle le spalle?!?
-Ehm, ragazzi…?- tentò di richiamarli, volgendo il capo all’indietro e reggendosi con le mani il reggiseno slacciato al petto -… la volete piantar…-
-Nami swan tu non la tocchi- sentenziò secco Sanji, alzando il pugno libero.
-Se credi che permetterò che le tue lunghe mani da depravato la tocchino, vaneggi epistassi-kun…- ringhiò a denti stretti il verde, stringendo anch’egli il pugno.
-Bhè, tantomeno le tue lo faranno: Mr Prince non permetterà mai che delle rozze, cavernicole e callose mani anche solo sfiorino la pelle di Nami… così delicata, fragile, chiara…- un accenno di sangue iniziò a fuoriuscire da una narice del biondo, scivolando vero il labbro superiore -… morbida, vellutata, profumata al mandarino…-
Il capo biondo del cuoco iniziò a volteggiare, aggiungendo all’abbondante epistassi del naso anche un tremolio incerto e insicuro delle gambe.
-… diafana, accogliente, fresca…-
Ormai gli occhi di Sanji erano sbiancati, e il sangue dal naso colava fin sul mento gocciolando sul lettino sottostante, picchiettando sopra la cartografa.
-Sanji, ma che fai?!?- sbottò Nami, rigirandosi a pancia in su e reggendosi con le mani il pezzo superiore del bikini, ancora slacciato.
-… bllhh… pelle… Nami… morbida…-
-Zoro ma che gli hai fatto?- fulminò il verde, il quale però stava letteralmente bollendo di rabbia.
Come osava quel demente fantasticare sulla pelle della sua mocciosa?!?
Quali sconci e perversi filmini si stava facendo nel suo cervello da depravato?
Le mani gli tremavano dalla rabbia, la presa sul tubetto di crema stava maciullando il contenitore, facendone uscire tutto il contenuto che si riversava nella sua mano.
-… Na-nami swwwannn…-
Ruggì, digrignando i denti, fulminando con lo sguardo il biondo, ancora in piedi solamente perché retto dalla sua stessa presa sul tubetto di crema.
Digrignò i denti con rabbia, voglioso di picchiare quell’ammasso informe di cuoco, stringendo con forza le dita nel palmo della mano, fino a sbiancarne le nocche.
Nessuno, nessuno poteva immaginare alcun che su Nami, tranne lui.
-Cuoco, smettila…- latrò -… o io…-
-Nami swannn!!!!!!!- uggiolò il biondo, sbiancando del tutto le iridi ed eruttando dal naso con una fumosa schiuma di sangue, perdendo l’equilibrio in avanti e minacciando di cadere con tutto se stesso addosso alla rossa.
-Sanji, no!!!- urlò Nami, rannicchiando le gambe al petto e coprendosi i seni, rabbrividendo di disgusto all’immagine sanguinolente e depravata del Nakama.
-Aiuto, Zoro!!!!- stridette.
-Nami swa…ouch!!!-
Un poderoso calcio dello spadaccino colpì in pieno viso il cuoco, urtandolo a terra, non prima però che una mano di quest’ultimo si aggrappasse alla sua caviglia, trascinandolo con lui nella caduta.
-Dannato sopracciglio a ricciolo!!!- riuscì a inveirgli contro, prima di perdere anch’egli l’equilibrio e ritrovarsi il volto immerso nel luogo più morbido e profumato di tutta la Rotta Maggiore: i seni di Nami.
La rossa, infatti, bloccata da entrambi i fronti da Sanji e Zoro, non aveva avuto altra possibilità che strasene ferma e immobile sul suo lettino, aspettando lo svolgersi dei fatti.
Le era venuto spontaneo e istintivo chiamare in aiuto lo spadaccino, a difenderla dalla minaccia sanguinolenta del biondo, ma di certo non si aspettava che il biondo si aggrappasse al samurai trascinandolo nella caduta, e  di conseguenza addosso a lei, o meglio, su di lei, perché proprio in quel momento si ritrovava con il cranio verde del Nakama tra le coppe, immerso nel striminzito e colorato bikini che solo grazie alla forza di gravità le restava addosso.
Deglutì ammutolita, fissando quei ciuffi verdi muoversi epilettici sul suo petto, non sapendo ben che fare.
Fissò esterrefatta lo spadaccino  mugugnare sulla sua pelle, bagnandole la valle dei seni con dei ringhi baritonali, per poi puntarsi con le mani sulle coppe dei suoi seni e alzarsi, accorgendosi solo in quel momento di dove si trovasse.
I due si ritrovarono a fissarsi negli occhi, in quella scena che non poteva che degenerare.
Nami a bocca aperta che si puntellava con le mani al lettino e Zoro che, mani ancora avvinghiate ai seni della rossa, se ne stava fermo e immobile sopra di lei, a fissarla con le labbra serrate.
Il silenzio più abissale e imbarazzante soffiava tra i due.
Passarono un paio di secondi, prima che un ceffone di Nami colpisse il povero spadaccino, colpendolo violentemente in viso.
-E allora?!?- gridò, portandosi una mano sopra a una di Zoro, nel tentativo di coprirsi e spostarlo da lì –Le togli queste mani, oppure no?!?-
Zoro, ganascia palpitante e con una rossa impronta di palmo di mano a segnargli la pelle, socchiuse gli occhi, per poi ghignarle in faccia con tutto il suo ego, avvicinando il viso al suo allibito.
-No- sogghignò, pressando la presa sul petto –Sto bene qui- premette con forza un seno, strappando un gemito alla rossa –Credo che non me ne andrò più-
Senza preavviso, la baciò con passione, costringendola ad addossarsi sullo schienale dello sdraio per reggere entrambi i loro pesi, e coinvolgendola nel bacio.
Sole, spiaggia, mare, Zoro che la baciava…
Si, Nami aveva proprio ragione: quell’isola era un paradiso.
 
 

   
 
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